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1000 giorni di bugie sul caso dei due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

…cos’è la colpa, cos’è la pena? E soprattutto cos’è la Verità!

Ezio Pancrazio  Vinciguerra (www.lavocedelmarinaio.com)A volte in noi si genera un senso di colpa che spesso comporta una pena. Colpa e pena vanno a braccetto: la colpa è il nostro peccato e la pena è la sua conseguenza. Colpa e pena sono paragonabili ad una ferita che anche dopo aver smesso di sanguinare continua a darci dolore. Il peccato è la ferita dell’anima e anche dopo il pentimento e l’assoluzione sacramentale rimane una debolezza perché siamo fragili e, come tale, rischiamo che la ferita non rimarginata, si riapra.
Le cicatrici a tal proposito ci confermano di non rinnegare il peccato e Dio, con la sua capacità di amare, non chiede vendetta ma purificazione dell’anima, la nostra.
Lui non è venuto per curarci le ferite del corpo ma quelle dell’anima facendoci comprendere, con la sua crocifissione, il suo amore per tutti noi creati da Lui a sua immagine e somiglianza.
Il pentimento è il segno del cambiamento, è l’Agnello di Dio, e la Croce è la caparra del perdono.
Dio ci fa comprendere proprio in questo giorno, vivendo senza complessi e senza traumi, insieme agli altri fratelli e sorelle, che se anche ci mancano le persone a noi più care, Lui ci ha donato la Grazia che è l’amicizia nel prossimo e l’amicizia nel prossimo è la Sua Grazia, in una parola sola: l’amore.

Copia di I due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone www.lavocedelmarinaio.com

31 commenti

  • FERNANDO TERMENTINI

    1000 giorni sono trascorsi da quando i nostri due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono stati imprigionati dall’India senza che nei loro confronti fossero formalizzati atti di accusa circostanziati.
    Un soggiorno obbligato dall’Italia nel momento che il 22 marzo 2013 lo Stato decise di riconsegnarli alla giustizia indiana nonostante prevedesse la pena di morte e negando loro ogni diritto connesso allo status di militari impiegati in operazioni Fuori Area volute dal Parlamento nazionale e da risoluzioni ONU per il contrasto alla pirateria marittima.
    E’ fuori di ogni dubbio che in quella occasione l’Italia ha eseguito un atto di estradizione passiva, scegliendo di delegare all’India la gestione di un’azione giudiziaria assolutamente indebita, peraltro non suffragata da prove.
    Fatti che si trascinano da 1000 giorni e protetti da “verità nascoste” che hanno suggerito al Governo Monti di riconsegnare due militari in mani “palesemente ostili”. Una decisione in assoluto contrasto con la cultura giuridica ed etica italiana e presa senza rispettare la Costituzione e l’articolo 698 del Codice di Procedura Penale che vieta l’estradizione di chiunque, italiano o non, rischi di essere oggetto di un procedimento penale senza la garanzia dei diritti fondamentali della difesa ed in assenza prove certe.
    Una decisione istituzionale di dubbia congruità legale ed all’epoca giustificata dall’assicurazione formale dell’India sulla non applicazione della pena capitale. Documento, però, privo di consistenza giuridica, come espressamente sancito da una sentenza della Corte Costituzionale (n. 223 del 27 giugno 1996) con cui la Suprema Corte ha ritenuto la semplice garanzia formale della non applicazione della pena di morte, atto insufficiente alla concessione dell’estradizione.
    Un vero e proprio arbitro i cui motivi non sono chiari e per questo i fatti sono stati sottoposti all’attenzione della Procura della Repubblica di Roma.
    Una decisione abnorme per un Paese come il nostro, tradizionalmente in prima linea nel combattere la pena di morte. In quel triste giorno, invece, l’Italia ha voluto tutelare interessi di dubbia natura considerati prevalenti rispetto alla certezza della difesa del diritto alla vita, solennemente proclamato in tutti gli atti internazionali sui diritti della persona, a cominciare dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 10 dicembre 1984.
    Un’Italia che in quella occasione, a distanza di più di due secoli, ha dimenticato che la “pena di morte non è un diritto, ma è guerra di una nazione contro un cittadino”, come scriveva Cesare Beccaria in “Dei delitti e delle pene”.
    L’eventualità che l’India potrebbe applicare la pena capitale, peraltro, non è ancora scongiurata se si analizzano recenti agenzie di stampa sulla vicenda. Un’ AGI da New Delhi del 30 agosto che riporta tra l’altro “… La polizia antiterrorismo Nia, che ha istruito il caso dei maro’ accusati dell’uccisione di due pescatori indiani nel febbraio 2012, lo ha affidato al tribunale speciale , nonostante l’opposizione della difesa che sostiene che la Nia non avesse più competenza….e su cui si e’ in attesa delle controdeduzioni del governo di New Delhi”.
    Controdeduzioni che non risulta siano ancora arrivate per cui rimane “pending” la competenza della NIA e quindi l’applicazione della Sua Act (legge antiterrorismo) e, conseguentemente, il rischio della pena capitale non è ancora cancellato.
    Dopo 1000 giorni, quindi, nulla è certo sulla sorte dei due nostri militari e lo Stato italiano continua a barcamenarsi confermando la vergogna di aver deciso di rinunciare alla sovranità nazionale e di aver lasciato in mani ostili due nostri concittadini colpevoli solo di aver scelto di servire il proprio Paese in uniforme.
    1000 giorni rotti solo da dichiarazioni di intenti e da nessun risultato, che offendono l’Italia, le sue tradizioni e la sua cultura. Quasi tre anni in cui la sovranità italiana è stata cancellata per proteggere interessi economici di lobby e personali non meglio connotabili.
    Una storia senza fine, inaccettabile ed in cui le parole dominanti sono state sempre “riservatezza e profilo basso”. 1000 giorni caratterizzati da un’indifferenza totale e quasi generalizzata a livello politico, incomprensibile da parte di chi invece avrebbe dovuto far sentire la propria voce in maniera incisiva. Primo fra tutti il Presidente della Repubblica custode della Costituzione ed al quale la Carta Costituzionale all’articolo 87 assegna l’alto Onore di Capo delle Forze Armate.
    1000 giorni in cui si sono succeduti tre Governi che sembra si siano passati “il testimone” su come gestire il caso. Quello del Presidente Monti che ha deciso di rispedire in India i due Fucilieri di Marina con un Ministro della Difesa attento a non abbandonare una nave ormai alla deriva e prossima all’approdo, pur di non rischiare posizioni di privilegio future.
    Il secondo, del Premier Letta molto distaccato dalla vicenda nella sua azione di Governo e che ha preferito delegare la Responsabile della Farnesina Emma Bonino, molto brava a promettere ma nello stesso tempo, poco conclusiva negli atti. Piuttosto, molto decisa nelle parole quando affermava “Non è provata ‘innocenza dei due Marò”, dissacrando i principi fondamentali dello Stato di diritto.
    Un terzo Governo, l’attuale, con il Presidente del Consiglio pronto a dichiarare agli italiani la sua vicinanza ai due Marò con telefonate ed altre azioni di facciata, ma poco concreto nei risultati.
    Un Primo Ministro che in base alle sue consolidate esperienze in tema di politica estera preferisce ricorrere ad una “Diplomazia Tranquilla” , sinonimo in questo caso di “Diplomazia Dormiente”, visti i risultati fino ad ora raggiunti.
    Un Esecutivo caratterizzato forse più del precedente da sole dichiarazioni di intenti che a nulla hanno portato e che ha anche disatteso una proposta della Croce Rossa Internazionale di occuparsi della vicenda.
    Le Onorevoli Pinotti e Mogherini, rappresentanti della Difesa e degli Esteri, assolutamente in sintonia nel rivendicare a parole il diritto italiano a giudicare, incisive nel dichiarare di essere pronte ad internazionalizzare il caso, ma pronte il giorno dopo a dichiarare l’intenzione di portare avanti contatti bilaterali basati su approcci di “secret diplomacy” ereditati forse dalla dottoressa Bonino.
    Ora un nuovo Ministro degli Esteri italiano che si affaccia alla ribalta internazionale dichiarando anche lui, appena nominato, di aver telefonato a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per poi tacere.

  • Gaeno Augeri

    Siamo indignati con lo Stato Italiano, non riesce a difendere i suoi Militari Vergogna!!!!!!

  • Pietro Serarcangeli

    Qualcuno (e sappiamo bene CHI) dovrà pagare per la sofferenza di questi due Uomini che non hanno colpe se non quella di aver servito FEDELMENTE il proprio Paese e chi li chiama “assassini” come una certa SGRENA, che si sciacqui bene la bocca perchè non è detto che non debba rispondere davanti alla legge di certe esternazioni!!! Che le cosiddette “ISTITUZIONI” si VERGOGNINO!!!

  • Angelo Capasso

    Purtroppo non abbiamo ministri e presidente della Repubblica con le palle men che meno le altre due alte cariche.

  • Fernando Antonio Toma

    spero anch’io che paghi qualcuno ma … come al solito quando questa brutta storia finirà … andrà tutto con tarallucci e vino …. uno schifo.

  • Massimo Pastore

    Fra qualche settimana un altro di quelli che dovrebbero dare qualche risposta sarà “promosso” e diventerà Sottocapo di Stato Maggiore della Marina

  • Marinaio Leccese

    Arriverà il momento della resa dei conti … spero che chi debba pagare non abbia sconti.
    Tutti bravi a parlare, stare seduti e mangiare soldi!

  • Roberto Tento

    Non avranno sconti, che stiano tranquilli verranno ripagati con la stessa moneta….Occhio per occhio …dente per dente….Buina giornata Ezio Pancrazio Vinciguerra

  • Alessandro Mocci

    Tante chiacchere. …da ex all. G. O. I mi vergogno
    Facciamo qualcosa per i nostri ragazzi. ..io mi offro. ..gratis

  • Giuseppe Orlando

    ….ancora non ho visto un ammiraglio – .un generale battere il pugno sul tavolo e dire: MUOVETEVI CAZZO.

  • Giuseppe Corrado

    Ci stanno prendendo in giro perche’ ci sono accordi tra l’italia e l’india che non vogliono farci sapere…e inutile scivere…Naturalmente la nostra solidarieta’ ci sara’ sempre…

  • Giovanni Rapelli

    Perchè anche gli ammiragli, generali sono papponi ed impelagati con questo governo di merda.

  • Giuseppe Corrado

    Questo governo o un altro non cambierebbe niente….visto che sono accordi un po’ datati…

  • Andy Holyred

    Stupende, vere e toccanti le parole di Ezio. D’altra parte e, me ne dispiaccio infinitamente, im sto convincendo che anche questo governo e lo stesso Renzi, stiano facendo meno che zero per i nostri due Soldati. Il nostro primo ministro, ieri ha incontrato il premier indiano. Ma che c. gli avrà detto ? Dopo 1000 giorni di infame vergogna, si può perdere la pazienza ed alzare la voce ?

  • Edoardo Medini

    Mille mongolfiere ognuna delle quali rappresenta un giorno di prigionia dei due fucilieri del S.Marco Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono pronte a levarsi in volo.Un volo che sarà virtuale perchè le mongolfiere si alzeranno in volo dal web.L’iniziativa organizzata da Nicola Marenzi e da altri 16 utenti su Facebook, sta riscuontendo un enorme successo. Complimenti .

  • EZIO VINCIGUERRA

    🙂 carissimo Alberto Bogani il mio sermone è quello di 999 giorni fa ma non mi sembra di averti visto a Piazza del Popolo a Roma, ne a Pisa, ne in India al G.P. 2013 (Logo su Ferrari), ne con interpellanze parlamentari, … ecc. ecc.
    Non cerco sangue ma solo verità e la verità è sempre ed è una sola!
    Un abbraccio a te grande come il mare e solidale come l’amore per il prossimo.

  • Dante Velluto

    Noi tutti chi piu o chi meno conosce il lavoro e le procedure del san Marco i nostri so stati neccepibili e chi sa come so andate veramente le cose lo sa

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera a te Giorgio Sornicola e a voi tutti.
    Dante Velluto ribadisce che le procedure sono o siano state ineccepibili ed in parte condivido il suo pensiero perché solo un processo (…che non è stato mai aperto in Italia Civile e Militare) potrebbe almeno far conoscere la verità processuale.

  • Dante Velluto

    Il processo sarebbe un atto dovuto ma non solo per i nostri ragazzi ma anche per le vittime ma in un paese civile in italia non in india

  • ANNA TACCORI

    Per questa vergognosa sitauazione tragica per i due ragazzi , sono incazzatissima contro contro le istituzioni che non hanno ancora fatto nulla ( VERGOGNA)

  • Marinai d'Italia fedeli

    non so se 🙂 per le evidenti bugie oppure 🙁 perchè i nostri Frà sono ostaggi in tempo di pace. Un abbraccio Ezio pari avanti tutta

  • Claudio53

    I nostri due fucilieri hanno sempre rilasciato dichiarazioni equilibrate ed hanno, in ogni occasione, soppesato le parole attentamente. Alcuni commenti nel presente Blog mi sembrano fuori luogo; se qualcuno crede di conosce come si siano realmente svolti i fatti si faccia avanti e ce lo spieghi, dica chi sono i responsabili, civili e militari, ma deve anche spiegare perché lo sono e quali sono le loro fonti. L’unica cosa che ritengo che sia ormai chiara è che interessi economici stanno complicando l’intera vicenda e questo, da ex militare/marinaio mi dà enormemente fastidio.
    Di processi fatti in piazza ne ho già visti abbastanza. Ritengo che occorra rimanere fuori dalle logiche della politica e dei giornali asserviti ad essa. Nella Marina ho lavorato per oltre 40 anni e fare del qualunquismo buttando fango sugli ammiragli è uno sport che non condivido. Sia chiaro che non sono uno di quelli che vuole che i panni sporchi si lavino in famiglia, ma la Marina e stata la mia seconda casa e come già sapientemente evidenziato da Ezio, ritengo che non ci sono vendette personali da cercare, ma fatti da capire. Arriverà la verità e se qualcuno ha sbagliato pagherà.

  • klement

    Gli Ammiragli non vedo proprio che colpa abbiano. Non direi che ci sia estradizione passiva, in quanto i Fucilieri erano già prigionieri in India, e le Istituzioni hanno ottenuto che tornassero in licenza dietro cauzione. Sarebbe stato indecente farsi rimproverare promesse da marinaio.
    La pena di morte esiste pure nei civilissimi Stati Uniti, e ad alcuni Italiani non sarebbe dispiaciuto fosse stata applicata a quelli del Cermis. E d’altra parte in Italia si parla continuamente di processi lenti e carceri disumane, con tanto di condanne dalla Corte di Strasburgo. Patriottismo o no, non possiamo infuriarci per i presunti ritardi di quella indiana.
    Auguriamoci che quanto prima si accerti che l’omicidio era solo colposo, o eccesso di legittima difesa, o addirittura non ci sia reato perché oggettivamente il peschereccio appariva come ostile. Perfino lo spiattellamento dei proiettili non è sballato, perché in http://www.benelli.it sezione Cacciare sicuri si raccomanda di non sparare contro specchi d’acqua per il pericolo di rimbalzo. Non so dire se era meglio che sparassero in aria piuttosto che in acqua.
    Piuttosto, mi chiederei se essendo la missione sull’altro lato dell’Oceano Indiano potevano sparare davanti all’India o invece solo transitare.
    In futuro sarebbe opportuno che l’armatore privato affidasse alla protezione della Marina nave, equipaggio civile e carico: perciò un Ufficiale assumerà il comando, imbarcherà i fucilieri e isserà bandiera militare. I Marinai militari non devono essere usati come contractors

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