Ci chiamavamo frà, fratelli d’Italia
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
Le ideologie e i vagheggiamenti ideologici sono morte e gli italiani hanno aperto gli occhi perché incominciamo ad avere i crampi allo stomaco. Non basta più schierarsi, e neanche che ognuno di noi si adoperi per rendere vivibile il nostro orticello, perché non c’è più seme da piantare, nessun orizzonte, nessun futuro.
L’arroganza e il menefreghismo hanno avuto il sopravvento sulle persone oneste, quelle persone che non riescono più a trovare un lavoro e quindi un pezzo di pane almeno per sopravvivere. Fatichiamo a dire di essere italiani e a riconoscerci sul primo degli articoli della Costituzione perché manca la materia prima, perché manca il lavoro.
Non percepiamo più il comune senso di appartenenza a questo amato paese, semplicemente perché alcuni individui, che ci hanno mal governato e derubato, hanno portato il paese sull’orlo del baratro e, ancor peggio, lasciano decidere a supreme corti (leggasi su quale legge elettorale votare in Italia e anche caso/affaire Marò) perché in eterna apparente contraddizione…soprattutto con noi stessi!
Per ricostruire, per riedificare, bisogna assolutamente spezzare la corruttela tra poteri forti che ci cercano solo per legittimare i loro scopi ed interessi fondati sull’unico credo di questo mondo globalizzato: il potere economico gestito da pochi banchieri eletti.
Ci chiamavamo frà, fratelli d’Italia, dimostriamolo di esserlo non legittimando questi cialtroni.
29 commenti
Salvatore Chiaramida
Con il militare di leva si formava e si aveva l’amor di patria che oggi purtroppo va scomparendo . I giovani non hanno più ” valori ” a cui aggrapparsi ,sono disorientati e non sanno più a chi credere in questo mondo inquieto e corrotto , ci vorrebbe l’uomo giusto nel momento giusto , uscirà fuori ?
Gennaro Esposito
Al voto! al voto! domattina! la prossima settimana! Che palle, tutti a strombazzare che bisogna votare al più’ presto. Sono oltre 40 anni che voto e sin dagli anni ’70 mi ricordo di questa cantilena e poi, puntualmente, neanche si comincia la legislatura che si riparte con lo stesso disco. Oggi come ieri e l’altro ieri i partiti attribuiscono alla necessita’ di ricorrere ad un immediato voto un potere taumaturgico, la terapia dei mali correnti, attribuibili esclusivamente ai governanti di turno che bisogna mandare via al più’ presto. Con i risultati che vediamo sotto gli occhi e di un Paese improponibile, come amministrazione, rispetto a qualunque altra nazione seria. E, non a caso, l’Italia e’ il Paese del primo (e secondo?) mondo dove si e’ votato di più negli ultimi 50 anni. L’argomento preferito che autogiustifica la miserabile presenza in Parlamento di decine e decine di tristi figuri. Ed oggi lo e’ ancor di più, salvo poi, quasi sicuramente, scoprire che i tre blocchi che si confronteranno sono equilibrati e incompatibili totalmente tra loro, per cui sara’ sempre l’ennesimo caos, compromesso o le soliti liti. E i nuovi che si propongono, alla prova dei fatti, già’ appaiono non migliori di quelli di ieri. E allora basta, votiamo secondo i tempi di norma, lasciamo 5 anni al governo chi e’ al governo e poi tiriamo le somme. Mi sa che io metto come scadenza per il voto il 2018, poi se si voterà’ prima, me ne fotto e non ci vado…..
Bonaventura Colavolpe
Sì è vero. Ma almeno ce li mettiamo noi e non come ora che sono una costola del PD. Non possiamo continuare a vedere giocare sempre i soliti noti ed ignoti.
Gennaro Esposito
Bon, ma tu credi ancora ancora al voto sapiente e responsabile della totalità dei cittadini? Fatta pace di forse 1/3 degli eletti, il resto e’ solo una espressione di convenienze/clientelismi/utilitaristiche scelte localizzate, politici (?) capacissimi di voltare bandiera secondo il proprio tornaconto.
Bonaventura Colavolpe
Caro amico o ci accontentiamo o dovremmo scendere in piazza. Alla nostra età e con l ‘artrosi saremmo facilmente liquidati. Non pensi?
Gennaro Esposito
AL massimo possiamo scendere in piazza per un caffe’ :))))
Bonaventura Colavolpe
Ti abbraccio. Mo si.
Gennaro Esposito
L’ultima volta che gli Italiani si sono sentiti italiani è stato nel solo mese di luglio 2006 🙁
Emilio Naso
Concordo in tutto Gennaro!! L’Italia è il Paese del disfattismo per eccellenza, siamo lontani anni luce dalle grandi democrazie. Ma d’altra parte di cosa ci meravigliamo, la nostra “bellissima” Costituzione che tutti vogliono cambiare, ma che poi nessuno cambia è nata da un compromesso tra la Democrazia Cristiana ed il PCI, per far modo che mai nessuno dei due avesse il potere assoluto…dunque questo è il risultato…64 governi in 70 anni contro i 45 Presidenti della Repubblica americani in 240 anni o i 9 Presidenti Francesi negli stessi ultimi 70 anni.
Elisabetta Salvati
bagli di grosso, il referendum ha dimostrato che questo governo non ha più la maggioranza, mi dispiace ma tocca votare
Gennaro Esposito
Pensi che ci potrà essere una maggioranza stabile dopo il prossimo voto? E’ certezza che non possa risultare nuovamente primo il PD? Guarda che il 60% di chi ha vinto il referendum non e’ composto da una forza politica unica ma ce ne sono almeno tre o quattro, non omogenee per di piu’. Per paradosso, si potrebbe dire che a favore di Renzi/PD e’ stato il 40% di votanti e, quindi, primo partito! La nostra Costituzione, così come e’ restata, con relativo pasticcio attuale di doppio metodo elettorale tra le Camere, non prevede meccanismi tali da correggere, se non attraverso coalizioni anomale, un responso di instabilità’. Non siamo il Paese delle “Grosse koalition”, da noi vige il campanilismo di quartiere, neanche di citta’. Per cui, fai tu….
Ciro Laccetto
Per andare al voto il Presidente della Repubblica deve sciogliere le Camere che per essere sciolte il Governo deve essere sfiduciato. Poi coloro che vogliono andare al voto subito (come ?) si dimettano in massa senza rompere le palle (scusa Gennarì) . Il Paese sta crollando eh……….
Gennaro Esposito
Ciro, se vai a leggere la storia politica italiana, il Paese “sta crollando” da almeno 40 anni (Amato 1992, per dirne una delle più’ dolorose e vergognose vicende). Quello che intendo dire e’ che questo giochino tutto italico di sfiducia, dimissioni di governo, nuove elezioni, poi sali tu poi risalgo io, etc come una trottola impazzita e’ una delle principali cause di malgoverno di un Paese. E, allora, occorre comunque stabilita’. A livello internazionale, non abbiamo un minimo di credibilità’ se cambia ogni anno l’interlocutore, da cui poi discendono conseguenze economiche spaventose per tutti noi. Io non mi fiderei se fossi uno straniero ed infatti una delle cause di crisi economica e’ proprio dovuta ai bassissimi investimenti stranieri in Italia.
Ciro Laccetto
Gennarì io sono del ’44 quindi……..e sono pienamente d’accordo con te !
Gennaro Esposito
Infatti. E pensi che ai nostri politicanti passi minimamente per la testa di cambiare la Costituzione con finalità’ di stabilita’ di governo? Fallito la riforma con il referendum (pasticciata quanto vuoi), il destino e’ sempre quello dei teatrini secondo gli attorucoli del momento (anzi ora abbiamo anche un Capo comico!!)
Ciro Laccetto
Il Comico ci mancava…
Lucia D'errico
Grande gennaro, hai detto esattamente quello che penso. Sono convintissima che non cambiera’ niente, nemmeno se arrivassero quelli che si definiscono i salvatori della patria!!! Ciao bello!!
Graziella Muselli
Se ci togli anche la speranza che le cose possono cambiare è veramente la fine
Gennaro Esposito
Amica mia, non e’ questione di sperare, e’ obiettiva realtà. Primo perché lo spessore dei nostri attuali politici e’ mediamente molto scarso e ai quali torna comodo lo stato vigente, poi perché se non si individua una riforma che dia stabilita’ a chi governa non cambierà nulla. Ma, evidentemente, cio’ non fa comodo.
Roberto Pierotti
Sarò anche un coglione , ma è la mia filosofia di vita da 50 anni, non la cambierò certo per te! A costo della ..
Francesco Ortega
idem come sopra finché mi consentiranno di votare mi recherò alle urne in barba ai furbi che non votano perché tanto non cambia nulla
Roberto Pierotti
SI.
Paolo Baroni
Ma noi, carissimo Ezio, continuero a coltivare nel cuore l’amor di Patria e di chi gode per la caduta delle ideologie e dei valori non ce ne frega niente perché NOI siamo NOI. W l’Italia Patria nostra.
Ninni Rosso
bravo paolo condivido
Giovanni Novelli
Idem
Giancarlo Leandri
Ciao Ezio, grazie per quello che fai.
Sergio Gazzola
Grande Ezio
Fabio D'Alfonso
non basta prendersela con i politici o con i poteri forti per migliorare le cose. Perché quasi ogni italiano, nel suo piccolo accetta e trae beneficio da questo sistema malato. Per cambiare bisogna cambiare la nostra testa prima di tutto, sentirsi parte di una comunità, ed essere onesti noi per primi. Urlare contro il governo se poi ti fai timbrare il cartellino dal collega, se non paghi le tasse, se pensi soltanto al tuo orticello fregandotene di tutto il resto, non serve a niente.
EZIO VINCIGUERRA
Ciao Fabio D’Alfonso carissimo e stimatissimo, nel concordare con te aggiungo che tutti ci indigniamo e manifestiamo ma che pochissimi ci sentiamo “comunità” …in c…alla balena e speriamo che non ci silenziano.