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Aveva tre figli maschi (Vittorio Fioravanti Grasso)

23-28 settembre 1943 Cefalonia, per non dimenticare mai
di Vittorio Fioravanti Grasso

Aveva tre figli maschi
l’uomo in nero appartato
in fondo al salone
– tre figli – e glieli hanno
tutti e tre ammazzati


Il primo gli morì braccato
nell’isola di Cefalonia
gridando “Viva l’Italia”
in faccia al branco nazista
del plotone d’esecuzione

Quando partì orgoglioso
con in pugno il fucile
su un lungo treno d’armati
c’erano labari e gagliardetti
inni di gloria e morte

Raccolti in sacchetti
miseri resti d’ossa e brandelli
di panno incrostato a grumi
di terra ostile
Così è tornato dal fronte
vent’anni dopo
la fine dell’ultima guerra

C’erano tante transenne
alla stazione della ferrovia
l’immancabile tricolore
e qualche bandiera rossa
un ministro ci venne a fare
un discorso di democrazia
Usò lunghe frasi contorte
non disse una volta “Patria”
Non fu neanche il caso di piangere
davanti ai parenti presenti
Quello non era un ritorno

II
Anche il secondo
gli fu messo al muro
L’8 settembre non seppe che fare
seguì un tenente sui monti
e continuò a sparare e a sparare
Cambiò solo il bersaglio dei tiri
e mirò sui tedeschi e i fascisti

Durò un’alterna stagione
d’imboscate e di fughe
poi fu tradito e preso
con altri compagni
dai partigiani slavi di Tito
Neppure gli chiesero il nome
all’incredulo combattente
Cadde legato le mani dietro
senza un pianto né un grido

Nella fossa comune
giù nell’indegna foiba
ne gettarono cento

III
Nel dopoguerra a quell’uomo
gli uccisero persino il terzo
l’ultimo che gli era rimasto

Era riuscito a scamparla
dietro a un torno dell’officina
– troppo giovane
per spianare un mitra si disse –
protetto da un prete e la madre
vi rimase nascosto per mesi
poi tornate le cose normali
tornò al suo lavoro

Ma durante uno sciopero in piazza
vennero ben presto alle mani
e fra attivisti ed agenti
tra sassate e legnate
esplosero un paio di colpi
E quando infine fecero largo
attorno alla chiazza di sangue
c’era lui sul selciato
lungo disteso scomposto
con due buchi nel corpo

Perizie e controperizie
sulle pallottole estratte
non hanno chiarito mai nulla
dell’arma assassina

IV
E’ ancora là quell’uomo
continua in silenzio appartato
in fondo al buio locale
Sta seduto senza neppure bere
e non legge il giornale
non dà retta alla radio
né guarda in faccia nessuno

Chi gli passa vicino
senza potergli parlare
viene poi al banco a chiedermi
cosa abbia in mente
quel tizio così scontroso

Ed io non so far altro
che raccontare
ancora una volta la storia
di quei suoi figliuoli
morti ammazzati

E lui di laggiù me l’ascolta

Luglio 2005

Primera edición
PREMIO DE POESIA Y DE ARTES VISUALES “MIGUEL ANGEL”
Valencia, Venezuela, julio 2007.
Presidente del Jurado Calificador: Valeriano Garbin

Primo Premio di Poesia
VITTORIO FIORAVANTI
autore della migliore silloge di poesie liriche “Il sapore di te”

“E ti so esistere ignaro” / “Verso l’estremo volo” / “Quell’ora ancora” / “Aveva tre figli maschi” / “Corpo in meditazione” / “A fari spenti due bici” / “Mi sei vicina tu, mi sei accanto (Attese d’amore e morte) / “Il sapore di te, Mamma Clara” / “Morte d’un Italiano” / “Ciottoli in Garfagnana”.

Monumento ai Caduti di Cefalonia, opera dello scultore Mario Salazzari di Verona

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