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Erasmo Franciosa e l’affondamento del regio avviso veloce Diana

di Carlo Di Nitto

Marinaio Erasmo Franciosa, di Pasquale e di Valeriano Luigia.
Decorato di Croce al Merito di Guerra.
Disperso nell’affondamento del Regio Avviso veloce “Diana” il 29 giugno 1942.
L’unità, era partita da Messina il 28 giugno per portare materiale e personale a Tobruk, di recente rioccupata. Il giorno successivo, alle ore 11.20 circa, a circa 75 miglia a nord del Golfo di Bomba, Cirenaica, la nave fu fatta segno al lancio di quattro siluri dal sommergibile inglese “Thrasher”. Due poterono essere evitati con una rapida accostata, ma gli altri due esplosero verso poppa determinando l’affondamento del “Diana” in meno di 15 minuti.
Erasmo Franciosa era nato il 23 febbraio 1921 a Formia.
(foto p.g.c. della Famiglia)

20 commenti

  • Domenico Caruso

    Anche mio zio Francesco Lo Turco,classe 1920,è morto nell’affondamento di nave Diana. Finché ricorderemo i nostri Caduti essi non moriranno mai.

  • Mereu Leandro

    stessa sorte per mio zio Mereu Antonio di Gavoi (NU) classe 1911 cannoniere di 3^classe

  • Saverio Gelao

    Sono il nipote del S. Capo Michele Gelao , classe 1917 – 20 Marzo ,incarico Cannoniere sul Diana ( Avviso Veloce) Disperso in mare .
    Mio padre , ora 98enne , mi racconta sempre di quando con una licenza anche mio papà era in Sicilia ma nella regiaereonautica ,
    Andò a trovarlo , e gli fece visitare la S. Barbara , dicendogli che questa era la sua nuova casa e tomba in caso di affondamento.
    Era la sua prima missione.
    Saverio Gela

  • Rosario Molino

    Mio padre, morto nel 2002, mi raccontava spesso l’episodio dell’affondamento, lui era secondo capo ed era in sala sottufficiali a giocare a carte con i compagni quando avvertii una misteriosa vampata di calore che lo costrinse ad uscire da detta sala per andare in plancia dove aveva appena acceso una sigaretta quando udii 2 scoppi (i siluri che colpirono la nave e non 4) uno a poppa e uno in prossimità della cabina sottufficiali che morirono, mio padre fu sbalzato in acqua svenuto ma a testa in su e si salvò dalla morte.
    Successivamente, mio padre che non volle salire sulle ciambelle per lasciare spazio ai feriti, rimase aggrappato e mi raccontò che la nave ospedale non si accorse del suo gruppo e se ne stava andando, aveva infatti acceso i motori e loro lo notarono dai fumaioli fumanti, mio padre grandissimo nuotatore, andò verso la nave ospedale ma in prossimità di essa fu risucchiato dalle pale dell’elica e dovette nuotare in senso contrario per non morire maciullato , poi ad un certo punto stremato si arrese e si rassegno all’imminente tragica fine quando dal ponte un marinaio lo notò e gridando “uomo in mare” fece in modo che spegnessero i motori e ciò salvò mio padre da una fine orribile oltre che ingloriosa.
    Saluti da Catania con immenso rispetto per i caduti!

  • Silvia

    Buonasera a tutti.
    Anche mio zio, Pasquale Andreoni, è rimasto vittima nell’affondamento del Diana. La famiglia non ha mai ricevuto il suo corpo. Sono una scrittrice e, dopo diverse ricerche, ho deciso di scrivere un libro per far conoscere gli avvenimenti di quella tragica mattina del 29 giugno del 1942 e l’ho dedicato a quello zio scomparso in mare che non ho mai conosciuto se non attraverso le foto.

  • Silvia

    https://www.lavocedinewyork.com/arts/libri/2019/10/22/libri-una-promessa-per-sempre-storia-vera-scritta-a-quattro-mani/
    Una nave della Regia Marina Italiana affondata al largo delle coste libiche. Più di trecento uomini di equipaggio dispersi in mare. Un soldato di origini siciliane catturato dagli americani e spedito negli Stati Uniti in un campo di prigionia. Un intreccio di storie reali che attraversano un arco di tempo di più di vent’anni minuziosamente ricostruito e magistralmente narrato da due autori che hanno restituito alla memoria un pezzo di storia italiana dimenticata da tempo.
    A cura di Angelo Barraco per La Voce di New York ( Usa)

  • mario

    mio padre Antonio Piscanc classe 1920 Trieste e stato uno dei pochi superstiti dell’affondamento del DIANA
    ha raccontato poco delle atrocità viste,nelle 36 ore passate in acqua.per pudore credo una volta è entrato in particolari da far rabbrividire ma aveva bevuto. i feriti stavano sui zatteroni,che erano capovolti e il necessario per la sopravvivenza era sott’acqua per qui hanno sofferto i feriti e i sani. Lui festeggiava il giorno 29 giugno come rinascita, perchè il 29 fu salvato dalla nave ospedale

  • Gian Domenico Roatto

    Buongiorno, mio zio Vittorio Roatto era ufficiale di macchina su nave Diana e decorato alla memoria vorrei condividere alcune foto con altri ufficiali, se interessati mandate una email a valete66@gmail.com

  • Michele

    buongiorno

    desideravo sapere se esiste un elenco dei caduti dell’Avviso Veloce Diana in quanto sto cercando una persona che risulta dispersa alla stessa data dell’affondamento della nave.
    Ringrazio anticipatamente chi può fornirmi informazioni

  • Paola Lucarelli

    Sono la nipote del Comandante Mario Di Muro, al comando dell’Avviso Veloce Diana. Sono capitata per caso, questay sera, in questo sito…mi ha emozionato profondamente leggere il racconto della spedizione. Finora la descrizione dell’accaduto è rimasto affidato alla mia memoria grazie ai racconti di mio nonno, morto nel 1980. Quella notte gli ha segnato la vita. Non ha mai più dormito al buio perché, appena si addormentava, riviveva quelle notti (con precisione 3 giorni e 3 notti) in cui sono rimasti in balia delle onde. Ha memorizzato i nomi dei caduti e poi scritto alle loro famiglie. Sento vicino a me tutto voi, uniti da avi importanti, che hanno dedicato alla Patria la loro esistenza. Con grande orgoglio, saluto tutti. Paola Lucarelli

  • letizia

    Ho sempresaputo fin da bambina che il mio nonno paterno, Celso Zanello, fosse disperso in mare poco dopo la nascita di mio padre, ragione per cui non lo ha mai conosciuto. Mia nonna non en voleva parale e solo in tempi recenti, da ricordi di una zia che all’ epoca era bambina, abbiamo appreso che si trattasse del Diana.. in effetti i tempi tornano. Papà nato a fine ottobre del 41, nave silurta a fine giugno 42. Da quando ho saputo spesso mi trovo a cercare notizia, quindi grazie a voi che pubblicate

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