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Gino Birindelli quel toscanaccio verace di un Marinaio.

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Quest’articolo è dedicato, a sette anni della sua dipartita, a colui che verrà ricordato dagli equipaggi per aver difeso, in ogni occasione, il personale della Marina Militare. Racconteremo ai posteri di quando, nel 1970, in qualità di Comandante in Capo della Squadra, in occasione della visita a bordo di Nave Garibaldi dei parlamentari dell’allora Commissione Difesa, dopo averli ricevuti con i dovuti onori li suddividesti per le varie navi (alla fonda nel porto di Cagliari) impartendo l’ordine ai Comandanti di tenerli prevalentemente nei locali macchine e caldaie.
Oggi carissimo Ammiraglio di una volta e signore dei mari, a così breve distanza dalla tua ultima missione, le “pagine ufficiali” si sono già dimenticate di te…forse da toscanaccio come eri dicevi le verità in faccia e non eri gradito. Non hanno avuto mai il coraggio di dedicarti una nave (ai tuoi amici tutti lo hanno fatto) ma solo una misera targhetta in un luogo nascosto ai più…
Del resto Qualcuno disse: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua” (Matteo 13,54-58)

La signora Birindelli attorniata da marinai di carta - www.lavocedelmarinaio.com

Questi “…signori” dopo quattro ore di navigazione con mare forza 2/3 furono riportati su nave Garibaldi per la conferenza stampa di rito. All’arrivo dell’Ammiraglio Birindelli si inalberarono tutti per il trattamento ricevuto. L’Ammiraglio, di rimando, rispose: “queste sono le migliori condizioni in cui voi Parlamentari fate vivere i Militari in particolare i Marinai.” Da quel momento ci furono una serie di adeguamenti economici e, soprattutto, il riconoscimento di un lavoro particolare a cui bisognava e bisogna riconoscere un trattamento diverso dai pubblici dipendenti (…intelligenti pauca!).

GINO BIRINDELLI
Gino Birindelli (www.lavocedelmarinaio.com)
Nasce a Pescia (Pistoia) il 19 gennaio 1911. Nel 1925, appena quattordicenne, lascia il Collegio degli Scolopi di Firenze ed entra nella Regia Accademia Navale di Livorno, da cui esce con il grado di Guardiamarina del Corpo di Stato Maggiore nel 1930. Inizia così una lunga e brillante carriera che lo porta ad essere imbarcato su varie unità di superficie e sommergibili della Regia Marina, tra cui si ricordano l’incrociatore “Ancona”, la corazzata “Andrea Doria”, i cacciatorpedinieri “Quintino Sella”, “Confienza”, “Monzambano” e “Giovanni Nicotera” e i sommergibili “Santarosa”, “Naiade”, “Foca” e “Domenico Millelire”. Promosso Sottotenente di Vascello nel 1931 e Tenente di Vascello nel 1935 assunse successivamente, nel 1939, il comando dei sommergibili “Dessié” prima e “Rubino” poi. L’intensa attività conseguente ai propri impegni marinari non gli impedisce di dedicarsi comunque allo studio: nel 1937, infatti, si laurea in Ingegneria Civile presso l’Università di Pisa. Nel settembre 1939 viene destinato a La Spezia alla Squadriglia MAS per iniziare l’addestramento sui mezzi d’assalto insieme ad altri famosi personaggi quali Teseo Tesei, Elios Toschi e Luigi Durand de la Penne, tanto per citarne alcuni. Inizia così a manifestarsi quella tempra eccezionale di uomo e combattente che lo ha contraddistinto per l’intero arco della sua vita fino a fargli assumere i contorni dell’eroe. L’intensa attività portata avanti alla Bocca del Serchio, luogo deputato a tale tipo di operazioni, gli causa anche problemi fisici: l’ossiggeno dei respiratori gli brucia infatti un polmone nel corso degli allenamenti, ragion per cui viene ricoverato nell’ospedale di Massa, da dove peraltro scappa per rientrare subito a Bocca del Serchio, riuscendo a convincere il Comandante, Ajmone di Savoia, a mantenerlo in servizio. Prende parte attivamente alla prima spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Alessandria (Operazione G.A.B1) nella quale viene decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare “sul campo” per il comportamento dimostrato a bordo del sommergibile “Iride” sottoposto ad attacco aereo nel Golfo di Bomba.
Nell’occasione si tuffava per cinque volte consecutive per portare in salvo un marinaio di leva dell’equipaggio del sommergibile intrappolato nel battello in fase di affondamento. Rientrato in Patria prende parte alla prima e alla seconda spedizione dei Mezzi d’Assalto contro la base inglese di Gibilterra (Operazioni B.G. 1 e B.G. 2); nel corso della seconda spedizione, a causa dell’avaria al proprio mezzo, è costretto ad affondarlo, venendo successivamente catturato e fatto prigioniero dagli inglesi. Per questa azione viene decorato Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nei venti mesi successivi rimane prigioniero negli ospedali inglesi ed americani finché, alla fine del 1943, dopo l’armistizio, il Governo Italiano di Badoglio lo fa rimpatriare.
Birindelli Gino Ammiraglio e Signore dei mari - www.lavocedelmarinaio.comNel 1944 viene promosso Capitano di Fregata ed assume l’incarico di Sottocapo di Stato Maggiore dell’Ispettorato Generale MAS, partecipando alla Guerra di Liberazione con mezzi di superficie lungo le coste albanesi ed jugoslave. Le proprie condizioni di salute, però, lo costringono nuovamente ad un lungo ricovero in ospedale. Al termine delle ostilità assume il Comando del Battaglione San Marco e, successivamente, gli viene assegnato l’incarico di Comandante in Seconda della corazzata “Italia”, durante il periodo di internamento ai Laghi Amari in Egitto. Successivamente viene assegnato al Centro Subacquei, gruppo composto per la massima parte da sommozzatori già facenti parte dei mezzi d’assalto, con l’incarico di procedere allo sminamento dell’Alto Adriatico. Proseguendo in carriera frequenta l’Istituto di Guerra Marittima e successivamente assume il Comando prima della 3^ Squadriglia Corvette poi della 3^ Squadriglia Torpediniere. Promosso Capitano di Vascello nel 1952 assume incarichi prestigiosi, tra i quali si ricordano il Comando del Centro Subacquei ed Incursori del Varignano a La Spezia ed il Comando dell’incrociatore Raimondo Montecuccoli con il quale, dal settembre 1956 al marzo 1957, effettua una crociera di circumnavigazione del globo che lo porta a toccare 34 porti di quattro continenti. Viene promosso Contrammiraglio nel 1959, nel cui grado viene prima destinato presso il Centro Alti Studi Militari, assumendo poi nel tempo gli incarichi di Capo di Stato Maggiore Aggiunto del Comando della Squadra Navale e di rappresentante del Comando delle Forze Alleate del Mediterraneo presso il Comando delle Forze Aeree Terrestri del Sud Europa, venendo infine destinato presso lo Stato Maggiore della Difesa. Nel 1962 viene promosso Ammiraglio di Divisione, nel cui grado comanda la 1^ Divisione Navale, nel 1966, promosso Ammiraglio di Squadra, viene chiamato a ricoprire i prestigiosi incarichi di Direttore Generale del Personale della Marina, di Comandante in Capo della Squadra Navale ed infine di Comandante Navale Alleato del Sud Europa, prima a Malta e poi a Napoli. Viene eletto Deputato al Parlamento nella VI Legislatura, dal 1972 al 1976, ed il 15 dicembre 1973 si congeda dalla Marina, circondato dall’affetto e dall’ammirazione di tanta gente, ma soprattutto di coloro, in Marina, per i quali si è sempre battuto. Gli vengono attribuiti riconoscimenti prestigiosi tra i quali, recentemente, l’intitolazione alla sua persona di un padiglione al Museo di Eden Camp, in Inghilterra, ove è posto un esemplare di “Siluro a lenta corsa”, quel maiale con il quale aveva tanto combattuto e tanto si era distinto proprio contro gli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale. E’ Morto al policlinico militare del Celio, a  Roma, il 2 agosto 2008. I funerali si sono svolti, presso la caserma Grazioli Lante, il  5 agosto 2008.

Lungo fiume Gino Birindelli a Pescia - www.lavocedelmarinaio.com

ONORIFICENZE
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al “Merito della Repubblica Italiana”;
Medaglia d’Oro al Valor Militare;
Medaglia d’Argento al Valor Militare;
Croce al merito di Guerra;
Campagna di Guerra 1940-44 e 1945;
Medaglia Commemorativa per i volontari della seconda guerra mondiale;
Nastrino di Guerra 1940/43 con numero uno stelletta;
Nastrino di Guerra 1943/45 con numero due stellette;
Ufficiale dell’Ordine della “Corona d’Italia”;
Medaglia Mauriziana al “Merito di dieci lustri di carriera militare”;
Medaglia d’Oro per “Lunga Navigazione nella Marina Militare” (20 anni);
Croce d’Oro con stelletta per “Anzianità di servizio” (40 anni);
Commandeur dell’Ordine di Dannebrog conferitagli da S.M. il Re di Danimarca;
Distintivo per il personale dei Reparti d’Assalto;
Distintivo d’Onore per il personale già destinato presso COMSUBIN;
Distintivo d’onore di ferito in Guerra.

IL SUO TESTAMENTO SPIRITUALE

Il giorno dei funerali di Gino Birindelli - www.lavocedelmarinaio.comPrima e più che da un volo in altri cieli. L’immortalità dell’anima è costituita dalla risonanza che, a somiglianza delle onde create dalla pietra gettata nell’acqua ferma del lago, “l’elevato sentire” genera e che, a differenza di quelle, dura sempre. A me che fui il primo diretto comandante di quel pugno di uomini, e che presi parte alle tante discussioni, non risulta difficile indicarne i punti salienti:

– Lo scopo della vita è creare, fare, dare. L’azione è gioia dello spirito.

– Non chiedere mai alcunché ad alcuno se non a te stesso. Chiedi al tuo Dio solo e sempre la forza di “non chiedere”, ma ringrazialo continuamente per ciò che sei stato capace di fare.

– La forza più grande dell’uomo è la volontà, quella che permette di “strappare le stelle dal cielo”, di porre “il cielo come solo limite alle proprie capacità ed aspirazioni”, quella che spinge l’handicappato a cimentarsi nell’agone sportivo, a rendersi autosufficiente con il lavoro.

– Assisiti senza fine chi si impegna con perseverante sacrificio all’elevazione materiale e spirituale propria ed altrui. Ogni atto di solidarietà che proponi sia, prima di tutto ed in buona misura, a tuo carico.

-Una più grande Famiglia donataci da Dio. Questa è la patria e ad essa – come tale – si devono dedizione e devozione assolute.

– La Civiltà è il rispetto si se stessi, degli altri, delle altrui opinioni. La Cultura ha lo scopo precipuo di incrementare il grado di Civiltà degli individui.

– La Libertà e la Pace sono – solo e sempre – il prodotto dell’impegno duro, indefesso, doloroso degli uomini di buona volontà. La costruzione umana su cui si poggia la Pace ha, come chiave di volta, la Giustizia; quella su cui poggia la Libertà ha il Coraggio.

– Il coraggio vero, quello che conta, è il Coraggio Morale. Esso deriva dall’onestà, dal senso del dovere, dall’impegno con se stesso a tutelare i diritti umani di tutti.

– La forza dell’Amore è immensa ed immensamente benefica se ogni suo atto è ispirato e strettamente legato al rispetto della Legge degli uomini onde esso non degeneri in mollezza o, addirittura, in acquiescenza alla sua violazione. Tutto ciò  che, nell’empito di Amore, viene dato a qualcuno in termini di tolleranza o perdono è, infatti, sottratto surrettiziamente e definitivamente alla cogenza della norma su cui si basa l’ordinata convivenza della società civile.

– “In medio stat virtus” è saggia norma di vita ma la realizzazione della  “medianità virtuosa” si deve ottenere solo e sempre attraverso la pratica del precetto si-si/no-no, del confronto con l’opposto, della competizione, mai con il compromesso. La competizione leale consente infatti di evitare lo scontro crudele; impedisce che la Pace degradi nel nirvana.

Solo là dove ogni atto è ispirato a vivo senso di responsabilità ci può essere ordine e democrazia.

Ma quando sarà dedicata una nave a Gino Birindelli?
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Ezio Pancrazio  Vinciguerra (www.lavocedelmarinaio.com)Mi sono sempre chiesto e chiedo anche a Voi che leggete: perché a Gino Birindelli non è stata mai dedicata una nave della flotta della nostra Marina Militare?
Chissà se risponderete e, soprattutto, se risponderanno i responsabili dello Stato Maggiore Marina a questo quesito…

A molti di noi marinai piacerebbe leggere il nome “Birindelli” sul fianco della nave, Lui è fra i Marinai leggendari che non può e non deve essere sottaciuto per le sue eroiche imprese, per l’intensa attività svolta, per la  volontà, per la dedizione e l’attaccamento alla Patria (anche dopo la sua collocazione a riposo) e non per ultimo per la ricostruzione della Marina stessa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Fregata-FREMMMolti altri eroi Marinai (pluridecorati e non) sono stati onorati con la titolazione della  nave per esempio Luigi Rizzo con una fregata rimasta storica per essere stata la prima ad imbarcare un nucleo elicotteri e quindi dando la nascita all’aviazione di marina e gli stessi  Durand de la Penne, Mimbelli, Martellotta, Rossetti e Paolucci hanno avuto titolato unità navali che riportano rispettivamente i loro nomi. Nave Birindelli perché no?

A Gino Birindelli - Ezio Pancrazio Vinciguerra per www.lavocedelmarinaio.com

 

46 commenti

  • Cesare Giuseppe Catera

    Uguale agli attuali ammiragli che difendono a spada tratta i loro interessi (ammiragli in minuscolo non meritano la maiuscola) la conferma sono i due Colleghi in india anche questo in (minuscolo )

  • Roberto Tento

    Venditori di anime!!!!!! Come fanno dormire tranquilli con tutto quello che hanno fatto…

  • Giampaolo Vitalizzi

    Conosciuto nel 1970,durante una visita a Marimuni Aulla,in qualità di sottocapo di gamella, ho presenziato al rituale dell’assaggiare il rancio,effettuato dall’Ammiraglio Birindelli,il quale da toscano come me,dopo volle stringemi la mano

  • Tina Castaldo

    Il coraggio si prende dai sogni che restano….
    Buogiorno a tutta la Grande MMI…ricordiamo sempre che la vita é la piu’ bella delle avventure..

  • Maria Marea

    Restare giovani a qualsiasi età si può, conservando nel cuore la capacità di ricevere messaggi di bellezza, la curiosità del sapere, l’ironia, la gioia di partecipare al grande gioco della vita, con speranza e con forza!
    Restare giovani a qualsiasi età si può, conservando nel cuore la capacità di ricevere messaggi di bellezza, la curiosità del sapere, l’ironia, la gioia di partecipare al grande gioco della vita, con speranza e con forza! BUON INIZIO SETTIMANA MARINAI…eterni ragazzi..

  • lavinio saltini

    l’ammiraglio Birindelli,allora tenente di vascello,nell’anno 1941 fu in prigionia con mio padre all’isola di Man in Inghilterra,metropole camp n.°4,dopo essere stato catturato a Gibilterra mentre si apprestava a far saltare navi inglesi inglesi con i maiali come ad Alessandria;non gli riuscì e dovette riemergere a causa del boccaglio d’ossigeno in avaria che gli impedì di proseguire il tentativo;svenne,quando rinvenne provò a parlare e far intendere di essere spagnolo,ma gli in glesi non gli credettero e lo catturarono;fu capocampo dei militari catturati sia italiani che francesi di Vichy,i quali poi però sparirono per combattere con l’Inghilterra e vennero liberati.Fu un ottimo ufficiale di marina e seppe mantenere estrema coesione e patriottismo fra tutti i captivi italiani.Grande figura di marinaio,serissimo ufficiale che seppe sempre mantenere una disciplina di ferro a bordo ove era molto difficile andare in libera uscita perché c’era sempre qualcosa nella divisa di imperfetto.Molti,con lui a bordo,rinunziarono a sbarcare per andare in libera uscita e si rassegnarono,ma così si forgiano i caratteri in mare….e va bene così….

  • Marinaio Leccese

    Ciao Ezio, grazie, non so se servirà a nulla, probabilmente no, ma non provare è “arrendersi” in partenza… tacere ci fa diventare complici… ignorare ci fa dimenticare di essere uomini…
    Un abbraccio grande anche a te…si, come il nostro mare…

  • Marinaio di Lago

    Non navighiamo in acque tranquille ma l’equipaggio è’ la nave stessa e supera ogni tempesta

  • Giacinto

    Grazie Ezio, speriamo che queste note entrino anche nei timpani dei tanti sordi e ciechi politici e/o stellettate. SPERIAMO !! !!!!

  • Marco Ximenes

    Onore all’Ammiraglio Birindelli, grande Uomo, grande Ammiraglio, Ammiraglio Signore e Signor Ammiraglio.

  • Don Gino Delogu

    Quando Birindelli era vivo, avevano paura, tutti, politici e militari, ma ora che è morto, non ci pensano nemmeno a intitolarli una nave.

  • Nicola Faino

    Uno con le “PALLE” al contrario di quelli attuali che pur di far carriera hanno venduto al nemico i nostri due MARO’, vergognoso atto di vilta’ nei confronti di quanti hanno e portano tutt’ora le stellette.TRADITORI.

  • Enea Remo

    …..per qualcuno che non conosce…….questo SIGNORE DEI MARI…..è persona ONESTA , CORRETTA e LEALE….

  • Genny Mazza

    andammo a prendere a malta…………..lo stavano buttando a mare…..1972…….poi passo al msi d almirante…….per questo mi cacciarono dalla marina…….ero e sono comunista ………….nn quelli di oggi

  • Severino Tomasi

    io l’ho conosciuto personalmente sull’incrociatore G.Garibaldi quando era l’ammiraglia,allora comandante in prima Romualdo Balzano,anche lui medaglia d’oro.

  • Istituto Osservatori Radar

    “Prima e più che da un volo in altri cieli. L’immortalità dell’anima è costituita dalla risonanza che, a somiglianza delle onde create dalla pietra gettata nell’acqua ferma del lago, “l’elevato sentire” genera e che, a differenza di quelle, dura sempre.”Grazie a Ezio Pancrazio Vinciguerra

  • Antonio D'Errico

    …..re se ricordo bene durante il trasferimento da Cagliari a Taranto la nave fu messa in riserva e tutto l equipaggio fu mandato in diverse destinazione . ….mi mandarono sulla De Cristofaro ad Augusta

  • Gennaro Valentini

    Testamento inapplicabile per gli attuali vertici, ma anche di quelli degli ultimi 30 anni, la famiglia di marinai non è più il punto di riferimento dei nuovi comandanti, sono sinceramente amareggiato!

  • Gennaro Valentini

    Ogni comandante dovrebbe tutelare i propri uomini, invece..,,,,,! Credo che l’ammiraglio Birindelli ,meriti il riconoscimento del suo nome su una unità navale della MMI, ma è l’unico che ha avuto il coraggio di fare quello che ha fatto, oggi invece si pensa solo a come sistemarsi al meglio dopo la pensione con qualche incarico molto retribuito! Mah?!?!?!?

  • Francesco Tesoro

    E’ solamente vergognoso pubblicare una foto dove è presente una persona che, ha rivestito l’incarico di Ministro della difesa e a differenza dell’Ammiraglio Birindelli, ha abbandonato due suoi uomini nelle mani di quattro manbrucchi di indiani solo perché avevano fatto il loro dovere

  • Mario Coccia

    l’Amm Birindelli era un Grande l’ho conosciuto a bordo del Mimbelli, era ancora un ragazzino nell’animo

  • Pino Scopelliti

    IO LO VISTO NEL 64 A TARANTO IN ARSENALE. CHE FACEVA UNA BELLISSIMA AZIONE DEGNA DI UN GRANDE AMMIRAGLIO. . NON CETO COME DI PAOLA CHE IO LO DEGRADEREI PER QUELLO CHE NON HA FATTO PER I DUE MARO.

  • Antonio Ricadi

    Ho avuto Birindelli come comandante del “Montecuccoli” (incrociatore) nel 1956. Crociera in Australia., con accademia a bordo. Si ferificavano dei furti durante la navigazione. E’ stato “acciuffato” un insegnate di inglese dell’accademia. Birindelli al microfono “sono felice che il ladro sia un inglese”!!! Chi conosce la storia dei “maiali” (2° guerra mondiale) sa che lui (medaglia d’oro) aveva un solo polmone per via dei “maiali” subacquei….che “spingeva” sotto la chiglia delle navi inglesi. che …odiava…..

  • Romano Casini

    Non l’ho conosciuto di persona , essendo in Marina dal 1955,
    ma il suo nome e le sue gesta , erano nella bocca di tutti. Un grande personaggio , portato come esempio di umanità e coraggio
    per quello che ha fatto, ed il minimo che possiamo dedicarli , a
    memoria delle generazioni future, una Nave che porti il suo Nome!

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