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20.10.1940: le sette interminabili ore d’inferno del sommergibile Lafolè

di Marino Miccoli

Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com
Marino-Miccoli-2014-per-www.lavoce-delmarinaio.com_2Stimati amici de LA VOCE DEL MARINAIO, avete mai provato a immaginare cosa significa trascorrere sette ore della propria vita sotto un continuo bombardamento?
Tentate di pensare soltanto per pochi minuti che cosa ciò possa costituire a livello psicologico ancor prima che fisico per un essere umano.
Al giorno d’oggi noi parliamo sovente e con fin troppa facilità di stress… ma come vogliamo definire quello che avviene durante sette lunghissime ore di martellamento con bombe di profondità a degli uomini rinchiusi nell’angusto scafo d’acciaio di un sommergibile che procede lentamente a decine di metri sotto la superficie del mare?

Classe 600 serie Adua -piccola crociera- www.lavocedelmarinaio.com

Credo che nemmeno disponendo della più fervida fantasia congiunta a una grande immaginazione noi possiamo riuscire a comprendere ciò che avveniva in quei drammatici momenti. Purtroppo è proprio quello che accadde il 20 ottobre 1940 all’equipaggio del regio sommergibile Lafolè, della Classe 600 (da piccola crociera), serie Adua. Occorre premettere che il nemico precedentemente era venuto a conoscenza della presenza del sommergibile italiano in quelle acque a seguito della cattura del sommergibile Durbo, a bordo del quale gli inglesi  rinvennero i documenti segreti e i cifrati che consentirono di localizzare il Lafolè.

speronamento del sommergibile Lafolè - Copia
Si trovava nel Mediterraneo Occidentale, a nord delle coste del Marocco nei pressi di Melilla e non distante da Gibilterra quando alle ore 11:00 circa fu scoperto da tre cacciatorpediniere britannici (HMS GALLANT, GRIFFIT e HOTSPUR) a seguito del lancio di un suo siluro contro un’unita’ nemica. Il Comandante T.V. Pietro Riccomini aveva appena ordinato il lancio quando si scatenò l’inferno: i tre caccia gli furono subito addosso e lo inquadrarono con  diverse salve di bombe di profondità. Ben presto il battello subì gravi danni e numerose avarie ma il Comandante lo tenne costantemente in immersione perché celandolo al nemico era fiducioso di poterlo salvare. Ma la sua lentezza durante la navigazione in immersione lo rendeva un bersaglio assai vulnerabile. Fu così che per sette lunghe quanto drammatiche ore il Sommergibile Lafolè ed il suo valoroso Equipaggio resistettero agli ostinati bombardamenti di profondità degli imperterriti cacciatorpediniere inglesi, che come dei mastini non demordevano minimamente dalla loro caccia attuando una devastante reazione antisom.
Quando alle ore 18:30 circa il sommergibile italiano, durante una brusca variazione di quota venne in affioramento facendo emergere la torretta, sopraggiunse il caccia HMS Hotspur che lo speronò.
In un attimo il regio sommergibile Lafolè affondò e scomparve per sempre trascinando con sé quasi tutto l’Equipaggio (il Comandante, 3 Ufficiali e 36 tra Sottufficiali e Marinai).
Soltanto nove Uomini si salvarono; stavano cercando di alleggerire la pressione interna dello scafo agendo sul portello della torretta quando questa fu squarciata a seguito dell’improvviso speronamento. Causa la violenta collisione i nove uomini furono sbalzati in mare e questo fatto rappresentò per loro la salvezza; infatti furono recuperati dagl’inglesi e internati in campi di prigionia.
Il Comandante T.V. Pietro Riccomini venne insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare per la lunghissima e strenua resistenza opposta alle soverchianti forze inglesi, per la coraggiosa difesa della propria Unità e dei valorosi Uomini che ne componevano l’equipaggio.

R. Sommergibile Adua in navigazione - www.lavocedelmarinaio.com (foto collezione privata fam.Miccoli - Copia

Oggi 20 ottobre 2015, nel 75º anniversario dell’affondamento, li ricordiamo su questo lodevole sito e ne onoriamo la memoria. A suggellare la narrazione di questa storia, amarissima e tragica, desidero inserire un vecchio motto, caro al cuore di generazioni di Sommergibilisti italiani:
SIAMO FIERI DI VOI!

21 commenti

  • EZIO VINCIGUERRA

    Un ringraziamento a voi che state commentando e allo stimatissimo Marino Miccoli per questo ricordo indelebile pubblicato sulla nostra banca della memoria.

  • Catello Pappacoda

    Sempre “bello” commemorare i caduti con onore….Onore a loro che hanno sacrificato la loro vita per la nostra libertà.

  • Emilio Guidi

    Un anziano sommergibilista, ora scomparso, mi raccontò che dopo un lunghissimo bombardamento subito in immersione a molti uomini dell’equipaggio erano venuti i capelli bianchi.

  • Antonio Ferri

    mio nonno, imbarcato sul torricelli con salvatore pelosi, era capo, motorista, ed era il più piccolo. la mascotte lo consideravano. pelosi gli voleva tanto bene. e una volta durante un film su un sommergibile americano, iniziò a sudare. e a sentirsi male. usciva a fumare. era agitatissimo.

  • Simone Iovine

    Ricordiamo anche i nostri successi…ciò che mi fa arrabbiare è il recalcitrante comportamento inglese a non ammettere le loro perdite, se andate su wikipedia.,… Le nostre unità vengono descritte con dovizia di particolari nel loro affondamento, mentre le unità inglesi affondate dai nostri vengono laconicamente descritte come “perse in combattimento” ma va bene così ricordo che senza il gigante americano, anche con il radar la royal navy ha preso più volte Schiaffoni sonori dalla marina di una nazione molto ma molto più piccola. Non ci sta nessuna ideologia alla base del mio dire ma solo l’essere onorato di essere italiano per tutti coloro che combatterono a vario titolo il nemico.
    https://youtu.be/oWf3yKV4e8o

  • Adriano Carbone

    In tutta questa avvincente storia, non capisco il perchè di tutta questa spietatezza. Perchè lanciare prima altre 2 bombe e poi ancora un’altra quando già c’era la certezza di aver colpito a morte il sommergibile nemico? Perchè la corvetta non si è fermata a raccogliere eventuali superstiti ? E’ una storia avvincente, ma da cui non traspira onore. Imho

  • Simone Iovine

    Ovviamente un atto di pietà dare al nemico una morte rapida piuttosto che lasciare un equipaggio morire per asfissia in fondo al mare.!
    Ricordo altresì che contrariamente alla royal navy che faceva prigionieri e li internata in campi di prigionia in India i sommergibili italiani sbarcavano i superstiti delle prede in porti neutrali come capo verde,Tangeri ecc ecc
    L’accanimento che uno travisa è invece un atto di pietà!!

  • Antonio Ferri

    un -altra volta anche, ricordo ero piccolo. mio padre stava giocando a silent hunter 1 (1995-96) e mio nonno che all epoca era impazzito (uno lo investì con la macchina, perchè lui girava in vespa, e quando si è risvegliato si ricordava solo di me, e della guerra, perchè io ero il primo nipote maschio, col suo nome), e chiese che cos’è era, e mio padre gli ha detto: papà è un simulatore di sommergibili questo. mio nonno fece una smorfia, e disse: mmm. come se non gliene fregava niente. in realtà non voleva parlare mai volentieri di certe cose. e quella cosa gli ricordava la sua esperienza. quindi reagì così. faceva sempre così. era conciso ed evasivo quando gli si chiedeva di raccontare. evidentemente si è spaventato un sacco.

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