Aquila! Communicazioni telefonica a poppa per…minchia mu scuddai!
di Enzo Arena
Arenaaaa, che succede?!
Ora le spiego, comandante. Ora le spiego!
Ma cosa mi spieghi? Che vuol dire “mu scuddai!?”
Se lo è dimenticato, comandante. Se lo è dimenticato!
Cumandanti Arena, io non vogghiu fari a guaddia a puppa!. Lo so che se lei mi da n’oddini io debbu obbediri picchi sono un militari. Ma lei questa cottesia me la facissi, non me lo devi dare questo oddini.
Ma perche? Non capisco perché! Lei è un bravo ragazzo ed un bravo marinaio. La guardia a poppa è una guardia poco pesante. Basta controllare la passerella, basta vedere chi scende e chi sale, salutare militarmente, scambiare pure due chiacchiere con i colleghi che vanno o rientrano dalla franchigia. Se dovesse arrivare un’autorità, noi lo sappiamo prima e prepariamo gli onori. Ci sarebbe a poppa l’Ufficiale d’ispezione. A lei basterebbe stare sull’attenti e salutare.
U sacciu (lo so), ma lei mi facissi fari a guaddia a prua.
Ma la guardia a prora è più faticosa. Ore intere da solo senza scambiare due chiacchiere con nessuno! E poi lei oramai comincia ad essere più anziano e dopo che ha fatto tante guardie a prora , le spetta una guardia meno pesante. A prora ci mettiamo le più reclute. Anche il Comandante mi ha detto che sarebbe ora di premiarla facendogli fare la guardia a poppa.
Si, è veru! Ma iù preferisciu fari a guaddia a prua anzicchè a puppa. Mi facissi sta cottesia.
Lei è u cummannanti in sicunna, o cummannanti non ci dicemu nenti. Tanto iddu di servizi di guaddia non s’interessa. E poi quannu parra, iù no lu capisciu. Parra in talianu!
Ma, Ciccineddu…scusa se lo chiamo per nome, u cumannanti non è sicilianu. E’ normale che parli in Italiano.
Si, purria essiri normali ma cà semo ad Augusta. Siamo in Sicilia. Tutti ni capemu, sulu iddu è stranieru. E’ nu bonu cristianu ma quanno ci ha parrari iddu vuli a vossia chi ci fa l’interpriti.
E cettu chi vossia mi avi a chiamari Ciccineddu! Si iù mi chiamu Ciccineddu vossia mi vurrissi chiamari Pippinneddu?
Vabbè… lasciamo perdere! Prova a fare una guardia sola a poppa e se non ti trovi bene poi ritorni a prova. Una sola…prova!
La comunicazione era arrivata mentre stavamo cenando. La comunicazione era stata fatta dalla rete interfonica da chi stava a poppa e si era sentita per tutta la nave. Doveva essere ascoltata per tutta la nave perché c’era una comunicazione telefonica a poppa per qualcuno che era a bordo ma non si poteva sapere in quale locale si trovava.
Le spiego, Comandante, le spiego.
Ricorda Ciccineddu? Quel marinaio che non parla l’italiano?
Bravo marinaio, bravo pescatore.
Ricorda quando una mattina, io vedendolo a bordo mi meravigliai che ci fosse e gli chiesi “Ciccineddu ma tu che ci fai qua a bordo?”
Si, ora ricordo. Ricordo che ti ha risposto “ma picchi, dove dovevo essere?”
Infatti! Si ricorda quando ho fatto notare a Ciccineddu che il giorno prima gli avevo firmato una licenza e che lui sarebbe dovuto partire per andare a casa vicino Trapani cosa mi aveva risposto?
“Minchia…mu scuddai”, ti ha risposto! Vero…ora ricordo. Si era dimenticato di andare in licenza, aveva la licenza in tasca e si era dimenticato di andare a casa.
Ora capisco, caro Arena, cosa significa “minchia mu scuddai”. Ma adesso, con questa comunicazione per interfonico che tutti, anche le navi ormeggiate a fianco a noi hanno sentito,
cosa si è dimenticato?
Le spiego , Comandante, le spiego cosa si è dimenticato e le dico che finalmente ho capito perché Ciccineddu non voleva fare la guardia a poppa.
Lo avevo convinto almeno a provare a fare una guardia e poi, se si fosse trovato male, lo avrei reinserito nel servizio di guardia a prora.
Ho provato, Comandante.
Ciccineddu dalla prossima volta tornerà a fare la guardia a prora.
Erano i primi anni 80 e non esistevano ancora i telefonini cellulari.
Erano gli anni in cui si telefonava a casa con i gettoni. Si andava in franchigia con la tasca piena di gettoni, si faceva la fila davanti alla cabina telefonica e si parlava con la famiglia o con la ragazza. Non avveniva tutti i giorni perché a volte non era possibile andare in franchigia e perché allora non si riteneva indispensabile telefonare tutti i giorni ne tanto meno più volte al giorno.
Chi rimaneva a bordo per servizio, aveva la possibilità, dopo il cessa lavori, di essere chiamato al telefono della nave.
Solo a poppa, veniva concessa questa possibilità e dunque, chi veniva cercato al telefono, veniva informato tramite interfonico e doveva recarsi a poppa per parlare.
Ovviamente telefonate brevi perché il telefono della nave non poteva rimanere a lungo occupato.
Era questa la paura di Ciccineddu. Lo avevo capito solo adesso. Lo avevo capito con quella comunicazione per interfonico mentre io, il Comandante ed il Direttore di Macchina stavamo cenando in quadrato ufficiali.
Già di per se non aveva, Ciccineddu, una buona memoria (non penso che sia mai capitato in tutta la storia della marina che un marinaio con la licenza in tasca abbia dimenticato di andare in licenza), ma la cosa che più lo metteva in ansia era la comunicazione per interfonico in lingua italiana.
Fosse stato in siculo, non ci sarebbero stati problemi.
“Capu Di Petru, vinissi a puppa picchì c’è so mugghieri o tilefunu”. Che problema ci sarebbe stato? Invece no! Doveva fare una comunicazione, con un microfono in mano e per giunta in Taliano!
Come quei presentatori che si vidunu in televisioni e parruu in talianu!
Ciccineddu non era un presentatore, col microfono non aveva tanta confidenza e con l’italiano ancora meno.
In navigazione, con mare molto mosso, gli mettevi in mano il timone e stavi tranquillo perché Ciccineddu era una sicurezza, ma o poppa, col rischio che arrivasse una telefonata per qualcuno di bordo…quello no! Ciccineddu andava in ansia.
Trin….Trin…Trin…Buona sera, sono la moglie di capo Di Pietro, per piacere mi fa parlare con mio marito?
Era quello il momento che più temeva Ciccineddu. Era arrivato il momento in cui lui avrebbe dovuto prendere il microfono in mano e fare quella comunicazione. E’ vero, si era concentrato e più volte aveva provato a pronunciare quella frase al microfono. Quella frase che tutti avrebbero ascoltato.
L’avrebbero sentita tutti quelli che erano a bordo di Nave Aquila ma anche quelli di Nave Airone che era affiancata sul lato destro e quelli di Nave Alcione che era affiancata sull’altro lato.
Si era concentrato tanto, Ciccineddu. Aveva appoggiato il telefono sul banchino di poppa per fare due metri e prendere in mano il microfono per quella comunicazione.
In quei due metri si era ripassato, in italiano la famosa frase “Comunicazione telefonica a poppa…”,
ma quando aveva avuto in mano il microfono ed aveva iniziato a parlare, si era reso conto che tutta quell’ansia e tutto quel ripassare la frase in italiano, gli avevano fatto dimenticare chi era la persona che era desiderata al telefono.
Se l’era dimenticato e non si era accorto di aver pensato ad alta voce.
“Aquila, communicazioni telefonica a poppa per…….minchia mu scuddai!”.
97 commenti
EZIO VINCIGUERRA
Ciao Enzo Arena sei un grande signore dei mari. Che Dio ti protegga e ti benedica rigranziandolo di averci fatto incrociare sulla rotta misericordiosa dell’umana solidarietà.
Antonio Paparo
condivido
Carlo Carlà
condivido
Giuseppe Esposito
….che belle le ballerine….
Filippo Di Stefano
Io c’ero, come capo posto radio
EZIO VINCIGUERRA
Ciao Filippo Di Stefano sono certo che anche tu ti sarai commosso nel leggere questo bellissimo racconto di vita vissuta. Un abbraccio a te e ai tuoi cari grande come il mare
Franco Patricelli
Noi Marinai…!, siamo gente di Mare…!, ne abbiamo ben donde da raccontare!
Vittorio Siliberto
condivido
Manrico Mascia
condivido
Ugo Masala
condivido
Pasquale Levato
condivido
Calogero Iacolino
Cose che capitano….!!!!!
Domenico Gaudino
Io ne avevo uno in sala motori sull’ Ibis sempre con il toscano in bocca con qualsiasi mare, non si capiva nulla quando parlava, quando andammo in arsenale a Messina, parlando con un arsenalotto, disse ” picciotto sentisti come i genovesi chiamano la minchia, bellino come la capitale della Germania
Ennio Agnarelli
molto divertenete
Alberto Barra
condivido
Mario Gaspari
condivido
Enzo Gennarelli
Io c’ero, e leggendo mi sono commosso nel ricordare un periodo indimenticabile. Grazie
Pietro Antonio Beneduce
E’ uno spaccato della vita reale di bordo, che io non ho mai provato, ed è proprio per questo motivo che l’ ho letta con immenso piacere.
Giuseppe Esposito
….non.ricordo l’anno…61 o giù di lì. Eravamo in formazione sparsa tutte le corvette della Scuola Comando e fra queste i tre Alcione. C’era mare forte e gli alberi andavano da destra a sinistra, sembrava toccassero l’acqua. Capii perché le chiamassero ballerine. Non erano il massimo della goduria per chi soffriva il mare.
Claudi Zarcone
ahahaha…. semplice spontaneità del piantone a poppa! 🙂
Paolo Priolo
meraviglioso rfacconto
Filippo Brescia
Quanta scuola Comando…..
William de Santis
condivido
Salvatore Deconcilio
condivido
Gino Lanzara
condivido
Nico di Molfetta
condivido
Rocco Sergi
condivido
Franco Pellicano
condivido
Gianluca Vallone
condivido
Filippo de Benedetti
condivido
Giacomo De Martino
condivido
Giacomo De Martino
È stata una mia meravigliosa avventura, una corvette con le palle!
Antonio Mura
Sono stato imbarcato sulle gemelle Albatros e Airone, primi anni 60.
Antonio Orlandi
Alcione 1968
Carlo Di Nitto
Ricorda il personaggio di Catarella, il centralinista del commissario Montalbano creato dal grande Camilleri! 🙂
Francesco Ortega
io ho avuto imbarcato sul canopo con me un marinaio che parlava solo siciliano stretto e un giorno mi trovai in infermeria di la spezia e mentre attendevo il mio turno si apre la porta dell’infermeria e ne esce fuori l’infermiere che dice qualcuno di voi conosce il marinaio grasso e io dico si io …. vieni stiamo impazzendo ma tu lo capisci si certo che si entro e dico grasso chi succeri e lui mi dice chisti scemi sunnu e tri uri ca ci dico ca mi sentu tuttu sminghiato e iddri un mi capiscinu e io mi giro verso il dottore e gli dico dottore si sente male di un malessere generalizzato … e il dottor Garibaldi che cazzo hai combinato !premetto anno 1958 la persona in questione era marinaio di leva e faceva come mestiere il pescatore , quando ripenso a questo aneddoto mi metto a ridere come uno sciocco !
Pasquale Pierangelini
Imbarcato su nave AQUILA, nel 1964,come sergente Motorista Navale!!!!!!ottimi ricordi!!!
Diego Martini
Scuola Comando bei tempi e Grande classe di Corvette! diciamocelo avevano una linea stupenda come le fregate classe Bergamini, quelle andate in disarmo qualche anno fa!
Marco Muia
Ci sono stato per quasi un anno dic.87 agosto 88 il mio primo imbarco
Vincenzo Ciaramella
Settembre 1965 Nave Albatros.
Luigi Buonocore
1966/1969 Nave Airone scuola comando augusta
Orazio Bignone
belle storie…..
Giuseppe Giacopello
ah ah ah…. mi è capitato anche a me di avere un piantone che si scordava le chiamate. allora lo avevo fornito di block-notes. prima le scriveva e poi le leggeva. invece ad augusta c’era un msv della provincia di messina che durante la chiamata disse: BRENTA, (silenzio) e con un frigno: signor marasco, per favore puô venire a poppa. mi ricordo che si misero a ridere tutti,anche quelli delle navi accanto.
Antonio Ciardi
Bellissima…………… mi ha riportato indietro a vecchi ricordi……………
Giorgio Castellano
condivido
Luciano Terzi
condivido
Emiliano Fabrizi
Minchia quanti annuncii ho fatto io a poppa!
Italo Duches
Tipo….A REGAAAA E PRONTA LA PAPPA!!!!
Michele Arlistico
🙂
Gerardo Pietro Mariangeli
condivido
Mohamed Haggi
condivido
Giuseppe Di Vico
condivido
Marco Montanari
condivido
Maurizio Daniele
Bellissima, lo specchio di un’epoca.
Condor Blu
Straordinaria!
Ezio Dosi
Sono stato imbarcato un anno subito dopo il corso V.O. – 1967
Alberto Barra
Bellissima storia di uno spaccato di vita.
Nicola Limone
Bei ricordi 1980/1982
Salvatore Majetta
Ragazzi che anno?chi Arena?
Biagio DiSalvo
Bellissima ma anche :” Ardito assemblea dei reparti in goppa u pont e volo” non è male eh?
Salvatore Lauricella
Nave Doria: Capo Bevilacqua nella sentina di prua
Francesco Russo
Una storia bellissima. d’altri tempi-
Federico Ceccarelli
Pronto nave Bombarda,All’altro capo del telefono una voce chiede :avete l’acqua a bordo ?Aspetta vado a vedere. ;apro un rubinetto,torno al telefono e dico:si,l’acqua viene,all’altro capo del telefono la voce dice:allora sciacquatevi le p..le!!!!
Alessandro Perrone
NAVE MAGNAGHI: MENSA GENERALE PRONTA
Alessandro Perrone
NAVE BORSINI…….COME NAVE MAGNAGHI
Ennio Cuzzani
… distanza da poppa due metri ! (Avevamo gia’ rotto la banchina) , succedeva anche questo !
Orazio Di Bartolo
San Giorgio… Assemblea innanz ai cessi (davanti la C.S.)
Giovanni Parisi
Bellissima descrizione dei sentimenti genuini di un’epoca passata.
Claudio Montesanti
Capo Occhione a poppa
Pierantonio Bagnaroli
sul Vespucci…. L’allievo straniero ” Spaghetti pronti per la seconda squadra”… Oppure ” assemblea in coppa al cassero”
Giovanni Bruno
Un erede di………Camilleri…..
Enrico Repetto
caro Giovanni :mi hai tolto le parole di bocca, neanche Catarella sarebbe così “Siculo “
Enrico Repetto
aneddoto bellissimo SCritto in maniera mirabile.
Marinaio di Lago
Complimenti all’ammiraglio Enzo Arena
daniele fersini
Limone sempre con le mani nelle palle in radio. Sig. Bottoni ufficio. Le tlc e capo maggio capo posto
Salvatore Chiaramida
Imbarcato sull’AQUILA nel 1963 come girobussolista !!!!
Palombaro Nero
Complimenti all’ammiraglio Enzo Arena
Paolo De Grandis
Nave Zeffiro… all’ammaina bandiera dal fischietto del 2° capo esce un sibilo strozzato… mollica di pane all’interno.. 🙂 mega strisciata di pelo dl secondo….
Sergio Abrate
Io sono stato imbarcato nei primi anni 60 quando inizio la scuola comando per gli ufficiali se vi è qualcuno che era imbarcato an che lui mi farebbe piacere sentirlo
Stefano Cacciatori
ricordo il mio nostromo, capo camillo, in assenza di megafono e contatto radio … : AAUSOONIAAA !!!! AAUSOONIAAA !!!! ….