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La sete di vivere

Se Gesù si ama un giorno solo è come dire che se facciamo l’amore per un giorno solo con la nostra amante è l’amore della vostra vita…
(Pancrazio “Ezio” Vinciguerra)

Malato terminale

Signore, sono un ammalato grave.
Non ci sono speranze per me e in questo letto di ospedale aspetto la morte. È come se fossi inchiodato alla croce, proprio come Te. Mi hanno detto che il dolore è necessario, che la sofferenza è indispensabile per purificarsi. Mi hanno anche detto che sei Tu a mandare queste piaghe per i nostri peccati. Troppo spesso poche parole liquidano facilmente i grandi drammi. Ma non sei Tu che hai messo dentro di noi l’insaziabile sete di vivere? Non sei tu che ci hai fatti perché ci sviluppiamo a tua immagine e grandezza?
Quanta gente è inchiodata alla croce della sofferenza, ma la più inspiegabile è la sofferenza dei bambini. “Perché, Signore?” Chissà quante persone ti fanno questa domanda ogni giorno. E qui, inchiodato a questo letto, medito e penso. Rivedo la mia vita, le mie gioie, i miei errori…
E proprio qui, Signore, Ti ringrazio perché non hai scelto di parlare, di spiegare, di tenere belle lezioni, hai scelto di vivere quello che viviamo noi.  Tu non hai parlato del dolore, lo hai vissuto. Tu non hai spiegato il perché di tanta sofferenza innocente, l’ hai vissuta fino in fondo accettando di essere inchiodato alla croce.
Ti ringrazio perché ora so che la tua strada è l’unica che ha senso.

Dal Vangelo di Luca
“Quando furono arrivati sul posto detto “luogo del Cranio”, prima crocifissero Gesù e poi i due malfattori: uno a destra e l’altro a sinistra di Gesù. Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno”. La gente stava a guardare. I capi del popolo invece si facevano beffe di Gesù e gli dicevano: “Ha salvato tanti altri, ora salvi se stesso, se egli è veramente il Messia scelto da Dio”. Anche i soldati lo schernivano: si avvicinavano a Gesù, gli davano da bere aceto e gli dicevano: “Se tu sei davvero il re dei Giudei, salva te stesso!”.

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