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3.5.1943 regie navi Campobasso e Perseo, ultimo atto

di Gennaro Ciccaglione (*)

A Rinuccio e Bruno

Gennaro-Ciccaglione-per-www.lavocedelmarinaio.com_Lo scricchiolante piroscafo Campobasso, stracarico, per quasi due volte la portata massima, di armi, munizioni e carburanti era già da tre giorni alla fonda nella rada di Pantelleria. Era stato scortato fin lì dalla Regia Torpediniera Perseo e, per cause mai chiarite, le due imbarcazioni erano ferme.
Alle ore 14.00 circa del 3 maggio 1943, ad entrambe le unità giunse l’ordine di partenza per Tunisi: l’ordine, trasmesso via radio, causò viva preoccupazione tra gli ufficiali della Perseo in quanto conteneva, oltre agli orari di partenza e la rotta dettagliata per un percorso brevissimo, addirittura anche le velocità da tenere nei vari tratti di mare. Bene o male, le due imbarcazioni non disattesero gli ordini: intorno alle 16.00 giunsero alla banchina del porticciolo per il rifornimento d’acqua che si concluse due ore dopo. Subito dopo, a bordo della Perseo fu distribuito l’anice!
Care amiche e cari amici, non si trattava di brindare con il gradevole ed aromatico liquore: l’anice, diluito con acqua, era destinato a riempire i contenitori di metallo, cilindrici, di cui era provvisto ogni salvagente in dotazione all’equipaggio. Esso doveva costituire l’estrema riserva a cui attingere in caso di naufragio.
Alle 19.00 in punto la Perseo apre la strada al Campobasso e punta verso Tunisi ad una velocità di otto nodi. Non è passata mezz’ora che l’ecogoniometrista rileva alcuni echi sospetti: è allarme.

Bruno Barbieri, di Ripabottoni - f.p.g.c. a www.lavocedelmarinaio.com
Alle 21.20 il comandante Marotta ordina AI POSTI DI COMBATTIMENTO. L’equipaggio si appresta ad affrontare il nemico ma poco dopo l’allarme rientra per riaffermarsi due ore dopo. Intorno alle 23.30 la Perseo viene localizzata da un aereo inglese, cinque minuti dopo quattro navi inglesi aprono il fuoco contro il piroscafo Campobasso che procede in coda alla Perseo. Marotta ordina di invertire la rotta e punta diritto sul nemico con le macchine avanti tutta. Una prima bordata investe il piroscafo Campobasso che si incendia. La Perseo lancia quattro siluri che gli inglesi riescono ad evitare perché i bengala ne illuminano la scia. Il piroscafo esplode la prima volta e la vampa dell’esplosione svela agli inglesi la posizione della Perseo: un ricognitore inglese picchia sulla torpediniera e le lancia addosso alcuni bengala a cui fanno eco i cannoni dei quattro caccia inglesi. E’ una gragnola infernale di cannonate che colpiscono prima la caldaia, poi i locali di prora dove si trovano i cinquanta marinai di leva che muoiono tutti investiti da getti di vapore, poi ancora cannonate sotto la plancia di comando, la stazione radio è distrutta, una cannonata trancia di netto un braccio al comandante… è bloccato il timone… qualche arma continua a sparare, è la mitragliera quadrinata della tuga… poi solo il fuoco inglese che dura per circa 40 interminabili minuti finché… finché non viene colpita la santa barbara e la Perseo si ”…impenna come un destriero colpito a morte, si rovescia sulla dritta a chiglia in aria e lentamente di poppa scompare in mare”. Dopo un quarto d’ora un’altra esplosione scuote il mare, violentissima: il carico del Campobasso salta in aria in un un’immensa fiammata e non ne resta nulla. Nulla della nave, nulla degli uomini, nulla delle armi, delle cose… del ricordo!
Il comandante Marotta, ferito, cade in mare. Viene ripescato ed issato su una scialuppa: si fa riportare a bordo, privo di un braccio, con il moncherino stretto da un laccio di fortuna e resta lì, con quel che resta della sua nave, con i suoi Caduti… finché si inabissa insieme a due terzi dell’equipaggio… insieme a Rinuccio, di diciotto anni, insieme a Bruno, di diciannove anni… chissà… forse abbracciati essi pure ai loro tubi lanciasiluri, come quelli del Regio Cacciatorpediniere Lampo del Convoglio Tarigo…

Pellegrino Santopuoli detto Rinuccio f.p.g.c. a www.lavocedelmarinaio.com
A questa storia triste, di guerra, io sono giunto per un pizzico di fortuna, per un messaggio affidato ad internet, letto casualmente in California… un messaggio da cui neppure mi attendevo risposta e che invece mi ha posto in condizioni di riportare alla luce, e documentare, la bella storia di amicizia tra due molisani, Rinuccio e Bruno, nata a bordo della Perseo e finita, ahimé, in fondo al mare per difendere una nave che portava il nome del loro, del nostro capoluogo, una storia finora sconosciuta.
 Non dimentichiamole queste navi… non dimentichiamoli questi Uomini coraggiosi…

(*) Per saperne di più digita sul motore di ricerca del blog “Gennaro Ciccaglione”.

Nave-Campobasso-Marinai-molisani-in-guerra-copertina-www.lavocedelmarinaio.com-copia
Titolo: Nave Campobasso – Marinai molisani in guerra;
Autore: Gennaro Ciccaglione;
Editore: Il Faro – IBN Editore;
ISBN (10) 88-7565-176-0
ISBN (13) 9788875651763
Anno: 2013;

Pagine: 201;
Prezzo: 16 euro.

20 commenti

  • Antonio Orlandi

    Comandante in seconda del Perseo Ten. Vasc. Levino Ferrara nato a Ortona a mare, MBVM, caduto al suo posto di combattimento, cioè ai due pezzi da 100/47 di poppa!!

  • Enrico Pessicola

    questo episodio riguarda 1 degli ultissimi convogli partiti x la Tunisia poco prima della perdita dell’ultio lembo di terra africana..

  • EZIO VINCIGUERRA

    buongiorno a voi che avete sottolineato e commentato questa triste pagina della nostra storia. Mi preme mettervi a conoscenza che l’autore dell’articolo e del libro è un ex sottufficiale dei Carabinieri, ora in congedo, comandante di una stazione di “frontiera” di una delle più “martoriate” cittadine del Sud Italia che cerca di far erigere un monumento, nella sua Campobasso, per ricordare i Marinai molisani che non fecero rientro alla base in particolare quelli proprio destinati sulla nave che riporta il nome della città… fino adesso a ricevuto solo risposte evasive dagli enti locali, regionali e statali e anche delle cosiddette associazioni d’arma.
    Grazie per la compagnia

  • Gennaro Ciccaglione

    Grazie Ezio, per il ricordo, la puntualità, l’ospitalità…. Un abbraccio da estendere a tutta la gloria Marina Militare!

  • Gennaro Ciccaglione

    Lettera aperta di Gennaro Ciccaglione al Sindaco di Campobasso Antonio Battista.
    Ill.mo Signor Sindaco,
    Le scrivo sotto l’impulso irrefrenabile che si scatena ogni volta che giunge la data di oggi, una data particolare che evoca in me, ma credo anche in quanti conoscono a fondo questa storia, la tragedia che colpì centinaia di famiglie tra cui la mia e quella dei Barbieri di Ripabottoni.
    Una tragedia alla quale è indissolubilmente legato anche il nome della nostra Città.
    Erano appena le 19 del 3 maggio 1943 quando la Torpediniera PERSEO (115 membri dell’equipaggio oltre al Comandante ed un reparto di 50 marinai di leva destinati al Comando Marina di Tunisi), dopo avere fatto distribuire l’anice, intraprese la rotta prefissata aprendo la strada, tra le insidie dei campi minati, ad un vecchio piroscafo ansimante, proprio male in arnese, che procedeva a stento (consumava 25 tonnellate di carbone al giorno per muovere la sua vecchia e malridotta macchina da 1.200 cavalli vapore) con a bordo armi, materiali, esplosivo, carburante e viveri per diecimila tonnellate, un equipaggio non militare di quasi cento unità e un reparto di settanta marinai di leva destinati a Tunisi. L’ordine di partenza e la rotta dettagliata erano stati comunicati nel pomeriggio via radio, in chiaro, come se non bastava che la marina inglese avesse il radar, conoscesse i nostri cifrari e fosse costantemente in agguato.
    E fu così che poco prima di mezzanotte, a meno di dieci miglia da Capo Bon, gli inglesi attaccarono e distrussero le due navi italiane.
    Sopravvissero appena 47 uomini della Perseo.
    Se non ci fossimo incontrati stamane, signor Sindaco, a questo punto mi avrebbe certamente chiesto dove volessi… arrivare: così non è perché ormai sa che quel vecchio, malandato, ansimante piroscafo (che una cara amica giornalista di guerra ha felicemente definito “ancora capace di compiere il proprio dovere”) si chiamava CAMPOBASSO.
    Esattamente così!
    Jack La Bolina diceva che “…ciascuna nave possiede un’anima individuale, donde la naturale tendenza ad imporle un nome” mentre Udalrigo Ceci aggiungeva che “…il nome della nave parla all’immaginazione del marinaio con voce altrettanto eloquente quanto quella che si sprigiona dalla bandiera”.
    Ebbene ascoltiamo le voci di queste due navi, non lasciamole mute in fondo al mare, ricordiamo quei ragazzi in esse sepolti tra cui un diciottenne di Riccia ed un diciannovenne di Ripabottoni, due ragazzi che nelle loro brevi licenze si erano scambiata la valigia, quella valigia che forse conteneva tutti i loro sogni… sepolti in mare con loro.
    Sono certo, signor Sindaco, che insieme potremo in qualche modo onorare questa Storia che Loro hanno scritto e che io ho avuto la fortuna di divulgare.
    Voglio concludere proponendo le foto di questi due ragazzi, niente affatto dissimili da quelle di tanti giovani molisani, partiti anch’essi con una… valigia.
    Solo che questi non sono più tornati. Né meritano di essere dimenticati!
    Mi consenta un saluto affettuoso.
    Gennaro Ciccaglione.
    Campobasso, 3 maggio 2016.

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