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A spasso con la ronda

di Bruno V. Bardelli

Bruno Bardelli per www.lavocedelmarinio.comEra una calda sera di mezza estate del 1966 a Messina. Ero sceso in franchigia con i soliti amici per andare nella solita trattoria a pasteggiare con un ottimo e fresco Folonari (un vino che allora andava per la maggiore). Dopo cena tre di noi sono andati al cinema mentre io con un altro marinaio decidemmo di fare due passi prima di rientrare a bordo.
Per raggiungere il Comando Marina dal porto commerciale bisognava passare accanto alla stazione ferroviaria e proseguire lungo la via San Ranieri e dopo circa un chilometro c’era il Posto di Guardia.  A metà strada c’imbattemmo in un gruppo di casette in legno dove alcune “escort” esercitavano la professione. Quel tratto di strada era interdetto ai militari che potevano solo passare ma senza sostare.
Noi ci eravamo fermati lungo la strada per vedere la qualità della merce “esposta” e per farci due sane risate sul loro aspetto fisico. A scanso di equivoci i marinai conoscevano (forse conoscono tutt’ora) a memoria l’indirizzo di case private dove funzionava un servizio di escort e l’andare nelle “casette” era proprio l’ultimo dei nostri pensieri.
Ad un tratto udimmo una voce:
– “Voi! Cosa ci fate qui?”…Siccome era buio risposi al volo:
– “I cavoli nostri…”
– “Ora sono anche i nostri seguiteci…”
Era la ronda, composta da un sergente e da due marinai.
– “Mi meraviglio di te Sottocapo…”
– “Non stavamo facendo nulla di male, eravamo distanti dalla signorine e ci stiamo fumando una sigaretta” risposi.
Giunti al Comando il Capo della ronda ci intimò:
– “Raggiungete la vostra Nave!”
Il-cinturone-in-dotazione-al-servizio-di-ronda-www.lavocedelmarinaio.com_Arrivati sottobordo il mio collega salì mentre io dissi “vado a mangiare un gelato”.
In quel momento vidi il Caronte (era un vecchio mezzo da sbarco della USS Navy usato come traghetto militare) che stava partendo per il porto commerciale. Mi fermai in stazione ed acquistai il gelato. Lungo la strada del rientro chi ti trovo anzi chi mi trova?
La stessa ronda che nel frattempo era uscita dal Comando Marina per un altro giro…
– “Ancora tu…”
– “Non ho sonno e ho caldo….” risposi.
– ” Se non hai sonno vieni con noi e guai a te se ti allontani da noi oltre cinque metri…”
Sino alle 23,30 sono stato a passeggio con la ronda, in posti che ancora non conoscevo. Poi mi hanno accompagnato sottobordo e solo dopo che sono salito se ne sono andati.
Nel frattempo avevamo fatto amicizia come si conviene tra gentiluomini di mare…

Ronda-della-Marina-Militare-per-le-vie-di-Taranto-www.lavocedelmarinaio.com_

76 commenti

  • Piero Gargano

    Ronda per modo di dire, pistola di legno nella fondina, imboscamento al cinema, due film uno dopo l’altro, Venezia la mia unica ronda (caporonda da sottocapo), 1972.

  • Gizzo Augusto

    non so chi vi dava la pistola di legno…..io ho sempre avuto la Beretta normale…per intenderci ..quella che spara.

  • Carmelo Pagano

    io ronde da sergente ne avro’ fatte almno una ventina tra messina la maddalena ancona e venezia anche se adesso che sono pensionato rifarei volentieri la ronda, perche’ la facevo con piacere, non ero inflessibile come capo ronda ma se qualcuno era recidivo allora facevo il mio dovere

  • Carmelo Pagano

    sono stato imbarcato sul vedetta nel 1977 e ho fatto molte soste tra il 76 fino all’81 tra grado vedetta e dr. mango ameno una ventina di volte l’ultima e’ stata a settembre dell’81 in viaggio di nozze

  • Carmelo Pagano

    allora non ci siamo conosciuti perche io mi sono arruolato in marina nel 73 e ci son rimasto fino al 2006

  • EZIO VINCIGUERRA

    Buonasera carissimi, che bello leggere i vostri commenti…mi sento e sono una recluta ma una cosa è certa: grazie alla vostra generazione mi sono arruolato nella consapevolezza che Patria e Onore non sono concetti astratti almeno per i marinai come noi, quelli di una volta e quindi per sempre. Grazie

  • Pietro Rossi

    ho fatto la ronda l’ultimo giorno che erano aperte “le case chiuse”……..tutti li abbiamo visitati quei luoghi a Taranto quella sera…….che bei ricordi………mi ricordo il capo ronda era un salernitano……….uno spasso……..”uagliù ce li facimmo tutti quanti chesta sera” la ronda aveva una sua saletta riservata, dove ci si poteva togliere il cinturone e le ghette………

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Capo Pietro Rossi, chissà se il nostro amico Filippo Bassanelli nella sua carriera l’ha fatta…

  • Pietro Rossi

    non credo…..quando eravamo sull’Indomito, non mi ricordo che ci facevano fare la ronda……da sottufficiale, non lo so……..io l’ho fatta anche a Rio de Janeiro……..ma senza andare per strada. si era al comando marina loro e se succedeva qualcosa, a seconda di quali marinai erano coinvolti usciva la ronda di quella nazione con l’ufficiale brasilero e marinai…

  • Pietro Rossi

    a bordo aveva un capo torre che lo faceva correre………Ezio sabato c’è un convivio…..organizzato da Filippo……..anche due anni stesso avvenimento…….con ottima riuscita……saremo un certo numero di marinai…

  • Ciro Laccetto

    Nelle trattorie tarantine si magnavano spaghetti con cozze eccezionali il tutto accompagnato dal frizzantino rosso Folonari. Ogni tanto veniva un fisarmonicista semicieco che suonava l’inno dei Sommergibili ! Poi il rosso scomparve era sof………….to !

  • Pino Sammartano

    Cari amici mi è piaciuto il racconto ed ho voluto inserire anch’io un qualcosa che tratta di pruriti giovanili che in qualche modo coinvolgono la Marina è tratto dal mio libro Palinuro Nave D’Ombra.

    Genova città ha una sua unicità, spalmata tra il mare e la collina è insinuata tra alcune valli. Le sue piazze bellissime e i vicoli i cosiddetti “carruggi” sono popolati da una variegata popolazione multicolore. Cantata dalle canzoni del mitico De André, famosa quella canzone Via del Campo, dove tratteggia poeticamente la figura di una giovane e avvenente prostituta, con le avvincenti parole “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, l’altrettanto suggestiva “città vecchia dei pensionati puttanieri”. Ed infatti, la prima visita in un porto popolato nelle sue stradine tra bar e piccoli negozi illuminati, da una sfilza di belle signorine pronte ad offrirsi a modica spesa, ripropose il bisogno impellente dei giovani marinai, di sperimentare o confermare la propria sessualità, in maniera disimpegnata dal punto di vista sentimentale, ma non certo da meno, su quello emotivo. Conscio di tutto questo la Marina, almeno per quella crociera o forse solo per la Palinuro, per la forte presenza di allievi molto giovani, predispose una prevenzione profilattica, che chi avesse rapporti di natura sessuale con prostitute, dovesse obbligatoriamente sottoporsi al rientro a bordo, ad una procedura preventiva, che consisteva nell’inserire nel proprio pene una pomata con una siringa apposita. Tutto l’occorrente era a disposizione all’ingresso dei bagni, con l’obbligo di registrarsi. Pena per chi non lo facesse, in caso di malattia di tipo venereo, la Marina avrebbe declinato ogni responsabilità. Al rientro la sera tardi al varco ad aspettare i “Bucanieri” una serie di personaggi, che si sperticavano dalle risate, mentre i poveretti facevano l’operazione profilassi, il tutto nel loro totale imbarazzo. Questo andò avanti per qualche tappa, poi ci si fece l’abitudine, e qualcuno alla fine disattese le disposizioni, fregandosene apertamente.

  • giuseppe

    Tranquillo Bradelli, non ero io il capo ronda. Pur essendo a Messina in quel periodo, fui chiamato a fare la Ronda quando sbarcato, venni inviato a Maridist prima del congedo. Quella sera si doveva uscire a ‘girare’ Messina con la Jeep. Passato dall’armeria mi dotarono di ghette cinturone con pistola e caricatore. Tu cosa avresti fatto con l’armamentario in mano ?.. io presi il caricatore e mi accinsi ad inserirlo nel naturale alloggio della pistola. Un urlo mi bloccò : “Sergente ma cosa sta facendo ? era il capo cannone che mi invitava a non inserire il caricato, tanto non c’era da sparare e, dunque, bisognava lasciare le cose come stavano. Imparai, dopo tanti anni di marina, che si doveva solo incutere timore ai marinai che, come te quella sera, stavano in franchigia. In poche parole dovevamo solo far vedere la ‘dentiera’ senza mordere …

  • bruno v. bardelli

    Sono contento perchè un ricordo di tanti anni fa abbia suscitato cosí tanto interesse. Questo che ho raccontato é una cosa realmente vissuta e solo grazie alla sensibilitâ di Ezio Pancrazio Vinciguerra sono state pubblicate. A scusate l’operazione che veniva fatta a posteriori si chiamava “Anticeltica…” un bruciore della …miseria. E a poppa c’era un registro sul quale tii dovevi registrare…detto anche il Registro dei puttanieri….

  • Maria Leone

    Era una calda sera del 1966 a Messina…..è quella sera potevano andare al cinema…. Non c’entra niente ma la data e’ la citta mi hanno provocata….scusami….

  • Pino Sammartano

    Genova città ha una sua unicità, spalmata tra il mare e la collina è insinuata tra alcune valli. Le sue piazze bellissime e i vicoli i cosiddetti “carruggi” sono popolati da una variegata popolazione multicolore. Cantata dalle canzoni del mitico De André, famosa quella canzone Via del Campo, dove tratteggia poeticamente la figura di una giovane e avvenente prostituta, con le avvincenti parole “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, l’altrettanto suggestiva “città vecchia dei pensionati puttanieri”. Ed infatti, la prima visita in un porto popolato nelle sue stradine tra bar e piccoli negozi illuminati, da una sfilza di belle signorine pronte ad offrirsi a modica spesa, ripropose il bisogno impellente dei giovani marinai, di sperimentare o confermare la propria sessualità, in maniera disimpegnata dal punto di vista sentimentale, ma non certo da meno, su quello emotivo. Conscio di tutto questo la Marina, almeno per quella crociera o forse solo per la Palinuro, per la forte presenza di allievi molto giovani, predispose una prevenzione profilattica, che chi avesse rapporti di natura sessuale con prostitute, dovesse obbligatoriamente sottoporsi al rientro a bordo, ad una procedura preventiva, che consisteva nell’inserire nel proprio pene una pomata con una siringa apposita. Tutto l’occorrente era a disposizione all’ingresso dei bagni, con l’obbligo di registrarsi. Pena per chi non lo facesse, in caso di malattia di tipo venereo, la Marina avrebbe declinato ogni responsabilità. Al rientro la sera tardi al varco ad aspettare i “Bucanieri” una serie di personaggi, che si sperticavano dalle risate, mentre i poveretti facevano l’operazione profilassi, il tutto nel loro totale imbarazzo. Questo andò avanti per qualche tappa, poi ci si fece l’abitudine, e qualcuno alla fine disattese le disposizioni, fregandosene apertamente.

  • Pietro Rossi

    negli anni 50 la profilassi a Taranto, la si faceva al circolo marinai…..c’era anche un infermiere, per eventuali spiegazioni……c’era il registro dove ci si segnava ed al tempo delle case chiuse, bisognava mettere in quale locale si era stati ed il numero della donzella……

  • Carlo Lugi Crea

    Ciao Pietro Rossi, noi la profilassi la facevamo appena rientrati a bordo del Garibaldi in infermeria e come bruciava

  • Roberto Tento

    Al Comando Marina di Taranto eravamo obbligati al rientro di andare in infermeria per il controllo e il lavaggio..per le ronde ho ancora i calli ai piedi per la strada fatta …

  • Francesco Iacono

    La ronda a Taranto la ricordo durante il car ma a Messina??? mai vista, la fanno ancora??

  • Francesco Iacono

    comunque racconto bellissimo! forse per me, parlandosi della mia bellissima città! 🙂

  • Bruno V. Bardelli

    Grazie ragazzi dei vostri commenti!!!! I vostri ricordi sono anche i miei e i miei non sono solo racconti ma “pezzetti di vita realmente vissuta…..” in un mondo nel quale la dignitá e l’onestà avevano un ruolo principale………ma ora? Fratelli e grazie ancora.

  • Carmelo Pagano

    francesco iacono la ronda di messina consisteva in una ronda mista il capo ronda era un sgt M.M. e 2 soldati E.I con una jeep e autista E.I. comunque con l’avvento degli abiti borghesi verso l’82/83 le ronde sono state abolite in tutta l’italia

  • EZIO VINCIGUERRA

    eravamo in un periodo di crescita, in tutti i sensi. Forse come afferma Bruno Bruno V. Bardelli, la ronda rappresentava la dignità e l’onestà. Oggi ci resta una fotografia sbiadita dal ricordo di un tempo che passa e fugge via, un tempo da ricordare e tramandare…per non dimenticare, mai.
    P.s. Marinai di una volta, marinai per sempre.

  • Giovanni Brandano

    Provate ad immaginare in otto mesi di crociera in Estremo Oriente con lETNA nel 1964, quanto permanganato di potassio/sodio e quante siringhe in
    plastica puo aver consumato un equipaggio di circa 650 uomini (Allievi
    A.N. 1ª e 2ª cl. inclusi ed aliquota studenti ISMEO, nonche rappresentanze di altri Corpi e FF.AA), soprattutto a Karachi, Bombay, Singapore,Bangkok, Manila, Hong Kong, ToKio. Kobe ,Hiroshima e Nagasaki

  • Pietro Rossi

    mi piace come hai scritto Ezio “marinai di una volta, marinai per sempre” non dimentichiamoci degli aiutanti di piazza……..quelli erano peggio, altro che ronda……BUON POMERIGGIO

  • GIUSEPPE PISAPALE

    HA RAGIONE PIERO ROSSI GLI AIUTANTI DI PIAZZA CONTROLLAVANO ANCHE LA RONDA LO COSTATATO A MIE SPESE A TARANTO IN SERVIZIO RONDA COME BASE CIRCOLO DEI MARINAI

  • GIUSEPPE PISAPALE

    Dimenticavo anno 1964/1964 SALUTI A TUTTI UN CONSIGLIO PER LA MINESTRA USATE ACQUA DI MARE NON C`E` MIGLIORE

  • Enrico Albanesi

    Gli aiutanti di piazza, erano il nostro terrore, stavano da per tutto, ma il più “Fioo de m…….a, stava a Roma,non ricordo il nome ..anni 70/…chi lo ricorda?

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Enrico Albanesi se è quello che penso/iamo noi è salpato per l’ultima missione dopo aver fatto una carrierra a Maridist Lante. Che riposi in pace

  • Vincenzo Sanseverino

    Ezio ti prometto che ti inviero’ qualcosa – Ma ho una chicca particolare che ho intenzione di mettere qui in bacheca – ti anticipo che mio suocero fu’ il marinaio che salvo’ Edda Mussolini nel naufragio della nave Ospedaliera bombardata ciao

  • Enrico Albanesi

    Va bè…era per ricordare,comunque un periodo,che penso tutti rimpiangiamo,e che vorremmo tornarci,sia per l’avventura,sia per l’amore del mare,ma soprattutto per i nostri..ventanni

  • Antonio Esposito

    qualcuno ricorda a Taranto, in via D’Aquino c’ era una sartoriai che modificava le nostre divise’ i 2 sarti erano gay

  • Enrico Albanesi

    Il mio periodo più bello è stato a Napoli,1971….amori,bella la città,(ne sono innammorato)..il cibo,e poi molto simili a noi romani.Però per un problema con l’aiutante di piazza C° Jonni,venni via a Roma…(Levadife)…e ci rimasi fino al congedo,che avendo accumulato n° 3 massimi di rigore,avrei dovuto scontarli,ma,per ragioni di salute di mia madre,mi mandarono via,con gli altri

  • Attilio rossi

    Io sono stato in marina dal 56 all’inizio 58 rammento ancora il rispetto che suscitava la ronda ma quanta allegria intorno a noi bei tempi!

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