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Nave Andrea Gritti e la Battaglia dei Convogli

di Claudio53

Questo articolo, scaturito a seguito delle vostre segnalazioni e mail, è una ricerca di Claudio53 ed è strettamente collegato alla memoria di Russo Salvatore.

Russo Salvatore morto il 3 settembre 1941, all’epoca dell’evento, non era probabilmente un marinaio della Marina Militare ma della sorella Marina Mercantile, fermo restando che sicuramente aveva fatto in precedenza il militare sull’Incrociatore Colleoni, come si evince dalla foto. Il nominativo non risulta nel data base di ONORCADUTI e nemmeno nell’Albo d’Oro della Marina Militare e non è tra le vittime del reale incrociatore Bartolomeo Colleoni, perché la data della morte è successiva all’affondamento della predetta unità avvenuto il 19 luglio 1940.
Premesso quanto sopra, nell’Albo d’Oro della Marina Mercantile (pag. 888) risulta quanto segue:
Russo Salvatore di Antonino – da Sorrento – marinaio. Caduto sull’<<Andrea Gritti>> silurata il 3 settembre 1941.
Non ci sono dubbi che si tratti del Russo Salvatore menzionato nell’articolo poiché coincide città d’origine e data di morte. Essendo all’atto della morte imbarcato sulla motonave da carico Gritti, questo spiega perché il telegramma arrivò alla famiglia dalla Capitaneria di Porto di Fiume, dove era iscritta la nave, ma non giustifica comunque, la brevità e poca sensibilità nella segnalazione alla famiglia.

Nave trasporto merci Andrea Griffi - Cartolina d'epoca - www.lavocedemarinaio.comDa elementi riportati su libri e da altre fonti disponibili su Internet, si può ricostruire meglio la storia dell’unità e l’azione dell’affondamento in particolare nel libro “Navi Mercantili Perdute” dell’Ufficio Storico della Marina Militare ed 1997 (la precedente edizione del 1952 riporta la notizia ma pochi i particolari sull’affondamento) è scritto quanto segue:
Costruita nel 1939. Appartenente alla Soc. Italiana di Armamento (SIDARMA) con sede a Fiume. Iscritta al Compartimento Marittimo di Fiume, matricola n. 93.Requisita dalla Regia Marina dal 21 agosto 1940 al 3 settembre 1941. Non iscritta nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.Il 3 settembre 1941, mentre navigava in convoglio, da Napoli a Tripoli, alle ore 00.30, a circa 25 miglia a sud-sud-est di Capo Spartivento (37°33’ N – 016°26’ E), durante un attacco di aerosiluranti britannici (9 Swordfish dell’83aSq. FAA di Malta), fu colpita da un siluro e dopo pochi minuti esplose travolgendo la quasi totalità dell’equipaggio.”
Tale Società era nata a Fiume nel 1937 dalla ex Società Fiumana di Navigazione ed aveva aderito al disegno ministeriale di rinnovamento della flotta mercantile, resosi necessario poiché le unità italiane erano molto vecchie e quasi tutte a carbone. Le navi che furono costruite erano idonee al trasporto di merce, portavano i nomi di famosi Dogi della Repubblica di Venezia ed avevano il fumaiolo dipinto con i colori rosso e giallo, due dei tre colori della città di Fiume.
La AndreaGritti fu varata il 2 ottobre 1939 alla presenza della madrina Donna Maria Cobolli Gigli moglie del Ministro dei Lavori Pubblici. Dopo la requisizione della Regia Marina fu impiegata principalmente per il rifornimento del fronte libico.
L’1 settembre 1941, un convoglio composto dai trasporti Andrea Gritti, Rialto, Vettor Pisani, Francesco Barbaro e Sebastiano Venier; scortato dai cacciatorpediniere Da Recco (capo scorta, Comandante il Capitano di Vascello Stanislao Esposito), Freccia, Folgore, Dardo e Strale salpò da Napoli per trasportare rifornimenti a Tripoli, in particolare, la Gritti aveva a bordo l’armamento della Divisione motorizzata Trieste. La sera del 2 settembre, a seguito della segnalazione della presenza di un probabile sommergibile nemico, il convoglio effettuo una larga deviazione dalla rotta che lo costrinse a transitare lo stretto di Messina con tre ore di ritardo.
Superato lo stretto di Messina, il convoglio assunse la formazione di navigazione notturna su due colonne: a sinistra Gritti e Barbaro, a dritta Rialto e Pisani, in coda fra le due colonne il Venier. Le unità militari si posizionarono: Da Recco in testa, Folgore e Dardo a sinistra, Freccia e Strale a dritta. La formazione doveva transitare ad est di Malta ad una distanza superiore alle 160 miglia pernavigare fuori del raggio d’azione degli aerei britannici. Purtroppo, il ritardodi tre ore nella navigazione,descritto in precedenza, portò il convoglio a transitare in acque non sicure in orari notturni,ciò comportò che dal tramonto non fossero più disponibili i velivoli italiani di scorta.
Nave trasporto merci Andrea GriffiAlle 00.30 circa del 3 settembre le unità furono attaccate da 9 aerosiluranti britannici Swordfish dell’83o Squadron della Fleet Air Arm di base a Malta, a circa 25 miglia a sud-est di Capo Spartivento. Nonostante la pronta reazione delle unità di scorta e delle armi imbarcate sulle mercantili, gli aerei britannici lanciarono i loro siluri e due di questi colpirono le motonavi Barbaro e Gritti. La Barbaro fu immobilizzata da un siluro che la colpì a poppa, mentre la Gritti venne colpita da un siluro che provocò l’esplosione delle munizioni trasportate nella stiva. La motonave affondò in posizione 37°33’ N 016°26’ E. Morirono 347 dei 349 uomini che erano a bordo.
Il Capitano di Fregata Martini, Comandante Militare della Francesco Barbaro (Comandante civile dell’unità il Capitano Zagabria), nel suo rapporto scrisse: “… Subito dopo, poco lontano dall’origine di detto fuoco, si verifica sul mare una violenta esplosione accompagnata da un’altissima ed ampia colonna di terrificante vivido fumo rossastro con ricadenti scintille e sprazzi che determina un sinistro chiarore illuminante a giorno per circa tre minuti il mare e l’orizzonte annebbiati… ” (“La Marina Italiana nella seconda Guerra Mondiale” vol. II La Guerra in Mediterraneo.Tomo 1° compilatore Contrammiraglio Aldo Cocchia Ufficio Storico della Marina ed. 1958)
Sul posto furono inviati i cacciatorpediniere Ascari, Lanciere, Carabiniere, la Torpediniera Albatros e due rimorchiatori il Titano ed il Porto Recanati. Il personale di passaggio del Regio Esercito imbarcato su nave Francesco Barbaro(9 Ufficiali e 294 militari di truppa) fu trasbordato sul Dardo. Il barbaro giunse a Messina alle 18.30 del 3 settembre, mentre le altre tre motonavi Rialto, Vettor Pisani e Sebastiano Venier, con la rimanente scorta, arrivarono a Tripoli alle 18.30 del giorno 4.
nave andrea griffi in navigazione - www.lavocedelmarinaio.comQuesto episodio è da collegare alla cosiddetta “prima battaglia dei convogli” che iniziò nel secondo semestre del 1941.“I vantaggi che il nemico, per la sua azione nel Mediterraneo centrale, traeva dal possesso di Malta, erano la principale causa delle difficoltà in cui la Marina Italiana si dibatteva …..” (“La Guerra sui mari 19939-1941” di Romeo Bernotti Società ed. Tirrena Livorno ed. 1948).
“Il potenziamento delle forze offensive di Malta costrinse ad onerose modalità per la protezione dei convogli diretti in Libia, tra l’altro allontanando per quanto possibile le rotte da quel centro offensivo. I convogli tuttavia subivano continui attacchi da vari mezzi che l’avversario aveva la possibilità di scaglionare lungo tutto il percorso: aerosiluranti, bombardieri, incrociatori veloci muniti di radar, sommergibili, tutti di base a Malta, nonché di bombardieri provenienti da levante” … ”…..la radice del problema di rifornire la Libia stava pur sempre nella superiorità del potenziale aereo di Malta, dal quale per un verso o per l’altro nascevano tutte le altre avversità. L’errore di non aver occupato Malta, né la Tunisia, veniva ora sanguinosamente scontato” (“Che fine ha fatto la Marina” Garzanti 1949 – “Il dramma della Marina 1940-1945” Mondadori 1968 entrambi di Marc’AntonioBragadin).
Disegno tratto dai libri di Marc'Antonio Bragadin
Bibliografia:
“Navi Mercantili Perdute” edito dall’Ufficio Storico della Marina Militare ed 1997
“Navi Mercantili Perdute” edito dall’Ufficio Storico della Marina Militare ed 1952
“Albo d’Oro della Marina Mercantile Italiana 1800 – 1953” edito dai Fratelli Pagano Genova ed 1953
“Albo d’Oro della Marina Militare” consultabile presso l’Ufficio Storico della Marina
“Che fine ha fatto la Marina” di Marc’AntonioBragadin Garzanti editore 1949
“Il dramma della Marina 1940-1945” di Marc’AntonioBragadin Mondatori editore 1968
“La Guerra sui mari 1939-1941” di Romeo Bernotti Società ed. Tirrena Livorno ed. 1948
“La Marina Italiana nella seconda Guerra Mondiale” vol. II La Guerra in Mediterraneo. Tomo 1° compilatore Contrammiraglio Aldo Cocchia Ufficio Storico della Marina ed. 1958.

https://www.youtube.com/watch?v=FF7qyLzmbBI video dell’Istituto Luce sul varo dell’AndreaGritti
http://www.xmasgrupsom.com/Libri/Articoli/Piroscafo%20Andrea%20Gritti.htm
http://www.marina-mercantile-italiana.net/index.php/articoli/9-sidarma-di-navigazione-sa
http://it.wikipedia.org/wiki/Folgore_%28cacciatorpediniere%29
http://www.naviearmatori.net/ita/album-1040-1.html
http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.it/2013/10/andrea-gritti.html

5 commenti

  • Giuseppe Magazzù

    Caro Ezio, leggo del marinaio Russo Salvatore e mi/ti chiedo che centra con il R.I. Colleoni con il Russo se è stato affondato il 19 luglio del 1040 ?..

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Giuseppe grazie della segnalazione,
    l’articolo di Antonio Cimmino relativo a Russo Salvatore morto il 3 settembre 1941. All’epoca dell’evento non era probabilmente un marinaio della Marina Militare ma della sorella Marina Mercantile, fermo restando che sicuramente aveva fatto in precedenza il militare sull’Incrociatore Colleoni, come si evince dalla foto riportata dal Cimino…

  • Italo Frizzoni, Bologna

    in merito all’affondamento del cacciatorpediniere Lampo aprile 1943, comunico che un sottocapo sopra vissuto a quel affondamento è ancora vivo, e il 2 maggio 2018 ha compiuto, in piena lucidità la bella età di 95 anni.

  • claudio cavallini

    Sono il nipote di Adolfo Cavallini s.maria a monte 19.5.1916 disperso in mare nella tragica vicenda denominata “battaglia dei convogli” .E’ impossibile ma se i 2 dispersi o loro eredi avessero notizie del mio caro zio Adolfo Cavallini sarei grato di saperle.Mia nonna Filomena Parlanti alla notizia perse per sempre la voce e si rinchiuse nel dolore fino alla sua morte.
    A chi ricorda i suoi cari morti per la patria ,un’abbraccio fraterno .Claudio Cavallini

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