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I 24 Km più lunghi della mia vita

di Antonio Corsi

…riceviamo da nave Veneto e orgogliosamente pubblichiamo.

Antonio Corsi perwww.lavocedelmarinaio.comEra il mese di Agosto del 1970 quando il nostro Vittorio Veneto fece tappa ad Algeri.
In cerca di avventure decidemmo, convinti da un collega, di andare a vedere la danza del ventre in una località distante circa 24 Km. Per il viaggio di andata non avevamo alcun problema in quanto c’era un autobus di linea che faceva regolare servizio che terminava, però, verso le 18.30. Il nostro collega  (promotore), propose per il rientro l’autostop (ripensandoci ora era da veri incoscienti in quanto la famosa “Danza del Ventre” si svolgeva quasi in pieno deserto). A parere del nostro amico gli algerini erano tutte “brave persone” (sic) per cui ci avrebbero senz’altro riaccompagnati alla base.
Partimmo nel primo pomeriggio e facemmo una sosta in un villaggio turistico “Moretti” (se la memoria non m’inganna). Passato beatamente e allegramente il pomeriggio ci recammo, verso l’imbrunire, in quella tenda che avrebbe dovuto rappresentare il nostro “paradiso”.
Ci godemmo lo spettacolo, anche se le donne che ci aspettavamo coperte di veli erano, in realtà, più vestite di noi.
A mezzanotte, terminato lo spettacolo, ci recammo sulla strada per tentare di “scroccare” un passaggio. Inutile dire che tutte quelle “brave persone” che passavano si allontanavano di corsa alla nostra vista. Dopo circa mezzora decidemmo di consigliarci con il custode della tenda il quale, tra un sorrisetto e l’altro, ci spiegò (a gesti) che eravamo dei temerari (leggi pazzi). Ci fece capire che gli artisti, suonatori e ballerine, avevano un pulmino che li avrebbe riportati ad Algeri e che avrebbe chiesto, per nostro conto, la cortesia di darci un passaggio.
Tornato fuori ci disse che la nostra richiesta era stata accettata e ci raccomandò, cosa che compresi solo dopo, di far entrare prima i nostri ospiti e poi noi. Eravamo alle stelle pregustando la conquista di qualche ballerina che, nonostante gli abiti pesanti, erano delle belle donne.

i 24 km. più lunghi della mia vita - www.lavocedelmarinaio.com

Arrivato il mezzo ci comportammo come da copione. Cedemmo il passo dopodiché entrammo noi. Appena sulla porta del piccolo bus notai che le donne erano sedute su fila singola sul lato destro del mezzo mentre, i maschietti (?) erano seduti in posti doppi ma scaglionati su di una sistemazione due e uno. Pensai, tra me e me, “almeno potevano lasciarci tre posti in fondo”.
Non ci crederete ma di tutti i maschietti non ce ne era uno degno di questo nome. Appena seduti fummo letteralmente presi d’assalto con richieste di baci, abbracci e altro facilmente immaginabile. Ognuno di noi ne aveva addosso dai tre ai cinque. Premetto che non avevo, né ho, nulla contro i gay, anzi, sostengo i loro diritti ma le condizioni in cui ci trovammo nell’occasione erano davvero tragiche. Ci chiedevano le nostre generalità, indirizzi per scriverci e venirci a trovare sia a bordo che in Italia in caso di loro visita. Devo essere onesto, fummo cattivelli in quanto, dopo tanta insistenza e assedio, demmo gli indirizzi e i nominativi di altri nostri colleghi. Chissà che faccia fecero i nostri colleghi, quando sono furono chiamati o ricevettero posta.
Furono “I 24 Km più lunghi della mia vita.”

 

Deserto di Algeri - Danza del ventre - foto marinaio di sora per www.lavocedelmarinaio.com

8 commenti

  • EZIO VINCIGUERRA

    E’ una storia “singolare” di Antonio Corsi che, secondo me, bisogna leggere fino alla fine e…magari commentare. Un abbraccio a tutti

  • antonio corsi

    hahahahah credo sia stata un’esperienza unica ed irripetibile (per fortuna nostra) hahahah

  • Silvana De Angelis

    buona serata marinai…….Dentro ho un mare,
    lo porto sempre dietro,
    difficile trattenerlo,
    il mare è mare e basta,
    decide lui in ogni istante.
    Gli occhi subiscono le alte maree,
    lo stomaco le tempeste,
    e il mio cuore batte e sussulta
    proprio come una vela, controvento.

    Biagio Lucchese

  • Antonio Corsi

    Ancora oggi, quando ci ripenso, mi viene da ridere.
    Grazie Ezio.
    Vorrei ricordare a tutti i colleghi che sono disponibile a pubblicare, sullo stesso sito, le loro storie anche se vogliono mantenere l’anonimato.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Presidente, penso che siano stati i sei anni più indelebili della tua vita perché sono stati vissuti intensamente e maestosamente…proprio come l’immensità del nostro mare.
    Un abbraccio.

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