Ma il 4 novembre, cosa celebriamo?
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
Il 28 giugno 1914 uno studente serbo spara contro l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria. L’attentato, di matrice anarchica, innesca una serie di reazioni che culminano il 28 luglio del 1914 quando l’Austria presenta la dichiarazione di guerra alla Serbia: è l’inizio di un conflitto che, per la prima volta nella storia, assume un carattere mondiale. L’Austria, la Germania e poi la Turchia scendono in campo contro la Serbia, mentre con quest’ultima si schierano la Russia, la Francia, l’Inghilterra e poi il Giappone e gli Stati Uniti.
In una prima fase la guerra si caratterizza come “guerra di movimento”. Gli imperi centrali contavano di risolvere il conflitto in tempi rapidi, ma la speranza si spegne e si passa ad una vera e propria guerra di logoramento.
Protagonista è la trincea. Per quasi un anno il nostro Paese mantiene una posizione neutrale all’interno del conflitto, rimanendo per tutto il tempo diviso in due schieramenti contrapposti: gli interventisti e i neutralisti. Sono favorevoli alla guerra i Nazionalisti, i Repubblicani, i Conservatori e i sindacalisti rivoluzionari: invocano l’intervento contro l’Austria allo scopo di ottenere la liberazione di Trento e Trieste, città simbolo dell’unità incompleta dell’Italia. Contro gli interventisti e a favore della pace si schierano i cattolici, i Socialisti riformisti e i Liberali guidati da Giovanni Giolitti. Pur se in minoranza, gli interventisti hanno la meglio: il 24 maggio 1915 il Governo italiano dichiara guerra all’Impero Austro – Ungarico, ma non alla Germania (la dichiarazione di guerra alla Germania si avrà soltanto il 27 agosto 1916).
Il nostro esercito combatterà quasi esclusivamente nelle regioni nord-orientali d’Italia essenzialmente nelle trincee scavate nelle montagne da soldati reclutati fra le fasce più povere della popolazione. L’anno più difficile per l’esercito italiano è il 1917. In questo anno, infatti, a seguito di un’offensiva austriaca divenuta sempre più pressante, il nostro esercito subisce una pesante sconfitta a Caporetto (24 ottobre 1917) ed è costretto a ripiegare fino al Piave. Le perdite italiane e in uomini e in materiali sono gravissime. Ma presto ha inizio una grande controffensiva delle truppe italiane, che dal Grappa e dal Piave dilagano fino a Trento e Trieste. Nel pomeriggio del 3 novembre i delegati austriaci firmano la resa. L’armistizio (patto di Villa Giusti) entra in vigore il 4 novembre 1918. Termina così la guerra sul fronte italo – austriaco, pochi giorni prima della conclusione generale del conflitto, che vede il crollo della Germania e dell’Impero austro – ungarico. La guerra sul fronte italiano durò 41 mesi: più di tre anni di freddo e fame sotto il rombo delle artiglierie nemiche, con in prima linea ragazzi provenienti dalle più diverse aree geografiche d’Italia, uniti tutti da una bandiera: il Tricolore. Di quei morti, di quei feriti, degli invalidi, delle distruzioni a 91 anni di distanza è restata una pallida memoria. “L’Italia ricorda male o ricorda parzialmente perché uno stato giovane, dalla identità debole, ed anche la scuola non insegna nel dovuto dei modi una pagina di storia che segna il ‘900”. Il 4 novembre la data dell’armistizio che nel 1918 pose fine alle ostilità tra l’Italia e l’Austria – Ungheria, concluse sul campo con la vittoriosa offensiva di Vittorio Veneto. Una vittoria frutto della dedizione, del sacrificio e dell’unità del popolo italiano. Una vittoria che costò la vita a 689.000 italiani mentre 1.050.000 furono i mutilati e i feriti: cifre che devono far riflettere, numeri da ricordare.
Il 4 novembre è un giorno importante per la storia d’Italia. Una data, una ricorrenza annuale che può apparire scontata: non è così.
47 commenti
Vincenzo Guidetti
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Girolamo Trombetta
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Giovanni Presutti
Ezio Pancrazio Vinciguerra ha reso benissimo la tragedia della grande guerra, e ci ha ricordato che i nostri caduti furono 689.000 e 1.050.000 i feriti. In alcuni miei scritti ho sempre sostenuto che la guerra è una stolta e insensata falce che recide la gioventù. Alla fine dei conflitti, tirate le somme, in termini di vite umane perdute e sperpero di risorse economiche, vincitori e sconfitti risulteranno ambedue perdenti!
Bruno Capogrossi
POVERI!!!!!!!!!
Augusta-Framacamo
Ma il 4 novembre, cosa celebriamo? …
Gli imperi centrali contavano di risolvere il conflitto in tempi rapidi, ma la speranza si spegne e si passa ad una vera e propria guerra di logoramento.
Aniello Iacomino
Grazie mille come sempre hai bellissime parole per tutti
Efisio Arena
Ciao fratellone, della tua consulenza culturale e professionale
Silvio Pili
Ti ringrazio tanto.Un forte abbraccio
Francesco Crispe
Grazie mille Ezio
Articolo graditissimo…
un abbraccio ciao
Giuseppe Moscara
Grazie mille Ezio
Giancarlo Calisi
Grazie un abbraccio
Mauro Cannavale
Ezio grazie di cuore
Fulvio Genco
Grazie di cuore Ezio per il pensiero e le belle parole scritte.
Davide Fantera
Grazie Ezio
Vincenzo Simone
grazie di cuore Ezio mi hai fatto emozionare un abbraccio a te e famiglia
Bruno Caristo
Grazie Ezio
Francesco Cannizzaro
grazie Ezio e…sempre buon vento
Massimiliano Baccanti
Ma grazie mille
Massimiliano Loforte
Buongiorno Ezio, grazie dell’invito a riflettere.
Nicola Tucci
Ciao Ezio… nulla è difficile volendo.
Non so se conosci Antonio Cimmino di Castellammare di Stabia
A.N.M.I. Castellammare di Stabia
Grazie a nome delle famiglie di tutti gli altri caduti
Tore Masia
Grazie Ezio Pancrazio.. orgoglio da marinaio..e grazie a Dio x averti conosciuto….e sempre con stima e rispetto…ti saluto
Max De Angelis
Un grazie sincero! M.
Vincenzo Giordano
Grazie Pancrazio! Un affettuoso abbraccio (anche se virtuale)! Vincenzo
Maurizio
Un inutile strage, un’intera generazione di giovani spazzata via dalla follia della guerra.
Renato Simonetta
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Lupo Alberto
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Antonio Depunzio
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Gianluca Vallone
Buongiorno fratello Ezio Pancrazio Vinciguerra.Ecco cosa si festeggia il 4Novembre!!Ma non bisogna mai dimenticare chi a dato la vita per la Patria!Gloria e Onore hai caduti!!⚓⚡
Francesco Intrepido
Ma ne è valsa la pena? chi va a dirlo a quelle madri a quei padri a quei figli a quelle vedove che il sacrifici dei nostri cari è stato tutto inutile.
Gino Lanzara
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Swergio Platania
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Francesco Ortega
onori ai nostri caduti Sempre Presenti !
Egidio Alberti
Ottimo esame storico. Bravo Ezio
Marcello Cocco
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Marcello Cocco
Onori
Frank Lupo Pastanella
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Stabiae Felix Enc
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Vittorio Presutti
Grazie, già visto, complimenti a tutti.
Enea Remo
uesto disegno veramente bello , dovrebbe essere messo sui libri di storia ………sperando che qualcuno lo capisca ….
Antonio Dell'Anna
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Ennio Boragine
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Valerio Massimo
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Andy Holyred
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Marco Filzi
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Maria Marea
IL 4 NOVEMBRE , RACCHIUSO IN UN DISEGNO…..SENZA TANTE CHIACCHIERE
Pasquale Pellicoro
Se questi soldati giovanissimi morti per il nostro paese oggi potessero farci una domanda …ci chiederebbero …perchè siamo morti ?…Ci sono cose più grande degli uomini, le guerre ci sono sempre state…continuano ad esserci come dicono, le guerre a macchie di leopardo…..le guerre fanno parte del DNA degli esseri umani che per tantissime ragioni alla fine si dichiarano guerra….Il 4 Novembre ricordiamo quei 650 mila caduti morti per il nostro paese…mai dimenticarli…mai dimenticare la storia…la storia si potrebbe ripetere… ONORI AI CADUTI,,,,,