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1907, esercitazioni navali in Sicilia

di Mario Veronesi (*)

Queste esercitazioni si svolsero nel canale di Sicilia, e tra Siracusa ed Augusta alla presenza di Vittorio Emanuele III e del re del Siam.

s.a.r. il duca di genova e l'ammiraglio Bettolo

Le esercitazioni erano divise in quattro parti:
la prima comportava delle esercitazioni fra siluranti e squadre;
la seconda fra due squadre, una azzurra e una rossa, di cui l’azzurra divisa in due frazioni, doveva ricongiungersi attraversando lo stretto di Messina combattendo i rossi;
la terza fra la squadra azzurra tutta riunita e la rossa, protetta dalle batterie dello stretto di Messina;la quarta consistette in esercitazioni tattiche fra le due squadre.
Qui il lavoro principale era degli ammiragli e dei loro stati maggiori.

la squadra azzurra ad Augusta
Le due squadre avevano trasformato Siracusa ed Augusta in due basi di operazioni, munendole di batterie di cannoni a tiro rapido, di stazioni di energia elettrica, e d’osservazione, e per due notti subirono degli attacchi incessanti delle quattro squadriglie: “Giorgi, Notarbartolo, Sommi, Paladini”, così chiamate dai nomi dei capi squadriglia, che non sono altro che capitani di corvetta.
L’esercitazione consisteva nello sconfiggere separatamente i due reparti azzurri, che isolatamente erano più deboli dei rossi, mentre uniti risulterebbero più forti. Lo schema tattico che si svolse tra la squadra rossa protetta dalle batterie terrestri e quella azzurra che riuscì a forzare lo stretto. L’ultima parte delle manovre fu molto istruttiva perché gli ammiragli ebbero campo di svolgere le loro iniziative personali e dimostrare come avevano istruito i loro comandanti.
Durante le manovre ebbe luogo una rivista ordinata in onore di sua maestà il re del Siam, a cui assistette a fianco dell’illustre ospite anche il re d’Italia, i quali assistettero ad un defilamento.
Le forze navali che presero parte alle esercitazioni erano così divise:

la squadra azzurra nella rada di Augusta
Forza navale Mediterranea Corazzate: Regina Margherita, Benedetto Brin, Saint-Bon, Emanuele Filiberto.
Incrociatori corazzati: Varese, Giuseppe Garibaldi, Francesco Ferruccio. Esploratori: Agordat, Coatit. Cacciatorpediniere: Ostro, lampo, Dardo, Strale. Nave officina Vulcano. Nave cisterna Tevere.
Divisioni delle navi e torpediniere di riserva Corazzate: Sicilia, Sardegna, Re Umberto. Esploratori: Iride. Cacciatorpediniere: Aquilone, Zeffiro, Bersagliere, Granatiere.
Comando superiore delle torpediniere, incrociatore protetto: Piemonte
1° squadriglia torpediniere d’alto mare: Pegaso, Perseo, Pallade, Sirio, Saffo, Scorpione.
2° squadriglia torpediniere d’alto mare: Cassiopea, Centauro, Canopo, Clio, Calliope, Cigno.
3° squadriglia d’alto mare: Gabbiano, Pellicano, Sparviero, Nibbio.
4° squadriglia d’alto mare: 106 S, 68 S, 127 S, 128 S, 135 S, 138 S.
Naviglio ausiliario: nave aerostiera Elba; nave affondamine Goito; navi carboniere Bronte, Sterope; nave trasporto Garigliano.

Involucro del pallone - drago a bordo di nave Elba
La direzione superiore di manovra fu affidata a S.A.R. il duca di Genova, che ebbe per capo di stato maggiore S.E. il capo di stato maggiore della Marina viceammiraglio Giovanni Bettòlo, che prese imbarco sulla regia nave Lepanto a cui erano aggregati il cacciatorpediniere Turbine e la torpediniera d’alto mare Orsa. A disposizione degli onorevoli senatori e deputati era stata posta la regia nave Città di Milano. Mentre sulla regia nave Regina Elena si trovava il re Vittorio Emanuele III e S.E. il ministro Mirabello.

Nave Lepanto fiancheggiata dalla controtorpediniere
Il breve articolo su questa esercitazione, alla fine termina con un invito agli italiani che riporto: “Vadano a bordo gli italiani, non si lascino sfuggire occasione alcuna per famigliarizzarsi con questo mare così generoso per chi lo ama e così sterile per chi non lo conosce, e non trascurino di visitare navi da guerra e navi mercantili, cantieri ed arsenali, se vogliono vedere, sapere, imparare. La Marina non vuole essere amata da lontano platonicamente e solo per l’elemento di poesia che in essa esiste da sempre. Essa vuole essere amata ardentemente, di geloso affetto per i suoi meriti, per le sue lunghe e nascoste abnegazioni, per il sacrificio che sull’altare del dovere e dell’onore vi si fa dei migliori anni di giovinezza, dei più cari affetti, di tutto ciò che è individuale, egoistico, personale”.

Altri tempi, altre persone, altro amore per la Marina e per il nostro Paese.

Nave Sicilia(*) le foto sono per gentile concessione dell’autore a www.lavocedelmarinaio.com.
Per saperne di più sull’autore digita sul motore di ricerca del blog Mario Veronesi.

4 commenti

  • Francesco Carriglio

    Complimenti per l’articolo Mario, leggendolo sembra di rivivere questa esperienza per chi, come me, ha partecipato a questo tipo di ecercitazione “complessa” in tempi recenti. Il quandrante di mare tra Siracusa e Augusta è stata sempre una zona di esercitazioni nazionali e Nato.

  • Egidio Alberti

    Belle foto, bel rapporto sull’ esercitazione, bello l’ invito agli Italiani a conclusione del rapporto.

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