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Quel pomeriggio autunnale sul Duca degli Abruzzi …

… ricevuta dal gruppo in attesa di conoscere chi me l’ha scritta.
E dopo un po’ di  tempo (24 agosto 2013 vedi commenti) l’autore venne alla luce. Si tratta di Giuseppe Magazzù, Marinaio e Signore di una volta e quindi Marinaio e Signore per sempre.

nave  duca abruzzi a napoli www.lavocedelmarinaio.com

Non avevo che appena sedici anni quando salì sul Duca degli Abruzzi, a Taranto. La Nave era in disarmo ed io volontario in quel 1964. Uscìi dalle Scuole C.E.M.M. per la franchigia settimanale e salìi sul pullman che da San Vito portava a Piazza Immacolata. Scesi e mi portai alla banchina torpediniere, dove erano attraccate le navi della Marina Militare: le volevo vedere da vicino nel tentativo di imprimerle nella memoria. Mi spinsi sul lungo molo del Mar Piccolo guardando e rimirando: passavo in rassegna le navi ormeggiate. Giunsi così in fondo al molo dove, in un ambito ristretto, erano ammassati gli scafi in disarmo di quel che rimaneva delle navi della Squadra navale che avevano combattuto durante la guerra. Lì mi è apparso l’incrociatore con la sua leggiadra linea armoniosa, un po’ staccato dagli altri navigli, a poppa c’era ancora lo scalandrone ormai disadorno. Salìi lentamente a bordo accompagnato dal silenzio di quel pomeriggio autunnale. Volsi attorno lo sguardo osservando quella ferraglia inanimata aggredita dalla ruggine, il mio pensiero andò ai quei marinai che non ebbero la fortuna di tornare in terraferma. Ero lì, meditabondo e con la pelle d’oca, percorso da un leggero brivido che mi ghiacciò le giovanissime membra. Fu un momento intenso che mi accompagna tuttora quando mi adagio a pensare. Discesi e tornai sui mie passi con gli occhi velati di tristezza. Rientrai alle Scuole, la mia franchigia era già terminata.

scuole cemm - www.lavocedelmarinaio.com

31 commenti

  • Marinaio Telegrafista

    Si piange più di dolore Qualche sera fa ho pianto di gioia Amo piangere di gioia….mi libera!

  • Comunità Militare

    « Sognavo di un marinaio che si era perduto in un’ isola lontana…In quell’isola c’erano poche rigide palme e fuggevoli uccelli volavano tra di esse… Da quando, scampando a un naufragio, vi era approdato, il marinaio viveva in quel luogo… Poiché non aveva modo di tornare in patria, e soffriva troppo ogni volta che il ricordo di essa lo assaliva, si mise a sognare una patria che non aveva mai avuto.

  • Silvio Fanciulletti

    AMA IL PROSSIMO
    Più passa il tempo, i mesi gli anni e più penso che non è facile amare il prossimo, anzi. Gesù disse che se amavamo quelli che ci amano, non era poi così difficile; piuttosto un amore disinteressato avrebbe dovuto farci amare, addirittura, i nostri nemici.
    Il problema è se quelli che dovrebbero o devono amarci, attuano questo grande principio di vita e dei rapporti umani.
    Ma, dalle evidenze di vita vissuta scaturisce che ipocrisia, invidia, maldicenze, malanimo, tradimenti, apparire per quello che non si è, è all’ordine del giorno, all’ordine del giorno anche di coloro che stragiurerebbero sulla comune amicizia.
    I nemici non c’entrano, ma gli amici si.
    E neppure il prossimo. Vedo nero, sempre più nero…

  • Marialaura Marconi

    Impressionante…il mare è mare. Grazie Ezio e un abbraccio a te, ai tuoi cari e in particolare alla tua famiglia

  • Silvana De Angelis

    Fare tutto ciò che posso è normale, fare al di là delle mie capacità è una sfida, dove finiscono le mie capacità comincia la mia fede ed una forte fede vede l’invisibile, crede l’incredibile e riceve l’impossibile.

    Daisaku Ikeda

  • Sergio Cardia

    ho fatto in tempo a vederla anch’io (1963) ma non mi hanno fatto salire a bordo. In quanto alla tua richiesta penso che possa esaudirla solo il mittente di questo scritto

  • Enzo Arena

    Delicata descrizione di un caro sentimento. La velata riflessione ed il caro rispetti per i nostri predecessori, ti fa onore, caro amico.

  • EZIO VINCIGUERRA

    penso di concordare con tutti i vostri commenti è un ritratto bellissimo della “franchigia”

  • Silvana De Angelis

    “Per i marinai che amano il vento, la memoria è un buon porto di partenza.”

    Eduardo Hughes Galeano

  • Silvana De Angelis

    Abbiamo una vita sola.
    Nessuno ci offre una seconda occasione.
    Se ci si lascia sfuggire qualcosa tra le dita, è perduta per sempre.
    E poi si passa il resto della vita a cercare di ritrovarla.

  • Antonio Melis

    Altri tempi anche se peggiori ,ma migliori di questi attuali felice sera Ezio Pancrazio Vinciguerra

  • Giuseppe Magazzù

    colgo l’occasione per sciogliere il silenzio e dare risposta ad una tua
    domanda:
    – Il racconto che hai pubblicato sulla ‘Voce …’, relativo all’incrociatore
    Duca degli Abruzzi è ‘mio’. La ‘trama’ è vera.
    Credimi, ancora non mi capacito come abbia potuto inviarlo privo di
    un’accompagnatoria, com’è giusto che sia.
    Spero tu sia contento …

  • EZIO VINCIGUERRA

    Carissimo Giuseppe, sono contentissimo sapere che sei tu l’autore dell’articolo e sono felice per questo anche se non sto attraversando un buon periodo.
    Sono ottimista perché Lui mi da il coraggio di andare avanti e mi fa dono della tua e vostra compagnia nei momenti più tristi. Se ti dico che ti voglio bene, mi credi?
    P.s. vado ad apportare la giusta e dovuta correzione all’articolo.

  • giuseppe

    Sono contento per aver fatto ‘uscire’ dell’anonimato lo scritto che ha suscitato tanto interesse a chi segue “La voce del Marinaio”. Lo sono di più se penso che ciò ti abbia recato beneficio in questi tristi momenti.

  • giuseppe

    La ‘correzione’ Ezio … è lo scritto che conta per noi marinai, non chi.
    Sono di ritorno dalla commemorazione della R. Tp Lince in quel di Cirò Marina. Come puoi constatare l’imberbe marinaio è rimasto tale nonostante il tempo …

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