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Il corso Invicti

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

…per mai dimenticare.

Anche quest’anno si svolgerà la cerimonia sul Monte Serra per ricordare e celebrare i 44 ragazzi che quel tragico 3 marzo 1977 perirono a causa dello schianto a bordo del quadrimotore da trasporto Lockheed C 130  “Herkules” della 46^ Aerobrigata. I funerali si svolsero il 5 marzo in forma solenne nel Piazzale del Brigantino all’interno dell’Accademia Navale di Livorno alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone. In quel funesto giorno, trentotto allievi dell’Accademia Navale di Livorno appartenenti al corpo dello Stato Maggiore della Prima Classe, accompagnati dal sottotenente di vascello Emilio Attramini, cessarono il sogno di proseguire una carriera di marinai. Al giuramento della nuova prima classe, il corso Invicti defilò lasciando nei ranghi i posti che i loro compagni avrebbero dovuto idealmente occupare in quell’occasione, facendoli così in qualche modo ritornare in mezzo a loro. Era il 4 dicembre 1977.
Anche i commilitoni degli allievi scomparsi nell’estate del 1977, al termine della Campagna Addestrativa a bordo della Nave Scuola Amerigo Vespucci, per ricordare la tragedia che aveva colpito il loro Corso, strapparono il lembo inferiore della loro bandiera e scelsero, come nome del loro corso quello di Invicti.
Qualche anno fa alcuni vandali, ma sarebbe meglio definirli bastardi sciacalli, spaccarono un vetro e forzarono la teca per rubare una sciabola appartenente a uno dei cadetti periti nel tragico incidente, profanando così il mausoleo dedicato ai 38 cadetti e ai 6 membri dell’equipaggio.
Sappiano, questi bastardi, che il ricordo dei cari estinti lo portiamo nel cuore e i ricordi sono patrimonio di chi li serba.

Noi marinai ricordi come questi li custodiamo gelosamente affinché non diventino oblio. Siamo legati fra di noi, con una cima non materiale ma di ideali che, pur se non visibile ai più, è sicuramente molto più salda e forte di tante altre. Loro sono e saranno sempre con noi e vorrei ricordarli uno per uno tutti, i 44 ragazzi chiamandoli singolarmente affinché ognuno di loro senta la nostra considerazione e si senta in mezzo a noi.
Un popolo che non arrossisce più per la vergogna è un popolo destinato a scomparire.

I caduti dell’incidente

Equipaggio: Massimo Proietti, Simone Murri, Paolo Casella, Antonio Semplici, Silvio Pieretti.

Passeggeri: Emilio Attramini, Salvatore Caputo, Giuseppe D’Alì, Sandro De Angelis, Antonio Giallonardi, Vincenzo Gaglio, Giovanni Castaldi, Claudio Giordano Lorano Gnata, Paolo Lamina, Maurizio Lucibello, Stefano Maranci, Massimo Marchiano, Fedele Marrano, Giorgio Marzocchi, Silvio Massaccesi, Carlo Mastrocinque, Giovanni Memoli, Miguel Angel Mekinez, Giuseppe Minelli, Alessio Musolino, Luca Nassi, Alessandro Perazzolo, Giancarlo Poddighe, Alberto Pispero, Michele Portoghese, Vittorio Pozzi, Luca Quattrini, Massimo Raffa, Sergio Rigoni, Roberto Rossi, Adolfo Russo, Emanuele Salvadori, Domenico Savoldi, Giampiero Scialanga, Matteo Stramacchia, Davide Tomatis, Corrado Verdone, Guido Verna.

45 commenti

  • Siamak Barahmandpour

    Lo riccordo con tanto dolore e dispiacere pur faccendo parte del corso successivo, Saoren 1978!

  • Filippo Bassanelli

    La ricordo molto bene quella tragedia ero imbarcato sul SAN GIORGIO si stava preparando l’unità per essere pronta ad affrontare la Campagna estiva dell’Accademia per la seconda Classe:

  • Fan Marina Militare

    E’ nostro compito ricordarli … una abbraccio alle loro famiglie da noi tutti !

  • Ludovico Causarano

    E’ un ricordo che nessuno potrà scordare, e io avevo anche avuto il modo di chiacchierare con loro alcune ore prima che succedesse la disgrazia, e conoscevo bene anche il T.V. Attramini.

  • Riccardo Chen Lazzeri

    Ciao Marco, cosa facevi all’epoca in AN? io ero con Attramini a Scienze Nautiche….

  • Antonio

    Immaginate come si possa sentire una persona che ha da poco avuto la notizia che l’Hercules con i suoi 38 compagni di corso è caduto e, accendendo la televisione, per avere notizie sull’incidente invece s’imbatte in una diretta dal parlamento, alla presenza di Andreotti, Presidente del Consiglio dell’epoca, che stava discutendo proprio sullo scandalo Lockeed: « Presidente (Ingrao): (si leva in piedi e con lui i membri dell’Assemblea) onorevoli colleghi, devo purtroppo dare la notizia all’Assemblea di una sciagura aerea accaduta oggi nel cielo di Pisa. È precipitato un aereo militare da trasporto C-130 e nella sciagura hanno peso la vita un ufficiale e 38 allievi della prima classe dell’Accademia navale di Livorno, tre ufficiali e due sottufficiali dell’equipaggio »
    (Seduta Parlamentare Comune 3-11 marzo 1977
    Da: http://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_Lockheed#Antelope_Cobbler

  • Antonio Caputo

    « Presidente (Ingrao): (si leva in piedi e con lui i membri dell’Assemblea) onorevoli colleghi, devo purtroppo dare la notizia all’Assemblea di una sciagura aerea accaduta oggi nel cielo di Pisa. È precipitato un aereo militare da trasporto C-130 e nella sciagura hanno perduto la vita un ufficiale e 38 allievi della prima classe dell’Accademia navale di Livorno, tre ufficiali e due sottufficiali dell’equipaggio »
    (Seduta Parlamentare Comune 3-11 marzo 1977). Da: http://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_Lockheed#Antelope_Cobbler

  • Massimo Pastore

    Ma cosa cavolo c’entra Antelope Cobbler e l’affare C130 con questa immane tragedia?

  • Galileo Giancarlo

    Condivido con Massimo.il solito vizio di mettere la politica in mezzo , oppure completamente fuori luogo.

  • Riccardo Chen Lazzeri

    C’entra, marginalmente, ma c’entra: Antelope Cobbler era il politico italiano (peraltro mai identificato) che aveva preso le mazzette dalla Lockeeed per i C130 ed in Italia detti aerei (come già prima gli F104) fecero molti morti. Non dimentichiamoci dei ragazzi della Folgore morti alla Meloria il 9 Novembre 1971 proprio nella caduta di un altro C130. Ma tornando ad Antelope Cobbler, in quei giorni della tragedia del Monte Serra, la sinistra itagliana stava lapidando Giovani Leone (Presidente della Repubblica) il quale venne sì a Livorno per i funerali dei ragazzi, ma, timoroso di possibili contestazioni, si esibì in una ritirata forse strategica, ma sicuramente poco dignitosa e poco riguardosa del dolore dei parenti e dei colleghi, durante i funerali solenni dei ragazzi del Vega 10. Lo posso testimoniare personalmente perch mi fece arrabbire ed anche vergognare…….. quindi molto marginalmente, ma antelope cobbler c’entra……………. diciamo sia una notazione a margine…

  • Vito Rotondi

    Ma dopo tutte queste considerazioni che sono storiche e perfettamente rispondenti al grave accaduto . Il dolore di quei genitori si è sopito ? Mai si potrà tacere quel grido straziante di perdita .In quel piazzale un silenzio glaciale e pianti smorzati ,lugubri e mesti ricordi che non dimenticherò mai .Quei genitori che ogni anno salgono lì in cima a guardare quel cielo azzurro e ad abbracciare le loro anime sorridenti .Non tutto passa e nessuno dimentica .

  • Riccardo Chen Lazzeri

    Giusto Papà……… mi tocco il primo turno di guardia a S. Jacopo, la notte fra il 3 ed il 4 Marzo. Per inciso ero con quel TV friulano, già nostro sottordine di cui adesso mi sfugge il nome. Avevamo la lista dei caduti. Sapevamo che non c’erano sopravvissuti……….. Verso le 2100 una macchina di grossa cilindrata si ferma dall’altra parte della strada, davanti all’ingresso di S. Jacopo. Un uomo già anziano, che si sosteneva con un bastone, attraversò la strada mentre in macchina rimanevano due donne. Si presentò e chiese notizie di un Allievo che noi sapevamo caduto. Il TV guardava la lista e il viso di questo signore, ma non riusciva a dire una parola. Poi il signore gli mise una mano sulla spalla dicendo: “Fa niente, ho capito….” : Poi riattraverso la strada, si sedette in macchina e dopo che inizio a parlare si levo un grido straziante, un grido che conteneva tutto il dolore del mondo…. credi davvero potrei dimenticare???

  • Massimo Pastore

    Allora proprio per la storia. I C130 volano ancora e non solo nell’Aeronautica Militare Italiana. I Paracadutisti della Folgore morto nel 1971 volavano su un C130 della RAF (Royal Air Force) Inglese e, proprio per non dimenticare, sono sepolti insieme all’equipaggio dell’aereo al Cimitero di Livorno, a fianco del Sacrario dei Caduti delle due Guerre Mondiali. Come a Monte Serra anche lì ogni tanto vado a mettere un fiore …..

  • Antonio Caputo

    Speravo che il mio post fornisse lo spunto per delle discussioni più costruttive di quelle che ho letto e non faccio riferimento a quelle che hanno descritto quei tragici momenti ed il dolore dei familiari. La lettura che ho cercato di suggerire è quella di due realtà diverse e, per certi versi, contrapposte l’una all’altra, di due modi differenti di servire lo Stato che hanno avuto nel Vega 10 un solo ed unico punto in comune. In quelle bare che riporta la foto, c’erano degli umili servitori dello Stato, che credevano in determinati ideali, ideali che all’epoca non andavano tanto per la maggiora. Ricordo a tutti che le Forze Armate, negli anni ’70, non erano amate da tutti, quelli erano gli anni di piombo, delle lotte fra rossi e neri fino all’ultimo sangue e, certamente, della politica e del male affare come alcune sentenze hanno dimostrato. Scrivo questo non per fare politica ma solo per inquadrare meglio il periodo, oramai, storico visto che sono passati 36 anni. Dall’altra parte, e faccio riferimento al mio post e non alla foto, che per me è sacra, ci sono stati altri “servitori” dello stato, questa volta con la minuscola, che pur avendo giurato fedeltà alla Repubblica hanno solo curato i propri interessi e, ripeto, non lo dico io o il dibattito politico dell’epoca ma lo trovate scritto in determinate sentenze che potete trovare sul link allegato.

  • Vito Rotondi

    Non nascondo l’imbarazzo a parlare di malaffare inserendolo a contorno di questa immagine e dei ricordi di quel dolore unico e inconsolabile ma in fondo il problema c’era e noi eravamo parte del problema . Sì, si può aprire una costruttiva discussione e dovremmo sceverare tanti argomenti e fatti che sicuramente recano vergogna anche a noi militari .Ma sarà forse il caso di riproporla i a parte.

  • Antonio Caputo

    “ma in fondo il problema c’era e noi eravamo parte del problema” non credo proprio che quei poveri ragazzi facessero parte del “problema” o sbaglio? io ho voluto mettere in evidenza la purezza di questi ragazzi in questo ne conviene?

  • Vito Rotondi

    No quelle povere anime che si affacciavano con entusiasmo e fiero orgoglio alle nostre fulgide tradizioni non erano ancora parte del problema ma vittime senza diritto alla replica . Noi grandi siamo stati responsabili del problema ognuno nel suo piccolo e d ora solo ora ne paghiamo le conseguenze .

  • Riccardo Chen Lazzeri

    All’epoca il sentimento diffuso nei militari di carriera era quello che mi esternò l’Ammiraglio Zoli quando gli presentai la documentazione per essere ammesso ai corsi normali. Mi disse: “Riccardo, siamo solo dei travet mal pagati e peggio sopportati…..lascia perdere!” (per inciso fu anche la prima ed ultima volta che mi dette del tu). Le cose oggi sono cambiate, almeno in parte (guardate la polemica sugli F35), ma allora era veramente dura……

  • Vito Rotondi

    Possiamo raccontarla meglio questa storia senza alcuna retorica . Io ne ho somatizzate tante e sempre all’insegna dell’andiamo avanti e perchè dobbiamo inceppare la macchina , ci chiedevamo e così si tirava innanz senza titubanze . Molti i noi non hanno mai capito che la macchina andava fermata perchè andava corretta e così a furia di arrangiamenti ,alla fine ,è valsa la certezza falsa e immonda che si faceva il bene dell’organizzazione perchè si andava avanti costava quel che costava . Si chiamavano atti eroici in realtà diventavano lo specchio di una inefficienza che cresceva . Ma credetemi non era una carenza professionale ,anzi, era una mancanza di carattere e spina dorsale . Quanti sissignore che andavano corretti e il più delle volte eliminati . Si doveva fare il bene della nostra organizzazione e basta e continuare a far crescere i pivoli con esempi di rettitudine ,onestà mentale e volontà di carattere . Ecco perchè quelle anime volate al cielo dobbiamo ammirarle e amarle ancora di più.

  • Marco Brauzzi

    Ero un aspirante del 4° orso ASMI, quei giorni sono stampati nella mia memoria, il piazzale pieno di Ammiragli, noi allievi attoniti e storditi dalla enormità della tragedia. Andavo verso la palestra dove aveavno esposto le bare per la veglia dei familiari, incontrai l’Ammiraglio Torrisi allora Direttore Generale di Maripers, lo sautai scattando sull’attenti, ma con lo sguardo perso nel vuoto tirò diritto….

  • Riccardo Chen Lazzeri

    Allora ti devo chiamare Dottore………… :-))
    C’era anche l’Amm. Oriana, l’Amm. Fadda ci aveva perso il nipote…

  • Pasquale

    Mi ricordo le urla dei genitori e parenti all’interno dell’Accademia Navale di Livorno e il desiderio di vedere da parte dei famigliari i resti dei propri cari…..un suplizio di urla e imprecazioni nei confronti delle Autorità presenti alla cerimonia sollenne del funerale……ero si e no ventenne!!!! Che tristezza…ero effettivo al VI^ Btg. “Toscana” di Firenze in servizio di O.P. a Livorno!!!

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