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24.9.1943, Pietro Mancini disperso

di Giorgio Andreino Mancini

https://www.facebook.com/giorgioandreino.mancini.56



Buongiorno Ezio,
volevo farti partecipe anch’io dei fatti accaduti a Lero nel lontano 1943. E’ la storia di un marinaio, il mio pro zio, che in quel periodo era sull’isola. Si chiamava Mancini Pietro ed era dislocato nella batteria San Giorgio per l‘appunto a Lero.
Purtroppo le lettere che aveva ed era riuscito a spedire sono andate perdute, resta però il ricordo della lettera che la mia bisnonna mi ha letto una volta, dove zio Pietro raccontava le vicissitudini e le difficoltà di quel ragazzo di quasi 19 anni.
Una generazione la loro che si trovò a combattere prima gli inglesi e poi i tedeschi. 
Una cosa è certa, nessuno di quei ragazzi a Lero si è tirato indietro e nessuno potrà mai biasimare lo spirito di abnegazione nel servire la Patria.
La mia bisnonna mi raccontava della sua ansia, delle lunghe ore in attesa per ricevere notizie di questo suo figlio Marinaio che non fece più ritorno a casa. 
La Marina gli inviò una lettera dove c’era scritto: “il Marinaio Mancini Pietro risulta DISPERSO”.

Ezio carissimo, ufficiosamente sono venuto a conoscenza che il mio prozio, come tutti i cannonieri della Batteria San Giorgio rimasti in vita, furono tutti passati per le armi.
Mi piace pensare che tutti i Marò della Batteria San Giorgio vigilano sul proprio posto di combattimento sul Monte Scumbarda quota 334.
 Con l’occasione ti segnalo anche un libro all’argomento che si intitola “Diario dell’Egeo, Rodi – Lero: agosto – novembre 1943” di Giuseppe Corrado Teatini (Editore Mursia).

Non posso affermare che siano stati degli eroi, come leggo negli articoli e nelle testimonianze che ti inviano i lettori del tuo blog ma, mi sento di affermare che ne a Zio Petro, ne agli altri Marinai di Lero potrà essere imputata la colpa di essere dei vigliacchi.
Non sono molto bravo a scrivere e sono certo che tu avrai modo di presentare al meglio questo breve racconto di Marinaio.
 Ti allego la foto del mio prozio nella speranza che anch’esso venga inserito nella nostra BANCA DELLA MEMORIA perché è stato come dici tu: “un Marinaio di una volta e quindi un Marinaio per sempre.
Buona giornata!
Giorgio
P.s. Ti allego anche una foto mia da Marinaio di una volta.

Ciao Giorgio,
accipicchia mi sono commosso. Non sapevo Frà che anche tu avessi dei parenti a Lero, l’isola degli Eroi.
In verità ti dico che sei molto più bravo a scrivere di quanto tu pensi semplicemente perché hai scritto col cuore di parente e di marinaio di una volta.
VOCAZIONE = AMORE.
Con l’aiuto di altri amici e colleghi nel blog, aggiungo questa tua testimonianza di Marinaio, ancor prima che nipote. Sono certo farà riflettere i lettori e confermare il nostro amore incondizionato per il mare e per la Marina che abbiamo servito in tempi diversi ma da “Marinai di una volta e quindi da Marinai per sempre”
Tuo Ezio
P.s. siamo sulla rotta giusta, la rotta della solidarietà che farà attraccare la nostra nave, Nave Gerusalemme al Porto dell’Altissimo …marinai di una volta!

Dello stesso argomento sul blog:

https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/12/giacomo-corti-e-la-storia-di-lero-lisola-degli-eroi/
https://www.facebook.com/giosue.palpati?fref=ts
https://www.lavocedelmarinaio.com/2012/04/lero-lisola-degli-eroi/

https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/05/michele-sarcina-un-marinaio-maremmano/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/01/giovanni-renda-figlio-di-angelo-classe-1922/


13 commenti

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera Giorgio Andreino Mancini carissimo, grazie a te per questa commovente testimonianza di amore, grande come il tuo cuore misericordioso di nipote e Marinaio per sempre.

  • Leandro Melli

    Questa storia che è stata appena narrata,come la mia di qualche giorno addietro e come tutte le altre che il caro Ezio ci regala in questa rubrica,ci devono,ancora una volta,fare riflettere come tante cose sono cambiate.
    Come i valori sono cambiate,come le persone sono cambiate.
    Quei gesti e quelle scelte non furono occasionali o obbligate.
    Vennero fatte delle scelte e ponderate le mosse.
    A fronte di pochissimi che agirono o per codardia o per emulazione,la maggior parte di quei ragazzi rimasero al loro posto.
    Sapendo quanto gli sarebbe costato,rimasero al loro posto.
    Oggigiorno mi viene pensare che le cose andrebbero diversamente.
    Tempi in cui l’onore,il dovere o solo la parola data,sono sentimenti sempre più rari da reperire nelle medesime generazioni.
    A parte noi che abbiamo dei cari che ci hanno narrato di quei tempi chi trasmette qualcosa ai nostri ragazzi?
    Quando la nostra testimonianza si esaurirà e tutto verrà tramandato da freddi testi scolastici,chi saprà distinguere i racconti di Omero o le opere di Dante,da gesti umani che rimarranno scolpiti in eterno nella pietra di quei tempi?
    Non dimentichiamo fratelli.

  • EZIO VINCIGUERRA

    🙂 Ciao Leandro Melli, grazie per questa testimonianza di affetto che mi / ci rende orgogliosi di proseguire sulla rotta tracciata nella misericordia della banca della memoria intrapresa quasi 7 anni fa. Un abbraccio a te grande come il mare e grande come il tuo cuore.

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