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Regi incrociatori leggeri per servizi coloniali Campania e Basilicata

di Antonio Cimmino

Antonio Cimmino per www.lavocedelmarinaio.comCaratteristiche, attività operative e curiosità
Le due navi furono progettate del  tenente Generale Giuseppe Rota (Napoli 1860 – Roma 1953) Ispettore del Genio Navale, ingegnere navale di fama mondiale ( fu l’artefice degli incrociatori leggeri classe Condottieri), direttore generale delle costruzioni,  presidente del Comitato dei progetti della Marina militare italiana. Fondò, nel 1928,  la Vasca navale nazionale di Roma e, nello stesso anno divenne senatore del regno.
Le navi derivano dall’ariete torpediniere Calabria progettato, a sua volta, da un altro napoletano il generale Eduardo Masdea. Ma la velocità con cui mutavano le strategie militari navali, fecero si che le il Campania ed il Basilicata, fossero unità sorpassate all’atto Bollo regia nave Campania - www.la vocedelmarinaio.comdell’entrata in servizio. Due cannoni da 152 mm disposti, in caccia ed in ritirata, in postazioni girevoli scudate rappresentavano il suo armamento accanto a quattro pezzi disposti in barbetta lungo le fiancate.La costruzione avvenne sullo stesso scalo e il varo nello stesso giorno. Primo scese in mare il  Campania e successivamente, rompendo all’improvviso i cavi di ritenuta, il Basilicata sovvertendo il protocollo di varo.
Nel settimanale La Domenica del Corriere n. 31 del 2-8 agosto 1914, un articolo dal titolo “La nostra Marina da guerra: Due incrociatori coloniali” così descrisse il varo:
Giovedì della settimana scorsa furono varati nell’Arsenale di Castellammare di Stabia due incrociatori protetti, Basilicata e Campania, destinati alle stazioni all’estero. Sono le cosiddette navi coloniali. Impostate sullo scalo l’anno scorso, esse dislocano 2.600 tonnellate ed hanno la velocità di 16 nodi. Saranno armate da 6 cannoni da 76. La particolarità curiosa è questa: che gli incrociatori Basilicata e Campania furono costruiti sullo stesso scalo, uno di seguito all’altro, ciò che crediamo non abbia sin qui esempi nei cantieri navali. Mentre il varo del primo, cioè del Campania avvenne regolarmente, quello del Campania avvenne regolarmente, quello dell’altro avvenne violentemente: gli operai attendevano a spostare il Basilicata facendogli percorre un tratto del lungo scalo per risparmiargli il percorso della discesa quand’esso strappò i cavi che lo assicuravano e scese da solo felicemente in mare.

Regia nave Campania attraverso il ponte girevole di Taranto - www.lavocedelmarinaio.com

Regia nave Campania
Regia nave Campania - Motrice alternativa a triplice espansione - www.lavocedelmarinaio.comCostruita per essere destinata  a fare da collegamento con le colonie, inizialmente fu classificata “nave da battaglia di 5° classe” e successivamente “incrociatore coloniale”. Nel primo conflitto  la nave non partecipò a nessuna azione bellica di rilievo. Dopo la guerra e precisamente nel 1921  la nave fu declassata a cannoniera e due anni dopo fu privata dei due cannoni da 152 mm.
Il 24 10.1925 mentre si trovava in Somalia, imbarcò il governatore De Vecchi nel porto di Bendar Bela per tentare di contrastare le incursioni dei ribelli del sultano Osman Mahamud. Il giorno dopo la nave salpa per Bargal e, nel tentativo di colloquiare col sultano, fa sbarcare tre scialuppe armate con marinai e ascari. A terra vengono attaccate ed un gruppo di marinai ed ascari si rifugiarono in una moschea asserragliandosi mentre dal Campania i cannoni impedisco a truppe ribelli di avvicinarsi alla moschea. Vennero  successivamente salvati da una compagnia del 2° Benadir sbarcati dalla cannoniera  Arimondi. Per il suo comportamento coraggioso l’ascaro Ibrahim Faruq venne decorato con croce di guerra, lo stesso che nel 1940 ebbe l’unica Medaglia d’Oro al Valor Militare assegnata ad un marinaio ascaro.

Marinai ascari imbarcati sulle regie navi coloniali - www.lavocedelmarinaio.com
La motivazione delle decorazione assegnata a Ibrahim Farag Mihammed quale Buluc Basci di coperta del cacciatorpedinier Manin, così recita:
Imbarcato da pochi giorni su Cacciatorpediniere, prendeva parte, distinguendosi per bravura, al disperato tentativo di attacco a Base Navale avversaria, durante il quale l’unità veniva sottoposta ad incessanti attacchi aerei che ne causavano l’affondamento.
Trovatosi naufrago su imbarcazione a remi con oltre sessanta superstiti, rinunziava al proprio posto per assicurare l’altrui salvezza, restando per l’intera notte aggrappato fuori bordo. Esaurito dallo sforzo, anziché chiedere il cambio, si allontanava dall’imbarcazione dopo aver ringraziato il Comandante ed affrontava sicura morte, dando luminoso esempio di virtù militare, di spirito di sacrificio e di abnegazione
”. (Mar Rosso, 4 aprile 1941).
A far data dal 1932 il Campania divenne nave scuola cadetti sbarcando altri due cannoni da 152 mm. La sua radiazione e successiva demolizione,  avvenne nel 1937.

Regia nave Basilicata
Le trattative di pace al termine della I guerra mondiale, a causa dell’opposizione del presidente americano Woodrow Wilson, non portarono all’assegnazione della Dalmazia e della città di Fiume all’Italia, pur abitate in prevalenza da popolazione di lingua e cultura italiana. La situazione divenne caotica e prima dell’impresa di Fiume di D’Annunzio, l’incrociatore Campania sbarcò nell’isola di Pago in Dalmazia, un reparto dell’esercito per l’occupazione della zona.
Il 13 agosto 1919, la nave al comando del Capitano di Vascello Fossati, fu inviata in Mar Rosso in sostituzione, come nave stazionaria, dell’ariete torpediniere Calabria. Appena imboccato il canale di Suez nei pressi di Port Said, l’unità si incendiò ed affondò in parte,  a causa dell’esplosione di una caldaia. Morirono 30 uomini tra cui molti ascari eritrei. Siccome il relitto, poggiato su un fondale di solo 12 metri, ostruiva il canale, fu spostato in tre giorni e sistemato in un lato. Solo il 20 settembre del 1920 fu recuperato del tutto ma, rilevati i danni fu deciso, dopo la radiazione avvenuta il 1° luglio 1921,  di venderlo ai privati per la demolizione.

regie navi Campania e Basilicata sullo stesso scafo - www.lavocedelmarinaio.comfoto tratta da Archivio Giuseppe Plaitano.

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