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Il mal di terra

di Marino Miccoli

… “quando un uomo trascorre la propria vita sul mare, dopo non riesce più ad adattarsi alla vita sulla terra”.
(Samuel Johnson)

Questa frase mi ha fatto tornare alla mente un fatto singolare di cui parlava mio padre (1) il quale asseriva che dopo un prolungato periodo di navigazione (giorni e giorni di mare in condizioni di moto ondoso spesso agitato) accadeva che quando giungeva il momento di sbarcare e di poggiare i piedi sulla terraferma.
A lui come a molti altri suoi compagni, si dovevano nuovamente abituare alla stabilità della terraferma!
Soprattutto i primi momenti, a suo dire, gli comportavano un certo disagio, quasi da “mal di terra!“.
La fotografia estratta dall’album dei ricordi, che allego a corredo di questa mia testimonianza, è quella relativa ad uno dei momenti di mare agitato a cui, volenti o nolenti, tutti i componenti dell’equipaggio dovevano abituarsi.
L’immagine raffigura la prua del Regio Incrociatore Fiume che, beccheggiando, affronta le alte ondate di un mare agitato.

(1)https://www.lavocedelmarinaio.com/blog/2010/04/28-marzo-1941-matapan/

18 commenti

  • Giovanni Parise

    Condivido, purtroppo, questo post pubblicato in altro gruppo.
    Conoscevo Antonio e sono addolorato.

  • Silvana De Angelis

    Il confine è dove non puoi più andare avanti, l’orizzonte è da dove non vorresti più tornare indietro.Buongiorno
    E buona navigazione a tutti

  • Francesco Carriglio

    Quando hai acquisito il “piede marino”, una volta giunto a terra, viene difficile gestirlo. Grazie per questa testimonianza veritiera da me vissuta.

  • Marco Vannini

    Verissimo il contatto col mare il silenzio il fruscio dello scafo sull’onda il batter la prora è unico e un marinaio ha nostalgia quando sta a terra..

  • Giuseppe Durso

    Io navigo da 27 anni sono Comandante da oltre 13. Ho girato tutti i mati del mondo tranne i poli. Ho passato Magellano 9 volte. Panama ,La Malacca,Suez almeno 60 volte, ho sentito i 40 rugenti e 50 urlanti in 3 oceani. Ho preso varie volte onde anomale. Ho perso la nave è salvato in elicottero perdendo tutto al largo del Sud Africa. Ho visto morire gente con i quali ho vissuto momenti della mia vita sentendo il loro respiro il loro odore conoscendo le loro abitudini.Non parlatemi di rispetto. Io proprio perché rispetto il mare dico che sono MINCHIATE. Quando ti trovi in mezzo ad un uragano l’unica cosa che vuoi è di tornare a terra sano e salvo.

  • Giuseppe Durso

    Avrò fatto oltre 3 milioni e dico milioni di miglia. Qualcuno si riempie la bocca quando ne fa 20000 nella sua vita. Io lo faccio in 2 mesi. Questo per concludere a chi dice di aver rispetto del mare.

  • Luigi De Pascale

    Il mare è una parole grossa da decifrare ognuno ha la sua esperienza di vita vissuta sul mare rispettiamo le opinioni di tutto io personalmente sono stato imbarcato per oltre 20 anni il mare lo devo tenere nell’anima e una città senza mare e una città morta credo dopo tanti anni dinavigazione ci sono persone che prendono la malattia del ferro e io sono stato uno di quelli

  • EZIO VINCIGUERRA

    Caro navigatore di tante miglia marini, il suo è un linguaggio che usano i corrotti di cuore, quelli per intenderci che non amano la verità altrui ma amano esclusivamente se stessi.
    L’amore dei figli, al contrario dell’ipocrisia, va sempre coniugata con la parola amore, verso Dio, verso il prossimo, verso se stessi: se non c’è verità in noi, non c’è amore!

  • Francesco Morgia

    Confesso di essere profondamente grato delle tue parole perché vengono dal cuore di un vero marinaio che incarna nella sua vita quei valori unici che rendono gloriosa la nostra Marina. Buon vento a te e a noi non cerchiamo mai il vento buono per navigare, ma aggiustiamo le nostre vele

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