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Nastrini e decorazioni

di Guglielmo Evangeslista (*)

Chi scrive, dopo aver deciso di affrontare questo argomento, aveva pensato di fare un quadro sufficientemente completo dei vari tipi di decorazioni esistenti e dei relativi nastrini da applicare alle uniformi, ma è bastato approfondire la materia per accorgersi che il loro numero è incredibilmente elevato nonostante che l’Italia sia un paese che sotto questo aspetto sia decisamente sobrio e sia ben lontano da nazioni come la Russia o gli Stati Uniti. Sarà perciò indispensabile fare una sintesi incompleta.
L’uso di una decorazione per atti di valore militare o come testimonianza dell’apprezzamento di un sovrano o di un superiore è antichissimo: infatti già in epoca romana esistevano queste attestazioni di merito che consistevano in borchie o fregi metallici che si applicavano alla corazza o all’elmo.
Per i sottufficiali che si erano distinti in battaglia esisteva un particolare riconoscimento: il corniculum, un piccolo fregio, talvolta due, che si applicavano al copricapo. Dato che si riteneva che questi militari avessero dato abbastanza allo Stato, tale riconoscimento apriva la strada ad una carriera più prestigiosa o almeno più tranquilla, lontana dalla dura vita della Legione: in genere costoro diventavano segretari di qualche ufficiale superiore o entravano nei corpi paramilitari della sussistenza o dei vigili del fuoco.

Per secoli e secoli le decorazioni restarono metalliche e consistevano in croci, stelle e placche che si applicavano al vestito oppure in collari e sciarpe diventando sempre più elaborate, appariscenti e preziose.
Venne poi Napoleone che, dopo che la rivoluzione francese aveva abolito tutte le preesistenti decorazioni, istituì nel 1802 la Legion d’onore, ampiamente distribuita ancora oggi per meriti civili e militari a cittadini francesi o di potenze amiche.
Come sempre Napoleone, benché odiato, anche qui fece scuola in tutta Europa.
In Italia, dopo la Restaurazione del 1815, assieme agli elaboratissimi distintivi delle onorificenze tradizionali, apparvero le più sobrie medaglie, croci e stelle come le conosciamo oggi, destinate a testimoniare un atto coraggioso o almeno meritevole di una persona, a ricordare una campagna militare o comunque una benemerenza nei confronti dello stato o di una istituzione.
Le decorazioni, normalmente metalliche, talvolta di metalli pregiati, si cominciarono a portare sulle uniformi o sugli abiti, ma nel servizio di tutti i giorni questo non era pratico e perciò invalse ben presto l’abitudine di limitarsi ad uno scampolo colorato del tessuto che le sosteneva, il cosiddetto nastrino o più impropriamente mostrina da portarsi sul petto di coloro che ne erano insigniti, anche sulla divisa ordinaria o sull’abito civile.
Per tutto l’800 e fino alla prima guerra mondiale medaglie e nastrini erano rari. Le decorazioni al valore erano conferite con parsimonia e c’erano da ricordare solo le guerre di indipendenza e poche altre operazioni belliche, ma successivamente le guerre mondiali, le operazioni coloniali, la guerra di Spagna furono l’occasione dell’istituzione di un gran numero di decorazioni e onorificenze di svariato genere. Tuttavia, dopo che negli anni ’70 e ’80 tutti i reduci di guerra lasciarono il servizio, rimase ben poco da mettere in mostra sul petto: in pratica solo quelle onorificenze “di routine” che non attestano particolari meriti ma riconoscono solo uno stato di fatto: medaglia mauriziana, croce di lungo servizio, medaglia di lunga navigazione; poi i tempi sono cambiati nuovamente ed oggi i conferimenti di decorazioni sono tornati numerosi: sono sempre poche quelle che perpetuano la tradizione del valor militare, mentre molte commemorano le missioni alle quali l’individuo ha preso parte, all’estero o in occasione di calamità naturali.
Forse questo proliferare di nastrini non è un male: sono un “libro aperto” della vita di un militare ed è giusto che li metta in mostra.
Il nostro sintetico esame sarà costretto a limitarsi alla serie di decorazioni che sono o sono state le più comuni e conosciute in marina ed escluderà quasi del tutto quanto concerne gli ordini cavallereschi, altro sterminato campo di indagine.

Un generale di fine ‘800. Ai numerosi e barocchi particolari di grande uniforme fa riscontro un numero modesto di decorazioni: figura solo la medaglia commemorativa delle guerre di indipendenza e poche onorificenze cavalleresche

Tre Capi di Stato Maggiore: Spigai,, Majoli e De Giorgi. E’ evidente il diverso numero e tipo di nastrini, specchio del tempo in cui hanno prestato servizio

Medaglie al valore e al merito militare
Sono le ben note decorazioni che solitamente si guadagnano partecipando a una guerra o a una missione bellica anche se talvolta possono essere assegnate per altre circostanze.
La medaglia d’oro e quella d’argento al valor militare sono le prime decorazioni “moderne” Vennero istituite dal re di Sardegna Carlo Alberto nel 1833. Esisteva anche la “menzione onorevole” che solo più tardi fu trasformata in medaglia di bronzo.
Il primo decorato fu il Carabiniere Giovan Battista Scapaccino, ucciso nel 1834 in Savoia da alcuni rivoltosi mazziniani.
Dal 1922 è stata aggiunta, al livello più basso, la croce di guerra al valor militare per aver tenuto una “condotta militare degna di pubblico encomio”. Nel 1918 era stata anche istituita la croce al merito di guerra per coloro che erano stati in zona di guerra per un certo periodo o per azioni meritevoli ma prive degli estremi per meritare una medaglia al valore.


E’ particolarmente prestigioso anche il conferimento delle decorazioni dell’Ordine Militare d’Italia, già Ordine Militare di Savoia, risalente al 1815 e riservato a coloro che hanno compiuto le azioni distinte” o “abbiano dato sicure prove di perizia, di senso di responsabilità e di valore”.
Se ne può essere insigniti anche dirigendo generiche ma fortunate operazioni militari, addirittura senza neppure essere al fronte: anche se non si è rischiata l’incolumità personale, una sagace condotta di comando che porta al successo può permettere di risparmiare tantissime vite.

Di poco successive a quelle al valor militare vi sono le medaglie al valor civile istituite nel 1851: anche in questo caso vengono conferite a chi compie atti di particolare eroismo in pace e in guerra e anche per “compiere atti finalizzati al progresso della scienza o in genere al bene dell’umanità” o “tenere alti il nome ed il prestigio della Patria”. Non poche, oltre agli individui, sono state le città decorate per comportamenti tenuti durante l’ultima guerra mondiale.
Non meno importante è la medaglia al valor di marina, conferita per dimostrazioni di perizia marinaresca, specialmente in occasione del salvataggio di naufraghi. E’ antica, dato risale al 1836, e in origine era riservata solo alla gente di mare, e il Corpo delle Capitanerie di Porto ne ha meritate parecchie.
Solo in epoca molto successiva sono apparse le decorazioni al valore aeronautico (1927) e al valore dell’esercito (1974), destinate a ricompensare atti o attività meritorie nell’ambito
delle rispettive armi.


Concludiamo osservando che quasi tutti i nastrini sono in tutto o in parte azzurri. Questo era il colore della Casa di Savoia che giustamente fu fatto figurare su di essi come ulteriore attestazione di benemerenza sovrana all’insignito. Tale colore poi ha continuato a contrassegnare anche in epoca repubblicana questo genere di medaglie.

Medaglie commemorative di campagne
Il loro numero è notevole ed elencarle vuol dire passare in rassegna l’intera storia italiana.
Ormai le decorazioni più antiche sono dimenticate ed oggi solo i militari non più giovani ricordano i nastrini rosso-verdi sulle divise di coloro che parteciparono alla seconda guerra mondiale negli ultimi tempi del loro servizio fino alla fine degli anni ’80.
Alcune di queste medaglie furono concesse mentre erano ancora in corso le operazioni militari ma talvolta la loro istituzione fu successiva, quando si vollero premiare i reduci di campagne che nel tempo si sono ingigantite nella memoria collettiva, come la conquista di Roma nel 1870 o l’aver partecipato alle operazioni delle varie armate durante la guerra 1915-18.

Altre decorazioni
Per i marinai un distintivo tradizionale e sempre meritatissimo è il nastrino della medaglia d’onore per lunga navigazione, decorazione di routine per gli appartenenti alla marina mercantile, per la Guardia di Finanza di mare e naturalmente per gli ufficiali M.M. di stato maggiore, sottufficiali nocchieri o motoristi, molto meno comune per altre categorie come il personale sanitario e di commissariato. Abbastanza curioso è il fatto che anche i poliziotti e le guardie forestali possono maturare un’elevata anzianità in questo campo, imbarcati sulle motovedette usate per i servizi di istituto. Anche a loro vengono conferite medaglie di lunga navigazione, ma di tipo e con nastrini diversi.


Ricordiamo anche la medaglia al merito e quella di benemerenza della Sanità e della Salute pubblica, istituite nel lontano 1854, non ignota agli ufficiali medici e, in generale, al personale della Marina intervenuto in occasione di particolari calamità.

Per concludere non possiamo che limitarci a un cenno sommario di tutti gli altri tipi di medaglie rilasciate dallo Stato o da enti pubblici che spesso non attestano meriti particolari, ma solo l’appartenenza per un certo tempo a qualche amministrazione o solo essere stati in un certo posto a un certo momento. Non credo che si siano mai visti nastrini sul petto del personale militare: la loro natura sfiora la curiosità e il loro conferimento è raro, tanto che è probabile che molte, pur esistendo formalmente, siano dimenticate e neppure reclamate da chi ne avrebbe diritto.
In primo luogo, guardando al passato, vi sono le infinite decorazioni dell’epoca fascista, come l’Ordine dell’Aquila Romana, i distintivi per coloro che hanno partecipato alla marcia su Roma o all’impresa di Fiume fino alle medaglie per coloro che furono premiati per avere famiglie numerose.
Fra le tante altre oggi vigenti possiamo ritenere di una certa importanza le medaglie al merito sportivo rilasciate dal CONI, ed è certamente più che meritata quella commemorativa per i militari e i tecnici che partecipano alle periodiche spedizioni in Antartide sopportando un vita che dire disagiata è dire poco.


Ben pochi sapranno poi che esiste un nastrino che attesta la Palma al merito tecnico, l’onorificenza per i Benemeriti dell’ambiente, la medaglia al Merito Silvano, quella per i Benemeriti della cultura, delle arti e della scuola e così via in un’assortita galleria di riconoscimenti.
… Ma quando una medaglia per chi “non ha mai preso medaglie”?

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24 commenti

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buongiorno carissimo e stimatissimo Guglielmo, grazie per questo apprezzatissimo ed esaustivo articolo che spero faccia piacere ai lettori di questo blog. Un abbraccio grande come il mare. Ezio

  • Marinaio di Lago

    Grazie Guglielmo spero sia di gradimento per i followers di questo meraviglioso blog

  • Marinaio Leccese

    Buongiorno Guglielmo Evangelista, grazie per questo interessantissimo articolo chiarificatore.

  • Claudio53

    L’Ordine Militare d’Italia (O.M.I.) precede per importanza quella al valor militare. Per essere più chiaro: se ad un militare viene assegnata la Medaglia d’Oro al Valor Militare e successivamente quella di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia (la più bassa dell’O.M.I.), nel comporre il medagliere ed i nastrini la medaglia d’Oro al Valor Militare dovrà occupare la seconda posizione.

  • Salvatore Giuseppe Fratianni

    ottimo lavoro e precisa descrizione con aggiornamenti….. molte medaglie fuori luogo … bastava annotazione sul foglio matricolare…. ma l’americanizzazione in questo campo ha avuto influenza che ciascuno può giudicare se buona o meno

  • Salvatore Chiaramida

    Io non c’è ne ho neanche uno , non so adesso , ma allora si doveva fare regolare domanda per ottenerli cosa contraria ai miei principi , se una cosa compete deve essere data automaticamente non elemosinarla !!!!!!

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Salvatore Chiaramida della serie tutto ha un prezzo…anche l’elemosina di stato

  • Domenico Tringali

    A tutto c’è un limite. Oggi per una qualsiasi operazione da diritto ad un mostrino. Poco tempo fa ho incontrato un giovane sergente, il quale portava una mostrina sul petto ed incuriosito gli ho chiesta cosa significasse detta mostinae lui prontamente in risposta:” Campagna in Libano” ed io: cosa hai fatto in Libano? Risposta: niente ero imbarcato su una unità che ha trasportato dei militari del Battaglione S. Marco in Libano, infatti io non ho mai messo piede in Libano. Ecco questa è la dimostrazione della esagerazione che si fa oggi. Penso che ci siamo ridotti così solo per spirito di emulazione degli Americani.

  • Salvatore Chiaramida

    Siamo solo capaci di copiare l’esagerazioni degli altri , mai le cose buone e utili .

  • Thomas Pavan

    Beh, io sono Americano e le mie medaglie me le sono sudate e meritate e le porto con orgoglio. Non prendertela con noi se la vostra Marina non vi tratta come dovrebbe. Grazie.

  • Salvatore Perez

    Ne ho a sufficienza di mio Padre per 15 anni di sommergibili come Caposilurista di 1a Classe. Medagli, Enco e riconoscimenti!

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