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Un congedo vissuto come un incubo

di Bruno V. Bardelli
https://www.facebook.com/bruno.v.bardelli

Bruno Bardelli per www.lavocedelmarinaio.comVorrei raccontarvi una storia accadutami tanti anni fa su nave Po e più esattamente all’atto del mio congedo.
Tanti amici mi hanno sempre chiesto cosa successe in quei fatidici 6 giorni che separarono dalla data del mio congedo 20 ottobre 1966 al mio arrivo a Milano il 26 ottobre…
Ho sempre glissato a questa domanda perché ritenevo semplicemente che fosse inutile parlarne.
Come risaputo ai più, l’ultimo mese da congedandi è quello che diventi quasi intoccabile ma tanti in quel mese sono finiti a Gaeta nel carcere militare ma questo è un altro film.
A differenza dei miei quattro compagni di contingente, esternavo una gioia esteriore mentre in realtà ero molto triste. Le solenni ubriacature non erano di allegria ma servivano solo a farmi dimenticare il mio congedo.
A mezzogiorno del  20 ottobre, adunata e saluto a poppa e poi liberi.
Continuavo a voltarmi indietro, non avrei più visto la mia nave e i miei compagni.
Sarei tornato alla vita di prima, con un lavoro monotono e con una situazione sentimentale incasinata.
Ma prima dovevo salutare Anna a Messina.
Lei era una ragazza che conobbi per caso in una via della città dello Stretto mentre cercavo un amico del mio papà. Una famiglia molto nota in città. In verità non mi interessava tanto di conoscerlo ma la consegna era forte e chiara:
– “Vai a conoscere tizio che lavorava con me in tempo di guerra all’Alfa Romeo”.
Mi informai chiedendo l’indirizzo ad una signora con figlia che transitava proprio in quella via che si mise subito a disposizione nel darmi ragguagli.

Bruno V. Bardelli marinaio - f.p.g.c. a www.lavocedelmarinaio.com
La divisa era in ordine, con i gradi al posto giusto (Sc-Ts), la cadenza un po’ guascona (bauscia) tipica milanese…insomma feci colpo prima sulla mamma e poi sulla figlia dagli occhi verdi e un sorriso ammiccante.
Volevo riuscire a parlare con lei e ci sono riuscii ma sempre di nascosto e per un paio di mesi.
Non l’ho mai baciata, il nostro era un amore platonico, stavamo bene insieme parlavamo di cose comuni a tanti giovani, in particolare di un ragazzo del nord di 20 anni e di una ragazza del sud di 18 anni.
A bordo non sapevano nulla di questa storia.
Da Augusta arrivai a Messina, dovevo vederla, dovevo parlarle e lei acconsentì.
La serata la trascorremmo nella sala d’aspetto della stazione. Consegnai nel frattempo  la valigia al deposito bagagli…
Il giorno mi appostai sotto casa sua, lei era riuscita a “scappare”.
Gli dissi:
– “Anna se desideri mi fermo qui con te, per sempre, e non torno a Milano. Pensaci e domani dammi una risposta”.
La seconda notte la passai sempre nella sala d’aspetto della stazione, sentivo il desiderio di ritornare a bordo e dire al Comandante:
– “Scusi ho scherzato, faccio in tempo ancora ad arruolarmi?”
Ma il pensiero di non trovare più all’ormeggio la nave mi tormentava, ormai l’avevo lasciata…
Il giorno seguente Anna mi diede  la sua risposta:
-“E’ meglio che torni a Milano, se sarà destino ci incontreremo di nuovo”.
Presi a malincuore il treno destinazione Milano ma decisi di scendere a Napoli per andare a fare visita a mio cugino Omero. Nella città partenope rimasi un paio di giorni, avvisai i miei genitori (che nel frattempo erano in pensiero per la mia salute) che il giorno successivo sarei ritornato a casa.
La mia vita riprese come prima, come se mi fossi allontanato per una gita fuori porta.
Ci misi tanto tempo però a mettermi il cuore in pace anche se il ricordo di Anna, dei miei compagni di nave Po è sempre lì, pronto a riemergere nei bellissimi ricordi di una spensierata giovinezza che non torna più.
Tempo dopo, nel 1995, ritornai  per lavoro a Messina. Forte fu in me la voglia di suonare il campanello della casa di Anna, non ne ebbi il coraggio… e non trovai più all’ormeggio nemmeno la nave che nel frattempo era andata in disarmo, proprio come l’amore che nutrì per lei.

18 commenti

  • Pietro

    Bella storia finita un po’ come a tutti, dove non vedevi l’ora di congedarti ed ora firmeresti in vecchiaia a vita per quel che ne è rimasta per rivivere quei momenti di spenseriatezza giovanili. Ricordo di una ‘Marina’ in quel di Verona a fianco al comando Nato Ftase… io giovane del sud,lei ragazzina del nord…Grazie per avermi fatto ricevere quei momenti

  • FRancesco Ruggieri

    EZIO MI AI FATTO PIANGERE X LA STORIA( UN CONGEDO VISSUTO COME UN INCUBO é QUASI LA MIA SE LO VORRAI TE LA DIRO GRAZIE:.

  • Vincenzo Salvati

    più che un incubo è …. una storia d’amore …. per la Marina e per la Anna ….. ne l’una ne l’altra potranno mai uscire dal cuore …… una sola domanda …. poteva tornare in Sicilia per Anna … perché non l’ha fatto?

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera a tutti e a Bruno V. Bardelli che ci ha regalato questa commovente storia.
    Spero che lo stesso Bruno risponda a Vincenzo Salvati (…a me e sembrato di capire che in quell’incontro alla stazione di Messina fu un addio inequivocabile da parte di Anna) …la stessa cosa ma in maniera forse più sentimentale e materiale è successa anche a me e la protagonista si chiama va Anna, proprio come la morosa di Bruno.
    (Dal diario di un Emigrante di poppa)

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Bruno, Marinaio di una volta e dei Navigli mi hai fatto un bel regalo di Natale pieno di ricordi di Vita…molto simile alla mia Se ti dico che ti voglio bene,mi credi?

  • Bruno V. Bardelli

    Grazie Ezio le tue correzioni sono state una ventata di aria fresca. Grazie ancora e ti auguro un mar di bene. e tantissimi auguri per le prossime Festività Natalizie.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ognuno di noi ha delle qualità …capire tu non vuoi, capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi: Emozioni!
    P.s. ho vissuto la tua stessa storia (forse un po’ più approfonditamente…) e poi mi sono arruolato, perché come ho scritto sul mio Emigrante non c’era più nessuno ad aspettarmi se non mia mamma e la lontananza è come il vento…, come una canzone di Mogol e Battisti – Gianni Bella. Indovina come si chiamava la mia morosa?
    Buon Natale Bruno ancora una volta mi hai commosso! 🙂

  • Bruno V. Bardelli

    Ezio ……Anna scommetto che si chiamava Anna. Sono ricordi indelebili che ti rimangono scolpiti nel cuore. Una canzone mi é rimasta particolarmente cara: “Non partir.. “del Tony Dallara. Grazie per tutto quello che fai e scrivi. Un abbraccio e Buon Natale caro Fratello del Mare..

  • EZIO VINCIGUERRA

    Bingo 🙂
    Auguri Fratello Bruno, auguri di serene festività a te e ai tuoi affetti più cari.
    Ezio …proseguiamo con gioia la nostra navigazione 🙂

  • enrico

    Anch’io ho vissuto una storia simile alla base navale di Napoli nel 70,dovevo scegliere se rimanere con la ragazza (Sara) e fermarmi a Napoli,o lasciarla e tornare a Roma, perchè Lei si era innammorata veramente,e per me, che inizialmente doveva essere un’avventura,capii che stava diventando una cosa seria,ma l’età del momento non mi fece fare la cosa giusta,e decisi di lasciarla,e,di tornare a Roma,dove mi sposai dopo quattro anni con la mia attuale moglie.E’ inutile dire,che feci un grande sbaglio,che ancora la penso,e mi dispiacque molto lasciare anche Napoli dove ho lasciato il cuore per Sara,e per la Marina.

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