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Alfredo Manzetti (1909 – 1985), mio nonno

di Paolo Cisbani

…riceviamo e con commozione pubblichiamo.

Carissimo Ezio,
il mio caro nonno, Alfredo Manzetti (1909-1985) capo cannoniere durante la guerra di Spagna e d’Africa, è scampato alle battaglie della Seconda Guerra Mondiale ed ai bombardamenti del porto si Brindisi (o Taranto?).
Nel 1929 era alla scuola di Pola ed ho una foto in posa con due Marinai, presumo istruttori, di fronte ad una che credo fosse la nave scuola di due alberi.


Mi diceva che alla mattina d’inverno si schieravano a torso nudo intorno ad un tinozza d’acqua fredda in cui si lavavano uno alla volta. Ricordo che navigò sul Montecuccoli.
Era sordo in un orecchio perché, durante un attacco, si era inceppata la mitragliatrice, e prima di mettersi a ripararla comandò al giovane marinaio di non sparare assolutamente fino a che non glielo avesse ordinato lui. Invece questi, terrorizzato dall’aereo che gli veniva incontro, sempre più vicino, prese a sparare dalla paura, e riprese a far fuoco senza attendere il comando di mio nonno Alfredo che, nel frattempo, l’aveva riparata.
Nonno stava per tornare in postazione ma, ancora troppo vicino all’otturatore, dovette subire le forte detonazioni con l’orecchio ancora troppo vicino all’arma.
Mi raccontò anche di quando verso Suez il dragamine, completamente carico, virò improvvisamente per tornare indietro: i ricognitori tedeschi avevano scoperto che le navi inglesi li stavano aspettando con i cannoni spianati dietro al promontorio.
Mi parlava anche dell’assoluta professionalità dei tedeschi nel posare le mine durante un’esercitazione: questi con pochi militari, che comunicavano con dei fischietti, riuscivano rapidamente e senza intralcio ad effettuare l’operazione.
Nonno Alfredo ricordava anche che una volta la sua nave, per proteggersi da un attacco aereo, si andò a rifugiare in una grotta.
Dopo la guerra gli fu offerto di entrare nella Guardia di Finanza ma si rifiutò dato che aveva giurato fedeltà al Duce e non avrebbe mai potuto tradirlo per giurare fedeltà alla Repubblica.

Ironia della sorte io feci il militare in Guardia di Finanza e l’ultima volta che vidi mio nonno ero in divisa. Lui si mise a piangere, investito da chissà quante e quali emozioni.
Onore al Suo ricordo.
Paolo
itinmitek026@virgilio.it

6 commenti

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ringrazio Paolo Cisbani per questa commovente recensione.
    Sono certo che chi legge tra le righe comprenda quanto sia grande l’amore che Lui ci ha donato e a me, che sono al timone di questo gruppo, prego Dio che non mi faccia mai invertire la rotta per attraccare la nave al porto dell’umana solidarietà e della Sua carità…
    Colgo l’occasione per ringraziare tutti voi che quotidianamente mi tenete compagnia in questa navigazione che, dopodomani, compie 8 anni. Grazie e un abbraccio grande come il mare

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Gianfranco Iannetta sai quante volte ho pensato e ripensato che abbiamo avuto la fortuna di non aver vissuto quel periodo storico. Abbiamo avuto la fortuna, in servizio, anche di conoscere l’ultima generazione di “sangue blu” e di qualcuno che ha anche fatto la guerra e per questo concordo con te al 100%. Manca forse la morale di quei marinai tutti d’un pezzo.

  • MARINO MICCOLI

    Nel 1929 alle scuole CREM di Pola (Istria Italiana)c’era anche mio padre Antonio Miccoli che frequentava il corso Allievi Cannonieri Puntatori. Pertanto è probabile che mio padre conoscesse il compianto signor Alfredo Manzetti (che, peraltro, era un Cannoniere anch’egli). Sì, ha proprio ragione Ezio quando definisce ” di sangue blu” questi nostri Marinai che con il loro profondo spirito di servizio, il loro senso del dovere e i loro indicibili sacrifici hanno reso grande la Regia Marina. E a tal proposito mi piace ricordare che anche mio Padre era Uomo in divisa da unico giuramento.
    I miei complimenti al signor Paolo Cisbani per il commovente ricordo dell’amato suo Nonno.
    MARINO MICCOLI

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