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24.3.1944, Francesco Ciavarella

di Antonio Cimmino

Nasce nel 1917 a Pistoia. Chiamato nella Regia Marina, prestò il servizio militare a Rodi come radiotelegrafista. Dopo l’8 settembre 1943 rientrò in Italia.
Il 5 ottobre 1943 attraversò la linea di combattimento per accompagnare al Sud due ufficiali inglesi che erano fuggiti dai campi di concentramento. Il comando alleato lo inviò all’OSS (Ufficio Servizi Strategici) che aveva una base clandestina a Roma.
Dal 5 novembre 1943 al 21 febbraio 1944 Francesco Ciavarella agì a danno dei nazi-fascisti.
Il 21 febbraio fu arrestato e il 24 marzo 1944 fu giustiziato alle Fosse Ardeatine a Roma dove si consumò il massacro di 335 civili e militari italiani, fucilati dalle truppe di occupazione tedesche, come rappresaglia per l’attentato partigiano compiuto da membri dei GAP romani contro truppe germaniche in transito in via Rasella.
L’attentato causò, sul posto e nelle ore successive, la morte di 33 soldati del reggimento “Bozen” appartenente alla Ordnungspolizei dell’esercito tedesco, reclutato in Alto Adige.
Per la sua efferatezza, l’alto numero di vittime e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, l’eccidio delle Fosse Ardeatine divenne l’evento-simbolo della durezza dell’occupazione tedesca di Roma.

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