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10 agosto 1943, il cantiere navale di Castellammare di Stabia
 viene bombardato

di Antonio Cimmino

Gli incrociatori leggeri inglesi HMS AURORA e HMS PENELOPE, dal Golfo di Salerno, altezza Amalfi, alle ore 1.30 con tiro a parabola spararono dai loro 12 cannoni da 152 mm 550 proiettili e 50 di questi raggiunsero il cantiere. Altri proiettili furono ritrovati sui Monti Lattari probabilmente per aggiustare il tiro su indicazione di aerei bengalieri.
Furono colpiti e danneggiati, in maniera non grave, il regio incrociatore Giulio Germanico in allestimento avanzato (94%) poi affondato dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943, le regie corvette Cicala e Grillo, il sommergibile FR113 catturato ai francesi, le regie corvette Farfalla e Libellula sullo scalo, una motozattera e un pontone. Alcuni colpi raggiunsero anche gli edifici del cantiere e della Corderia causando la morte di 3 persone ed il ferimento di altre.
I cacciatorpediniere HMS JERVIS e HMS PALADIN impegnarono le batterie costiere con i loro 12 cannoni da 152. L’intera azione durò meno di un’ora.
Alla fine le quattro unità inglesi unitamente ad altre tre della Squadra Q rientrarono a Biserta.

4 commenti

  • Edoardo Gilmour

    A parziale modifica dell’articolo, i caccia montavano cannoni da 120 il Jervis è da 102 il Paladin

  • Carlo Di Nitto

    Il 22 gennaio 1944 l’incrociatore britannico HMS Penelope appoggiò con altre unità le operazioni dello sbarco ad Anzio. Nei giorni successivi bombardò le coste di Gaeta e la città di Formia in particolare. Il 17 febbraio, mentre ritornava a Napoli per rifornimento di carburante e munizioni, nelle acque del Golfo di Gaeta, venne colpito da un siluro a guida acustica lanciato dall’ U Boot 410. Affondò in dieci minuti, dopo essere stato colpito da un secondo siluro. Nell’affondamento scomparvero 415 marinai. L’affondamento del Penelope, per numero di vittime, è stato il maggior disastro navale verificatosi nelle acque del Golfo di Gaeta.

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