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Francesco Angelino (Siracusa 5.3.1893 – 7.8.1990)

segnalato da Antonio Randazzo
http://www.antoniorandazzo.it/sirac…/angelino-francesco.html
Tratto da Figure e fatti di vita siracusani di Corrado Piccione

Francesco Angelino è scomparso silenziosamente dalla scena del mondo un Eroe siracusano — la medaglia d’oro Francesco Angelino, che meritò la più alta decorazione militare durante la guerra 1915-1918 con la seguente motivazione:
Pola 15 maggio 1918 – Con sublime spirito di sacrificio e sommo disprezzo del pericolo si offriva volontario per formare l’equipaggio di un motoscafo destinato a forzare il porto militare di Pola. Con ammirevole freddezza coadiuvava il suo comandante nel forzamento della base nemica e nel siluramento di una delle sue grosse corazzate. Fulgido esempio di virtù militare è di devozione al dovere“.
Erano tempi difficili per la Marina Italiana. Quella Austriaca era favorita da un eccezionale vantaggio strategico per la sicurezza delle sue basi scaglionate tra l’Istria e la Dalmazia che consentivano dislocazioni operative sottratte alla vigilanza avversaria.
 Era indispensabile per la Marina Italiana osare l’inosabile: aggredire le navi austriache entro le loro basi ritenute inviolabili e stabilire l’equilibrio del potenziale offensivo.
Nacquero i mezzi d’assalto (MAS) affidati ad ufficiali e marinai che volontariamente si esponevano al rischio della vita per l’onore della Patria e della Marina.
Nell’impresa memorabile del 14 maggio 1918 contro la base fortificata di Pola si offerse — fra altri — anche il marinaio di leva Francesco Angelino. Il Mas con l’intero equipaggio mosse da Venezia nelle ore serali: giunge di notte nella diga esterna di Pola e lancia in mare il “barellino” con a bordo Angelino ed altri animosi che con incredibile coraggio e serenità d’animo riescono a superare gli sbarramenti di protezione delle corazzate austriache. Sono avvistati e quindi facile bersaglio dell’artiglieria nemica. Francesco Angelino è gravemente ferito, ma con alto spirito di sacrificio si prodiga nel compimento della missione oltre ogni limite delle possibilità umane. Un così alto eroismo strappa il rispetto del nemico — suscita in tutta Italia commossa ammirazione.
Francesco Angelino torna nella sua città e visse la sua vita modesta ed appartata nel culto dei suoi ideali civili. Onore alla Bandiera — sono state le sue I ultime parole. Onore anche a Te, caro ed illustre concittadino.
 Mentre il senso della Patria è offuscato da assurde ed irrazionali prevenzioni! I siracusani fedeli ai valori nazionali ereditati dal Risorgimento e dalle guerre peri l’unità e l’indipendenza italiana ricordano con fierezza Francesco Angelino e nel additano la memoria alle future generazioni perché rimanga vivo nel tempoI l’insegnamento che il sacrifìcio coraggiosamente affrontato per un grande ideale civile costituisce il segno più alto della grandezza umana.


Biografia
Francesco Angelino,
 marinaio scelto, 
Medaglia d’oro al Valor Militare
Con sublime spirito di sacrificio e sommo disprezzo di ogni pericolo si offriva volontario per formare l’equipaggio di un motoscafo destinato a forzare il porto di Pola. 
Con ammirevole freddezza coadiuvava il suo comandante nel forzamento della base nemica, fulgido esempio di virtù militari e di devozione al dovere.
 Pola, notte sul 14 maggio 1918  
Nacque a Siracusa il 5 marzo 1893, nel 1913 venne arruolato nella Regia Marina per obbligo di leva. Durante il primo conflitto mondiale partecipò, nella notte dall’1 al 2 novembre, ad una delicata azione nel Canale di Fasana per l’affondamento di una ostruzione nemica, contribuendo in modo determinante all’azione dei MAS.
Imbarcato sulla torpediniera 8 P.N., accompagnò i MAS di Rizzo nell’azione di forzamento del porto di Trieste, che nella notte dal 9 al 10 dicembre 1917 conseguì l’affondamento del guardiacoste corazzato austriaco Wien. Nelle prime ore del 14 maggio 1918 eseguì il tentativo di forzamento del porto di Pola con il mezzo speciale Grillo dimostrando, nell’ardua impresa, doti di coraggio e di attaccamento non comuni, collaborando validamente con il comandante Pellegrini, ideatore e capo dell’impresa.
 Gravemente ferito, dopo aver subito l’amputazione del braccio, stando rinchiuso in una cella della fortezza di Pola, venne internato in un campo di concentramento in Boemia, dove rimase fino al termine del conflitto. Rimpatriato il 14 novembre 1918, conseguì la promozione a 2° Capo Nocchiere per meriti di guerra e, via via, nel Ruolo d’Onore, conseguirà le altre promozioni fino al grado di 1° Capitano del C.E.M.M.
Morì a Siracusa il 7 agosto 1990, all’eta di 97 anni.
Altre decorazioni:
– Medaglia di Bronzo al Valore Militare (Alto Adriatico, 1916).

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