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12.9.1943, nel ricordo del regio cacciatorpediniere Da Noli


a cura Giuseppe Orlando


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OMAGGIO A LEONARDO LONGO, MARINAIO PER SEMPRE 

Ciao Ezio,
il-sergente-giuseppe-orlando-per-www-lavocedelmarinaio-comil mio amico e concittadino Leonardo Longo mi ricorda che fra qualche giorno ricorre 73° Anniversario dell’affondamento del Cacciatorpediniere Antonio Da Noli il cui motto era: “PRENDIMI TECO A L’ULTIMA FORTUNA”. 
E’ stato affondato da aeri tedeschi dopo l’8 settembre al largo delle Bocche di Bonifacio – dopo un giorno la stessa sorte è toccata alla regia corazzata Roma.
In quell’evento persero la vita 228 Marinai oltre il Comandante Capitano di Fregata Pio Valdambroni e il Direttore di Macchina Maggiore Paolo Rabboni quest’ultimo, Medaglia d’Oro al Valor Militare, era nativo di Caronia (Messina), dove attualmente vivono i suoi parenti – il nipote Leonardo Longo che vive a Milano – ogni anno dedica un post sulla sua bacheca di Facebook – noi Marinai di sempre – ci associamo a ricordare e onorare il nostro compaesano M.O.V.M. Paolo Rabboni assieme i nostri fratelli che si sono immolati in quell’evento che R.I.P.

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Note
nastrino-regio-esploratore-da-noli-www-lavocedelmarinaio-com_Parte dei superstiti del regio cacciatorpediniere Antonio Da Noli, con altri del Vivaldi, furono salvati nella serata del 12 settembre dal sommergibile britannico Sportsman e condotti in un campo di concentramento in Algeria, altri raggiunsero la Corsica lottando contro il violento vento spirante da est.
218 (per altre fonti 228) fra morti e dispersi e solo 39 sopravvissuti.
 Nel corso del conflitto l’unità aveva svolto 208 missioni di guerra per un totale di 70.466 miglia percorse e poco meno di 3300 ore di moto.
Il relitto del Da Noli è stato individuato nel settembre 2009, spezzato in due su fondali tra i 90 ed i 95 metri. Il ritrovamento del relitto del cacciatorpediniere Antonio Da Noli è avvenuto nel 1975 ad opera del corallaro Giovanni SPIGNO di S.Teresa Gallura, il quale durante una battuta di pesca al corallo nelle Bocche di Bonifacio (su un fondale di circa 90 95 metri) (con strumento ingegno o croce di Sant’Andrea), al momento di tirar su detta attrezzatura, si accorse che questa era piena di proiettili, avvisò subito le autorità italiane, che dopo qualche settimana mandarono sul posto la nave della Marina Militare Cavezzale che identificò il relitto, confermando che si trattava del cacciatorpediniere Antonio Da Noli, con lo scafo diviso in due parti.

Bibliografia consigliata
– Franco Bargoni. Esploratori Italiani. Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1996.
– Aldo Cocchia. La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. VII: La Guerra nel Mediterraneo – La difesa del Traffico coll’Africa Settentrionale: dal 1º ottobre 1941 al 30 settembre 1942. Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1962.
– Pier Filippo Lupinacci. La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale. Vol. XVIII: La Guerra di Mine. Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1966.
Ufficio Storico della Marina Militare, La battaglia dei convogli: 1940-1943. Roma, 1994.
– Agostino Incisa Della Rocchetta. Un CT e il suo equipaggio – mare Mediterraneo 1940-43. Ferrara, Giovanni Vicentini Editore, 1988.
– Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943, Mondadori 2001.
- Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale, Mondadori.
– Aldo Cocchia, Convogli. Un marinaio in guerra 1940-1942, Mursia 2004.

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Dello stesso argomento sul blog
– 8 settembre 1943, requisito il regio sommergibile Bagnolini.
– 9.9.1943, l’ultimo viaggio della regia nave Da Noli.

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