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Giacomo Corti e Lero (l’isola degli eroi)

di Enrico Corti, Pancrazio “Ezio” Vinciguerra, Giosuè Palpati e Gianluca Buccilli e Claudio 53, Carlo Di Nitto, Antonio Cimmino.

Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com
Ezio-Pancrazio-Vinciguerra-www.lavocedelmarinaio.com_10In data 3 aprile 2012, su segnalazione di Giosuè Palpati (1), pubblicammo un articolo del 2001 di Gianluca Buccilli (2) che ci portava a conoscenza di quello che accadde nell piccola isola di Lero il 16 novembre 1943 durante il 2° conflitto mondiale.
 Le cose che mi colpirono subito in quell’articolo furono i”morti” di questa triste pagina di storia per l’umanità. Più precisamente nel complesso era costato ai tedeschi oltre 2.000 caduti, 116 apparecchi abbattuti ed una ventina di mezzi navali distrutti. Le perdite inglesi furono di oltre 600 caduti, un centinaio di feriti, 5 unità maggiori e numerosi natanti affondati. Per gli italiani ci furono 300 caduti, 12 Ufficiali passati per le armi, 120 feriti, nonché la perdita di 12 unità navali. I prigionieri, tra italiani ed inglesi, superavano i 9000 uomini; essi avevano avuto salva la vita poiché i tedeschi, dopo gli Lero - Monumento ai caduti della Principessa Olga - copiaeccidi di Cefalonia e di Coo, consapevoli del clamore destato, si astennero dal perpetrare un altro crimine di tali proporzioni, limitandosi a trucidare i dodici Ufficiali catturati in combattimento e a consegnare l’Ammiraglio Mascherpa, il coraggioso comandante italiano, alla Repubblica di Salò che, dopo averlo sottoposto ad processo-farsa insieme all’Ammiraglio Campioni, lo avrebbe condannato alla fucilazione, eseguita nella città di Parma, il 24 maggio 1944. 
Al di sopra di tutto rimane comunque la cristallina prova di valore e fedeltà dell’intera Guarnigione, che forse si può tentare di riassumere nei riconoscimenti concessi ai difensori:
– 7 Medaglie d’Oro al Valor Militare;
– 65 Medaglie d’Argento al Valor Militare;
- 194 Medaglie di Bronzo al Valor Militare;
– 289 Croci di Guerra;
– Encomio Solenne per tutta la Guarnigione.
A Lero i marinai italiani dimostrarono al mondo intero che l’Italia non era morta ed essi, anzi, tenendo fede al giuramento, riaffermarono con forza la piena esistenza della propria Patria, gettando così le basi della sua rinascita.
L’articolo si chiudeva con il commento di Giosuè Palpati che recitava: “Fra questi valorosi uomini c’era un Secondo Capo Elettricista, si chiamava Mario Palpati, era mio padre. Dedico alla sua memoria il ricordo di quei fatti”.

Lero La base dilakki - copia
Poi, a distanza di  anni, mi giunse un’altra testimonianza di affetto da Enrico Corti, figlio del marinaio Giacomo Corti che conferma l’amore dei figli verso i padri Marinai.
Riporto di seguito lo scambio di mail tra me ed Enrico
“Egr. Sig. Vinciguerra,
ho letto su internet il suo scritto sulla battaglia di Lero nel 1943.
 Sono figlio di marinaio (Giacomo Corti, nato nel 1921, morto nel 2003) che ha partecipato a quella battaglia e poi deportato in Germania.
 Ha sempre parlato con commozione dell’Ammiraglio Mascherpa, che – a suo dire – ha salvato la vita a lui e ai suoi commilitoni.
 Le chiedo notizie e in particolare se a distanza di anni è possibile avere un riconoscimento e/o encomio anche solo cartaceo che rimanga a ricordo nella mia famiglia.
 La ringrazio.
 Enrico Corti
Risposi:
“
Buongiorno signor Corti,
innanzitutto grazie per la sua mail e per le parole d’affetto nei confronti del Suo Papà e anche del blog. 
Ho/abbiamo scritto parecchi articoli in merito se può per gentilezza inviarmi:
– il link dell’articolo a cui fa riferimento oppure il titolo per esteso;
– se per caso ha una foto di suo papà in divisa con la data di nascita e di morte in modo da fare una prima recensione, col suo consenso e a sua firma, sul blog (citando anche la nave sulla quale era imbarcato in modo da vedere se c’è ancora qualche superstite o qualche figlio/a che appone un commento e possa essere utile per il nostro scopo) a similitudine di altri ormai facenti parte della banca della memoria (anche di altri blog) per non far cadere nell’oblio il sacrificio di chi ci ha preceduti e, soprattutto, ha dato tantissimo a questa Patria.
Per quanto di mia conoscenza il Ministero Difesa non rilascia questi documenti però Lei stesso, in quanto discendente diretto, può risalire ad una ricerca presso L’Ufficio Storico della Marina chissà che non abbiano conservato qualcosa. 
Non appena ricevo sua risposta a questa mail mi attivo con quanto di mia conoscenza per iniziare a costruire questo “piccolo mosaico” partendo dalle fondamenta vedendo anche di inviarle Link ed indirizzi utili da consultare.
Cordialità Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Giacomo Corti Marinaio - f.p.g.c. del figlio Enrico a www.lavocedelmaroinaio.com
Enrico rispose:
“
Grazie Sig. Vinciguerra,
 ricevo e mi attivo nella ricerca.
Facendo seguito a precedente nota, Le invio foto di mio padre (ultimo in piedi a destra) durante il servizio all’isola di Lero prima dell’8 agosto 1943. Con riportata dedica ad amico. 
Mio padre si chiama CORTI GIACOMO, nato a Sarmato il 6 settembre 1921 e morto a Piacenza il 6 gennaio 2003.E’ stato deportato dopo la battaglia di Lero nel campo di concentramento di Solingen-Colonia dopo lungo viaggio in treno merci con passaggio a Vilnius.
Continuo la ricerca per … la memoria.
Grazie
Enrico Corti
Note
(1) https://www.facebook.com/giosue.palpati?fref=ts

(2) https://www.lavocedelmarinaio.com/2012/04/lero-lisola-degli-eroi/




Giacomo Corti (ultimo a destra) - Isola di lero f.p.g.c. Enrico Corti a www.lavocedelmarinaio.com
Dello stesso argomento sul blog:
https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/05/michele-sarcina-un-marinaio-maremmano/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/01/giovanni-renda-figlio-di-angelo-classe-1922/

Andando avanti nel tempo si aggiunsero altre richieste di parenti che volevano conoscere la storia di Lero – L’isola degli Eroi.
Ci attivammo con i collaboratori a segnalare la ricerca di richieste notizie direttamente a Persomil e Ufficio Storico della Marina Militare (all’argomento pubblicammo diversi articoli per come comportarsi sulla ricerca). Per quanto precede ci venne in aiuto Claudio 53 che, con la sua preparazione, bontà d’animo e la perseveranza, comprese da subito che c’erano ancora tantissimi parenti a soffrire per non sapere dove poter pregare i propri cari.
Pubblicammo anche un suo articolo storico (che riproponiamo di seguito):

Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com

Buonasera Claudio53 – S.O.S. RICHIESTA DI AIUTO – BANCA DELLA MEMORIA
La prego di leggere attentamente l’articolo fino in fondo e commentare dove riporto link e lo scambio di mail tra me ed Enrico Corti (figlio del Marinaio Giacomo Corti). Nell’augurio che qualcuno degli amici “Marinai di una volta e per sempre” possa esaudirne le sue richieste.
https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/11/giacomo-corti-e-lero-lisola-degli-eroi/
Grazie e buon fine settimana.
P.s. a volte mi chiedo se sono/siamo sulla rotta giusta …quella che porta la nostra Barca ad attraccare al porto della solidarietà, quella Barca che mi fa sostenere: Marinai di una volta, marinai per sempre.
Ezio
Data: 28/11/2014 ore 16.29

Egregio Sig. Ezio,
Le rispondo con estremo e fraterno piacere. In allegato troverà:
– un accenno alla condanna a morte degli Ammiragli Mascherpa e Campioni per completare l’articolo che a suo tempo fu scritto da Gianluca Buccilli
– una risposta al sig. Enrico Corti, figlio del marinaio Giacomo Corti, per un eventuale riconoscimento per il padre.
Spero di essere stato utile,
cari saluti
Claudio 53
Data: 30.11.2014 ore 19.01
La triste, ma eroica, storia di Rodi – come evidenziato dal sig. Ezio – è descritta molto bene in questo blog al seguente link: https://www.lavocedelmarinaio.com/2012/04/lero-lisola-degli-eroi/. Peraltro, l’Ammiraglio Spigai ex Capo di Stato Maggiore della Marina dal 1968 al 1970 (http://www.marina.difesa.it/storiacultura/csmm/Pagine/VirgilioSPIGAI.aspx), che era all’epoca dei fatti Capitano di Fregata e Comandante dell’artiglieria della Regia Marina di Lero – deportato in Germania e liberato nel 1945 -, scrisse sul tragico ed eroico evento un libro, difficile da trovare, dal titolo “Lero” (Società Editrice Tirrena – Livorno 1949).

L'ISOL~1

Ricordiamo che Mascherpa (Comandante di Lero che alla caduta di Rodi assunse d’iniziativa il Comando Militare Marittimo dell’Egeo) fu l’ultimo ad arrendersi dopo aver combattuto con i suoi uomini e con le truppe inglesi opponendo per quasi 69 giorni una eroica resistenza nei confronti dei reiterati attacchi germanici.
Fatto prigioniero fu rinchiuso inizialmente nel piccolo aeroporto di Zerocampo e successivamente, dopo una sosta ad Atene, fu deportato nel campo di concentramento di Schekken in Polonia dove era prigioniero anche l’Ammiraglio Campioni con cui dividerà sino alla fine la stessa sorte.

Isole Italiane nell'Egeo durante la 2^ Guerra Mondiale - copia - www.lavocedelmarinaio.com

Nel gennaio del 1944 i tedeschi portarono i due Ammiragli in Italia e li consegnarono al Governo della RSI.
Rinchiusi inizialmente nel carcere degli Scalzi a Verona, dove erano detenuti anche l’Ammiraglio Matteucci, il Contrammiraglio Zannoni, l’8 aprile 1944 furono tutti trasferiti nelle carceri di San Francesco a Parma per essere sottoposti a processo per tradimento.
 I processi si svolsero, nella sede della Corte d’Appello di Parma, presso il “tribunale speciale per la difesa della Patria” presieduto dal generale Griffini.
L’Ammiraglio Pellegrino Matteucci (Comandante della Piazza Marittima di Tolone), l’Ammiraglio Franco Zannoni (Comandante del Dipartimento Marittimo dell’Alto Adriatico con sede a Venezia) furono prosciolti dal tribunale speciale il 12 maggio 1944.
Il processo agli Ammiragli Campioni, Mascherpa ed in contumacia agli Ammiragli Leonardi e Pavesi iniziò alle 09.00 del 22 maggio 1944; i capi d’accusa erano i seguenti:

Inigo Campioni


Governatore del Dodecaneso, “avendo appreso dal giornale radio delle ore 20 la notizia dell’armistizio e successivamente alle 23 dello stesso giorno, avendo ricevuto l’ordine del comando supremo di – non ostacolare contatti o sbarchi anglo – americani e di opporsi alle violenze da qualunque parte fossero pervenute – , comunicò tale ordine ai comandi dipendenti dimostrando così di darvi la sua piena adesione e l’intenzione di volerlo eseguire, pur essendo palesemente criminoso e in contrasto alle leggi di marinaio e di uomo d’onore che gli imponevano, avendone i mezzi e la possibilità, di difendere i possedimenti affidati al suo comando ed evitare a qualunque costo che venissero distaccati dalla madre Patria come era nelle intenzioni del comando supremo”.



Luigi Mascherpa
Comandante dell’isola di Lero, “appresa la notizia dell’armistizio e ricevuto dall’ammiraglio Campioni l’ordine di immediata cessazione delle ostilità contro gli anglo – americani e la resistenza contro qualsiasi offesa da qualsiasi parte provenisse, supinamente lo accettava trasmettendolo ai reparti dipendenti, non opponendosi il 12 settembre allo sbarco degli inglesi, che occupavano l’isola, senza aver tentato una difesa qualsiasi e dimostrando in tale maniera la sua volontà piena e cosciente di essere solidale con i traditori del comando supremo”.

Priamo Riccardi
Comandante della Piazza Militare di Augusta, “per non essersi opposto nei giorni 9,10 e 12 luglio 1943, all’attacco anglo – americano come ne avrebbe avuto la possibilità e per essersi alla fine arreso senza aver fatto quanto imponevano il dovere e l’onore di marinaio e di soldato”.

Gino Pavesi
Comandante della Piazza Militare di Pantelleria, “quale comandante della base di Pantelleria, sottoposta agli attacchi aerei nemici all’inizio del giugno 1943, rappresentava, contrariamente al vero, che l’isola non era in condizioni di poter resistere, consigliando così la necessità di chiedere la resa, mentre la base ai suoi ordini era ancora efficiente e tale da poter opporre ben altra resistenza”.

Il processo farsa si svolge in un clima di illegalità ed intimidazioni e si concluse la stessa sera, dopo un dibattito puramente formale, con quattro condanne a morte per “aver leso gli interessi dello Stato”. Cadde l’accusa di tradimento cosa che evitò agli Ammiragli la condanna con fucilazione alla schiena.
 Alle 2,30 circa il cappellano delle carceri di Parma don Belletti fece comunicare agli Ammiragli, tramite don Paolo De Vicentiis, abate del monastero benedettino di San Giovanni, che la domanda di grazia era stata respinta. A Mascherpa venne anche negato di poter rivedere per l’ultima volta la moglie, che per tutto il processo era stata alloggiata in albergo poiché le donne non erano ammesse ad assistere, anche se parenti. Le scrisse la seguente lettera:

Frida mia,
sii forte e coraggiosa. Iddio ti proteggerà… Ti abbraccio con tutta l’anima e con te mia Madre, i miei fratelli, la nonna tutti. Prega per me nelle tue preghiere come io dall’alto, dove Dio vorrà mettermi, ti seguirò sempre. Ti lascio un nome intemerato che ha una sola colpa: avere amato la Patria! Addio, Frida mia, perdonami dei dolori – di tutti i dolori – che ti ho dato nella vita. Il Padre Abate De Vincentis mi ha assistito fino all’ultimo – ti dirà di me. Coraggio ancora, Frida mia: Iddio ti farà sopportare tutto… un ultimo bacio terreno dal tuo
Luigi



L’Ammiraglio Campioni, che non era sposato, scrisse la seguente lettera alla mamma e alle sorelle:
Sorelle mie sante! Sì veramente sante; ché altra parola non potrebbe meglio esprimere la bontà ed affettuosità infinita che sono racchiuse in voi; bontà ed affettuosità sorrette da una forza morale che è più che umana. Scosse, angosciate, quasi distrutte dal colpo crudele, tremendo ed inaspettato, avete trovato ancora in voi stesse l’energia e la forza fisica per correre su a Maderno nella speranza del tentativo estremo. Me lo ha detto stamani la consorte del compagno di sventura. Ma la pietra che ha cominciato a rotolare sulla china così ripida nulla potrà più fermarla. Nel dolore, nella sventura, assai più che nella tranquilla letizia si rivela l’essenza delle creature e voi, sorelle mie più adorate, siete sante, sante, sante.
La parola grazie è troppo infima cosa per dire quello che sento in me. Vi stringo sul cuore con una tenerezza ed un’adorazione che non hanno nome, e sempre con una serenità forte e sicura, che tutti quelli che ho dintorno potranno dirvi. 
E a te, Mamma cara, che mentre scrivo non sai ancora e sempre mi attendi, a te, che nemmeno per un attimo mi esci mai dal cuore e dalla mente, chiudo gli occhi, immagino di prendere il tuo capo fra le mani mie e coprirlo di baci riboccanti di tenera devozione di immensa adorazione.
 Perdonate tutto il male che vi ho dato e che ancora vi darò e grazie, grazie, grazie dell’unica cosa buona che al mondo esista, il bene che mi avete dato e voluto.”
Inigo
“Ore 4 del mattino. A te mamma, a te Vittorina ed Hilda l’ultimo bacio lunghissimo.”
Inigo



Poco prima delle 5, accompagnati dal Cappellano, vennero portati al poligono di tiro. Sono in abiti borghesi poiché gli fu rifiutata la richiesta di poter indossare la divisa. Il “Processo verbale di esecuzione di condanna alla pena di morte” annota che, davanti al plotone d’esecuzione, Inigo Campioni ha dichiarato: “Auguriamoci che questa nostra Italia ritorni unita e bella come prima. Viva l’Italia!”; i due condannati “hanno chiesto di stare in piedi e di non essere bendati, il che è stato loro consentito; il loro contegno è stato calmo e dignitoso”.

Agli Ammiragli Campioni e Mascherpa fu stata concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria con le seguenti motivazioni:

Contrammiraglio Luigi Mascherpa - www.lavocedelmarinaio.com

Ammiraglio di Squadra Inigo Campioni - www.lavocedelmarinaio.com
Quanto sopra mostra chiaramente che il regime fascista considerava gli Ammiragli italiani quali i principali responsabili della resa dell’8 settembre del 1943 e della sconfitta militare.



Veniamo ora alla richiesta del sig. Enrico Corti in merito ad un riconoscimento per il caro genitore.
Nella legge finanziaria del 2007 fu stabilito che qualora ad un civile/militare, fatto prigioniero di guerra e deportato in un campo di prigionia in Germania, fosse stato negato dai tedeschi lo status di prigioniero di guerra secondo la Convenzione di Ginevra del 27 luglio 1929, l’avente diritto oppure un parente poteva presentare istanza per il riconoscimento dello status di “prigioniero di guerra militare lavoratore coatto”, ai sensi dell’articolo 1, commi 1271 – 1276, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
Nel caso di riconoscimento del diritto lo Stato italiano concedeva ai cittadini deportati ed internati nei lager nazisti nell’ultimo conflitto mondiale la Medaglia d’Onore (benché solo a titolo onorifico/morale/simbolico).
Le istanze dovevano essere inviate al Comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per il coordinamento amministrativo – via della Mercede 9 – 00187 Roma.
Nell’istanza dovevano essere indicati il periodo ed il luogo dell’avvenuto internamento e allegare la fotocopia del documento d’identità del richiedente. Per la formulazione delle istanze di concessione delle medaglie d’onore da parte degli interessati l’apposita modulistica è ancora oggi scaricabile dal sito del Governo al seguente link:
http://www.governo.it/Presidenza/DICA/2_CONCERTAZIONE_AMMINISTRATIVA_MONITORAGGIO/comitato_imi.html
Infine, come previsto dalla normativa di riferimento, potevano essere inoltrate al Comitato anche le copie delle istanze già presentate all’OIM, purché dalle medesime fossero chiaramente individuabili data e luogo dell’avvenuto internamento.
Per valutare se è ancora possibile avanzare domanda suggerisco di contattare l’ANRP «Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione», ente morale ai sensi del D.P.R. 30 Maggio 1949 (G.U. n.181/1949). Anche sul sito di predetta Associazione si possono scaricare i moduli per avanzare domanda al seguente link:
http://www.anrp.it/associazione/_finanziaria_2007.htm.
La consegna delle medaglie avviene il 27 gennaio di ogni anno, in occasione della commemorazione della “Giornata della Memoria”.
Un interessante servizio televisivo sull’argomento è consultabile su YouTube all’indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=YriYa3dpo7g#t=12
Tra i molti video e libri sull’argomento segnalo quanto segue.
Il sito ufficiale dell’isola di Lero dedicato alla battaglia:
http://www.leros.org/lerostouristhttp/wwiileros_video_books.htm
Un video interessante per il contenuto di alcune fotografie storiche sul sito:
https://www.youtube.com/watch?v=QZSDtGVjxXw
Un libro scritto nel 1978 da Domenico Pischedda intitolato “Guerra in Egeo (1940-1945) – Un marinaio racconta…” edito dalla Casa editrice Antonio Lalli Editore (di difficile reperibilità).
Il libro “La storia di Leros, l’isola dimenticata” di Andrea Villa Casa editrice EURILINK link:
https://www.limoney.it/projects/7-la-storia-di-leros-l-isola-dimenticata-andrea-villa

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Estratto della Legge pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 27 dicembre 2006, n. 299, S.O. (Legge Finanziaria 2007)
…..omissis……..
Articolo 1
…..omissis……..

1271. La Repubblica italiana riconosce a titolo di risarcimento soprattutto morale il sacrificio dei propri cittadini deportati ed internati nei lager nazisti nell’ultimo conflitto mondiale.
1272. È autorizzata la concessione di una medaglia d’onore ai cittadini italiani militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, ai quali, se militari, è stato negato lo status di prigionieri di guerra, secondo la Convenzione relativa al trattamento dei prigionieri di guerra fatta a Ginevra il 27 luglio 1929 dall’allora governo nazista, e ai familiari dei deceduti, che abbiano titolo per presentare l’istanza di riconoscimento dello status di lavoratore coatto.
1273. Le domande di riconoscimento dello status di lavoratore coatto, eventualmente già presentate dagli interessati alla Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), sono riconosciute valide a tutti gli effetti della presente legge. A tal fine l’OIM, tramite la sua missione di Roma, trasmette al comitato di cui al comma 1274 le istanze di riconoscimento sinora pervenute in uno alla documentazione eventualmente allegata.
1274. È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un comitato, presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri o da un suo delegato, costituito da un rappresentante dei Ministeri della difesa, degli affari esteri, dell’interno e dell’economia e delle finanze, nominati dai rispettivi Ministri, nonché da un rappresentante dell’Associazione nazionale reduci dalla prigionia, dall’internamento e dalla guerra di liberazione (ANRP) e da un rappresentante dell’Associazione nazionale ex internati (ANEI), nonché da un rappresentante dell’OIM.
1275. Il comitato provvede alla individuazione degli aventi diritto.
1276. All’onere complessivo di 250.000 euro derivante dall’attuazione del presente articolo, ivi comprese le spese per il funzionamento del comitato di cui al comma 1274, stabilite in euro 50.000 per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, si provvede mediante l’utilizzazione di quota parte degli importi del fondo di cui al comma 343 dell’articolo 1 e della legge 23 dicembre 2005, n. 266.
…..omissis……..

La storia e la banca della memoria per non dimenticare mai, continua.
Grazie alle ricerche e agli sforzi comuni siamo riusciti a far dare i giusti riconoscimenti a chi di dovere proprio come è accaduto ultimamente con Emanuele Di Candia (digita il suo nome per comprendere la sua storia e i nostri sforzi).
Grazie a tutti voi che avete letto fino in fondo e compreso che con la buona volontà si può raggiungere qualsiasi traguardo, soprattutto se si parla di Eroi …

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