24.12.2015, Gino Delogu

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

PER GRAZIA RICEVUTA

Caro Don Gino,
 molti di noi, come me, ti conoscevano come uomo di mare e di Dio. Lui ti ha scelto proprio nel giorno della sua venuta per confermare che siamo solo di passaggio…
Occuperai, per sempre, un posto speciale nei nostri cuori di Marinai perché hai vissuto intensamente, e fuori dal comune, questa vita straordinaria che Lui ci ha donato e adesso, in questo giorno particolare e in questo “anno misericordioso straordinario”, Lui ti ha voluto nel suo Regno per continuare la navigazione nella Gerusalemme divina, in supporto di chi, prima di noi, è salpato per l’ultima missione…
P.s. gia sai, da lassù, che anch’io ho intrapreso il tuo cammino, che forse nel nostro caso terreno sarebbe meglio chiamare navigazione…

Riporto le parole che Riccardo scrisse quando diventasti Diacono

Trovare me stesso.
Sapere chi sono.
Non è un fine, non è la meta.
Non esiste il traguardo di aver raggiunto la consapevolezza di se stessi.
Essere coscienti di sé è un continuo divenire.
Una continua scoperta.
Una sorprendente avventura che dura tutta una vita.
Ogni giorno io cambio, perché lo stesso universo dentro e fuori di me che muta.
Perché il mutamento è l’unico punto fermo dell’esistenza.
Dunque scelgo di guardare davanti a me con gli occhi di un bambino.
Scelgo di riflettere su quello che vedo con lo sguardo dell’esperienza.
E poi decido di agire, sentendo e valutando la pesantezza o la leggerezza di tale scelta, prima che venga compiuta.
E poi vivo.
Vivo le mie scelte in piena responsabilità.
Ed è questo che mi fa sentire libero.
Libero di vivere appieno ogni secondo che il Creatore mi ha donato.
Libero di cambiare.
Libero di scoprire un nuovo me stesso in ogni istante che vivo.
Libero di sorprendere me stesso e ancora e ancora…
(Lirica di Riccardo Fioravanti)