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Capitano di Fregata Stefano Pugliese (Catanzaro 12.4.1901 – Cirò 22.8.1978)

a cura Filippo Bassanelli

BANCA DELLA MEMORIA

Filippo Bassanelli per www.lavocedeòmarinaio.comStefano Pugliese è nato a Catanzaro il 12 aprile 1901. Allievo dell’Accademia Navale di Livorno dal settembre 1915, nel luglio 1920 conseguì la nomina a Guardiamarina, imbarcando su unità della Squadra Navale dove assolse vari incarichi e partecipò a lunghe crociere addestrative all’estero. Dopo aver conseguito il brevetto D.T. (Direttore del Tiro), ebbe imbarchi su navi da battaglia e nel febbraio 1934 ebbe, per 15 mesi, il comando del sommergibile Nereide. Promosso Capitano di Corvetta nel dicembre dello stesso anno, imbarcò sull’incrociatore Pola con l’incarico di 1° Direttore del Tiro. In seguito ebbe il comando del sommergibile Balilla sul quale partecipò ad alcune missioni speciali durante la guerra civile spagnola. Promosso Capitano di Fregata nel gennaio 1939, nel maggio successivo ebbe l’incarico di Comandante in seconda sull’incrociatore Giuseppe Garibaldi, rimanendovi fino al novembre 1940, allorché assunse il comando dell’incrociatore San Giorgio, impegnato nella difesa antinave e contraerea della rada di Tobruk. Il 22 gennaio 1941, delineandosi l’imminente caduta in mani nemiche della Base Navale di Tobruk, sosteneva ferma e valorosa azione di comando, intervenendo efficacemente in funzione antiaerea e battendo obiettivi terrestri e, ricevutone l’ordine, ordinò l’autoaffondamento dell’unità al suo comando la cui bandiera fu, in seguito, insignita di Medaglia d’Oro al Valor Militare… ma il suo cannone continuava a sparare sempre!
Regia nave San Giorgio - www.lavocedelmarinaio.comTratto prigioniero e rimpatriato al termine del conflitto nel grado di Capitano di Vascello – che aveva ottenuto nel dicembre 1942 – ebbe vari incarichi tra i quali quello di Capo di Stato Maggiore della 5a Divisione Navale, il comando dell’incrociatore Montecuccoli e quello del Deposito C.E.M.M. di Taranto. Promosso Contrammiraglio nel gennaio 1950, Ammiraglio di Divisione nel marzo 1954 e Ammiraglio di Squadra nel dicembre 1957, resse, in questi gradi, il comando D.A.T. Marina, il Comando Autonomo M.M. della Sicilia e quello della 2a Divisione Navale. Destinato al Ministero Marina con l’incarico di Direttore Generale per il personale del C.E.M.M., nell’ottobre 1959 ebbe il comando del Dipartimento M.M. dello Ionio e del Canale d’Otranto ed il 30 novembre 1962 assunse il comando NATO dell’Area del Mediterraneo Centrale con sede a Napoli. Il 13 aprile 1964 venne posto in ausiliaria per limiti d’età. Mori a Cirò (Catanzaro) il 22 agosto 1978.

Stefano Pugliese Capitano di Fregata - www.lavocedelmarinaio.com
Medaglia d’Oro al Valor Militare (*)
Comandante di incrociatore corazzato di tipo antiquato, assegnato alla difesa fissa antinave e contraerea di Piazzaforte Marittima oltremare, continuamente sottoposta all’offesa aerea delle vicine basi dell’avversario, sosteneva con incrollabile fermezza e valorosa azione di comando l’ardua missione. Investita la Piazzaforte da forze soverchianti, interveniva efficacemente anche contro obiettivi terrestri e, ricevuto l’ordine, faceva abbandonare ordinatamente la nave dopo averne predisposto la distruzione. Tornato a bordo con pochi animosi, nell’imminenza dell’invasione della località, per accertare ed accelerare la combustione delle micce di accensione, pur avendo constatato che l’incendio sviluppatosi presso il deposito munizioni centrale ne rendeva imminente la deflagrazione, con eroica perseveranza assicurava l’innescamento degli altri depositi per rendere totale la distruzione della nave finché, sorpreso dalla sopravvenuta deflagrazione dava, nella tormentosa situazione creata da successive esplosioni e dalla nafta incendiata, prove mirabili di serenità e di forza d’animo.
Tobruk, 26 novembre 1940 – 22 gennaio 1941.

(*) La motivazione della M.O.V.M. suona esattamente come se fosse stata concessa alla Memoria e Stefano Pugliese fosse caduto nella deflagrazione della sua nave. In realtà si trattò di un curioso equivoco, in quanto il comandante del San Giorgio si era salvato ed al momento della decorazione si trovava prigioniero nel campo di concentramento di Yol, in India. Egli, all’oscuro delle notizie che giungevano dalla patria, ignorò di essere stato decorato fino a quando non fu informato dai nuovi prigionieri, mentre in Italia si credette che fosse morto.
La targa di bronzo raffigurante San Giorgio che uccide il drago fu saldata ed esposta nel cannone 53 del D562 della nuova nave consegnata alla Marina nel 1955.
Il campo di Yol ebbe il singolare privilegio di custodire il fior fiore dei decorati italiani di Medaglia d’Oro. Insieme a Pugliese vi erano tenuti prigionieri Durand de la Penne, Marceglia e Martellotta (catturati dopo l’impresa di Alessandria del 19 dicembre 1941) e Luigi Faggioni, fatto prigioniero dopo aver affondato con un MTM l’incrociatore York a Suda (25 marzo 1941).
Solo il sommergibile Scirè ha ottenuto la M.O.V.M. nella storia della Regia Marina; altre M.O. sono state assegnate alla flottiglia di torpediniere dei “Dardanelli”, alla flottiglia MAS Alto Adriatico ed alla X MAS.

regia nave San Giorgio nella baia di Tobruk - www.lavocedelmarinaio.com

14 commenti

  • Egidio Alberti

    Persona eccezionale che ho avuto modo di conoscere personalmente quando era al comando di Maridipart Taranto

  • Filippo Bassanelli

    Ti mando in privato l’immagine di San Giorgio nella targa fissata all’esterno della torre 52 una era stata tolta durante i grandi lavori x adattarla a nane scuola “ARREMBA SAN ZORZO”

  • EZIO VINCIGUERRA

    Grazie capo Filippo Bassanelli questa tua forte testimonianza da un senso a questa gloriosa unità navale

  • Marinaio di Sora

    Questa è una bella storia segnalata da Capo Filippo Bassanelli uno dei primi ad essere imbarcati sulla nuova San Giorgio. A lui e a tutti i Marinai del San Giorgio ARREMBA

  • Tommy Ortega

    Maestosa ….
    Acc non ricordo il nome dell’ammiraglio che avevamo a bordo nel 65, con la prima crociera addestrativa

  • Filippo Bassanelli

    Anche l’ambiente era diverso dalle altre navi che avevo trascorso un periodo d’imbarco dal Comandante d ‘ultimo imbarcato e al personale in ASR dell’Accademia.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Giuseppe Magazzù di te non ho dubbi ma a giudicare dai commenti fino ad adesso ricevuti penso che Pugliese e questa storia deve essere navigata ancora di più nella banca della memoria del mare di internet. Un abbraccio a te e ai tuoi cari

  • Comunardo Ivano Montanarella

    Nonostante il numero elevato di bombe alleate che lo avevano colpito, si rifiutava di affrontare, addirittura si credeva che fosse cementato al fondale. Andò perduto quando dopo la guerra si provò a riportarlo in Italia a rimorchio. Dimenticavo … made in Castellammare di Stabia.!

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Comunardo Ivano Montanarella ti metto a conoscenza che proprio l’autore capo Filippo Bassanelli proprio ieri mi ha fatto una correzione sull’articolo che sostengono propio la tua tesi…
    Un abbraccio a te a a tutti i Frà Stabiesi. Grazie a voi per l’affetto, il sostegno e la compagnia che non mi fate mai mancare.

  • Comunardo Ivano Montanarella

    Grazie Ezio Pancrazio Vinciguerra , troppo buono. Questa storia mi è stata raccontata dal mio nonno materno che è stato marò sul Regio Cacciatorpediniere Calatafimi durante la Il guerra mondiale.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Comunardo Ivano Montanarella Antonio Cimmino ha appena trovato un Marinaio ex Betasom e anche il nipote (delle vostre parti) speriamo di riuscire a scrivere un altra pagina della banca della memoria (vai sul suo profilo). Un abbraccio

  • Antonio Ammendola

    L’ho vista crescere sullo scalo, quanta voglia di imbarcarmi su questo gioiello, un sogno svanito, purtroppo è mancata la raccom….. .

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