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22 febbraio 1931, auguri bella signora

Dalla redazione de lavocedelmarinaio.com vento in poppa a tutti i marinai che sono stati svezzati da questa superba signora, a coloro che ti hanno reso così bella, a coloro che continuano a mantenerti in ottima forma, a coloro che come noi ti sognano ogni notte…

22.2.1931 Castellammare di Stabia a Nave Vespucci  - www.lavocedelmarinaio.com Copia22.2.1931 Varo nave Vespucci - www.lavocedelmarinaio.com

41 commenti

  • Franco Iaccarino

    *”The Tall Ships’ Races 2007 Mediterranea” ovvero la Regata Internazionale delle imbarcazioni a vela cui partecipano diversi paesi del mondo con un totale di circa 30.000 marinai, fu condotta dalla nostra bellissima ed ammirata Amerigo Vespucci, vanto ed orgoglio della nostra Marina Militare, a guida della partecipazione italiana. Gli allievi imparano le manovre che un tempo effettuavano i velieri che gareggiavano per arrivare prima possibile a Londra che nell’Ottocento dovevano vendere le merci. *

  • Andy Holyred

    Auguri o nave più bella del mondo, o nave che hai accolto mio figlio e gli hai fatto amare il mare.

  • Andy Holyred

    😉 troppo buono Andy Holyred grazie per i complimenti. Che vocazione cioè voce+azione=amore?

  • Marisa Toraldo

    Che cosa è diventato più importante in questo Paese? Esaltare un simbolo (e sappiamo benissimo cosa siamo diventati agli occhi del mondo) o non parlare e far finta di niente, di una tragedia avvenuta proprio su questo veliero? E che cosa diciamo a coloro che l’hanno resa così bella, che continuano a mantenerla in ottima forma e che per superficialità e negligenza hanno causato la morte di un membro del suo equipaggio? Le attenzioni che l’hanno portata a questa veneranda età, avrebbero dovuto indirizzarle, soprattutto sulla sicurezza del proprio personale, per dare loro la possibilità, di godere della propria vita. La vita umana, è diventata così banale che nessuno le da’ il giusto valore. Alessandro Nasta 13/04/1983 – 24/05/2012, precipitato dai pennoni del vespucci e deceduto per le fratture riportate. Anche questa, è una data da ricordare.

  • EZIO VINCIGUERRA

    L’amore di una madre per un figlio tragicamente deceduto è stato dal nostro blog ampiamente documentato sin dal 2013 con il seguente articolo:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/…/come-una-mamma-per…/
    e con altri:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/…/sono-morto-due-volte/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2012/05/addio-alessandro/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/…/i-marinai-e-lo…/
    (basta inserire il nome di Alessandro Nasta sul motore di ricerca del blog).
    Anche il “discernimento” degli argomenti è un dono di nostro Signore così come ” L’amore dei genitori verso i figli” sono doni dell’Altissimo.
    Per quanto sopra carissima mamma Marisa aggiungo le parole di Dio:
    “usate il discernimento tra Pietà e Carità perché in mezzo c’è la Passione”…quella che è iniziata con la Sua venuta proprio tanti anni fa in questa 1^ settimana di Quaresima.

  • EZIO VINCIGUERRA

    :-)Mamma Marisa Toraldo lo so sul mio corpo e sulla mia anima quanto sia difficile perdonare…ci manca un abbraccio che spero non tardi ad arrivare. Il motto di questa nave è:
    “Non chi comincia ma quel che persevera”…perseveriamo!

  • Roberta

    Auguri, affascinante Vespucci!

    Grazie a tutti coloro che si prendono cura di lui e fanno in modo che questa bellissima nave sia sempre giovane e in attività!

  • Mario Veronesi

    , attualmente si trova in Arsenale a Spezia per grandi lavori, tornerà più bello di prima e spero mi giunga (con il suo rientro) il permesso per rivisitarla.

  • Laura Costa

    …purtroppo la “signora” non era in gran forma per il suo compleanno quest’oggi….ma si saprà far perdonare in fututuro

  • EZIO VINCIGUERRA

    …ho gradito ed apprezzato i vostri commenti. Fra non molto la grande signora andrà in pensione e si parla di farne una nave museo. Già ci sono le candidature per ospitarla, mi auguro nel mio cuore che Castellammare di Stabia non si faccia “fregare” questa opportunità. Un abbraccio a tutti e grazie per la compagnia

  • Fabio Matera

    essendo tra coloro che sono stati svezzati dalla bella signora ringrazio e mi associo all’augurio!

  • Claudio Vergano

    Chi, come me, è tossicodipendente della lettura ha provato, almeno una volta nella sua esistenza, a scrivere, a cercar di mettere su carta le emozioni, i momenti della sua vita. Anch’io sono caduto in questo peccato, peraltro veniale. Anch’io mi sono scritto addosso.
    Qualche anno fa, in occasione del mio secondo imbarco sulla Amerigo Vespucci ho voluto lasciare traccia delle mie emozioni, anzi delle nostre emozioni, perché sono convinto che quantoda me provato è comune a tanti, tantissimi colleghi.
    Queste quattro righe sono state pubblicate sul Notiziario della Marina nel 2005 ma, soprattutto, con mio grande piacere, Enrico Gurioli, giornalista ed innamorato del Vespucci, ha usato alcune frasi per chiudere il suo splendido libro “Amerigo Vespucci. La nave più bella del Mondo”.
    A voi il giudizio, spero di destare in voi le emozioni che accomunano noi “vespucciani”.

  • Claudio Vergano

    Eccomi qui, ormai superati gli ‘anta, di fronte alla “Nave più bella del Mondo” cercando di esprimere, senza retorica, quello che provo.
    Quando si parla o si scrive del Vespucci è troppo facile scivolare in uno stile d’altri tempi, pericolosamente simile ad una poesia.
    Sembra che questa nave ti porti a riscoprire valori e concetti ormai “fuori moda” per la maggior parte delle persone.
    Diventa difficile non usare parole e frasi che, in altri contesti, parrebbero artificiose o stereotipate.
    Cerco invano di essere il più sobrio possibile. Provo ad usare le parole più comuni, i toni più misurati ma è impossibile non scivolare nell’emozione.
    Eppure, dopo tanti anni di servizio, dopo aver visto generazioni di Ufficiali, Sottufficiali e Marinai transitare davanti a me nel mio ruolo di istruttore, dopo aver sofferto ed imprecato per chi, per la Patria, ha rischiato tutto, sono ancora qua ad emozionarmi per una nave, per un’armonia di ferro e legno che galleggia sul mare.
    Di colpo mi trovo di vent’anni più giovane, con una sottile emozione che mi stringe la gola, come un calore che sale dal cuore verso gli occhi e li fa pizzicare.
    Per “ammazzare” il magone devo parlare a te, Nave Amerigo Vespucci, perché in te vive ancora l’emozione di tutti coloro che, come me, sui tuoi ponti hanno sudato e gioito, cantato e pianto, insomma in te hanno vissuto per lunghi mesi o addirittura anni, catturati dalla magia di quelle vele che, sì, sono dure da alzare, ma che gonfiate dal vento riempiono il cuore di orgoglio.
    L’altro giorno, quando salutavo, con il bicchiere in mano, gli amici della precedente destinazione, ho detto che, dopo dieci anni, avrei lasciato un bel pezzetto del mio cuore in quel posto, ma che, comunque, stavo andando a riprendermi il pezzetto che avevo lasciato a bordo vent’anni prima.
    Eccomi qua mia “vecchia” Signora dei Mari, per la seconda volta nella mia vita salgo il tuo barcarizzo e mi appresto a salutare quella Bandiera che ho già visto sventolare in cento porti.
    Con te mi preparo ad affrontare nuovamente, con amore e rispetto, quel “Grigio Creatore di vedove” come impietosamente Kipling definì il mare.
    Protetto dai tuoi fianchi d’acciaio non mi devo certo preoccupare, già in tutti i mari hai dimostrato la tua forza.
    Ora sei tornata un po’ stanca ed appannata dopo una lunga fatica.
    Un giorno, per definirti ti ho paragonato ad una bellissima Signora, forse non più nel fiore degli anni, ma proprio per questo dotata di un fascino che nessuna teen-ager può sperare di eguagliare.
    Come questa bellissima Signora, ogni inverno, ti prendi cura di te stessa, affidandoti alle mani esperte di chi ti ama e rispetta e ti prepari a sfilare, come una regina, attraverso i mari del mondo, destando ammirazione e un po’ d’invidia.
    Sembra quasi che, nei tuoi viaggi, tu sia approdata alla mitica Bimini ed abbia trovato la magica fontana cercata invano da Ponce de Leòn.
    Eccomi qua, pronto a fare la mia piccola parte per prepararti a nuove avventure, ad altri cento, mille porti pieni di gente ammirata, ansiosa di poter toccare, anche solo per un momento, il ponte di legno che nasconde, inaspettatamente, la forza dell’acciaio.
    La forza di un acciaio reso ancor più tenace dalla dedizione e dall’affetto di mille e mille anime che, con te, hanno avuto il vero battesimo del mare.
    Non quello fatto di grigie paratie e tenui luci su uno schermo, ma quello che nasce dal sudore su una cima o dallo schiaffo dell’acqua salata mentre attraversi il ponte, la consapevolezza di essere parte della forza di una nave e non utilizzatore dei suoi strumenti tecnologici.
    Dicono che questa è la nave dei Cadetti.
    Certamente la sua maggiore ragione d’essere è condurre verso il mare chi il mare ha scelto come lavoro e vita. Eppure è anche la nave di ogni uomo e donna del suo equipaggio passato, presente e futuro.
    È la nave di chi la elegge a simbolo di un modo diverso di vivere il mare, nel quale si sente il vento come propria forza e non come un avversario.
    È la nave di chi vede realizzato un sogno dopo aver visto mille immagini di vascelli e velieri solcare mari di carta e celluloide.
    Ma soprattutto è anche la mia nave.
    Una nave che non ha solo una storia, ma un’anima, ed un po’ di quell’anima è anche mia.
    Come lo è anche di tutti quelli che si fermano ad ammirarla e trattengono per un attimo il fiato, quasi avessero timore d’interrompere quel breve momento di magia.
    Spezziamo la magia e torniamo alla fredda realtà.
    Sicuramente molti, leggendo queste righe, penseranno che tutte queste parole sono solo retorica, una raccolta di luoghi comuni e frasi fatte.
    Niente di più sbagliato.
    Sfido chiunque sia stato imbarcato a negare di aver detto, almeno una volta, la frase “la Mia Nave” con le maiuscole che aleggiano nella voce. Del resto ciò che ci rende “veri” è il non essere solo dei “meccanismi” che producono efficienza, ma anche cuori e menti che, in fondo, amano il mare e che sono, comunque, orgogliosi di essere parte della nave su cui operano.
    Forse sono stato troppo tempo fermo davanti al barcarizzo, il Sottocapo di guardia si starà chiedendo cosa fa quel 1° Maresciallo, un po’ appesantito dagli anni, con gli occhi persi verso un orizzonte lontano.
    Bando alle ciance, è ora di salire a bordo e darsi da fare, me lo devo pur meritare questo imbarco sulla “Nave più bella del mondo”.

    Un’ultima considerazione.
    Essere “innamorati” di un simbolo, di un oggetto che esprime un qualche valore più alto e più universale è, purtroppo, considerato da molti futile e fine a se stesso.
    Orbene questo è un gravissimo errore. Ci rende più deboli come Nazione e come società. Rifiutare quei simboli che esprimono la nostra cultura e la nostra storia è come negare la memoria di coloro che, a vario titolo, hanno sacrificato la loro vita o quantomeno il loro “quieto vivere” per difendere ciò che è alla base di questi simboli. Che sia una Croce, una Bandiera o un a Nave è importante sapersi emozionare davanti ad essi per sentire anche con il cuore che è nostro dovere difendere i valori che sono origine e crescita della nostra Nazione.
    Claudio Vergano
    Vespucci 1980
    Ammettetelo ero un bel fanto.
    Purtroppo mi sono rovinato nel crescere.Vespucci 1980 Ammettetelo ero un bel fanto. Purtroppo mi sono rovinato nel crescere.
    Lo giuro.

  • Laura Costa

    …io spero proprio che qualche anno passi ancora prima della pensione visto che oggi è in fase di ammodernamento pressi lo Stabilimento Militare di La Spezia

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