Delfini d’acciao (Marco Mascellani)
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
Delfini d’acciaio è il romanzo di Marco Mascellani (Edizioni del Girasole – Ravenna) che tributa i giusti e doverosi onori al sommergibile Toti, primo sommergibile costruito in Italia dopo la Seconda Guerra mondiale. Con il suo disarmo, ultimo dell’omonima classe, si conclude l’epoca dei “piccoli”.
L’autore, Direttore di macchina per ben cinque anni del sommergibile Toti, descrive così la vita dei sommergibilisti:
“… stipati in quei pochi metri di spazio, sotto tanti metri d’acqua, ci sentivamo uniti, fratelli, uomini e macchine, nell’affrontare le avventure che il mare aveva in serbo per noi”. E ancora:
“…per non perdere questo patrimonio nel 1996 mi sono cimentato in questa impresa, conclusa nel ’99. Un tributo a oltre 1200 sconosciuti che per oltre un trentennio hanno servito la propria Nazione e il cui monumento si trova dal 2005 a Milano presso il Museo della scienza e della Tecnica”.
Del romanzo sono state pubblicate 3 edizioni. La prima edizione – privata – doveva essere per pochi intimi, ma l’entusiasmo suscitato ha incoraggiato l’editore a stamparne altre 2 edizioni (dell’edizione privata non esistono più copie, della prima edizione è stata recentemente ritrovata qualche preziosa copia in magazzino, mentre della esiste ancora una certa, limitata, disponibilità della seconda edizione),
Il romanzo racconta di un colpo di Stato in un paese Arabo che si affaccia sul Mediterraneo e minaccia l’Europa. Viene in soccorso comandato ad un sommergibile italiano, salvato dal disarmo per sperimentare un sistema di propulsione a circuito chiuso, di intervenire per una azione di ritorsione internazionale.
È in questo scenario che l’avventura del Toti prende vita, con lo scopo di fare sentire al lettore l’odore di sentina e paura, il sapore della fratellanza che si respira in un sommergibile.
L’atmosfera che si respira nel leggere il romanzo è quella giusta, i personaggi non sono per niente enfatizzati e le varie situazioni della vita a bordo vengono vissute intensamente anche dal lettore.
Un libro che consiglio sia all’equipaggio che si accosta a questo tipo di esperienza che agli amanti del genere.
Per ulteriori notizie sull’autore e sul libro si consiglia di visionare il sito
www.delfinidacciaio.it
12 commenti
Jò Giannetti
Michelangelo o Raffaello parcheggiata tra Palmaria e Portovenere
Claudio Zanotti
Raffaello.. affondata da missili iracheni durante la guerra tra iran e irak nel novembre 1982. Era stata venduta agli iraniani e ridotta ad uno stato pietoso…sempre dell’idea che non si devono dare perle ai porci
Paolo Vivaldi
La Raffaello doveva essere il 76 o 77 era ormaggiata li in attesa di essere trasferita alla fine della sua carriera in Compagnia Italia.
Claudio Zanotti
Fu riparata e rimodernata e nel 77 fu venduta agli iraniani che la misero in un loro porto…saccheggiandola e abbandonandola…leggete la sua storia su Wikypedia
Marco Mascellani
Sono passati 10 anni da quanto il Toti SSK 506 è stato musealizzato a Milano. Per festeggiare questo decennale e per ricordare quei 1200 ragazzi che hanno servito il loro paese a bordo di questo battelli ho rispolverato i filmati in archivio e il vecchio libro delfini d’acciaio, scritto per loro. Questo è il primo filmato della serie, un documentario didattico che risente del tempo, purtroppo, ma ancora affascinante per le informazioni e per la didattica impiegata. il sito completo sui sommergibili classe Toti è al link http://www.delfinidacciaio.it . Buona visione!
RAFFAELE Napolitano
Non ci sono parole MERAVIGLIOSAMENTE BELLO
Maurizio Durno
condivido
Luigi Pace
condivido
Antonio Marceddu
complimenti è sempre un bel libro
Marco Mascellani
Bellissimo, grazie! Direttore di macchina (per 5 meravigliosi anni).
Maria Lestofanti
Grande esempio di vita!!!!grazie mille
vincenzo STORELLI
L’intervista a Marco Mascellani ha tutto il sapore e la stoffa di chi, del mare, ne fa una fonte di vita.
I sommergibilisti, con il Battaglione San Marco, sono sempre stati il fiore all’occhiello della Marina Militare ma, è gente che non si mostra più di tanto e la loro umiltà ha dato molto in ogni settore.
Peccato non esser stato assegnato, durante la leva in Marina, a qualche equipaggio sommergibilistico ma, ancora ora sogno a occhi aperti le loro imprese. Onore e gloria a chi ha potuto