L’ancora
a cura di Collegio Nautico
L’ ancora è un arnese di ferro con bracci a uncino, che collegato ad una catena e lasciato cadere sul fondo del mare fa presa su di esso e tiene ferma la nave.
Per le navi è accessorio indispensabile.
I requisiti essenziali per una buona ancora sono:
– facile presa sul fondo del mare;
– buona tenuta sul fondo;
– semplice sistemazione a bordo.
La resistenza allo sforzo di trazione di un’ ancora è strettamente legata al suo peso, perché la facilità di far presa sul fondo dipende proprio dal peso. In Italia il R.I.Na (Registro Italiano Navale) stabilisce il peso dell’ancora da installare sulla nave, esso è in funzione del suo peso.
Le ancore si dividono in due categorie:
– a bracci fisse;
– a bracci articolati;
ed a loro volta con ceppo e senza ceppo.
Sebbene alcune ancore non siano più utilizzate per completezza di conoscenze ne parleremo brevemente per passare poi a quelle attualmente in uso. Analizziamo la struttura generale dell’ancora.
Cicala – è un’ anello fissato all’estremità del fuso serve a tenere la catena o la gomena.
Ceppo – è un elemento di legno o ferro inserito nel fuso posto ortogonalmente ai bracci per consentire la presa sul fondo.
Fuso – è un asta di ferro di forma cilindro conica, che unisce le marre.
Marre – sono i due bracci uncinati ricurvi che partono dal fuso divaricandosi.
Palme o patte – sono le parti estreme delle marre a forma quasi triangolare e leggermente schiacciate.
Diamante – è l’unione del fuso con le marre, è la parte più robusta dell’ancora che subisce il massimo sforzo.
Orecchia – è la parte estrema laterale delle palme.
Unghia – è la parte più estrema ed appuntita delle palme.
15 commenti
antonio corsi
Ciao Ezio
solo a titolo di cronaca. ma per chi non conosce, aggiungerei anche la poco conosciuta “Ancora Galleggiante”
Un fraterno saluto
Marino Miccoli
L’ancora da sempre è simbolo di salvezza; un sentito grazie a Collegio Nautico per queste sue apprezzate nozioni di cultura marinara.
Mi e ti domando, stimato Collegio Nautico: il verbo AMMARRARE (ormeggiare) che significa mettere alla MARRA, deriva dal nome dei due “bracci” dell’ancora?
Grazie ancora e a presto su questo sito.
M.M.
Fernando Antonio Toma
bellissimo articolo Ezio !!
EZIO VINCIGUERRA
Ciao Fernando Antonio Toma, grazie
Collegio Nautico
Ciao Ezio;-)
buongiorno sig. Miccoli ….credo che sia cosi’..comunque e’ un vecchio linguaggio!!
Marinaio Di Lago
★IL MARINAIO HA UN CUORE CHE PROTEGGE E UN’ANIMA CHE COMBATTE ★
antonio corsi
@Marino Miccoli
Penso che tu abbia ragione infatti:
Ammarrata (Ancora -) con l’ormeggio dato volta* accidentalmente intorno alla marra del braccio interrato, vedi INCEPPATA.
Dal sito: http://www.anmisora.it/terminologia.html#A
Marino Miccoli
Con piacere trovo conferma al mio quesito riguardante il verbo AMMARRARE. Per questo ringrazio lo stimato Antonio Corsi per il suggerimento del collegamento al glossario dei termini marinareschi che rende il sito dell’ANMI di SORA tra i più interessanti e completi nel panorama del web.
Congratulazioni per il vostro sito, Antonio.
Franco La Rosa
Da mettere al collo di monti e gli altri
Amato Russo
cosi’ sapranno distinguere le parti di un’ancora..
Denny Marinaio
Da mettere al collo di Monti e Fornero come ciondolo e poi mandarli a mare x il bagnetto. …
Marinaio Telegrafista
Un ringraziamento a Collegio Nautico per i suoi preziosi articoli
Gigi Fois
bello, abbiamo imparato qualcosa…
Mario Marini
“non abbiamo che da imparare da te! Grazie”
Russo Enzo
Adesso mi sento meglio ho imparato l,angora complimenti a Cogotti che manda queste chicche preziose