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24.5.2012 – 24.5.2017, mi chiamo Alessandro Nasta, sono morto due volte


A MAMMA MARISA TORALDO

Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli »
(Matteo 5,3-12)

Ciao a tutti ero il Sottocapo Nocchiere di 3ª classe della Marina militare Alessandro Nasta e sono morto il 24 maggio 2012 sulla nave Amerigo Vespucci precipitando dall’albero di maestra, quello più alto. Avevo solo 29 anni quando caddi da una altezza di circa 15 metri urtando la testa sul ponte di coperta.
La signora dei mari, la nave più bella del mondo, era in navigazione al largo dell’Argentario, 40 miglia a Nord di Civitavecchia. Mi trasportarono in elicottero e sono morto per la prima volta nell’ospedale di Civitavecchia a seguito delle numerose fratture riportate.
Mi dicono che sull’accaduto sta ancora indagando la Procura della Repubblica di Civitavecchia e che forse si potrebbe giungere ad una conclusione delle indagini per stabilire se, nella mia prima morte, siano state rispettate le regole di sicurezza oppure a causa dell’eccessiva mole di lavoro.
Nel frattempo il Ministero terreno ha negato alla mia famiglia lo status di vittima del dovere respingendo l’istanza prodotta e pensare che i suoi servi si erano dichiarati vicino al dolore dei miei familiari. Forse qualcuno pensa che ero sull’albero di maestra a godermi il panorama e nessuno dei miei Frà terreni, presenti a bordo, parla dell’accaduto ed io così sono morto due volte, sulla nave più bella del mondo.

Come una mamma per il suo bambino
di Marisa Toraldo (Pubblicato il 3 agosto 2013)

Le persone temprate dalla sofferenza hanno affinato una sensibilità speciale. Sanno essere dolci e non sdolcinate, sanno essere dure senza far male, sanno dosare la rabbia distinguendola dall’odio, sanno il significato del silenzio, sanno distinguere l’essenziale dal superfluo, conoscono il peso delle lacrime e il valore di un brivido e soprattutto sanno che nulla ti è dovuto e ciò che hai puoi sempre perderlo. Sono persone così fiere delle proprie cicatrici da potersi permettere di fare a meno di qualsiasi maschera…libere di essere vulnerabili, di provare emozioni e soprattutto libere di correre il rischio di essere felici come una madre che ha concepito il suo bambino.



Sostieni il gruppo Alessandro Nasta: “L’acrobata del mare”
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Si consigliano le seguenti letture:
https://www.lavocedelmarinaio.com/2012/05/addio-alessandro/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/05/i-marinai-e-lo-stress-a-bordo/

89 commenti

  • Elio Vadacca

    all’ingresso dell’arsenale di Brindisi c’erano i manifesti dell’anniversario. Conosco molto bene suo papà che lavora in centrale elettrica

  • EZIO VINCIGUERRA

    Riposa in pace fra i flutti dell’Altissimo piccola stella del cielo caduto in mare. La tua mamma Marisa Toraldo e noi non ti abbiamo dimenticato

  • Tonio Durante

    È grave quanto accaduto ed è gravissimo il comportamento delle Autorità preposte.
    Nave Vespucci e la Marina Militare cosa fanno per lenire le sofferenze e il dolore di un proprio figlio.
    La grande famiglia della Marina Militare non dovrebbe mai abbandonare i propri figli.
    Mi stupisce la ricostruzione e il disagio di questo sventurato figliolo.
    Non posso che dividere il suo dolore ed esprimere la mia solidarietà.
    Non sono in servizio. Ai miei tempi, anche in presenza di analoghi disgrazie, si è sempre venuti incontro per aiutare i superstiti.
    Auguri e saluti in famiglia

  • Guerino Nicolò

    Io ex sottufficiale per avere le mie cose sono andato avanti con i ricorsi e dopo tanto c’è stato il risultato

  • Antonio Sambiasi

    E’ successo e non doveva succedere. Ho trascorso 5 anni su quella nave e mi sento un miracolato poiche c’è stato un momento mentre ero sul velaccio mi è venuta a mancare una presa, un angelo sicuramente, mi ha aiutato perchè non so come, sono riuscito ad agguantarmi comunque, il ricordo rimane eccome…..a distanza di quasi 60 anni. La mia solidarietà alla famiglia e alle istituzioni uno biasimo più completo per come si stanno comportando. Che R.I.P.

  • Mario Greco

    caro alessandro….tu non sei morto 2 volte….tu muori ogni volta che un ns collega si gira dall altra parte per non affermare quello che e successo….dio ti abbia in .pace …e perdona tutti quei pezzi di merda di colleghi che non hanno i coglioni per urlare l accaduto….ma non certo per riportarti in vita …ma per dare un conforto a tuoi cari….che la nostra marina e stupenda…e gloriosa…ma comandata da gente di merda

  • Salvatore Maiorana

    Penso..che non faccia onore al
    Corpo… chi ha visto …..si liberi
    di eventuali pesi di coscienza. …
    Riabiliti il proprio onore……

  • Giovanni Carlozzo

    Che tristezza ……il nostro governo se ne fotte.dei suoi figli che difendono lanpatria e credono alle Istituzioni.

  • Mario Greco

    Ma forse credono che sia andato sull albero per gidersi il panorama…..e quella testa di caxxx di nocchiere lo abbia fatto salire a dua insaputa…..ma fome si fa ad essere cosi codardi ….nenche a farlo di proposito ci si possa riuscire….MA RIESCONO A DORMIRE LA NOTTE QUEI PADRI DI FAMIGLIA CHE HANNO VISTO E STANNO ZITTI…

  • Giovanni Crovella

    E’ giusto, perchè indennizzare un UOMO che ha perso la vita x il suo paese, tenete presente che i soldi sono riservati a quei signori che i nostri governanti fanno venire da altre parti del mondo. Quelli rendono molto di più, incominciando a civilizzarci e poi contutto ciòò che segue. Povera italietta.

  • Mark White

    È una vergogna e io come marinaio non possono accettarlo! Chi muore adempiendo al suo dovere non deve avere solo il tricolore sulla bara ma anche il riconoscimento terreno altrimenti è tradimento! Dei valori che la nostra Marina porta con se.

  • Salvatore Bianco

    r.i.p. con la speranza che questa grave disgrazia non si ripeta più e che le Istituzioni non si sottraggono agli aiuti morali e materiali ai Suoi Cari

  • Fabrizio Martorelli

    o comment,siamo solo pedine per loro.prima ti ordinano con frasi” sei un militare” ,poi “ha fatto tutto lui,mai dato tale ordine”,che vergogna

  • Salvatore Maiorana

    Credo che non dia lustro al corpo.
    Chi ha visto ….possa ripristinare
    Il proprio onore…si tolga il grave
    Peso sulla coscienza. ….
    Riflettete….

  • Aurelio Civalleri

    Come voce fuori dal coro, con tutto il rispetto che si merita Alessandro Nasta (una disgrazia terribile come quella purtroppo può sempre capitare) mi sembra che siamo passati da nave scuola di coraggio a nave scuola di prudenza, meglio non rischiare. Ai miei tempi se mi avessero obbligato a salire a riva superando i punti critici con fior di moschettoni salvavita me ne sarei vergognato in quanto la tradizione marinara non li contemplava ; ne sarebbe andata dimezzo la mia capacità di superare quelle che ritenevo difficoltà piuttosto ridicole
    Ma si sa i tempi cambiano e pare che l’addestramento adesso sia devoluto alle mamme… A queste suggerirei di avviare i figli alla carriera di impiegati al catasto; dove i rischi si riducono a possibili cadute dalle scale…

  • Emiliano Boi

    hai perso un’occasione importante, quella di tacere. Alessandro e’ morto proprio perche’ in forza armata c’erano persone come te, che di sicurezza nei luoghi di lavoro non ne volevano nemmeno sentire parlare. Tutti rinviati a giudizio, ovviamente, e spero con tutto il cuore che vengano condannati. Finchè non vi ficcate nella testa che la salute e la vita devono essere tutelate la forza armata sara’ sempre piu’ uno schifo! E fidati, so di cosa si tratta!! Vergognati per il tuo intervento.

  • Aurelio Civalleri

    Emiliano Boi Non mi vergogno affatto, anzi. Tante teste tante idee e delle mie ne sono più che convinto. Non riesco ad esempio a immaginare come avrei potuto adeguare questo innovativo sistema di sicurezza con i 5 giri di barra inflittimi dall’allora T.V, Balzano per un bottone della tuta sbottonato. Ma erano tempi in cui l’idea di un sindacato militare non ci passava per la testa..

  • Emiliano Boi

    Aurelio Civalleri è stato semplicemente fortunato a non cadere. Alessandro e’ morto, vorrei ricodarglielo! La tradizione quando confligge con la legge si chiama reato.

  • Marisa Toraldo

    Aurelio Civalleri…Come voce di parte, con tutto il rispetto per il suo grande coraggio da eroe temerario, le consiglierei prima di esprimere opinioni di giri di barra e senza senso, di consultare le disposizioni di legge in materia di salute e sicurezza dirette al personale militare, tutto. Ai suoi tempi se ci fossero state le normative attuali, si sarebbe dovuto adeguare, volente o nolente. Da quanto scrive, si capisce benissimo la pochezza del suo intervento. Ha detto proprio bene, i tempi cambiano e l’addestramento di un marinaio che si arrampica su 54 metri, va tutelato per legge, se ne faccia una ragione. Il coraggio e l’eroismo lo lasciamo a chi pratica gli sport estremi. Quello del marinaio è per natura pericoloso? Bene…Un marinaio, ai tempi di oggi ha dei diritti, uno tra questi, è la tutela della propria persona. Con quelle altezze e con la vita degli altri non si scherza! neanche una tradizione può permetterselo! Si culli con le sue convinzioni che alle cose serie ci pensa la magistratura. Fonte: Risposta Int.Parl. Ministro Difesa: E’ il caso di premettere che le norme sulla sicurezza dei luoghi di lavora previste dal decreto legislativo n. 81 del 2008 vengono applicate alle Forze armate, ai sensi dell’articolo 3, comma 2 dello stesso decreto legislativo, a partire dall’ottobre 2010, con l’entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010 (articoli 244 e seguenti).
    In particolare, la Marina militare italiana, ha impartito le discendenti disposizioni applicative di dettaglio con apposita circolare (l’edizione attualmente in vigore è del dicembre 2011)…..Spero che sia chiaro il concetto!

  • Marisa Toraldo

    Si goda la vita, se per lei ha un senso, visto come la pensa. Mio figlio non ha avuto questo privilegio per colpa di gente che la pensava proprio come lei. Essere altruisti, con la vita degli altri, ed osannare il proprio coraggio di gioventù, è il classico atteggiamento di chi ha avuto fortuna. Vede, mio figlio si è adeguato con i mezzi che aveva a disposizione, lui amava la vita!

  • EZIO VINCIGUERRA

    … in calce all’articolo, sono segnalati dei link, in particolare uno datato “maggio 2010” che ripropongo per opportuna doverosa informazione

  • Marisa Toraldo

    Secondo certi ragionamenti la parola “sicurezza”….non va menzionata. Tutti sono destinati ad una cattiva sorte…a meno che non fanno domanda agli uffici del catasto. Solo in quel caso possono tornare vivi a casa propria.

  • Marisa Toraldo

    Però una cosa positiva è che per fortuna, ai militari in teatri di guerra, gli concedono gli equipaggiamenti adeguati! Con il coraggio non si schivano le raffiche di mitra.A tutti gli altri, in attività di ordinarieta’ , sempre secondo certi ragionamenti storici, non spetta nulla….ma gli basta solo essere dotati di gran coraggio, ed è tutto a posto!

  • Aurelio Civalleri

    Sarà stata incoscienza di gioventù ma le confesso che non ho mai avvertito alcun rischio quando mi avventuravo sull’albero di Maestra per raggiungere il pennone di controvelaccio, il più alto del Vespucci , che mi era stato assegnato per via della mia corporatura. Mi ricordo nella crociera del 50, usciti da Casablanca con mare forza 6, ci mandarono a riva a sghindare gli alberetti, con la sartie che a seconda del rullio a volte erano in salita altre in discesa. Eppure era tutto molto divertente, ci sentivamo liberi di saltellare sulle sartie come i gabbiani che ci svolazzavano attorno.
    Penso poi di essere stato molto fortunato ad essere stato imbarcato come ufficiale di rotta alla scuola comando con comandanti che avevano appena fatto la guerra, che divertendosi ci insegnavano ad eseguire manovre rischiose quali l’attraversamento di squadriglia con le prue che dovevano sfiorare le poppe della squadriglia attraversata (sostituite in seguito vergognosamente con buglioli rimorchiati) o con brillanti manovre di attracco alla banchina. Adesso invece imperano i codicilli, la burocrazia e soprattutto la prudenza; nel caso si profilasse una situazione di emergenza non rimarrà che mobilitare le Orsoline..

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