Il dolore (Arthur Schopenhauer)
segnalato da Toty Donno
Noi sentiamo il dolore, ma non la mancanza del dolore; sentiamo la paura, ma non la tranquillità. Sentiamo il desiderio, come sentiamo la fame e la sete; ma appena esso è soddisfatto, non abbiamo più niente da fare con esso, come avviene col boccone goduto, il quale nel momento in cui viene ingoiato, cessa di esistere per la nostra sensibilità.
Soltanto il dolore e la privazione si possono percepire positivamente e si annunciano quindi da sé: il benessere invece è soltanto negativo.
Non ci accorgiamo perciò dei tre grandi beni della vita, la salute, la giovinezza, la libertà come tali, finché li possediamo, ma solo dopo che li abbiamo perduti: poiché anch’essi sono negazioni.
A misura che i godimenti crescono, diminuisce la sensibilità per essi: ciò che è abituale non viene più sentito come godimento.
Appunto per ciò cresce la sensibilità per il dolore, perché la privazione di ciò che è abituale viene sentita dolorosamente.
Così nel possesso cresce la misura del necessario e quindi la capacità di provare dolori.
Le ore passano tanto più veloci quanto più sono piacevoli, tanto più lente quanto più sono penose, poiché ciò che è positivo non è il godimento, ma il dolore, la cui presenza si rende sensibile.
La nostra esistenza è più felice allorché meno ce ne accorgiamo: ne consegue che sarebbe meglio non averla.
Se si conducesse il più ostinato ottimista attraverso gli ospedali, lazzaretti, le sale chirurgiche, le prigioni, le stanze di tortura, i recinti degli schiavi, nei campi di battaglia e nei tribunali, aprendogli tutti i sinistri covi della miseria, e facendogli vedere alla fine la torre della fame di Ugolino, certamente anch’egli potrebbe capire di qual specie sia questo meilleur des mondes possibles.
Perciò non posso trattenermi dal dichiarare che l’ottimismo mi sembra non solo una dottrina assurda, ma anche iniqua, un amaro scherno dei mali innominabili sofferti dall’umanità.
Arthur Schopenhauer
11 commenti
Girolamo Onda
Postato dal capo di 2^ Tm/Mn Girolamo Onda:
Il “dolore” non riguarda soltanto l’uomo ma investe ogni cosa. Tutto soffre, dal fiore che appassisce all’animale ferito; e se l’uomo soffre di più è perché, avendo maggiore consapevolezza, è destinato a patire maggiormente l’insoddisfazione del desiderio e le offese dei mali. Per la stessa ragione il genio, avendo maggiore sensibilità rispetto agli uomini comuni, è votato ad una maggiore sofferenza. (Schopenhauer)
Tratto dal libro: -“L’Angelo che custodiva gli atomi” Ettore Majorana fra le mura di una certosa?- scritto da un vecchio marinaio e pubblicato dalla Editrice
http://www.libreriauniversitaria.it/angelo-custodiva-atomi-ettore-majorana/libro/9788890769702
NC IMA GES
La mia vita è sempre stata improntata all’ottimismo e sul vedere il bicchiere mezzo pieno , convinto che non esiste la felicità ma momenti sereni, uniti ti fanno la misura della vita. Grazie del tuo Amore fraterno
Massimiliano Atzei
ciao capo Ezio Pancrazio Vinciguerra dalla sardegna un abbraccio ….
Alfredo De Simone
uno stato che ci tradisce. maro liberi.
Ester Martone
buon sabato sera Ezio
Angelo Tomaselli
buona serata Ezio..
Toty Donno
Bellissimo ….Lo ricordo Ezio…grazie..un caro saluto amico mio
Marinaio di Lago
BELLISSIMO, SERVO DI DIO, LO MERITA!
Pietro Macera
Bellissimo …..
Gino Giocoso
c’è chi ha la dignità di un capo di stato, e chi fugge come un ladro… perchè ladro è!!!
Marinaio di Lago
hai tolto Il pensiero falla mente e falla mano