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Gino Birindelli quel toscanaccio di un Marinaio (19.1.1911 – 2.8.2008)

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Quest’articolo è dedicato, a otto anni della sua dipartita, a colui che verrà ricordato dagli equipaggi per aver difeso, in ogni occasione, il personale della Marina Militare. Racconteremo ai posteri di quando, nel 1970, in qualità di Comandante in Capo della Squadra, in occasione della visita a bordo di Nave Garibaldi dei parlamentari dell’allora Commissione Difesa, dopo averli ricevuti con i dovuti onori li suddividesti per le varie navi (alla fonda nel porto di Cagliari) impartendo l’ordine ai Comandanti di tenerli prevalentemente nei locali macchine e caldaie.
Oggi carissimo Ammiraglio di una volta e signore dei mari  ,a così breve distanza dalla tua ultima missione, le “pagine ufficiali” si sono già dimenticate di te…forse da toscanaccio come eri dicevi le verità in faccia e non eri gradito. Non hanno avuto mai il coraggio di dedicarti una nave (ai tuoi amici tutti lo hanno fatto) ma solo una misera targhetta in un luogo nascosto ai più…
Del resto Qualcuno disse: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua” (Matteo 13,54-58)

La vedova Birindelli all'inaugurazione della sala dedicata a CINCNAV a Gino - www.lavocedelmarinaio.com
Questi “…signori” dopo quattro ore di navigazione con mare forza 2/3 furono riportati su nave Garibaldi per la conferenza stampa di rito. All’arrivo dell’Ammiraglio Birindelli si inalberarono tutti per il trattamento ricevuto. L’Ammiraglio, di rimando, rispose: “queste sono le migliori condizioni in cui voi Parlamentari fate vivere i Militari in particolare i Marinai.” Da quel momento ci furono una serie di adeguamenti economici e, soprattutto, il riconoscimento di un lavoro particolare a cui bisognava e bisogna riconoscere un trattamento diverso dai pubblici dipendenti (…intelligenti pauca!).

GINO BIRINDELLI
Gino Birindelli (www.lavocedelmarinaio.com)
Nasce a Pescia (Pistoia) il 19 gennaio 1911. Nel 1925, appena quattordicenne, lascia il Collegio degli Scolopi di Firenze ed entra nella Regia Accademia Navale di Livorno, da cui esce con il grado di Guardiamarina del Corpo di Stato Maggiore nel 1930. Inizia così una lunga e brillante carriera che lo porta ad essere imbarcato su varie unità di superficie e sommergibili della Regia Marina, tra cui si ricordano l’incrociatore “Ancona”, la corazzata “Andrea Doria”, i cacciatorpedinieri “Quintino Sella”, “Confienza”, “Monzambano” e “Giovanni Nicotera” e i sommergibili “Santarosa”, “Naiade”, “Foca” e “Domenico Millelire”. Promosso Sottotenente di Vascello nel 1931 e Tenente di Vascello nel 1935 assunse successivamente, nel 1939, il comando dei sommergibili “Dessié” prima e “Rubino” poi. L’intensa attività conseguente ai propri impegni marinari non gli impedisce di dedicarsi comunque allo studio: nel 1937, infatti, si laurea in Ingegneria Civile presso l’Università di Pisa. Nel settembre 1939 viene destinato a La Spezia alla Squadriglia MAS per iniziare l’addestramento sui mezzi d’assalto insieme ad altri famosi personaggi quali Teseo Tesei, Elios Toschi e Luigi Durand de la Penne, tanto per citarne alcuni. Inizia così a manifestarsi quella tempra eccezionale di uomo e combattente che lo ha contraddistinto per l’intero arco della sua vita fino a fargli assumere i contorni dell’eroe. L’intensa attività portata avanti alla Bocca del Serchio, luogo deputato a tale tipo di operazioni, gli causa anche problemi fisici: l’ossiggeno dei respiratori gli brucia infatti un polmone nel corso degli allenamenti, ragion per cui viene ricoverato nell’ospedale di Massa, da dove peraltro scappa per rientrare subito a Bocca del Serchio, riuscendo a convincere il Comandante, Ajmone di Savoia, a mantenerlo in servizio. Prende parte attivamente alla prima spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Alessandria (Operazione G.A.B1) nella quale viene decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare “sul campo” per il comportamento dimostrato a bordo del sommergibile “Iride” sottoposto ad attacco aereo nel Golfo di Bomba.
Nell’occasione si tuffava per cinque volte consecutive per portare in salvo un marinaio di leva dell’equipaggio del sommergibile intrappolato nel battello in fase di affondamento. Rientrato in Patria prende parte alla prima e alla seconda spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Gibilterra (Operazioni B.G. 1 e B.G. 2); nel corso della seconda spedizione, a causa dell’avaria al proprio mezzo, è costretto ad affondarlo, venendo successivamente catturato e fatto prigioniero dagli inglesi. Per questa azione viene decorato Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nei venti mesi successivi rimane prigioniero negli ospedali inglesi ed americani finché, alla fine del 1943, dopo l’armistizio, il Governo Italiano di Badoglio lo fa rimpatriare.
Birindelli Gino Ammiraglio e Signore dei mari - www.lavocedelmarinaio.comNel 1944 viene promosso Capitano di Fregata ed assume l’incarico di Sottocapo di Stato Maggiore dell’Ispettorato Generale MAS, partecipando alla Guerra di Liberazione con mezzi di superficie lungo le coste albanesi ed jugoslave. Le proprie condizioni di salute, però, lo costringono nuovamente ad un lungo ricovero in ospedale. Al termine delle ostilità assume il Comando del Battaglione San Marco e, successivamente, gli viene assegnato l’incarico di Comandante in Seconda della corazzata “Italia”, durante il periodo di internamento ai Laghi Amari in Egitto. Successivamente viene assegnato al Centro Subacquei, gruppo composto per la massima parte da sommozzatori già facenti parte dei mezzi d’assalto, con l’incarico di procedere allo sminamento dell’Alto Adriatico. Proseguendo in carriera frequenta l’Istituto di Guerra Marittima e successivamente assume il Comando prima della 3^ Squadriglia Corvette poi della 3^ Squadriglia Torpediniere. Promosso Capitano di Vascello nel 1952 assume incarichi prestigiosi, tra i quali si ricordano il Comando del Centro Subacquei ed Incursori del Varignano a La Spezia ed il Comando dell’incrociatore Raimondo Montecuccoli con il quale, dal settembre 1956 al marzo 1957, effettua una crociera di circumnavigazione del globo che lo porta a toccare 34 porti di quattro continenti. Viene promosso Contrammiraglio nel 1959, nel cui grado viene prima destinato presso il Centro Alti Studi Militari, assumendo poi nel tempo gli incarichi di Capo di Stato Maggiore Aggiunto del Comando della Squadra Navale e di rappresentante del Comando delle Forze Alleate del Mediterraneo presso il Comando delle Forze Aeree Terrestri del Sud Europa, venendo infine destinato presso lo Stato Maggiore della Difesa. Nel 1962 viene promosso Ammiraglio di Divisione, nel cui grado comanda la 1^ Divisione Navale, nel 1966, promosso Ammiraglio di Squadra, viene chiamato a ricoprire i prestigiosi incarichi di Direttore Generale del Personale della Marina, di Comandante in Capo della Squadra Navale ed infine di Comandante Navale Alleato del Sud Europa, prima a Malta e poi a Napoli. Viene eletto Deputato al Parlamento nella VI Legislatura, dal 1972 al 1976, ed il 15 dicembre 1973 si congeda dalla Marina, circondato dall’affetto e dall’ammirazione di tanta gente, ma soprattutto di coloro, in Marina, per i quali si è sempre battuto. Gli vengono attribuiti riconoscimenti prestigiosi tra i quali, recentemente, l’intitolazione alla sua persona di un padiglione al Museo di Eden Camp, in Inghilterra, ove è posto un esemplare di “Siluro a lenta corsa”, quel maiale con il quale aveva tanto combattuto e tanto si era distinto proprio contro gli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale. E’ Morto al policlinico militare del Celio, a  Roma, il 2 agosto 2008. I funerali si sono svolti, presso la caserma Grazioli Lante, il  5 agosto 2008.

Lungo fiume Gino Birindelli a Pescia - www.lavocedelmarinaio.com

ONORIFICENZE
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al “Merito della Repubblica Italiana”;
Medaglia d’Oro al Valor Militare;
Medaglia d’Argento al Valor Militare;
Croce al merito di Guerra;
Campagna di Guerra 1940-44 e 1945;
Medaglia Commemorativa per i volontari della seconda guerra mondiale;
Nastrino di Guerra 1940/43 con numero uno stelletta;
Nastrino di Guerra 1943/45 con numero due stellette;
Ufficiale dell’Ordine della “Corona d’Italia”;
Medaglia Mauriziana al “Merito di dieci lustri di carriera militare”;
Medaglia d’Oro per “Lunga Navigazione nella Marina Militare” (20 anni);
Croce d’Oro con stelletta per “Anzianità di servizio” (40 anni);
Commandeur dell’Ordine di Dannebrog conferitagli da S.M. il Re di Danimarca;
Distintivo per il personale dei Reparti d’Assalto;
Distintivo d’Onore per il personale già destinato presso COMSUBIN;
Distintivo d’onore di ferito in Guerra.

IL SUO TESTAMENTO SPIRITUALE

Il giorno dei funerali di Gino Birindelli - www.lavocedelmarinaio.comPrima e più che da un volo in altri cieli. L’immortalità dell’anima è costituita dalla risonanza che, a somiglianza delle onde create dalla pietra gettata nell’acqua ferma del lago, “l’elevato sentire” genera e che, a differenza di quelle, dura sempre. A me che fui il primo diretto comandante di quel pugno di uomini, e che presi parte alle tante discussioni, non risulta difficile indicarne i punti salienti:
– Lo scopo della vita è creare, fare, dare. L’azione è gioia dello spirito.

– Non chiedere mai alcunché ad alcuno se non a te stesso. Chiedi al tuo Dio solo e sempre la forza di “non chiedere”, ma ringrazialo continuamente per ciò che sei stato capace di fare.

– La forza più grande dell’uomo è la volontà, quella che permette di “strappare le stelle dal cielo”, di porre “il cielo come solo limite alle proprie capacità ed aspirazioni”, quella che spinge l’handicappato a cimentarsi nell’agone sportivo, a rendersi autosufficiente con il lavoro.

– Assisiti senza fine chi si impegna con perseverante sacrificio all’elevazione materiale e spirituale propria ed altrui. Ogni atto di solidarietà che proponi sia, prima di tutto ed in buona misura, a tuo carico.

-Una più grande Famiglia donataci da Dio. Questa è la patria e ad essa – come tale – si devono dedizione e devozione assolute.

– La Civiltà è il rispetto si se stessi, degli altri, delle altrui opinioni. La Cultura ha lo scopo precipuo di incrementare il grado di Civiltà degli individui.

– La Libertà e la Pace sono – solo e sempre – il prodotto dell’impegno duro, indefesso, doloroso degli uomini di buona volontà. La costruzione umana su cui si poggia la Pace ha, come chiave di volta, la Giustizia; quella su cui poggia la Libertà ha il Coraggio.

– Il coraggio vero, quello che conta, è il Coraggio Morale. Esso deriva dall’onestà, dal senso del dovere, dall’impegno con se stesso a tutelare i diritti umani di tutti.

– La forza dell’Amore è immensa ed immensamente benefica se ogni suo atto è ispirato e strettamente legato al rispetto della Legge degli uomini onde esso non degeneri in mollezza o, addirittura, in acquiescenza alla sua violazione. Tutto ciò  che, nell’empito di Amore, viene dato a qualcuno in termini di tolleranza o perdono è, infatti, sottratto surrettiziamente e definitivamente alla cogenza della norma su cui si basa l’ordinata convivenza della società civile.

– “In medio stat virtus” è saggia norma di vita ma la realizzazione della  “medianità virtuosa” si deve ottenere solo e sempre attraverso la pratica del precetto si-si/no-no, del confronto con l’opposto, della competizione, mai con il compromesso. La competizione leale consente infatti di evitare lo scontro crudele; impedisce che la Pace degradi nel nirvana.

Solo là dove ogni atto è ispirato a vivo senso di responsabilità ci può essere ordine e democrazia.

Ma quando sarà dedicata una nave a Gino Birindelli?
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Ezio Pancrazio  Vinciguerra (www.lavocedelmarinaio.com)Mi sono sempre chiesto e chiedo anche a Voi che leggete: perché a Gino Birindelli non è stata mai dedicata una nave della flotta della nostra Marina Militare?
Chissà se risponderete e, soprattutto, se risponderanno i responsabili dello Stato Maggiore Marina a questo quesito…

A molti di noi marinai piacerebbe leggere il nome “Birindelli” sul fianco della nave, Lui è fra i Marinai leggendari che non può e non deve essere sottaciuto per le sue eroiche imprese, per l’intensa attività svolta, per la  volontà, per la dedizione e l’attaccamento alla Patria (anche dopo la sua collocazione a riposo) e non per ultimo per la ricostruzione della Marina stessa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Fregata-FREMMMolti altri eroi Marinai (pluridecorati e non) sono stati onorati con la titolazione della  nave per esempio Luigi Rizzo con una fregata rimasta storica per essere stata la prima ad imbarcare un nucleo elicotteri e quindi dando la nascita all’aviazione di marina e gli stessi  Durand de la Penne, Mimbelli, Martellotta, Rossetti e Paolucci hanno avuto titolato unità navali che riportano rispettivamente i loro nomi. Nave Birindelli perché no?

A Gino Birindelli - Ezio Pancrazio Vinciguerra per www.lavocedelmarinaio.com


A proposito di Gino Birindelli

di Claudio53 e Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

…riceviamo e pubblichiamo. Se avete cose da aggiungere noi, per adesso, siamo qui.

Nulla da dire sull’Ufficiale di Marina e sull’Eroe ma dobbiamo evidenziare che sicuramente era un uomo con un carattere difficile, toscanaccio ed irruento, sulla cui carriera finale – nonostante i meriti di Guerra – ha influito il caso sollevato dal governo maltese quando lo dichiarò “persona non gradita” a seguito della sua nomina a COMNAVSOUTH (il Comando fu successivamente spostato da Malta a Napoli).

Se si tiene conto che erano gli anni 70 periodo delle stragi, del terrorismo ovvero anni drammatici, appare evidente che all’epoca il personaggio fosse scomodo, non tanto per i militari quanto per i politici (anche del suo stesso partito, il M.S.I., che lasciò dopo circa due anni dopo aver ricoperto la carica di Presidente). Peraltro la sua appartenenza alla P2 (da lui stesso confermata) complicò notevolmente le cose.

Per quanto riguarda l’episodio del febbraio 1970 con cui denunciò lo stato di malessere della Marina ritengo utile, senza togliere nulla alla sua meritoria azione, ricordare che gli aumenti furono opera “diplomatica” dell’Ammiraglio Spigai, Capo di Stato Maggiore della Marina, a cui le esternazioni di Birindelli furono sicuramente utili. Visto che ho citato Spigai evidenzio anche che fu lui ad iniziare a parlare e scrivere della necessità di una legge navale, poi continuò Rosselli Lorenzini ma fu l’abilità dall’Ammiraglio Gino De Giorgi a dare i risultati sperati con la pubblicazione anche del famoso “Libro Bianco”.

Comunque i tempi sono cambiati e forse dare il suo nome ad una futura nave non sarebbe cosa impossibile.

Distinti saluti

Claudio53


Buongiorno Claudio53, grazie per questa sua disamina come dire pacata e allo stesso tempo molto esaustiva.

Col suo consenso la pubblicherei a forma di articolo per spronare tutti i Marinai a quell’unità, tanto evocata quanto vituperata, che può sensibilizzare gli attuali vertici della Marina, in particolare dell’ammiraglio De Giorgi figlio, in vista di quelle prospettive e orientamenti di massima della nostra amata Forza Armata. Se buon sangue non mente (ma è un banale modo di dire) l’attuale Capo di adesso e speriamo il prossimo (profondo conoscitore dei meandri dai tempi di Ulisse) possono raddrizzare la rotta lievemente sotto l’allineamento.
Concordo con Lei che i tempi erano altri (’70 e 80) e qualche volta il politico di turno nazionale è stato anche lungimirante.
Nelle “scelte” che per noi Marinai e Militi sono tradotti in “ordini” (giuste o sbagliate dei politici e anche degli alti consiglieri al comando) siamo esecutori e parzialmente responsabili mentre i mandanti risponderanno alla loro coscienza (Dio) e anche ai posteri (Cesare).
Per questo reitero e ribadisco quell’unità (oggi forse più allargata…).
“Soli si perde”
Questa è la storia di quattro persone chiamate Ognuno, Qualcuno, Chiunque e Nessuno (proprio come le FF.AA.).
C’era un importante lavoro da fare e OGNUNO era sicuro che QUALCUNO l’avrebbe fatto!
CHIUNQUE avrebbe potuto farlo ma NESSUNO lo fece.
Qualcuno si arrabbiò perché era compito di OGNUNO.
OGNUNO pensò che CHIUNQUE poteva farlo.
Andò a finire che OGNUNO incolpò QUALCUNO quando NESSUNO fece ciò che CHIUNQUE avrebbe potuto fare.

Ergo, il tiro al piccione agli ammiragli, alle carriere, ai 2 marò, ai combattenti visibili ed invisibili, ecc. ecc. che hanno eseguito ma non sono mai stati giustiziati (colpevoli o innocenti) da qualcuno preposto alla giustizia ma dai media, da noi …non proprio come la Sua divina storia che fu invece lapidato dai cattivi “Consigliori” che non erano neanche al Potere.
LA FORZA E’ NEL GRUPPO (che non è un opuscolo di testo del compianto ammiraglio Mario Lucidi o edito per gli istituti di formazione) E UN POPOLO CHE NON ARROSSISCE ALLA VERGOGNA E’ DESTINATO A SOCCOMBERE.
Mi perdoni se inconsapevolmente lo abbia turbato ma è il mio modus vivendi.
P.s. Non mi risulta che ci sia stata una “Norimberga italiana” e neanche processi che abbiano stabilito almeno la verità processuale in chi, consapevolmente o inconsapevolmente, ha sbagliato dal 9 settembre 1943 ad oggi (eccezion fatta per Bettino Craxi).
Sono certo che comprenderà lo sfogo di questo suo subalterno che ancora oggi si ostina a credere in Patria e Onore e che è convinto che bisognerebbe invece Giurare, con le medesime modalità, per l’Europa prima (ma non c’è ancora un esercito europeo) e forse, ancor prima e di più per la NATO … a tutti coloro che decidono di intraprendere questa navigazione.
Un abbraccio grande come il mare e il cuore dei Marinai dentro…
Ezio

Buongiorno sig. Ezio, puoi pubblicare tutto quello che vuoi nella forma da te ritenuta più utile. Non vorrei passare per estremo difensore della categoria degli Ammiragli ma i coloro che hanno caratteri difficili o le mele marce (o le pecore nere) si trovano a tutti i livelli.
La stragrande maggioranza dei marinai è sempre stata corretta e disciplinata, senza che questo vuol dire subire passivamente.
Claudio53

124 commenti

  • A.N.M.I. Pescia

    Siamo felici di portare bei ricordi i e grazie per il piccolo racconto di vita vissuta.
    Alle prossime e saluti

  • Giuseppe Sciuto

    Io amo la Marina Militare Italiana …e mi rendo conto che io li potevo andare…gli altri corpi belli stupendi…ma la Marina Militare Italiana e’ un altra cosa…per favore non ribbatete..Non dite…la verità e’ solo di chi e’ stato in Marina….Grazie Mamma Marina…Grazie a tutte quelle splendide persone che ho conosciuto…uomini di uno spessore unico…essere Marinai e’ veramente una cosa unica che ti porti per sempre…sarà il Mare???

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Giuseppe sei un grande. Un abbraccio grande come il mare ed il cuore dei marinai di una volta.

  • Egidio Alberti

    Grande uomo, grande marinaio. Ero insegnante di artiglieria a Marcentart l’ anno del famoso discorso ai parlamentari a Cagliari,ricordo come se fosse oggi il sentimento di orgoglio che provammo tutti noi giovani ufficiali.

  • Carlo Mocci

    Ero imbarcato sul Montecuccoli, come Allievo MC di 2° Classe, poi passato S.Capo, durante la crociera intorno al mondo del 56/57 e al cui Comando c’era Gino Birindelli. Da quella volta, è diventato il mio Idolo. Ancora adesso, quando ne sento parlare o vedo qualcosa di Lui, mi assale la commozione. Diversi anni fa scrissi al P.N. dell’ANMI, Pagnottella, come mai non c’erano in Marina Navi dedicate a Birindelli e….neanche Navi chiamate Montecuccoli. Pagnottella mi rispose. con parole di circostanza, elogiando Birindelli e niente più ! Capii perfettamente come la pensavano su queel’EROE che tanto lustro ha dato alla Marina ! Saluti,Carlo Mocci. S.Capo MC Corso 54/56

  • giuseppe

    Ciao Ezio – riferimento al post di Claudio 53 riguardo l’Amm. Birindelli
    quando scrive :l’incidente diplomatico creato quando fù nominato COMNAVSOUTH a seguito del quale il Governatore Maltese lo dichiarò “Persona non gradita”- direi creato non dall,ammiraglio Birindelli ma dall’Architetto “Dom Mintof” Neo eletto Governatore dell’isola.
    Così scriveva l’Eroe Gino nel Suo libro “Vita da Marinaio: la più potente alleanza che la storia ricordi prendeva un calcio in faccia dal primo venuto e, senza preoccuparsi nè di salvaguardare il prestigio delle istituzioni e degli uomini, si dichiarava praticamente pronta a fare ciò che quel tizio chiedeva, anzi imponeva.Quello che si svolse nella settimana successiva fù talmente squallido che tutti erano così pronti a calarsi le brache che meglio è ,specie per gli Italiani non parlarne.I Capi italiani si dimostrarono del tutto disposti a far defenestrare un Ammiraglio a 4 stelle,una medaglia d’oro et ecc. e tutto senza avere il coraggio morale di chiamarlo , per dirgli come e dove e perchè avrebbe sbagliato ed osare guardarlo negli occhi.Nel miglior stile pretesco essi si apprestavano a sostituirmi e l’avrebbero fatto se non fossero stati due ufficiali americani,il Generale Goodpaster Com.te Supremo forze alleate in europa e l’Amm.Rivero Com.te in Capo regione Sudad opporsi dichiarando la loro piena fiducia al MARINAIO GINO.Conclude: solo quando l’Architetto Mintof aveva ottenuto quanto richiesto – la Presidenza del Consiglio scrisse in un dispaccio al Ministero della Difesa e degli affari Esteri che nelle trattative col governo maltese doveva essere curato che venisse data la giusta riparazione morale al’Ammiraglio Birindelli. COSA CHE MAI E’ AVVENUTA.Ben venga una nave che porti il nome di Birindelli – oggi come mai – abbiamo bisogno di Uomini come Lui.
    Un fraterno saluto a Te e agli Amici del Blog.

  • Carlo Mocci

    Com’è che il mio scritto è in attesa di “moderazione” dalle 14,32, era forse smoderato, esagerato ?…..Mah !

  • Antonio Livrea

    Magnifica riconoscenza ed indimenticabile persona, manca a me ma penso un po’ a tutti

  • Alberto Fiorentino

    Leggere le prime righe dell’articolo (difesa dei Marinai) ed associare la foto con un ex-ministro della Difesa che non mi sembra abbia brillato in tal senso nel caso dei Maro’ non rende onore alla memoria’Ammiraglio Birindelli.

  • Alessio Torretta

    Proprio come ha fatto un nostro recente Ministro della Difesa….che evidentemente convinto di avere alle sue dipendenze un esercito di Paperoni non ci ha pensato due volte ad allinearsi senza nessun problema al blocco dei trattamenti economici ormai in vigore dal 2011.
    Qualcuno gli avrà fatto notare che il solo Municipio di Roma ha 60.000 dipendenti a libro paga a fronte di circa 210.000 per tutto il comparto FF.AA???
    …..ma del resto….e’ proprio per questo che persone
    come l’Ammiraglio Birindelli sono state definitivamente consegnate alla storia….

  • Antonella Maria Cavo

    Il testamento spirituale di un uomo di mare: niente di più concreto e altruistico. L’ho provato con ciò che mi ha lasciato impresso nel cuore e nella mente mio padre: figlio di guardiamarina nella Regia Marina e poi imbarcato egli stesso su Vespucci e Montecuccoli. Anche lui decorato con due Croci di guerra di cui una x aver salvato un compagno caduto in mare, tuffandosi dal Montecuccoli in navigazione

  • Antonio Rubicondo

    Ho letto con particolare attenzione la tua disamina. Onore al merito ed ai grandi Uomini….. Con l’occasione un saluto caro Ezio

  • Claudio53

    Prendo atto da quanto scritto da Giuseppe. Ho proposto ad Ezio alcuni modifiche a quanto scritto a suo tempo

  • Francesco Montanariello

    Un Grande Uomo, un Grande Marinaio e un Grande Ammiraglio. Ho avuto l’onore di conscerlo questo Grande Uomo.-

  • Brino Massini

    …un “GRANDE”!!!. non se ne trovano più così. …ormai solo quaquaraqua!!!

  • Gabriele Fappiano

    Un grande esempio per tutti noi marinai ma un grande uomo davanti al quale possono solo vergognarsi tanti carrierist. Onore!

  • EZIO VINCIGUERRA

    Grazie per la condivisione d’affetto all’Eroe Birindelli e un abbraccio grande come il mare ed il cuore dei Marinai di una volta.

  • Eugenio Marantonio

    Uomini di mare come lui non se ne trovano più.
    Onore e gloria al grandissimo AMMIRAGLIO.
    RIP

  • Settimo Sanna Cappai

    Eccellente Uomo, Marinaio, Comandante ed Ammiraglio, che gli “FUMAVANO LE PALLE ” (chiedo venia, per la mia espressione da selvaggio).

  • Egidio Alberti

    Grande uomo, grande marinaio. Ero insegnante di artiglieria a Marcentart l’ anno del famoso discorso ai parlamentari a Cagliari, ricordo come se fosse oggi il sentimento di orgoglio che provammo tutti noi giovani Ufficiali.

  • Ezio VINCIGUERRA

    Ciao Antonio Rubicondo grazie ti/vi ricordo come l’immensità del mare (in modo particolare quando facevate parte del Migliore/Luigi Zeppieri team).   t,v,b.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Grazie per l’affetto al nostro Eroe e per il contributo visivo. Veramente emozionate carissimo Luca Piras

  • Giorgio Sornicola

    onore all’Ammiraglio Birindelli e disonore per quei due personaggi in foto

  • Mario D'Amico

    Con tutto rispetto,ma probabilmente a causa del suo ruolo nel tentar,colpo di stato,P2,ecc.

  • Stella Pasquale

    EZIO CHE DIRE ,PAPA’ ME NE PARLAVA SPESSO , CHE ..DIRE DUE GRANDI UONMINI ,,,,,

  • Umberto Falcone

    Peccato che uomini come lui, c’è nè sono pochissimi, un grande uomo ed un eterno marinaio. Sempre nei cuori di chi l’ha conosciuto, apprezzato, ammirato ed amato. R.I.P.W LA MARINA MILITARE.

  • Domenico Calefato

    …..ho avuto l’onore di conoscere anche se indirettamente , quando servivo la Marina come ufficiale , ed ammirare la su grandezza.

  • Domenico Calefato

    Amava la Marina ed era amato da tutti coloro che l’hanno conosciuto. Ancora oggi ricordo il discorso come Com:te Cincnav a Cagliari sulla nave ammiraglia inerente alle condizioni del personale imbarcato ……che genero’ un vero terremoto ai vertici della Marina e del governo: Lo Stato Maggiore ed il ministero ne presero atto con la conseguente sistemazione……Purtroppo uomini coraggiosi come l’Ammiraglio M.O.V.M.Gino Birindelli difficilmente se ne trovano……..Onori a Lui.

  • Ezio Ghidini Citro

    UN GRANDE AMMIRAGLIO CHE AMAVA LA SUA PATRIA E I SUOI MARINAI.UN ESEMPIO DI FEDELTA’.

  • Pino Scopelliti

    ONORE A UN GRANDE AMMIRAGLIO CHE AMAVA L’ITALIA E I SUOI MARINAI . IO L’HO CONOSCIUTO ALL’ARSENALE MILITARE MENTRE FACEVA UN GESTO DEGNO DI UN COMANDANTE. DIFENDEVA UN SUO MARINAIO DA UNO STATO DI INETTI. ALLA PORTA DELL’ARSENALE.

  • Gennaro Raffaele Valentini

    Unico, nessuno gli si avvicina , riferimento sempre vivo per gli attuali che non sono degni di lucidargli le scarpe! Meglio non aggiungere altro !

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