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Salvatore Todaro

di Marino Miccoli

CORAGGIO, UMANITA’ E VALORE.

Proprio alla fine di quest’anno, esattamente il 14 dicembre 1942 ricorre il 70° anniversario della scomparsa di uno dei più grandi Marinai che la Marina possa vantare di avere avuto tra i suoi ranghi. Per far comprendere meglio a tutti  ciò che era e ciò che oggi ancora rappresenta questo grande Comandante  è opportuno leggere il breve dialogo che segue.

Il Comandante ha penetranti occhi neri, gli zigomi sporgenti e le guance un po’ infossate; sul mento spicca una barbetta curata, è un sottile ed elegante pizzetto che lo rende inconfondibile. Nelle sue azioni di guerra lo distingue l’astuzia, la furbizia di una  vecchia volpe congiunta al coraggio di un leone e dimostra di possedere il valore e l’etica di un antico cavaliere questo Ufficiale di Marina siciliano. Salvatore Tòdaro (nato a Messina il 16.9.1908) è l’unico comandante di sommergibile a cui non piace usare l’arma del siluro: “Sono armi imperfette – affermerà più di una volta – lente e troppo costose. La vera arma da guerra è il cannone.”.  Di bocche da fuoco ne ha due da 100 mm sulla coperta del suo battello, il Regio Sommergibile  “Comandante Cappellini” e quando con il periscopio inquadra una nave nemica, Salvatore Tòdaro ordina immancabilmente l’emersione. Ingaggia lo scontro a fuoco, affonda a cannonate la nave nemica e poi ne raccoglie i naufraghi. Lui è incurante della spietata legge che vige durante la guerra di mare la quale stabilisce che i naufraghi devono essere abbandonati in balìa delle onde, al loro destino. Questo perché l’unità che ha affondato un’altra nave deve fuggire al più presto dal luogo in cui è avvenuto il combattimento, per non rischiare di essere affondata dalle altre navi che stanno accorrendo sul posto. Per questo suo particolare comportamento Salvatore Tòdaro non si attende congratulazioni dagli alti papaveri gallonati. Infatti l’ammiraglio tedesco Karl Doenitz, stimato comandante di tutti gli U-boot e abile stratega della guerra sottomarina, lo chiama a rapporto e, messolo sull’attenti, lo rimprovera investendolo con una colossale “arronzata”:
– “Voi siete un valoroso, ma soprattutto un pazzo! Ci sono due cose che non riesco assolutamente a capire. Voi comandate un sommergibile e invece preferite fare la guerra di superficie. Questo sarebbe ancora tollerabile: potrei affidarvi il comando di un incrociatore tedesco. Ma voi sareste capace di farlo andare a picco per raccogliere i naufraghi nemici. E questo è intollerabile! La guerra e guerra, i naufraghi sanno qual è il loro destino. Voi avete rischiato l’affondamento del sommergibile per uno stupido sentimentalismo. Nessun ufficiale tedesco avrebbe agito come voi”.
Il Comandante Tòdaro risponde freddamente:
– “Il fatto è, ammiraglio, che io in quel momento sentivo sulla schiena il peso di molti secoli di civiltà. Un ufficiale tedesco, forse, non avrebbe sentito quel peso”.
L’ammiraglio Doenitz ha un sussulto.
Tòdaro comprende che, a causa della sua risposta, può essere arrestato.
Ma per il Comandante tedesco il coraggio è la dote che ammira di più negli uomini, anche se gli è difficile capire quel particolare “tipo” di coraggio dimostrato dall’Italiano che ha dinanzi a sé. Alla fine Karl Doenitz  sorride dicendo:
– “Mi sono meritato questa risposta!” – e gli tende la mano.

Concludo questo mio breve scritto con un’esortazione: chiunque indossi la divisa blu con le stellette ed il solino ne sia fiero e, soprattutto, la onori tutti i giorni con il proprio impegno. Fedele al giuramento pronunciato al Tricolore nella più bella stagione della vita, rammenti sempre che quella uniforme è stata onorata da grandi Marinai e veri Uomini, proprio come ha fatto Salvatore Tòdaro. Egli ha dimostrato ai nemici, agli alleati e al mondo intero come sa battersi il Marinaio italiano e che coraggio, umanità e valore sono le doti personali che lo contraddistinguono.
(Dialogo tratto dal libro di don Teresio Bosco “Di professione uomini”,1971).

22 commenti

  • Carlo Di Nitto

    Il Comandante Tòdaro e il suo “Cappellini” è stato uno dei primi eroi della Marina di cui ho sentito parlare. Mio Padre mi raccontava sempre di Lui e delle sue gesta: un autentico “Cavaliere” del Mare, senza macchia e senza paura.
    Onore a Lui e ai suoi Marinai!

  • cosimo

    Certo che uomini di mare di questo spessore ti fanno sentire piccoli. Ma orgogliosi di aver potuto indossare una cosi importante Divisa.

  • EZIO VINCIGUERRA

    Mi sono dimenticato di ringraziare il pregiatissimo, preziosissimo e carissimo Marino Miccoli, autore di questo bellissimo articolo.
    E’ un bel ricordo che fa comprendere
    che cosa significhi essere un Marinaio di una volta…
    Grazie Marino

  • CASIMIRO FRANGELLA

    Buongiorno, Ezio! Tra non molto tornerò tra voi – causa malessere, sono a riposo. Grandi marinai, orgoglio della Marina, MAI dimenticare!

  • EZIO VINCIGUERRA

    Ciao Casimiro, vecchio lupo di mare, in c… alla balena.
    Grazie per la condivisione di questo Marinaio di una volta.

  • Roberta - ammiraglia88

    Bell’articolo!
    Ho spesso sentito parlare di questo “grande” Comandante, ho anche comperato un libro (che non sono riuscita ancora a leggere) che, riassumendo al massimo dice:

    “uno dei più audaci e umani comandanti di sommergibili”.

    Questo fine settimana l’Associazione Betasom si recherà in Accademia per rendergli omaggio, essendo appunto il 70° della sua scomparsa.

  • Mario Catalano

    ricorrenze che lo stato attuale non ricorda più anche in considerazione che molti dei nostri parlamentari sono di un’ignoranza senza limiti, ma noi continuiamo a ricordare i nostri uomini di mare di tutti i tempi

  • EZIO VINCIGUERRA

    Proprio cosi Mario, a parte qualche via a Loro dedicata e qualche commemorazione di reduci, in verità molto sporadica, molti politicanti attuali latitano a queste manifestazioni. Per fortuna c’è ancora gente come noi che li ricorda. Un abbraccio

  • Salvatore Bartolomeo

    un grande Comandante reso famoso fra le Marine di tutto il mondo per quel senso di ‘pietas’ latina nei confronti del nemico vinto che lo distinse…Rendo onori a Lui ed al suo Equipaggio ed anche al ‘Cefalo’ su cui trovò la morte..

  • Antonio Caputo

    forse perchè sono gestite da gente che si è fatta riformare per non fare il servizio di leva.

  • Mario De Luca

    Voi amate il mare, capitano? – Si! L’amo! Il mare è tutto. Copre i sette decimi del globo terrestre; il suo respiro è puro e sano; è l’immenso deserto in cui l’uomo non è mai solo, poiché sente fremere la vita accanto a sé. …

  • sergio cavacece

    Grazie marino per la tua splendida recensione…..purtroppo da Messinese devo rammaricarmi perchè la mia città si è dimenticata di questo Don Chisciotte dei mari…….”il Comandante Tedesco non ha duemila anni di storia alle sue spalle”…mi pare che questa sia stata una sua frase.

  • Fulvio Lazzari

    un eroe di cuore e di marinaio ricordiamolo per quello che fece per i marinai affondati dal suo sommergibile

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