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La galletta

Ezio Vinciguerra (www.lavocedelmarinaio.com)Omaggio a due gentiluomini, Signori del Mare e d’altri tempi…

Carissimi, in questo momento di crisi per l’umanità intera tutti abbiamo bisogno di ricordare e far ripartire la coscienza, quella di ciascuno di noi, che non può e non deve rimanere inascoltata.
Grazie alla vostra generazione di marinai ho compreso che il vero scopo della vita non è il denaro ma seguire gli insegnamenti.
Vi siamo grati,  consapevoli che solamente il bene dei fratelli potrà unire in un solo corpo questa suolo  malato di solitudine. La galletta come il Pane quotidiano non è solo una metafora di vita ma  “la Preghiera che direttamente Lui ci ha donato”.  
Grazie Giovanni e grazie Enzo.
Pancrazio “Ezio”

La galletta
di Giovanni Brandano

 

Giovanni Brandano per www.lavocedelmarinaio.comCome si può dimenticare la cara e vecchia galletta, da parte dei marinai autentici, schietti e genuini? Era molto dura e tosta la nostra bianca galletta! In prima versione, ossia quella del dopo-guerra (anni’50 e ’60), era di circonferenza media, con tanti buchi concentrici, necessari per l’ammorbidimento con irrorazioni di acqua (spesso anche salata) ed a volte con un goccetto d’olio d’oliva in aggiunta .Spesso capitava che in mezzo a questa generazione di carboidrati ci fosse anche qualche altra partita di gallette molto più anziane e più dure, geneticamente risalenti ai periodi bellici! Tuttavia, andava bene lo stesso. La nostra ci teneva una piacevole compagnia, pur lamentandosi spesso sotto lo stridente sforzo mascellare, con acuti modulati in ampiezza e frequenza per l’incisività dei nostri denti alquanto resistenti per elevate proprietà meccaniche e tecnologiche individuali! Ci accompagnava anche nei nostri pensieri verso i nostri cari e verso la nostra casa, aiutando così il nostro metabolismo, già sottoposto a turni stressanti, a causa delle poco gradite interruzioni forzate della digestione, a rendersi un poco più normale. Lei si che si faceva a volte rosicchiare senza lamentarsi di più ed a volte ci invitava dolcemente – soprattutto di notte – a farci accompagnare da una squisita tavoletta di cioccolato fondente e da un po’ di “cordiale“.
Per coloro che svolgevano i turni di guardia in navigazione vieppiù all’aperto (oggi sono tutti all’interno e con aria condizionata, regolarmente diffusa a modo di microclima in tutti i locali interni), la nostra amata galletta era una gioia. Spesso prelevata dalle scorte personali dimenticate nel cassone sotto la branda, era quasi un modo di essere anch’essa parte integrante ed essenziale dell’equipaggio. In altri termini era un classico. Spesso veniva conservata nelle tasche delle tenute di navigazione. Era, ancor più, un’istituzione quando si pensa che la propria introduzione nella razione del marinaio, risaliva all’epoca nelsoniana , ovvero comparve unitamente alla “gamella”. Quest’ultima scomparve si pensi definitivamente dalle “mense equipaggio” di bordo e dagli “scenari navali” quasi negli ultimi anni’80! Però, prima di eclissarsi definitivamente nelle pagine più ingiallite della storia navale e delle nostre memorie, la galletta fu sostituita da un consimile carboidrato denominato in chiave moderna come “biscotto salato”. Come quello “dolce” questo aveva forma quadrata e non tonda.
Sempre in quegli anni alcune unità navali, quando vi era mare molto mosso ed era impossibile preparare pasti caldi nelle cucine di bordo, adoperavano la galletta nel suo ruolo o accezione più dotta – opportunamente frantumata – ovverosia come ingrediente base ad elevato potere nutritivo, assieme a cipolle affettate, tonno o sardine e olio di oliva, con sale alla quanto basta e poi abbondantemente integrata, per palati più  fini, con sottoaceti, peperoni e pomodori. Veniva “servita” all’interno di un tino di faggio, a mo’ di mangiatoia, da prendersi razionalmente con un cucchiaione in legno, quando con  mare forza 9/10 si era costretti a mettersi “alla cappa“.
Nelson, a dirla proprio tutta, ci lasciò un’altra grande eredita facente sempre capo alla galletta: “la rotazione viveri”, che consisteva appunto in epoche più prossime a noi e per un solo giorno, di nutrirsi con viveri secchi ed in scatola, ove la galletta (quella vera), era la regina della tavola per chi riusciva a strare seduto tra rollii e beccheggi incessanti.
Questa descrizione altro non è che uno spaccato di un’epoca appartenente ad una GRANDE MARINA, quale è sempre stata la nostra, e che oggi non c’è più.

Dolce Galletta
di Enzo Arena

Enzo-Arena-per-www.lavocedelmarinaio.com_Vi ricordate, cari amici, le burrasche beccate in mare?
Vi ricordate quante volte abbiamo sognato che un porto fosse “a portata di mano”?
Vi ricordate le gallette?

Dolce galletta (Enzo Arena)

La-galletta-del-marinaio-Foto-pastificio-luxoro-CarloforteDolce galletta mia, anzi salata.
Sola compagna delle notti in mare,
quando improvvisa mi infuria la burrasca
e la mia nave riprende il lamentare.

Tutto è diverso ora giù in cucina,
non c’è nessuno in quadrato a chiacchierare.
Penso alla calma, si stava meglio prima;
sbatte una porta ed urla questo mare.

Non sogno boschi, montagne o stelle alpine,
ma un mare calmo dove navigare.
Sogno di un porto, un fiore senza spine.
Scusa galletta mia …vado a raccare.

25 commenti

  • EZIO VINCIGUERRA

    Carissimi, in questo momento di crisi per l’umanità intera tutti abbiamo bisogno di ricordare e far ripartire la coscienza, quella di ciascuno di noi, che non può e non deve rimanere inascoltata. Grazie alla vostra generazione di marinai ho compreso che il vero scopo della vita non è il denaro ma seguire gli insegnamenti. Vi siamo grati, consapevoli che solamente il bene dei fratelli potrà unire in un solo corpo questa suolo malato di solitudine. La galletta come il Pane quotidiano non è solo una metafora di vita ma “la Preghiera che direttamente Lui ci ha donato”.
    Grazie Giovanni Brandano e grazie Enzo Arena.

  • GIOVANNI brandano

    Gli occhi sono testimoni piu’ delle orecchie, con tutto il rispetto per i “sentito dire”, che assume cosi’ una piu’ accentuata svalutazione a sfavore, come concetto favorevole verso cio’ che Noi abbiamo effettivamente visto nella e con la nostra amata galletta. Di particolare rilevanza sono le formulazioni dei momenti vissuti in ogni aletta di plancia,angolo dei localicaldaia e di macchina, di centrale elettrica, di corridoio presidiato da annoiati quartiglieri di servizio,tuga,prora,poppa e poppetta sgranocchiando anche quelle ultime briciole rimaste in tasca di quella mai doma galletta………….che talvolta con i suoi perfetti paralleli con il panedi bordo non meglio panifcato era una gioia!

  • Angelo Aprile

    Caro Enzo, mi hai riportato indietro, anni 58 e 59 sulle corvette della Scuola, quando appena imbarcato dovevo portare la galletta in cucina ed aiutare il “maestrino” a prepararla. Grazie per come l’hai descritta, pensandoci mi son commosso.
    Un abbraccio.

  • Giovanni Brandano

    Grazie Ezio, ma io non voglio passare agli onori della cronaca in modo cosi’ raro, perche’ piu’ del bello della “mia” gallettaci sono tanti meravigliose narrazioni circa citazioni marinare e allusioni letterarie di mare tratte dal cure e dalla mente di tante belle e Gentili Signore di quaeta bacgina insuperabile……Regard.-

  • EZIO VINCIGUERRA

    Carissimo ammiraglio il brogliaccio ha sempre una pagina in bianco per i portatori sani di buona volontà eppoi certe cose i marinai li sentono al tatto. Reitero quello che ho espresso in premessa per Lei e per l’ammiraglio Arena perchè sono sempre più convinto che:
    Marinai di una volta, marinai per sempre!
    Un abbraccio

  • Giovanni Brandano

    Grazie Ezio, mi commuovi, (sono vecchio e malato), ma mi infondi anche tanto coraggio…..

  • Silvana De Angelis

    il mare chiama. Non fa altro, in fondo, che questo: chiamare. Non smette mai, ti entra dentro, c’è l’hai addosso……e con i suoi silenzi ti sussurra la parole piu’ belle……..BUONA GIORNATA AMANTI DEL MARE!

  • Nicolas Rotunno

    iauuuu grande amico ezio,sai chwe fin’orab ho trovato solo tre marinai che sono stati imbarcati su corvetta flora dal 1961 al 1963,pazienza,però se mi dai un MANOI ,STO CERCando un carissimi amico che in quel periodo è stato imbarcato sul flor CON ME ,SI CHIAMA METTE PAOLO,NOCCHIERE,D OSTIA LIDO,VEDI SE PUOI DARMI UNA MNO,GRAZIE DI VERO CUORE,CIAUUUUUUUUU,LINO NICOLAS ROTUNNO MILANO

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Nicolas Rotunno provo a fare ricerche sulla corvetta Flora nel frattempo prova a creare un gruppo su facebook con il nome della corvetta. Un abbraccio

  • Enzo Arena

    La “discrezione” intesa come capacità di non essere invadenti, di saper ascoltare e nello stesso tempo proteggere amorevolmente qualcuno senza far sentire troppo la presenza, non è virtù solo degli Angeli.
    Basta avere fiducia perché di gente dotata di “amorevole discrezione” ne esiste ancora.
    Amorevole Discrezione.
    Sono rimasto
    fino a notte alta,
    dietro una porta,
    da solo,
    ad aspettare.
    Ti ho cullato
    con i miei pensieri.
    In silenzio,
    ho ascoltato
    il tuo respiro.
    Ho aiutato
    i tuoi sogni
    a non morire.
    Non ho bussato
    per non far
    rumore.
    Non ho temuto
    l’arrivo dell’inverno.
    Ho combattuto
    i fantasmi
    che verranno.
    Sono rimasto
    a lungo
    alla tua porta.
    Sono rimasto
    a vegliare
    sul tuo sonno.

  • Monaco Nello

    Non vi é felicità più grande dell’amore, ma bisogna avere il coraggio di prendere questa strada per trovare il vero amore

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