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28 marzo 1941 Capo Matapan per mai scordare

di Marino Miccoli

Marino Miccoli per www.lavocedelmarinaio.comEzio carissimo e stimatissimo,
c
ome ti avevo preannunciato, quest’anno grazie alla tua sensibilità, ricorderemo la strage di Capo Matapan del 28 marzo 1941 in maniera originale.  Ti confesso che per me non è stato semplice scriverla perché durante la sua stesura avevo sempre presenti gli occhi bagnati dalle lacrime di mio padre, tra i pochi sopravvissuti di Capo Matapan e che non riusciva a terminare la narrazione dei tragici fatti, ovvero la morte di tutti i suoi amici Marinai, a cui aveva assistito in prima persona.
Preciso inoltre che entrambe le fotografie allegate sono mie:
1) la Preghiera del Marinaio a poppa sul Regio Incrociatore Fiume estratta dall’album di famiglia;
2) la bella quanto significativa targa viaria che ho fotografato l’estate scorsa nel comune di Marittima (Lecce).
Sperando che siano apprezzati dai visitatori de LA VOCE DEL MARINAIO, ti saluto cordialmente e ti abbraccio forte. Con stima.
Marino

PREGHIERA-MARINAIO-SUL-R.I.-FIUME-Copia

28 marzo 1941 (Marino Miccoli)
Non un raggio di sole
non una croce
non un fiore
adornano il fondale sabbioso del mare
che è il tuo giaciglio, Marinaio Italiano.
Le alghe ondeggianti
per il tuo capo
fungono da guanciale
e mentre dormi il tuo lungo sonno
sei cullato dolcemente dalle correnti…

I Marinai addormentati giacciono
ora sparsi su di un letto di sabbia
ora ancora prigionieri tra le lamiere incrostate e contorte
delle paratie dei compartimenti stagni;
il loro acqueo sepolcro è fatto di lastre metalliche deformate
arroventate
squarciate
sventrate
insanguinate…

questi compartimenti in pochi attimi
sono divenuti casse di risonanza di urla disperate
raccapricciante orrendo scenario
frutto dell’umana assurda follia chiamata guerra!

Ecco cosa è rimasto di queste Regie Navi,
queste Unità da diecimila tonnellate di dislocamento
possenti
temibili
veloci…

questi ignari giganti d’acciaio
su cui all’improvviso nella notte buia
si sono abbattuti i colpi da 381mm
tirati a bruciapelo dalle corazzate britanniche
sono implosi
esplosi
incendiati
spezzati
capovolti

e colati a picco nel cuore della notte in pochi minuti…

I superbi Regi Incrociatori della I Divisione
sono ridotti ad ammassi informi di lamiere
sono adagiati per sempre sul fondo del Mediterraneo…
sugli scafi possiamo ancora leggere i loro NOMI:
“FIUME”, “POLA”, “ZARA”
e gli stemmi di ciascuna di queste stupende città marinare,
dell’Istria Italiana; costituiscono ancora oggi
lo splendido acrostòlio
che adorna la sommità delle prore.

Marinai d’Italia,
i delfini amici dell’uomo sin dalla notte dei tempi
vi sono vicini
e vi recano il loro saluto!
Oh mite delfino,
ti prego, accogli questa mia accorata supplica:
porta ad ogni Marinaio caduto
lo sguardo fiero e ammirato del padre,
la carezza affettuosa della mai rassegnata madre,
dell’amata sposa il dolce bacio
e del pargolo il lieto abbraccio filiale.

Porta un fiore che rechi il soave profumo
dall’amata Terra Italiana
a tutti i Marinai caduti e dispersi
nella fredda notte del 28 marzo 1941!

Di ciascun componente di questi valorosi Equipaggi
non conosco il  nome
ma ti chiedo, fidato delfino,
riferisci loro questo breve messaggio:
più di settant’anni sono trascorsi
da quella tragica notte in cui della morte
diveniste facile e repentina preda
ma custodiamo ancora
gelosamente
imperituro ricordo
del vostro sacrificio
nei nostri cuori.
Onore a voi, prodi Marinai d’Italia!

Marittima-LE-Copia

47 commenti

  • Alessandro Garro

    Il fiore all’occhiello della cantieristica italiana degli anni 30 insieme al fiore della gioventù italiana di quell’epoca andati a fondo imprigionati nelle lamiere contorte piegate dai 381 inglesi in un turbinio di fiamme e grida.
    Oltre 2000 morti italiani tutti insieme, e nelle scuole nemmeno un ricordo, nemmeno una voce su quella tragedia, solo una delle tante date che a scuola ti fanno imparare a memoria.
    Memoria, una parola che a scuola ha un significato per lo studente quasi negativo, imparare A MEMORIA e non imparare LA MEMORIA, un articolo può fare la differenza a volte.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Marino,
    innanzitutto grazie.
    L’articolo ha un valore più eroico e penso più commovente, almeno per me.
    Un abbraccio a te e ai tuoi cari e ancora grazie.
    Ezio

  • Marino Miccoli

    Buongiorno al mio stimatissimo maresciallo Vinciguerra, sono io che ti devo ringraziare per la tua sensibilità e disponibilità; queste tue qualità consentono che il sacrificio di migliaia di Marinai Italiani non sia dimenticato. Sono onorato della tua amicizia.
    Ti abbraccio forte.
    Marino

  • Antonio Senese

    Ama chi ti ama, non amare chi ti sfugge, ama il cuor che per te si distrugge; non ti ama chi amor ti dice, ma ti ama chi ti guarda e tace

  • Raimondo Dino Aascione

    ONORE ai nostri eroi che hanno dato la vita per la patria.La stessa Patria che oggi i nostri politici stanno distruggendo e gli clandestini vogliono fare loro.

  • Carlo Di Nitto

    Quando si parla di Capo Matapan e dei suoi Caduti, mi riesce difficile trattenere una lacrima di commozione…
    ” … o grande eterno Iddio,
    Signore del cielo e dell’abisso,
    cui obbediscono i venti e le onde….”
    cullali sempre fra le Tue amorose braccia ! <3

  • Nicolas Rotunn0

    domenica i marinai della lombardia nord ovest li ricorderanno al sacrario di garzola..

  • Roberta

    Grazie Marino … pur nella sua drammaticità è una poesia stupenda!

    Si percepisce proprio il dramma … quelle parole singole, ma “mirate”, messe a caporiga, con un valore così “forte”, rendono talmente bene l’idea che fanno venire “la pelle d’oca”.
    Complimenti per quanto riesci a trasmettere.

    La segnalo di certo ad alcuni amici.

  • Pierre Nicoletti

    Le nostre Navi in quell’occasione per noi funesta potevano imbarcare i MTSM ( Motoscafi da Turismo Modificato) che guidati dagli Assalitori della X MAS potevano nella disfatta generale ingliggere delle perdite al nemico; chissà perchè qualche solito ammiraglio imbelle non volle la loro partecipazione……!

  • Oscar Rossi

    E che ci facevano con gli MTSM?… ti ricordo che è stato un agguato, ben riuscito a causa di due fattori: intercettazione e messa in chiaro dei nostri messaggi (Betcheley Park(UK centro decrittazioni) ed il Radar sulle unità maggiori inglesi che inquadrarono, dando distanze / rilevamenti corretti e vela della nostra Squadra. Non poteva che venirne fuori una mattanza. Quella che fu….

  • Pierre Nicoletti

    ci facevano , ci facevano , ogni MTSM avrebbe avuto un bersaglio e con l’ogiva di 300 Kg di tritolite avrebbero fatto del male agli inglesi : quando c’è il cuore portato oltre ogni ostacolo ( e quegli uomini della XMAS ce l’avevano) non ci sono “cassi” si attacca e si colpisce. Cosa che non hanno avuto purtroppo i navali si sapeva che in zona c’era il nemico e gli artiglieri pur senza il radar dovevano stare con il grilletto super pronto: perchè non hanno sparato nessun colpo.. ciò è grave e nessuno ne ha analizzato gli aspetti focali !

  • Oscar Rossi

    Al buio, con limitata autonomia, ripeto!: MTSM ci avrebbero fatto ‘acqua fresca’. Zero assoluto!!. Certo che si sapeva che nell’area ci ‘potevano essere gli inglesi’!! ma NON si sapeva dove!! Mentre gli inglesi avevano sugli schermi Radar la Squadra che procedeva alla cieca!…verso di loro!… Tu puoi avere il ditino sul grilletto fin che vuoi!! …. Ma se sei al BUIO pure con una 44, colpo in canna!, e dalle tue parti c’è ‘il nemico’ col visore notturno!… tu sei semplicemente un uomo morto!! Quello che è capitato alla nostra Squadra: un massacro!…

  • Riccardo Chen Lazzeri

    In itaglia tentiamo sempre a colpevolizzare gli eroi ed i morti. La colpa della sconfitta venne data a chi aveva obbedito a ordini idioti di supermarina. Per quanto concerne il RADAR, non dimentichiamoci di Marconi….. noi Italiani eravamo davanti a tutti in questa tecnologia, ancora si parla degli esperimenti segreti di Marconi con un convogliatore di onde radio… ma le novità degli altri in itaglia sono sempre pericolose

  • Oscar Rossi

    Inoltre: sulla torre dell’Accademia Navale di Livorno, 1934!! -c’era un Radar di prova, che – è dimostrato- intercettò aerei che si trovavano a oltre 10km di distanza, ed alcune navi! Come al solito, rituale “” Short sight Italica “”, non se ne fece nulla, salvo inserire i primi radar ” Gufo ‘ (UHU) su naviglio sottile (Caccia) SOLO alla fine del 1942… nel 1943, Maggio!, SOLO 5 navi ne erano equipaggiate!!

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