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Le Tavole Alfonsine

di Mario Veronesi (*)

Mario Veronesi per www.lavocedelmarinaio.comRitroviamo l’arabo Al-Zarqali (1028–1087) con la sua principale opera, frutto di innumerevoli osservazioni della volta celeste: “Le Tavole di Toledo o Tavole Toledane”, la cui precisione servì da punto di riferimento per la successiva compilazione delle “Tavole Alfonsine”, messe a punto nel 1252, da una cinquantina di astronomi arabi di Spagna, durante il regno di Alfonso X (1221-1284) re di Castiglia e Leòn.
Sono una raccolta di tavole astronomiche, le prime ad avere grande diffusione nell’Europa cristiana. Queste tavole fornirono la posizioni del sole, dei pianeti e delle stelle, e costituirono il primo lavoro astronomico d’ampio respiro. Rivestendo una grande importanza nella storia dell’astronomia e delle scoperte geografiche, infatti furono ampiamente utilizzate direttamente o in versioni sottoposte a revisioni dai grandi navigatori del XV secolo e del XVI secolo.

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In particolare Cristoforo Colombo (1451-1506) che basò i suoi progetti di navigazione oceanica su una loro revisione effettuata da Abraham Zacuto (1452-1515), che sviluppò un nuovo tipo di astrolabio specializzato per la determinazione della latitudine in mare. I suoi calcoli si basavano sulle Tavole Alfonsine e sulle opere di astronomi precedenti. Zacuto organizzò i dati in un semplice formato denominato. “Almanach perpetuum”, che lo rendeva molto facile da usare, e che contribuì da subito a rivoluzionare la navigazione oceanica.
Le regole della navigazione erano state inoltre raccolte in alcuni prontuari, come la “Toeleta del Materologio”, che per i marinai genovesi erano delle vere e proprie leggi del navigare sicuro. Il difficile campo della cartografia nautica stava muovendo in quel secolo i primi passi, e i Genovesi avevano già messo a punto molte tecniche e molti aspetti della riproduzione su carta.

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