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17.11.1940, Aniello Della Monica

a cura Antonio Cimmino

                                BANCA DELLA MEMORIA PER NON DIMENTICARE MAI

Aniello Della Monica Sergente S.D.T. ucciso tra la notte del 16 e il 17 novembre 1940 sul regio cacciatorpediniere Cigno durante un bombardamento a Bengasi.
Adesso riposa in pace ricordato dai suoi concittadini e dai marinai di una volta.

16.11.1940 sergente Aniello Della Monica - Regia nave Cigno - www.lavocedelmarinaio.com

… a seguito della segnalazione pervenutaci da Claudio53, pubblichiamo per darne comunicazione ai familiari del caro Aniello che adesso riposa in pace.

Aniello Della Monica
di Claudio53


Aniello Della Monica Sergente S.D.T. fu una della 24 vittime del bombardamento che avvenne nel porto di Bengasi tra la notte del 16 ed il 17 settembre 1940 in cui rimasero coinvolti il Cacciatorpediniere Cigno, il Cacciatorpediniere Aquilone ed il piroscafo Gloriastella.
Alle 00.30 circa il porto fu bombardato da 9 aerosiluranti inglesi Fairey Swordfish del 815° Squadron della Fleet Air Arm, decollati dalla portaerei HMS Illustrious.
Il Cigno, che era ormeggiato fra le due unità, ed il Gloristella furono colpiti intorno alle 00.57 e sul Cacciatorpediniere si sviluppo un incendio che fu estinto dopo molte ore; fu anche allagato il deposito munizioni di prora.
Il Cigno fu colpito da una sola bomba sul lato sinistro ma fu investito anche dalle schegge delle strutture del Gloristella a seguito delle esplosioni. Fu una strage tra equipaggio. Morirono 5 Sottufficiali e 19 Sottocapi e ci furono molti feriti.
Poiché nell’Albo d’Oro di ONORCADUTI risulta che la salma è ancora al Sacrario Militare di Tripoli ma il nominativo non risulta nell’elenco del cimitero di Hammangi, vicino Tripoli, ritengo che l’Aniello fu sepolto inizialmente nel cimitero di Bengasi e successivamente nel Sacrario Militare di Tripoli ed infine la salma fu tumulata nel 1972 nel cimitero comunale di Castellammare di Stabia, non essendo il nominativo nell’elenco del Sacrario d’Oltremare di Bari dove furono tumulate quasi tutte le salme provenienti da Tripoli in quell’anno.
A tal proposito ricordo che nel 1955 il Commissariato Generale delle Onoranze Caduti in Guerra, studiò un programma per la sistemazione definitiva di tutte le Salme dei Caduti Italiani in Libia dal 1911 al 1945 in un Sacrario unico da costruire a Tripoli. Il programma originario del 1953 prevedeva la costruzione di due Sacrari: per i caduti della seconda Guerra Mondiale uno a Tripoli e l’altro a Tobruk oppure a Bengasi; per tutti gli altri caduti si pensò al ripristino e al mantenimento dei vecchi Sacrari ed Ossari della Libia. Il Sacrario fu costruito ad Hammangi località a circa 2 km dal centro di Tripoli.
Circa un anno dopo il rientro in patria della collettività italiana “cacciata” dalla Libia (1970), il nuovo regime di Tripoli dichiarò di voler smantellare il cimitero cattolico di Hammangi e di volerne trasferire le salme nel cimitero di Ain Zara. Per evitare che le tombe svanissero nel nulla, come era accaduto con il cimitero di Zuara, l’ANIRL (Associazione Nazionale Italiani Rimpatriati dalla Libia), d’intesa con le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, riuscì a sensibilizzare il Governo italiano che, con una grande operazione, fece trasportare in Italia le salme dei nostri caduti con traghetti della Tirrenia nei porti di Siracusa, Genova e Palermo. Molti caduti furono tumulati nel Sacrario d’Oltremare di Bari ed altri, su richiesta dei famigliari, nei cimiteri dei propri comuni.
Non sono a conoscenza, ma chiederò ad ONORCADUTI, se tra i circa 6500 italiani sepolti ancora oggi nel cimitero di Hammangi ci siano o meno dei militari. Peraltro, mi risulta che siano in atto azioni per il restauro del predetto cimitero che vandali hanno devastato durante la recente crisi libica.

31 commenti

  • Claudio53

    Egregio sig. Cimino,
    la data corretta della morte di Aiello è sicuramente il 17 settembre e non il 16 novembre 1940. Fu una della 24 vittime del bombardamento che avvenne nel porto di Bengasi tra la notte del 16 ed il 17 settembre 1940 in cui rimasero coinvolti il Cacciatorpediniere Cigno, il Cacciatorpediniere Aquilone ed il piroscafo Gloriastella. Alle 00.30 circa il porto fu bombardato da 9 aerosiluranti inglesi Fairey Swordfish del 815° Squadron della Fleet Air Arm, decollati dalla portaerei HMS Illustrious.
    Il Cigno, che era ormeggiato fra le due unità, ed il Gloristella furono colpiti intorno alle 00.57 e sul Cacciatorpediniere si sviluppo un incendio che fu estinto dopo molte ore; fu anche allagato il deposito munizioni di prora.
    Il Cigno fu colpito da una sola bomba sul lato sinistro ma fu investito anche dalle schegge delle strutture del Gloristella a seguito delle esplosioni. Fu una strage tra equipaggio. Morirono 5 Sottufficiali e 19 Sottocapi e ci furono molti feriti.
    Poiché nell’Albo d’Oro di ONORCADUTI risulta che la salma è ancora al Sacrario Militare di Tripoli ma il nominativo non risulta nell’elenco del cimitero di Hammangi, vicino Tripoli, ritengo che l’Aniello fu sepolto inizialmente nel cimitero di Bengasi e successivamente nel Sacrario Militare di Tripoli ed infine la salma fu tumulata nel 1972 nel cimitero comunale di Castellammare di Stabia, non essendo il nominativo nell’elenco del Sacrario d’Oltremare di Bari dove furono tumulate quasi tutte le salme provenienti da Tripoli in quell’anno.
    A tal proposito ricordo che nel 1955 il Commissariato Generale delle Onoranze Caduti in Guerra, studiò un programma per la sistemazione definitiva di tutte le Salme dei Caduti Italiani in Libia dal 1911 al 1945 in un Sacrario unico da costruire a Tripoli. Il programma originario del 1953 prevedeva la costruzione di due Sacrari: per i caduti della seconda Guerra Mondiale uno a Tripoli e l’altro a Tobruk oppure a Bengasi; per tutti gli altri caduti si pensò al ripristino e al mantenimento dei vecchi Sacrari ed Ossari della Libia. Il Sacrario fu costruito ad Hammangi località a circa 2 km dal centro di Tripoli.
    Circa un anno dopo il rientro in patria della collettività italiana “cacciata” dalla Libia (1970), il nuovo regime di Tripoli dichiarò di voler smantellare il cimitero cattolico di Hammangi e di volerne trasferire le salme nel cimitero di Ain Zara. Per evitare che le tombe svanissero nel nulla, come era accaduto con il cimitero di Zuara, l’ANIRL (Associazione Nazionale Italiani Rimpatriati dalla Libia), d’intesa con le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, riuscì a sensibilizzare il Governo italiano che, con una grande operazione, fece trasportare in Italia le salme dei nostri caduti con traghetti della Tirrenia nei porti di Siracusa, Genova e Palermo. Molti caduti furono tumulati nel Sacrario d’Oltremare di Bari ed altri, su richiesta dei famigliari, nei cimiteri dei propri comuni.
    Non sono a conoscenza, ma chiederò ad ONORCADUTI, se tra i circa 6500 italiani sepolti ancora oggi nel cimitero di Hammangi ci siano o meno dei militari. Peraltro, mi risulta che siano in atto azioni per il restauro del predetto cimitero che vandali hanno devastato durante la recente crisi libica.
    Distinti saluti
    Claudio53

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buongiorno Claudio e buongiorno Antonio.
    Grazie Claudio per questa precisazione che ci aiuta a far comprendere il senso della “banca della memoria”.
    Per quanto sopra ho apportato la variante alla’articolo nell’augurio che Antonio la faccia leggere anche ai familiari del compianto Aniello.
    Sono certo che Antonio provvederà anche ad inviare la variante alla foto inviatami a suo tempo e a darne conoscenza anche agli amici di A.N.M.I. Stabia.
    Un abbraccio a voi.
    P.s. Se dico Marinai di una volta, marinai per sempre pensate che sono nel giusto?
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/11/16-11-1940-aniello-della-monica/

  • Pietro

    è sempre validissimo il detto Ezio…………oggi purtroppo si sta perdendo il senso dell’amor patrio…….leggendo le diatribe di questi giorni, di questo quello che non gli soddisfa il posto dove trasferito e le ore di straordinario non pagate……il caduto, con onore, aveva la categoria: Specialista Direzione Tiro, che poi venne cambiata nel dopoguerra, 1956, Elettro Meccanico……….”la mia categoria” quando mi arruolai……che riposi in pace…………un buon giorno a tutti e serena settimana appena cominciata…….

  • Antonio Cimmino

    Caro Ezio Egr. Claudio53
    ho sbagliato la data pur avendo a disposizione un opuscolo approntato da Vincenzo Della Monica (purtroppo deceduto) – mio amico e fratello del Caduto. Per fortuna mia, tua e soprattutto del Blog, abbiamo l’angelo custode Claudio 53.
    Ringrazio di cuore e un abbraccio.
    Antonio

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera a tutti a Mario Sicignano e Antonio Cimmino.
    Grazie a Claudio53 per questa precisazione che ci aiuta a far comprendere il senso della “banca della memoria”. Per quanto sopra ho apportato la variante di seguito nell’augurio che la facciate leggere anche ai familiari del compianto Aniello e agli iscritti alle A.N.M.I. in particolare a Anmi Stabia. Un abbraccio a voi.
    P.s. Se dico Marinai di una volta, marinai per sempre pensate che sono nel giusto?

  • Roberto Laganaro

    Faccio presente che nel 1972 ,in temporaneo imbarco su Nave Bafile con tutta la mia Compagnia dell’allora Maridepocar Taranto imbarcammo centinaia di nostri soldati e civili morti negli anni della seconda guerra mondiale e li sbarcammo a Bari ..

  • Luigi ALBERINI

    roberto, io un giovane- che quasi 63 anni, lavoro ancora, ma il mio primo amore sono state le onde-benidici.

  • Luigi ALBERINI

    in 45 anni passati, li conservo, non solo il solino, tutto completo, guai chi mi li tocca.

  • Luigi ALBERINI

    scusami, noi nocchieri, eravamo quel personale che a voi davano la sicurezza-sia in navigazione che a terra-scusami.-grande stefano- nome come mio figlio.

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