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1 dicembre 1941, regio esploratore Alvise Da Mosto

di Marino Miccoli

…ovvero quando gli Uomini della Regia Marina si battevano come leoni!

Marino Miccoli  (2014) per www.lavoce delmarinaio.com“In ogni rischio e con ogni arme”: questo era il motto del  Regio Esploratore Alvise Da Mosto; la frase era tratta dall’opera di Gabriele d’Annunzio “Merope”.
I Regi Esploratori erano unità concepite per rispondere all’esigenza di avere un’efficace avanscoperta marittima rispetto alla squadra navale di cui facevano parte integrante; il loro compito consisteva principalmente in un’attività di esplorazione e di scoperta appunto, in un’epoca (fine degli anni ’20) in cui la ricognizione aeronautica era agli albori e quella disponibile era ancora insufficiente e limitata.
Le caratteristiche che queste navi dovevano possedere erano una notevole velocità e agilità di manovra non disgiunte da un armamento adeguato e idoneo a sostenere lo scontro in caso di avvistamento di unità nemiche simili.
La pregevole quanto versatile classe “Navigatori” di cui faceva parte l’Alvise Da Mosto fu realizzata tra il 1928 e il 1930; era composta da 12 agili e moderne unità che erano state varate con i nomi di celebri navigatori italiani. Nel 1938 queste unità furono classificate come cacciatorpediniere.
Mio padre fu imbarcato sull’unità dal luglio del 1934 al marzo del 1938 con la qualifica di capo-cannoniere puntatore  e partecipò alle operazioni  navali durante la guerra civile spagnola, dal 1936 al 1937.
Regio Esploratore Da Mosto di scorta ai convogli - www.lavocedelmarinaio.comLa drammatica storia di questa stupenda nave e del suo coraggioso equipaggio è esemplare per farci comprendere oggi, a 70 anni dalla data del suo affondamento, quale sia stato il valore e il coraggio spinto fino alle estreme conseguenze dei Marinai italiani nella II guerra mondiale.
Il Da Mosto fu affondato mentre effettuava la scorta di una moderna motocisterna, sulla rotta da Trapani a Tripoli, il giorno 1 dicembre 1941.
Alle ore 13.00 dal Cacciatorpediniere furono avvistati diversi aerei caccia-bombardieri Blenheim inglesi che portarono subito un attacco alla moderna motocisterna MANTOVANI di 2600 tonnellate; questa alle ore 13.10 viene colpita ed immobilizzata da una bomba.
Il comandante del Da Mosto Capitano di Fregata Francesco Dell’Anno (*) scrisse nel suo rapporto:

motocisterna Mantovani - www.lavocedelmarinaio.com“ In quel momento sono col Cacciatorpediniere di prua a sinistra del piroscafo, ordino alla cisterna di accostare di 90° a dritta e, visto che l’attacco è decisamente diretto contro di essa, rimango presentato col fianco per avere tutte le armi in campo.
Appena a distanza (2.600 metri) apro il tiro con i complessi da 120, granata contraerea e successivamente con tutte le mitragliere del lato sinistro.
Dei 3 aerei, 2 sono costretti ad alzarsi e mi sembra non riescano a colpire il piroscafo. Il terzo aereo, che era scaduto un poco rispetto ai precedenti, può continuare l’attacco prima che i miei pezzi possano fare nuovamente fuoco”.

Il Da Mosto prese a rimorchio la motonave danneggiata ma questa, a seguito di un nuovo attacco aereo che la colpì ancora, iniziò ad affondare. Dal Da Mosto provvidero a tagliare il cavo di rimorchio e a recuperare l’equipaggio del mercantile ormai perduto. Verso sera avvistarono dei fumi all’orizzonte; inizialmente essi furono attribuiti alle motovedette italiane che dovevano raggiungere il convoglio. Dopo essersi avvicinato per il riconoscimento, sul  Da Mosto ebbero la triste sorpresa di constatare che i fumi appartenevano a due incrociatori e a un cacciatorpediniere britannici.
Dopo una breve e coraggiosa azione di fuoco con i suoi cannoni da 120mm. , lo spiegamento di una cortina fumogena a protezione del suo convoglio ed avere lanciato alcuni siluri il Cacciatorpediniere fu colpito ripetutamente a poppa e nella santabarbara. Nell’affondamento, che avvenne rapidamente alle ore 18.15, perirono 138 uomini.
Il comandante Dell’Anno, che sopravvisse, fu l’ultimo uomo ad abbandonare la sua nave. Fu decorato con Medaglia d’Oro al Valor Militare per la sua eroica quanto disperata difesa. Nel gennaio 1942 sarà destinato al comando del  Cacciatorpediniere Scirocco.
Durante il conflitto il Cacciatorpediniere Alvise Da Mosto aveva svolto ben 79 missioni di guerra.
Mi inchino dinanzi al valore dimostrato da tutto il suo equipaggio e onoro la memoria dei suoi caduti.

Regio Esploratore Alvise da Mosto - www.lavocedelmarinaio.com

Per saperne di più
(www.trentoincina.it)

Cantiere di costruzione: C.Quarnaro, Fiume
Sigla di identificazione: DM

Presenza durante il periodo bellico:

Presente all’entrata in guerra (20 giugno 1940): Sì
Presente a metà del conflitto (1 gennaio 1942): No
Presente all’armistizio (8 settembre 1943): No
Causa della perdita: Nave
– Quando: 01/12/41
– Dove: Tunisia
Dettagli della sorte: Affondato alle secche di Kerkennah  dagli incrociatori leggeri inglesi Aurora e Penelope e un caccia (la Forza K di Malta), il 1/12/41.
Caratteristiche generali della classe Navigatori:
Tipo : Cacciatorpediniere
Dislocamento (tonnellate): 2880 (2760 c.normale)
Lunghezza (metri): 107,7
Profondità (metri): 4,2
Larghezza (metri): 10,2
Potenza (cavalli vapore): 50000
Armamento principale: 6 x 120/50
Armamento secondario: 2 x 40/39
Armi minori: 4 x 13,2
Siluri : 6
Equipaggio: 173
Velocità (nodi): 38
Numero di unità della classe Navigatori: 12
Classe Navigatori:
Alvise da Mosto
Antonio da Noli
Antonio Pigafetta
Antoniotto Usodimare
Emanuele Pessagno
Giovanni da Verazzano
Lanzerotto Malocello
Leone Pancaldo
Luca Tarigo
Nicolò Zeno
Nicoloso da Recco
Ugolino Vivaldi

(*) Capitano di Fregata (M.O.V.M.) Francesco Dell’Anno
Capitano di fregata (M.O.V.M.) Francesco dell'Anno (foto ufficio storico M.M.)Nacque a Taranto il 16 ottobre 1902. Allievo dell’Accademia Navale di Livorno dal 1918, nel 1920 conseguì la nomina a Guardiamarina e nel 1922 la promozione a Sottotenente di Vascello. Imbarcò su varie unità siluranti di superficie e nel 1925, promosso Tenente di Vascello, assunse prima l’incarico di Ufficiale in 2a sul cacciatorpediniere Missori, poi sul cacciatorpediniere Vincenzo G. Orsini ed infine sulla torpediniera Giuseppe Sirtori.
Promosso Capitano di Corvetta nel 1934, ebbe il comando di siluranti di superficie e sommergibili, al termine del quale fu destinato presso il Ministero della Marina. Promosso Capitano di Fregata nel gennaio 1939, imbarcò sull’incrociatore Giovanni delle Bande Nere con l’incarico di Comandante in 2a. Assunto prima il comando dell’incrociatore corazzato radiocomandato San Marco e poi del cacciatorpediniere Antonio da Mosto, il 1° dicembre 1941, durante una missione di scorta alla motocisterna Mantovani in navigazione per Tripoli, contrastò aspramente l’attacco portato da una preponderante formazione navale avversaria, composta da due incrociatori scortati da cacciatorpediniere, portandosi all’attacco e lanciando contro le unità maggiori i siluri di bordo.
Colpita l’unità al suo comando nella Santabarbara, e in procinto di affondare, dava tutte le necessarie disposizioni per la salvezza del suo equipaggio e per ultimo lasciava la nave.
Nel gennaio 1942, assunto il comando del cacciatorpediniere Scirocco, partecipò alla seconda battaglia della Sirte al termine della quale, nel Canale di Sicilia, a causa della violenta burrasca  che imperversava, scompariva in mare con l’unità e l’intero equipaggio, il 23 marzo 1942.
(Notizie attinte dal libro ” Le Medaglie d’Oro al Valore Militare” dell’Ufficio Storico della Marina Militare del 1992)

Motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare
“Comandante di Cacciatorpediniere in servizio di scorta ad una nave trasporto, con spirito animoso e con pronta manovra, impiegando ogni efficace accorgimento ed ogni mezzo di offesa e difesa, tentava di proteggerla dai ripetuti attacchi aerei nemici.
Colpito ed inutilizzato il trasporto a lui affidato, con manovra difficile e con perizia, tecnica, sempre sotto l’azione di bombardamento, ne tentava il rimorchio.
Attaccato da una forza navale decisamente superiore, che lo inquadrava col tiro intenso e ben diretto delle artiglierie, cosciente del rischio e deciso nell’intento, le muoveva incontro audacemente tentandone per due volte il siluramento.
Lanciati tutti i siluri, colpita irrimediabilmente la sua nave incendiata da uno scoppio di munizioni, sereno al suo posto di comando, continuava ad infondere energia al suo equipaggio, che rispondeva ancora al martellante tiro nemico, quando l’acqua aveva già invaso la coperta e lo sbandamento preludeva l’imminente inabissarsi.
Esempio di alte virtù militari e marinaresche, di combattività eroica e indomita volontà animatrice, lasciava per ultimo la sua nave, quando questa sprofondava
nelle onde, spiegando ancora al vento la bandiera di combattimento”.
(Mediterraneo Centrale 1° Dicembre 1941)

Alvise da Mosto In Oceano - www.lavocedelmarinaio.com

Note
– foto collezione privata famiglia Miccoli (diritti riservati)
– la sede di Taranto dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia (A.N.M.I.) è intitolata al Capitano di Fregata (M.O.V.M.) Francesco Dell’Anno. (www.anmi.taranto.it)

7 commenti

  • Marino Miccoli

    Carissimo Ezio,
    è sempre un piacere per me avere tue notizie, così mi piace quando rispolveri qualche mio articolo già pubblicato; quello sull’ALVISE DA MOSTO è uno dei miei più belli e sentiti.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Marino, è da un po’ di tempo che non ci sentiamo, come va?
    Un abbraccio grande come il nostro mare a te e ai tuoi cari.
    P.s. ma quando me lo mandi un altro articolo da condividere con gli amici del blog?

  • Marino Miccoli

    Carissimo Ezio,
    hai ragione, il lavoro ultimamente ( …e fortunatamente) occupa molto del mio tempo. Il prossimo articolo che t’invio riguarderà delle belle immagini che il marò Gianni Maccà (classe 1933) mi ha inviato aventi per tema la MARINA e lo SPORT (foto inedite campionati militari 1954).
    In più ti dico che sto già lavorando al mio abituale articolo per il 73° l’anniversario di CAPO MATAPAN.
    Inviandoti saluti marinareschi, ti abbraccio.
    Marino

  • Giacinto

    fatti e realtà su cui certi personaggi attuali ( e non solo ) dovrebbero riflettere.

    Equipaggio Ct. A. da Mosto .-

  • emilia tufecciu

    al signor Marino Miccoli, faccio presente di avere in mio possesso due foto di bordo della alvise da mosto,la prima un ufficiale con alle spalle icannoni edove si vede il motto- in ogni rischio e con ogni arme,la seconda in plancia di prua con quasi tutto il corpo ufficiali in posa, 10 ufficiali di cui 5 seduti e 5 in piedi alle spalle anche in questa si vede chiaramente il motto. dette foto sono in vendita a chi puo’ essere interessato. non sono mai state pubblicate.distinti saluti

  • ezio

    Buongiorno signora Emilia e grazie per la preziosa testimonianza.
    Abbiamo provveduto ad inviare al signor Marino Miccoli la sua mail nell’augurio che egli stesso possa rispondere direttamente a Lei e darci conoscenza per un eventuale pubblicazione delle foto, col suo permesso, su questo blog.
    Siamo felici che i figli e i parenti di chi ci ha preceduto in questa navigazione siano solidali così come lo sono i marinai di tutti i tempi.
    Un abbraccio grande come il mare a Lei e ai suoi cari e felice anno nuovo all’insegna della solidale misericordia.
    Ezio Vinciguerra

  • MARINO MICCOLI

    Buongiorno signora Emilia, sul Regio Esploratore Alvise Ca’ da Mosto sono stati imbarcati tra i migliori Uomini e valorosi Marinai che la Regia Marina abbia mai avuto, tanto coraggiosi da tenere fede con i fatti al motto della loro bella Unità: “IN OGNI RISCHIO E CON OGNI ARME”. Noi cerchiamo di tenerne viva la memoria e se vorrà lei potrà inviare al maresciallo Ezio Vinciguerra le foto di cui parla per la loro pubblicazione sul blog, magari con un articolo apposito. Deve sapere che io, a corredo dei miei articoli, gliene ho inviate a decine, tutte estratte dall’album di ricordi di mio Padre, senza pensare nemmeno minimamente di chiedere alcun compenso. La ringrazio per l’attenzione riservata al mio modesto scritto e la saluto cordialmente.

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