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Nave Po e quel gallo ruspante

di Roberto Orsini (*)

medaglietta di nave Po - www.lavocedelmarinaio.comAdocchiai un gallo ruspante gigante che zampettava tranquillo sul terreno della piccola isola di Linosa. Il proprietario me lo regalò ed io lo portai a bordo della nave “Po” a disposizione del cuoco di bordo.
Voleva essere riconoscente verso l’equipaggio che, sebbene il mare non permettesse, aveva ormeggiato la nave nella insenatura, a pompare acqua potabile agli abitanti dell’isola
Riconoscente fu anche l’ammiraglio di divisione G… comandante di Marisicilia, quando nel 1968, dopo aver passato in rassegna i vari reparti, ordinò all’equipaggio della nave, di fare un passo avanti per premiarlo di una licenza speciale.
Eravamo i corsari delle isole siciliane. Abbordavamo giorno e notte gli scogli per distendere la manichetta che avrebbe dato acqua agli isolani. 
Ho svolto il servizio militare con entusiasmo, un periodo ricco di soddisfazioni che mi inorgoglisce ogni volta che lo ricordo.

Nave Po - www.lavocedelmarinaio.com
(*) Roberto Orsini ex capo pilota del porto di Manfredonia.

34 commenti

  • EZIO VINCIGUERRA

    Un abbraccio e un ringraziamento a Roberto Orsini per questa testimonianza racconto che ci ha riportato felicemente indietro nel tempo. A lui e a tutti i marinai di Nave Po vanno i nostri saluti.

  • Roberto Orsini

    Grazie, un regalo eccezionale. Sulla nave Po ormeggiata alle isole Tremiti forse c’ero anche io!

  • EZIO VINCIGUERRA

    Un saluto e un abbraccio grande come il mare a Roberto Orsini, Bruno V. Bardelli, Giunchiglia, e tutti gli amici di nave Po. Grazie per la compagnia e l’affetto che non ci fate mai mancare.
    Pari avanti adagio

  • Cosimo Anaclerio

    Quelle navi, il Po, il Volturno e l’Adige non erano solo navi militari, ma erano navi cisterna che facevano la spola da Messina, Palermo, Reggio Calabria, Favignana e tutte le isole del basso Mediterraneo, portando ACQUA alle popolazioni delle Isole Lampedusa, Pantelleria, Marettimo, Ustica, le Eolie, salendo fino alle Isole Tremiti. Un grandissimo lavoro che gli equipaggi facenti parte do queste navi facevano con grande spirito di sacrificio e posti di, con “posti di manovra” a tutte le ore, anche notturne ed anche con avverse condizioni meteo e mare agitato. Un lavoro militare e soprattutto civile che i militari facevano con molto orgoglio e soddisfazione

  • Roberto Tento

    Ricordiamo il Capitano di Corvetta Francesco Catinella.. Comandante nave Volturno…R.I .P..noi non dimentichiamo..

  • Roberto

    Ho letto con molto interesse il cognome Giunchiglia: Un ufficiale che non ho mai dimenticato per la capacità che aveva di valutare gli uomini sotto il suo comando. All’epoca era sotto tenente di Vascello, tenente di vascello era il signor Murat, che sostituiva Bensaja. Il Comandante era il capitano di Fregata Lino Mantovani: grandissimo marinaio che non era asceso ai gradi superiori in quanto diceva sempre quello che pensava. Io ero sergente Nocchiere diplomato. Orsini in plancia gridava ad alta voce il comandante Mantovani. Mi recavo sul ponte dove lui mi attendeva. Scattavo sull’attenti” Comandi Comandante”. ” Al timone “. A fine manovra anche nei luoghi più inaccessibile delle isole,mi faceva i complimenti e mi ringraziava sempre per la bella manovra, sebbene di personale non avessi fatto proprio nulla: eseguivo solamente i suoi ordini. Il sottotenente Giunchiglia, mi prometteva invece sempre qualche licenza premio per il lavoro svolto dai miei marinai. Però, aveva il vizio di non mantenere quello che in un impeto di gioia prometteva. La delusione era grande. Mi recavo nel suo camerino incavolato quanto mai e prendevo a cazzotti la porta. Quando la apriva mi guardava con occhi truci. “Cosa voi mi diceva”. ” La licenza per andare dalla mia fidanzata a Savona come ella mi promise”. Era talmente simpatico e buono che il suo sguardo serio verso le persone che meritavano non durava a lungo. “Va benee! Mi firmava la licenza elargendomi un cordiale sorriso. Il rientro era previsto a mezzanotte. Mezza ora di ritardo feci. Il tenente Bensaja mi affidò 2 giorni di arresto semplice. Allora avevo 20 anni e pur essendo militare quello che pensavo lo dovevo dire. ” Ma come per mezz’ora mi da due giorni di punizione” “Erano due giorni ora sono diventati tre mi rispose. Grugnii dalla rabbia. Compresi però che non c’era nulla da fare. Mi piacerebbe raccontare altri episodi. Un affettuoso saluto all’equipaggio della ” NAVE PO ” di tutte le epoche ed un ringraziamento al sign. re Ezio Vinciguerra che mi ha dato la possibilità di ritornare indietro nel tempo a ricordare questi simpatici episodi.

  • Roberto Tento

    Buona serata frà Raffaele Anatilopan…correva l’anno 67…69Comando Marina di Taranto.

  • Piero Giunchiglia

    ……Quella del Gallo non la ricordavo…..però mi ricordo di quando un mattino all’alba nel porto di Palermo….Un 2°Capo che era di guardia a Poppa….Per ingraziarsi una mamma con figlia bona al seguito più asinello (dovevano prendere il piroscafo per Ustica). Avevano comprato l’asino a Palermo….Li stava facendo imbarcare nascondendoli nel Castello di prora…..Il Sott/li e era un po’ fuori di testa…..ammettendo per assurdo che fosse riuscito nel suo intento…..chissà come li avrebbe sbarcati ad Ustica…..????

  • Piero Giunchiglia

    La nostra Nave….Il nostro Equipaggio assomigliava un po al Sommergibile rosa della USA navy. …Il film continuano a proiettarlo ancora oggi…..Sempre ad Ustica….erano due giorni che pompavamo acqua…Al mattino si presenta a bordo il Maresciallo dei CC…..Tutto impettito chiede di parlare solo con il Com/te….Dopo un po esce il Com/te rosso in viso, urlando….portatemi il Capo Gamella aaa a. …..Cosa era successo….poiché non aveva fatto in tempo a comprarla a Palermo ,mancava frutta e verdura….Allora. …Invece di andarla a comperare nel negozio,unico in paese
    .
    ,di notte con il battello e due Marinai della cucina erano andati a razziare tutti gli orti dell’isola…hahaha…..Fu sbarcato immediatamente al rientro a Palermo (era lo stesso dell’Asino)

  • Blasi Luciano classe 1/41

    Per caso sono entrato in questo sito. Immediatamente sono riemersi i tempi del mio imbarco su nave PO. Aprile 1961- Aprile 1963. Un ricordo particolare va al comandante Sig. Ubaldelli al secondo Sig,. Mandraffino, al direttore di macchina Sig. Boeri, ma sopratutto al contabile di macchina Sig. Lauricella Raffaele, di Racalmuto. Abbiamo fatto il mazzo su e giù da Napoli a tutte le isole per dissetare le popolazioni. Eravamo un’equipaggio solidale e compatto, al quale sono particolarmente grato, che per un particolare rapporto di stima, a mia insaputa ha sottoscritto una petizione al Comando. Petizione che mi ha permesso di congedarmi con alcuni giorni di anticipo, trascorrendo cosi il compleanno a a casa. Indimenticabile il saluto alla voce al momento della discesa dallo scalone.

  • giorgio siligardi

    sono stato imbarcato su nave po nell’estate del 1963 come guardiamarina
    anche all’ora il secondo era il c.c. Mandraffino e Lauricella il contabile di macchina comandante era il c.f. Cammarota. La sede era Messina ma ci si approvvigionava d’acqua tra Napoli e Palermo<<<<<<<<. <mi sembra che il c.f (? ) Ubaldelli sia poi stato sostituito da Cammarota: se hai altre notizie gradirei di poterle leggere: Ciao

  • Blasi Luciano

    Carissimo Giorgio ( Jure ) nel mio dialetto triestino. La mia vita passata a bordo del PO, è quasi u’epopea. Per la mia professione, ero un Attrezzizta meccanico di precisione e lavoravo alla Fabbrica Macchine di Sant’Andrea, stabilimento navale in cui venivano costruiti motori diesel, caldaie e turbine. Come tutti i miei colleghi ero destinato a sommergibilista, causa la mia statura 1,91 mt. mi hanno segato e inviato al sud sul PO. Ho avuto subito un fieling particolare con il Sig. Lauricella, in quanto prima della guerra, aveva frequentato la scuola volontari di Pola (Istria) allora sotto l,Italia, quindi la scuola meccanici di Venezia. Appena imbarcato dopo qualche settimana di rodaggio, mi ha dato in gestione l,officina di bordo, il magazzino di macchina e a seguire addetto allo scarico e carico dell,acqua (acquaiolo). Sono riuscito (miracolo) a far funzionare il tornio di bordo. Fra centinaia di episodi buoni e cattivi, potrei scrivere un libro, la nota dolente è sempre stata la licenza. Ne ho fatte solo due. Perche la prima lo fatta partendo da Marzara del Vallo, per arrivare a casa a Trieste è stato un,incubo, ho salvato il biglietto ferroviario, 1.994 Km ferroviari. Allora no esisteva la Freccia del Sud Siracusa .Torino Quindi Trapani-Palermo a carbone. Palermo-Cefalù a carbone, Cefalù-Messina elettrico, Reggio Calabria-Napoli, Napoli-Roma, Roma-Torino, con discesa a Firenze, per Venezia, quindi il Bari-Trieste. Fine della puntata. La prossima sarà la mancata collisione con il Traghetto Cariddi, con rischio di finire nelle secche della spiaggia di Ganzirri.

  • Franco Tommaso Lombardi

    Non speravo proprio più di poter condividere e rivivere l’esperienza umana maturata a bordo delle due navi cisterna Volturno e Po. Sono stati “TEMPI MEMORABILI”” e questa consapevolezza è cresciuta di giorno in giorno.Oggi posso affermare che è stato un periodo di formazione e maturazione,ma anche di servizio civile che oggi si può tradurre con la parola “volontariato” e che inorgoglisce pure me.
    Mi scorrono avanti,annebbiati, volti e fatti:il com.te Ubaldelli,mio conterraneo e sommergibilista durante la seconda guerra mondiale,il secondo tenente di vascello Mandraffino,il direttore di macchina tenente C.e.m.m Piras,eternamente con bocchino e sigaretta e il maresciallo capo del personale macchine,siciliano, uomo di grande umanità,un vero padre.Ricordo quando siamo stati “sloggiati”dal porto di Messina:attraccava il panfilo della regina Elisabetta e la nostra nave non era stata giudicata all’altezza della situazione. E il fatto di Lipari quando una parte dell’equipaggio era in franchigia e il Volturno emetteva fischi cadenzati di chiamata generale a bordo.C’era da trasportare d’urgenza il sindaco che doveva essere operato di appendicite.Alcuni non fecero in tempo ad arrivare e restarono a terra,anche qui abbiamo a che fare con il maresciallo dei carabinieri che rifiutò loro alloggio perché aveva in casa delle “figlie femmine”.
    Non ricordo come è andata finire,però ricordo che,al nostro successivo ritorno a Lipari, il sindaco ci ringraziò con una damigiana di vino.
    Franco classe leva 40/6 sgt.me. “D”
    Nave VOLTURNO in seguito PO dall’1/12/61 al 9/12/62,fine ferma.
    Grazie Roberto!

  • Federico BRUNO

    Ero il timoniere di manovra di NAVE ADIGE dall’81 all’83 – ho in mente tante avventure per mare e nei porti – momenti indimenticabili in plancia a cercare di tenere in rotta una nave a fondo piatto da navigazione fluviale . Ricordo sempre con gioia e nostalgia i compagni e gli ufficiali – con particolare affetto il mitico Nostromo Nania……

  • Augusto bianchi

    Salve qualche militante su nave po dal 1964 al 1966 ??
    Bei ricordi …mi piacerebbe avere qualche vostra notizia la mia categoria Mapc io ero uno dei 2 riminesi a bordo …saluti a presto !

  • Di Maio Franceso

    Mio papà Francesco, nato a Brindisi nel 1931 è stato meccanico motorista sulla nave po per tre anni.

  • Franco Spanedda

    Ciao a tutti. Per puro caso ho letto i vostri commenti che parlano delle vostre avventure a bordo della nave cisterna PO. Io sono stato imbarcato da fine ’67 a inizio ’68, poi trasferitlo sulla SAN GIORGIO. Quante volte siamo andati a Lampedusa Ustica Tremiti Favignana e altre isole Siciliane per rifornire d’acqua i loro abitanti. E’ stata un’esperienza unica che mi ha fatto soffrire ma allo stesso tempo matutare. Un giorno il Comandante ci obligo’ a mangiare la pastasciutta con i GRILLI, perché dopo che protestammo per l’inconveniente, li assaggiò anche lui e quindi……. Ricordo il capo Camdido Francesco, Siciliano. Anch’io potrei scrivere un libro sulle avventure vissute a bordo del SOMMERGIBILE. – in certe circostanze. PO. Qualcuno si rocorda? Saluto tutti gli imbarcati di tutti i tempi.

  • mario inferrera

    Io ricordo con tanto affetto il mio comandante Lino Mantovani ero il suo attendente l’ho seguito per tutti i 24 mesi prima a Consubin La Spezia dopo su Nave Po Messina una bellissima esperienza infine trasferiti a Maridepocar la spezia, ricordo con tanto piacere il quardia marina Patti il vice comandante Barat,con i suoi belli baffi all’insù, il cuoco degli ufficiali era Sardo e credo che si chiamava Serra una volta l’ho svegliato in tarda sera per cucinare una bella guantiera calamari che avevo pescato poco prima, dal profumo si sono svegliati tutti gli ufficiali, che risate, ricordo sempre un attracco a Reggio Calabria indimenticabile credo da nessuno dell’equipaggio e un lungo applauso dalle navi già attraccate nel molo, un grande marinaio il comandante Mantovani con un cuore grande e umile, ricordo che quando ritornava a bordo non voleva che fischiassimo il suo rientro, mi piacerebbe che qualcuno si ricordi questi ricordi con me leggendo questo commento,mandatemi un messaggio su Facebook sperando di ricordarlo, mando un saluto a tutti spero anche di un vostro.

  • luciano ferri

    fatti e fatterelli riferiti a nave PO sono compresi in “Dal torrente al mare” edito da Feltrinelli IL MIO LIBRO autore L: Ferri che riveduto ed arrichcito con il concorso di già imbarcati quali B Bardelli ,Piero Giunchiglia sarà prossimamente pubblicato dal Mio libro Feltrinelli con il titolo ” IL NOSTROMO”

  • luciano ferri

    classe 1928 corso nocch. 47 imbarcato su nave PO nel 1948 ne sono sbarcato alla volta di Comsubin nel 1950 Sono contento di raccontarla come in effetti ho già fatto in un libro, ma se dovessi esprimere confidenzialmente un giudizio sul periodo del mio imbarco sulla pirocisterna PO direi semplicemente che non è stato divertente

  • Vittorio paparatto

    Sono stato sulla Volturno per 14mesi e 3 mesi sull’Adige ho fatto con orgoglio il lavoro di portare l’acqua alla gente delle isole Egadi all’epoca la nave era comandate dal comandante capitano di vascello Amilcare varaldi grande ufficiale e conoscitore del mare

  • MARIO INFERRERA

    Mi dispiace che nessuno abbia risposto al mio precedente intervento su nave Po, ma sono contento che qualcuno sia ricordato e scritto, tutti i nomi del Bravissimo comandante e del secondo comandante Barat, io aggiungo anche il guardia marina Patti, mi piacerebbe sentire qualcuno che si ricorda di me attendente del comandante Mantovani, grazie.

  • Alberico fruncillo

    Che bella sorpresa vedere questi commenti sulle avventure degli equipaggi di nave Po. Mio padre FRUNCILLO Michele era il capo elettricista del Po uno dei primi a scendere dalla nave quando attraccavano dopo effettuato i rifornimenti alle isole, e qualche volta l’aspettava il capo di stato maggiore per comunicargli marachelle che noi figli di militari abitanti nelle palazzine della marina, facevamo. Io abitavo nella palazzina N da dove si vedeva l ‘attracco delle navi. La vita all’interno della zona militare è stato il più bel periodo dell’infanzia, non dimenticherò’ mai amici come i fratelli Fulco i Lazzari, Gabriella, Bensaya, i Michelini, che poi ho rivisto qui a Spezia perché sono delle Grazie, e tanti altri con cui abbiamo condiviso partite a basket e calcio con l’equipaggio della portaerei americana Enterprise sbarcati nel nostro centro sportivo con barbecue di leccornie condivise con noi ragazzetti. Non dimenticherò tutte le amichevoli di calcio che organizzavo ed i permessi personali che facevo firmare in settimana dal capo di stato maggiore della squadra ospite. Una volta demolito il Po l’equipaggio si è trasferito sul Piave il quale essendo stato costruito a La Spezia, vi è tornato per un lungo periodo di collaudo,da qui il ns trasferimento nella città ligure, purtroppo a mio padre è stato concesso il trasferimento in capitaneria a Salerno solo ad 1 anno dalla pensione ma anche sfortunatamente della sua vita. Mia sorella Veronica è tornata con i miei a Salerno io son partito per il mio anno di leva nell’esercito e questo è il mio 43simo anno in Coca-Cola,ma ragazzi come Bensaya, Michelini e qualcun altro ha intrapreso la carriera da ufficiale. Che ricordi, che santa barbare che pesca alle occhiate sui moli dell’arsenale, Viva il Po, viva Messina.

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