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8.6.1942, affondamento regia nave Antoniotto Usodimare

a cura Antonio Cimmino

Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com

Il regio esploratore Antoniotto Usodimare fu varato a Sestri nel 1929.
Successivamente, nel 1938, la nave fu trasformata in cacciatorpediniere.
Partecipò a 113 missioni di guerra.
Fu l’unica nave ad essere affondata da “fuoco amico” infatti fu accidentalmente silurata ed affondata da regio sommergibile italiano Alagi l’8 giugno1942.
Supermarina, non comunicò al sommergibile Alagi, che a quell’ora e in quella posizione si travava un convoglio italiano diretto in Africa Settentrionale. L’Alagi scambiò il convoglio per una formazione inglese.
La tragedia, avvenuta nel Canale di Sicilia, causò la morte di 141 marinai.

8.6.1942 Antoniotto Usodimare - www.lavocedelmarinaio.com

26 commenti

  • Enrico Pessicola

    e “la colpa” di questo equivoco doloroso fu del PREMUDA preda bellica iugoslava, che essendo stato costruito in gran bretagna, venne erroneamente scambiato x inglese dall’ALAGI..

  • Marinaio Leccese

    Quella tragedia, avvenuta nel Canale di Sicilia, causò la morte di 141 marinai… chissà se riescono a riposare in pace

  • Raffaele Napolitana

    Non si possono permettere di scordare notizie così importanti. Riposate in pace sfortunati marinai.

  • Raffaele Napolitana

    …per qualcuno oggi è più comodo ricordare l’arruolamento in marina di marconi (che tra l’altro cambiò padrone) che la vita di 141 Marinai. Chissà se riescono a riposare in pace?
    Grazie Raffaele per il commento

  • EZIO VINCIGUERRA

    … Angelo Sider Gemmato, dobbiamo “purtroppo” ricordare e perdonare (anche se è difficile). Dal passato, anche il nostro personale, le feriti e le cicatrici ci devono spronare a non infliggerli ai nostri figli e discenti (anche se è difficile). Siamo ancora un popolo mondiale, di eterni emigranti, in navigazione…
    🙂 …non è facile questa turbolenta navigazione ma noi Marinai la dobbiamo affrontare!

  • Raffaele Napolitana

    Grazie a te Ezio. Mi sono solo limitato. Non è mia abitudine . Non credo che chi sbaglio’ se ne sia andato serenamente. Lo stesso dicasi x coloro che non hanno creduto al nostro emerito Fisico. Mi viene in mente un passaggio dell’Amleto: ESSERE O NON ESSERE. ProbAbilmente a poco attinenza. Ma x quello che mi riguarda dico SI!!!!!!!. Una strettona di mano

  • Angelo Gemmato

    Devo però dire una cosa per sincerità e coerenza. Siamo un gruppo di Regia Marina. Ognuno di noi credo ripudi la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie, citando la Costituzione. Ognuno di noi credo però che ami l’arte della guerra (che è cosa diversa ) ed in particolare l’arte della guerra per mare. Da questo punto di vista il caso Antoniotto fu un episodio certamente evitabile e ciò rende quelle morti particolarmente indigeste anche se dal punto di vista dei morti in guerra non esiste una “classifica “.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Siamo ancora un popolo mondiale, di eterni emigranti, in navigazione… 🙂

  • Vincenzo Lo Iacono

    Carissimo Ezio, la tua riflessione non è da tutti percepita, o perchè distratti dalla sete di ricchezza e potere o perchè molti di questi NON hanno mai avuto un anima!!! Ciaooo

  • Alessio Cervellin

    Gli errori ahimè anche tragici, in guerra capitano spesso… é più doloroso nonché disgustoso pensare alle decimazioni della prima guerra mondiale e all’ancora più disgustosa tratta dei corpi dei caduti con cui il governo italiano incassava soldi nel primo dopoguerra.

  • LUNGHI GIAMPIERO

    Sono il figlio del marinaio elettricista LUNGHI COSTANTINO, uno dei naufraghi dell’ Antoniotto Usodimare, uno dei naufraghi della notte del 8 Giugno 1942. Mio padre mi racconto’ che la nave si inabisso rapidissima, che resto’ in mare, in mezzo ad una enorme chiazza di nafta, per molte ore e che quando lo ripescarono ( fu fortunato ) era completamente coperto di nafta e che lo lavarono con benzina ( divento’ glabro x tutta la vita ) e per la nafta che aveva “bevuto”, perse poi tutti i denti. C’e’ qualche figlio di marinario dell’Antoniotto Usodimare a cui il padre, per caso, ha accettano a mio padre?

  • Giovanni Rebagliati

    Sig. Lunghi Giampiero, anche mio padre Stefano era imbarcato sull’Antoniotto Usodimare. Lui era in sala macchine e mi ha raccontato dell’affondamento, tutti i particolari coincidono. Anche lui si trovó nell’acqua coperta di nafta e sentiva le urla dei suoi compagni che morivano bruciati. Lui si salvó perché un sottufficiale scese ad aprire le paratie della sala macchine. Non raccontava volentieri il fatto e quando lo faceva il suo sguardo cambiava. Penso non abbia mai superato del tutto quell’evento.

  • Carlo

    Mio zio alfredo, che purtroppo non ho mai conosciuto, probabilmente riposa in pace ma sicuramente non tanto sereno riposo per chi ha commesso questo gravissimo errore. E aggiungo lo stato Italiano ha tranquillamente messo in cantina questo avvenimento sconvolgente per tutti i famigliari, per non parlare di risarcimento visto che si tratta di Italiani anche se in guerra.

  • Piero Maccio

    il regio CT. Antoniotto Usodimate non fu l’unica unita ad essere affondata dal fuoco amico nella seconda guerra mondiale: ma anche il regio sommergibile Gemma fu affondato per errore dal regio sottomarino Tricheco.

  • Franco Binci

    Anche mio padre, Binci Luigi, era imbarcato su questa nave, credo come radiotelegrafista.
    Fortunatamente sopravvisse.
    Anche i suoi racconti dicevano delle molte ore in cui rimase in acqua intrisa di nafta, delle bruciature provocate dalle meduse e delle tante persone che vide morire. Una vera tragedia.
    Venne ricoverato all’ospedale di Palermo e poi, dopo molte peripezie fece ritorno a casa dopo circa un anno.
    Per tutto il resto della vita non andò mai più al mare, pur abitando a circa 10 km da Numana (Ancona).
    Il dubbio che ho, è che forse non mi aveva mai detto che il siluramento fosse stato causato da fuoco amico ma probabilmente non lo seppe mai.

  • Gandolfo Giuliano

    Anche mio padre Gandolfo Giovanni faceva parte dello stesso equipaggio sopravvissuto a quello ed ad un’altro naufragio poi prigioniero a Bordeaux ma non ne parlò qusi mai se non con qualche parola .

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