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Renzo Galimberti marinaio fuochista morto a 20 anni in sala macchine

di Marino Miccoli

Marino Miccoli  (2014) per www.lavoce delmarinaio.comEra un Marinaio giovanissimo Renzo Galimberti quando perì nell’affondamento del piroscafo Andrea Sgarallino su cui prestava servizio.
Originario di Lissone, una bella e produttiva cittadina confinante con la città di Monza, capoluogo della Brianza verde ed operosa, prima di indossare la divisa della Regia Marina era stato un operaio del mollificio Cagnola.
Della classe 1923, la morte lo ghermì improvvisamente a soli 20 anni, mentre prestava servizio sulla sua Unità con la qualifica di Marinaio Fuochista.
Il piroscafo, (di circa 730 tonnellate di stazza, lungo 56 metri e largo 8, che portava il nome di un patriota: il colonnello Andrea Sgarallino, livornese, il quale con Garibaldi partecipò all’impresa dei Mille)  era stato varato nel 1930, nel nuovissimo Cantiere Navale Odero-Terni di Livorno, con materiali e tecniche ritenuti all’avanguardia per quei tempi. La cronaca dell’epoca al riguardo scrisse: “oltre ad avere qualità nautiche indiscutibili, comodità immense per i passeggeri e l’equipaggio, è stato curato così minuziosamente nei suoi particolari e con un tal buon gusto da farlo sembrare un pacchetto in miniatura”.
Navigava per i servizi di linea nell’Arcipelago Toscano quando allo scoppio della guerra, nel 1940, viene requisito dalla Regia Marina.
Armato con due cannoncini e mimetizzato con apposita livrea, fu ribattezzato nave ausiliaria posamine F.123 e destinato a servizi militari.

Piroscafo Andrea Sgarallino - www.lavocedelmarinaio.com
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 riprese il servizio di trasporto passeggeri (civili e militari da e per l’isola d’Elba), recapito della posta e di approvvigionamento derrate e merci varie con la terraferma. Quando i tedeschi occuparono l’isola d’Elba la nave fu confiscata e le venne imposto di inalberare la bandiera del III Reich; questo fatto unitamente al suo aspetto di nave da guerra contribuirà al verificarsi del suo tragico affondamento, avvenuto la mattina del 22 settembre 1943. Il piroscafo, comandato dal STV Carmelo Ghersi, stava effettuando la traversata tra Piombino e Portoferraio carico di militari e civili italiani;  quando giunge nelle acque di Nisporto, a circa un miglio di distanza dall’isola d’Elba, venne silurato dal sommergibile britannico Uproar.Vedendo la nave mimetizzata militarmente e battente bandiera tedesca, il comandante del sommergibile non esitò ad attaccare ordinando il siluramento. Sono le 9.49 quando due siluri esplodono spezzando il piroscafo in due tronconi; purtroppo l’affondamento è immediato e avviene una strage. Nella tragedia periscono circa trecentotrenta persone innocenti, proprio quando il piroscafo era giunto a poche centinaia di metri dall’attracco. Soltanto quattro furono i sopravvissuti.
Oggi il relitto si trova, adagiato sul fondale, spezzato in due, a circa 66 metri, nel punto Lat. 42° 50’ N – Long. 010° 21’ E .

Dalle amare parole di una testimone che all’epoca era dodicenne, la signora Marisa Burroni, si può comprendere quale fu l’entità della tragedia:

“[…] Ricordo che la nave era avvolta dalle fiamme e da un denso fumo, dopo pochi minuti le fiamme si spensero e lo Sgarallino era scomparso sotto al mare. Quel giorno infame un vento leggero faceva giungere a tratti le urla di quei disperati. Ricordo che tutti correvano verso il porto e io feci lo stesso. So che i soccorsi partirono molte ore dopo il siluramento perché c’era la paura che quel maledetto sommergibile fosse ancora lì per colpire ancora. Non dimenticherò mai le decine di corpi esanimi distesi dal molo del Gallo fino a quasi la porta di ingresso di Portoferraio. La gente voltava i cadaveri per vedere se riconoscevano amici o parenti mentre alcune donne portavano le lenzuola per coprire quei poveri corpi, ma più di tutto ho chiaro nella mente il corpicino di un bimbo vestito di celeste; che Dio maledica la guerra, tutte le guerre.”

Equipaggio piroscafo Sgarallino - www.lavocedelmarinaio.com

Di seguito riporto alcuni toccanti e significativi versi di una ballata popolare composta sui tragici fatti accaduti quel giorno.

LA BALLATA DELLO SGARALLINO

Il ventidue settembre
partiva da Piombino
ben carico di gente
l’ “Andrea Sgarallino”

[…]

Erano tutt’a bordo, erano ben stipati
e in più di trecento non sono più tornati

Si sentono le grida
si sentono le urla
si chiama il capitano
e non è certo burla

Si sentono le grida
nessuno è più al sicuro:
“Buttarsi tutt’a mare,
che sta a arrivà un siluro!”

Erano tutt’a bordo, erano ben stipati
e in più di trecento non sono più tornati

Ma non féciono in tempo,
nessun s’era buttato;
che ci fu l’esplosione
dell’ordigno scoppiato

Ma non féciono in tempo,
nessun s’era salvato;
e per trecentotrenta
il tempo s’è fermato

Erano tutt’a bordo, erano ben stipati
E in più di trecento non sono più tornati

Aspetta aspetta al molo
la gente ‘un vé arrivare
la nave di ritorno
e inizia a lagrimare

Aspetta aspetta al molo
la gente ode vociare
che l’Andrea Sgarallino
or giace in fondo al mare!

Questi tristi versi, dettati dal grande e profondo sentimento di cordoglio popolare, ci aiutano a comprendere quale immane tragedia avvenne quel giorno e ci spronano a riflettere e a tenere sempre presente quanto grande, importante e inestimabile sia il valore rappresentato dalla pace tra le nazioni.

LISSONE monumento ai Caduti del mare - www.lavocedelmarinaio.com

Il 29 maggio 2013 la sezione A.N.M.I. di LISSONE – gruppo Brianza- è stata intitolata al Marinaio Fuochista Renzo Galimberti e sul monumento dei Caduti del mare di Lissone è stata deposta una targa commemorativa.
Desidero inoltre evidenziare che considero bello e assai significativo il fatto che una sezione dell’ANMI come quella di Lissone (alla quale sono iscritto) sia stata intitolata a un MARINAIO, ossia non a un blasonato Ammiraglio o un famoso Comandante, ma mi piace ribadirlo, a un Marinaio fuochista che a soli 20 anni è perito nell’espletamento del suo prezioso servizio in sala macchine.
Ieri 22 settembre 2014, nel 71° anniversario dell’affondamento del piroscafo Andrea Sgarallino, abbiamo ricordato il sacrificio di Renzo Galimberti e dei Marinai componenti l’Equipaggio nonchè la scomparsa dei numerosi Civili  che vi erano trasportati. Attraverso il lodevole sito de LA VOCE DEL MARINAIO ne onoriamo la memoria rivolgendo loro il nostro deferente pensiero.

Marinaio Fuochista Renzo Galimberti - www.lavocedelmarinaio.com

7 commenti

  • Alessandro Garro

    Io vedo i giovani della mia età oggi (ho 30 anni) uscire dalle università con le magliette con simboli di uomini che hanno fatto qualcosa (di bene o male, punti di vista della storia) in paesi lontani di cui spesso sanno poco e male ciò che hanno fatto, o che magari conoscono di essi solo una frase spesso attribuita postuma da qualcuno che ha voluto speculare sull’immagine di quelle persone. Questi stessi ragazzi senza un futuro oggi a causa della crisi che cercano lavori secondo loro “degni della laurea che hanno preso”, hanno dimenticato che 70 anni fà altri anche più giovani di loro andavano a buttare carbone nelle caldaie di navi che andavano a fare la guerra per costruire una patria che loro oggi possono ancora chiamare Italia e non (Italy, o Italien o in altra lingua di qualche stato conquistatore). Perchè non vediamo i giovani con le magliette con le foto della corazzata Roma, del Zara, Fiume, Pola, Bande Nere e da Barbiano e di tutte quelle navi che oggi sono bare di eroi, di giovani che la memoria dei vecchi, di chi allora erano i loro amici, di chi li ha visti morire, gioire, vivere, che cercano di mantenere l’immortalità di questi eroi, rei solo di non aver detto una frase ad effetto da poter restare scritto su una maglietta.

  • Francesco Condello

    ONORE A RENZO,A TUTTI I MARINAI CADUTI PER LA PATRIA,ONORE E GLORIA.NOI NON DIMENTICHIAMO.

  • Pasquale Perrone

    ” R.I.P.” Onore a tutti i marinai caduti in mare,domenica scorsa 21.09.2014 A.N.M.I di Taranto dagli spalti della banchina castello Aragonese ha ha fatto scivolare in mare una corona in loro ricordo.

  • Mario Veronesi

    Ezio ti ringrazio per tutte queste storie da te raccontate, e a molti sconosciute. Storie che servono a ricordare uomini e navi che servirono il loro paese in quegli anni drammatici per tutto il mondo.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Grazie Mario Veronesi a te ad Alessandro Garro e a tutti coloro che hanno commentato. Credetemi questo era quanto proposi ai miei superiori di allora quando ero in servizio attivo e cioè dare voce ai marinai di ieri e di oggi … non me lo hanno permesso. Io ho continuato la mia navigazione anche se a questo punto sarebbe più corretto affermare la nostra navigazione.
    Marinai per sempre!

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