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Angelo Renda classe 1922

di Giovanni Renda

S.O.S. RICHIESTA NOTIZIE

Ripubblico queste mail nell’augurio che fra di noi ci sia chi può aiutare ed indirizzare Giovanni Renda nella sua ricerca. Mi preme solo aggiungere Marinai di una Volta (…Regia nave Alessandro), Marinai per sempre e questo vale anche per te Giovanni, Emigrante di poppa…
Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

venerdì 13 dicembre 2013 16.46
Ciao Ezio, mi permetto di darti subito del tu.
Mi presento mi chiamo Giovanni Renda, abito in provincia di Torino, ma sono siciliano. Vorrei acquistare sia il tuo libro “Emigrante di poppa” che quello di Gianluca Buccilli “Lero l’isola degli eroi”. E proprio vero che è un’isola degli eroi…
Mio padre Angelo classe 1922, marinaio segnalatore durante gli ultimi avvenimenti bellic,i si trovava su quell’isola bellissima dell’Egeo chiamata Lero.
Era imbarcato sulla Regia Nave Alessandro Volta, nave appoggio. Dopo i primi giorni di bombardamento presso la baia di portolago (oggi LAKKI) la nave subì forti danneggiamenti sia al timone sia in fase di galleggiamento, nonostante ciò riuscì ad uscire dalla baia per recarsi presso acque sicure. Purtroppo per fatali circostanze fu colpita per errore la notte dell’8 ottobre 1943 da motosiluranti inglesi, in quell periodo alleati insieme agli italiani. La nave si incagliò nella vicina isola di Lipsi. Nel frattempo aerei tedeschi, i famigerati stuka, accortisi del frastuono che si era verificato lanciavano dei bengala in piena notte e bombardavano e mitragliavano tutto ciò che si muoveva in acqua. Ciò causò parecchi morti tra i nostri giovani eroi. I pochi superstiti raggiunsero la riva al buio senza orientamenti. In un primo momento il loro, capitano, credo di corvette, che si chiamava Stefano Bausani, diede ordini di recuperare tutto ciò che serviva per sopravvivere ma soprattutto per aiutare la piccola popolazione dell’isola. Era l’ultimo avamposto italiano, ma pochi giorni dopo sbarcarono truppe tedesche e fecero prigionieri i pochi rimasti. Da li cominciò il lungo calvario dei campi di prigionia in Polonia.
Mio padre non collaborò al lavoro volontario per i tedeschi, così era scritto sul suo stato di servizio. Fu dichiarato partigiano combattente all’estero, rientro’ in Sicilia quasi un anno dopo la fine della Guerra, nel 1946. Oltre ai suoi racconti di quando ero bambino, dopo la sua morte, mi sono molto documentato su quegli eventi ringraziando l’archivio storico della Marina Italiana. Oggi tutto ciò che riguarda quegli avvenimenti sono di mio interesse. L’estate scorsa sono andato per 15 giorni insieme a mia moglie a Lero (oggi Leros). Mi sono trovato benissimo, ho visitato tutto quello che c’è ed è molto italiano le strutture, le case, le caserme, gli ospedali, le vie. Ho parlato con parecchi anziani che ricordano con gratitudine i nostri marinai e soldati.
Scusami se mi sono molto dilungato nel racconto, ma tutto ciò serve a rendere viva la memoria di mio padre e dei nostri EROI.
Ti invio il mio contatto.
G.Renda@tecnimont.it
Con affetto Giovanni

 

martedì 14 gennaio 2014 12.11
Carissimo Ezio,
Innanzitutto Buon Anno. Vorrei ringraziarti per il tuo magnifico libro che ho letto con grande passione ed emozione e tante situazioni ci accomunano.
Il tuo blog e’ un oceano tutto da scoprire e un porto dove attraccare nei ricordi sempre vivi di chi vive il profondo blu dei mari, chi meglio di te…
Ti allego la foto della nave in cui mio padre, insieme a tanti nostri giovani marinai vissero la loro triste avventura.

Vorrei che tu Ezio la pubblicassi nel tuo blog, se ci fosse qualche persona che ha avuto il proprio genitore/parente su quella nave magari possiamo scambiare ricordi, cosi rimarrà sempre in navigazione nel ricordo dei propri cari.
Con affetto e stima.
Giovanni Renda

Un commento

  • Ezio Dosi

    Mi sono sentito sempre orgoglioso di indossare la divisa. Meravigliosi ricordi. Rifarei tutto daccapo con gioia, ma la vita non ti da questa opportunità. Voi giovani siatene orgogliosi.

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