Attualità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

Il siluro

a cura Virginio Trucco

Il siluro è un ordigno esplosivo dotato di propulsione autonoma, di dispositivo atto a farlo esplodere per contatto o in prossimità di un bersaglio. Una volta lanciato sopra o sotto la superficie dell’acqua opera immerso, la sua versatilità gli permette di essere lanciato da piattaforme di superficie, subacquee ed aeree.

(foto www.lavoceditaranto.it)

Breve storia
Inizialmente denominato Torpedine, derivato dal latino Torpere (essere rigido o paralizzato) il termine fu utilizzato la prima volta da Robert Fulton, che così battezzo la carica di polvere nera rimorchiata dal suo sommergibile Nautilis nel 1800-1805, il termine passò poi ad indicare tutti gli ordigni esplosivi operanti sotto la superficie dell’acqua. Dirette antenate del siluro, furono le torpedini ad asta, congegni esplosivi posizionati su un asta lunga una decina di metri posti a prua di un battello più o meno inclinati, destinati ad esplodere contro l’opera viva di un battello, provocando una via d’acqua tale da provocarne l’affondamento o quanto meno l’inutilizzo per un dato periodo di tempo. Detto congegno fu utilizzato per la prima volta dai Confederati contro le unità dell’unione che mantenevano il blocco dei loro porti, furono montate sul sommergibile Hunley e sulle pirobarche del tipo David. Il problema di detti ordigni era che anche il veicolo attaccante veniva investito dall’esplosione subacquea riportandone gravi danni, pertanto questo doveva essere spendibile, cioè economico e facilmente rimpiazzabile.

(foto Sandro Ferruglio)

Il primo siluro moderno, si deve ad un ufficiale della K.u.K Kriegsmarine ( Imperial Regia Marina) il Fiumano Giovanni Luppis, che nel 1860 nel porto di Fiume presento all’Imperatore un ordigno galleggiante manovrato tramite funi da utilizzare nella difesa costiera. Solo nel 1864, quando Luppis si associò con l’ingegnere Inglese Robert Whitehead, i due riuscirono a perfezionare l’arma, Whitehead introdusse molti cambiamenti rendendo l’arma subacquea, con tutti i miglioramenti, il prototipo fu presentato alla Commissione Navale Imperiale nel 1866, ricevendo un contratto per il suo sviluppo. Whitehead, impianto un silurificio a Fiume ( silurificio che continuo la propria produzione sino al termine del secondo conflitto mondiale) riuscendo nel 1870 ad arrivare ad una gittata di circa 1000m e la velocità di 6 nodi, nel 1881 il silurificio esportava in dieci paesi. Continuando a lavorare sull’apparato motore azionato da aria compressa, Whitehead continuò a migliorare le gittata dell’arma e la velocità passo progressivamente dai 6 nodi iniziali a 30, nel 1890 inserì all’interno del siluro un giroscopio, che assieme all’adozione di due eliche controrotanti stabilizzava la corsa dell’arma. Nel 1877dietro il pagamento di 15.000 sterline da parte dell’Ammiragliato Inglese, per assicurarsi i futuri sviluppi dell’arma, Whitehead apri un secondo stabilimento in Inghilterra.
Nello stesso periodo al fine di affrancarsi dal monopolio di Whitehead, iniziavano a nascere silurifici nazionali, dove si sperimentavano miglioramenti al siluro, iniziavano cosi a differenziarsi le prestazioni e nascevano vari tipi di siluri, pur conservando le linee di base dell’arma.
Nonostante le modifiche, il siluro di tipo Whitehead, rimase pressoché invariato sino alla Seconda Guerra Mondiale, quando i tedeschi misero in servizio i primi siluri elettrici. L’arma era costituita da un cilindro, di lunghezza e diametro variabili a seconda del uso e delle richieste del committente, con ad un estremità un ogiva contenente l’esplosivo ed i congegni d’innesco, inizialmente riempita di fulmicotone, poi via via esplosivi sempre più potenti (tritolo, tritonital, ecc.), all’estremità opposta anch’essa affusolata, si trovavano gli organi di propulsione, inizialmente fu installata una sola elica poi sostituita da due controrotanti al fine di compensare la forza deviante data dal senso di rotazione dell’elica, e di governo anche in questo caso prima fissi e poi con l’introduzione di appositi dispositivi divenuti mobili. All’interno del cilindro si trovava un serbatoio di aria compressa, inizialmente a 25 atmosfere e successivamente si arrivò anche a 250 atmosfere, che attraverso in riduttore di pressione andava ad alimentare un motore a due o tre cilindri, che metteva in movimento le eliche, dato che il salto di pressione generava problemi di congelamento, si pensò di introdurre un sistema di riscaldamento del motore, all’inizio si trattò di un semplice circolo di acqua di mare intorno al motore, dato che questo riscaldamento provocando un espansione dell’aria migliorava le prestazione, si passo ad un riscaldatore dell’aria alimentato ad alcool e successivamente ad introdurre un combustibile nell’aria al fine di provocarne l’accensione e un ulteriore espansione. Il problema di questo apparato motore era la generazione di scie, che rilevata dal bersaglio gli permetteva di mettere in atto manovre evasiva al fine di evitare i siluri, in genere si portava la prua parallela alle scie, al fine di far scorrere i siluri lungo le fiancate e comunque offrire una minore superficie d’impatto, inoltre nel caso di lancio da un sommergibile permetteva di rilevarne la posizione. L’introduzione dei giroscopi associati a piatti idrostatici, permise al siluro di autogovernarsi, permettendogli di mantenere la rotta e profondità impostate al momento del lancio.

(foto internet)

I progressi del siluro, portarono alla nascita di due nove categorie di naviglio, prima le torpediniere, piccole navi che all’inizio dislocavano 35/40 tonnellate, per passare poi alle 400/500 tonnellate, si trattava di piccole navi molto veloci armate inizialmente solo di siluri, impiagate per l’attacco a formazioni navali, per contrastare queste unità nacque il cacciatorpediniere, nave veloce, con un dislocamento inizialmente attorno alle 400/600 tonnellate per arrivare in alcuni casi a superare le 1000 tonnellate, armato di cannoni di piccolo calibro a trio rapido e siluri, atto a contrastare le torpediniere ed in alcuni casi a sostituirle. Anche il sommergibile che iniziava ad apparire nelle varie marine fece del siluro la sua arma principale. Durante la Prima Guerra Mondiale, il siluro ricevette ulteriori miglioramenti, soprattutto nelle dimensione delle teste in guerra che furono aumentate al fine di operare contro le nuove unità da guerra più pesantemente corazzate e nei dispositivi di accensione. Dato lo sviluppo dell’arme aerea, si iniziò a sperimentare il lancio dei siluri anche dagli aerei.

(foto www.betasom.it)
Durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi introdussero per primi i siluri elettrici, che nonostante i costi di produzione e la maggiore manutenzione, avevano il grande pregio di non produrre scia. Agli inizi degli anni 60 apparvero i primi siluri filoguidati, dove tramite un filo guida ed una apposita consolle un operatore poteva guidare il siluro direttamente sul bersaglio, seguirono i siluri autoguidati, che tramite sistemi di rilevamento del motore e sonar attivi, che li guidavano sul bersaglio, furono sviluppati siluri più piccole che presero la denominazione di leggeri, per esser lanciati da mezzi aerei o essere portati in zone di ricerca da missili ( sistemi: ASROC Americano; MALAFON Francese, IKARA Australiano e il SS-N-14 Silex Russo) oppure venivano usati come mine, sistema CAPTOR, dove il passaggio di un unità navale attivava il rilascio del siluro. Con i continui miglioramenti delle prestazioni dei sommergibili, vennero aumentate le velocità dei siluri, ad oggi alcuni siluri pesanti raggiungono velocità superiori ai 50 nodi, al siluro Russo SHKVAL, grazie all’uso della supercavitazione viene accreditata la velocità di 200 nodi.

4 commenti

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao carissimo e stimatissimo Virginio Trucco per questa interessante disamina storica su un argomento delicato. Un abbraccio grande come il mare e grande come il tuo cuore di Marinaio per sempre.
    P.s. che Santa Barbara ci protegga.

  • Giuliano Boggian

    ritrovato,fu stato lanciato dal caccia torpediniere audace D 551 nel lontano 1980 in una esercitazione congiunta con altre forze navali,meglio tardi che mai

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *