Capo Russo
…a Capo Russo, per non dimenticare quelli che, come lui, hanno fatto la guerra.
Chi ha fatto il C.A.R. a La Spezia negli anni ‘60 non può non ricordarsi di Capo Russo.
Capo di 1^ classe MA, alto circa 1,60 e con una grinta alla Humprhey Bogart da far paura, insomma una dinamite di uomo. I marinai da lui indottrinati per il Giuramento, non avevano più il tacco della scarpa sinistra per l’usura durante le lunghe ed estenuanti esercitazioni. Tanti, troppi erano i comandi di “Passo” e “Cadenza” eseguiti durante l’addestramento.
Le storie su Capo Russo, tramandate da contingente in contingente, si sprecavano ma la sua verità la conosceva solo lui.
Mi ricordo che su un treno “Diretto Milano – La Spezia “, treno notoriamente di grande baraonda dei marinai lombardi al rientro del licenza di Capodanno del 1964 ( i famosi 5+1), si era sparsa la voce della presenza a bordo di Capo Russo.
Il treno viaggiò nel totale silenzio sino a La Spezia…
Ciao Capo Russo, ovunque tu sia, ci teniamo a farti sapere che sei stato un piccolo e grande uomo e noi, tuoi ex marinai, con il nostro indelebile ricordo, ti promuoviamo al grado di “Capitano del C.E.M.M.” …anche se ora non si usa più.
Scrivono di te che oggi avresti 100 anni. Che hai già “vissuto” lo si vedeva già allora dalle molte cicatrici sul tuo viso. La Seconda grande guerra l’hai fatta tutta e, quando eri un po’ brillo, raccontavi di quando in Africa uccidevi le scimmie con la sciabola.
Sarà stato vero, sarà stato falso? Noi ti abbiamo creduto.
Sei stato un grande personaggio e, quando guardo le foto del mio Giuramento, il tuo cappotto molto lungo, mi ricorda Renato Rascel quando faceva il Corazziere (…ma allora si usava così).
Franzo Osvaldo dice che anche lui ti ha conosciuto a La Spezia durante il CAR, la sua e mia compagnia si chiamava “ATOMICA” proprio come te Capo Russo e che una volta lo hai messo sull’attenti appoggiato ad una colonna di fronte alle cucine e lo hai fatto cagare sotto dalla paura. Ma tu lo facevi con tutti per forgiarci a quella non facile vita.
Osvaldo dice anche che il suo contingente alla fine del CAR ti ha regalato la sciabola (chissà quante ne hai ricevute), e gli hai scelto una destinazione imbarcandolo su una fregata che faceva servizio nell’Adriatico, vicino casa sua, e si chiamava ALTAIR ma quando salpò da Taranto e virò a destra, verso la Sicilia disse fra se e se:
– “che figlio di puttana, io già pensavo che passavo davanti casa a Jesolo ed invece no, Sicilia, Sardegna e tanto mare, quanto mare…” ma non ti ha mai rimproverato questo, perché sono stati due anni meravigliosi che non dimenticò mai per tutta la vita.
Vento in poppa Capo Russo, pardon Capitano del C.E.M.M. Russo, ovunque tu sia.
19 commenti
Marino Miccoli
E’ sempre interessante leggere degli scritti frutto dei ricordi dei Marinai che navigano su questo sito. Ringrazio Bruno V. Bardelli per quanto ha voluto condividere con noi.
Mi piace ricordare come negli anni di cui si scrive in questo bello articolo a La Spezia (ARMADAT) c’era in servizio anche mio padre Antonio con la qualifica di maresciallo capocannoniere.
Angela Guida
Vorrei perdermi, in una notte come tante, tra il chiarore delle stelle, e la lucentezza della luna. Perdermi, e viaggiare sola nel buio, con il passo incerto, ma pur sempre mio.
E percorrere quella strada, la mia vera strada, con passo lento, sotto le note di una melodia, che posso ascoltare solo io, e che mi guida anche tra le difficoltà.
Vorrei perdermi, in una notte come tante…
Bellissima storia la vostra che mi ha ispirato questi versi.
Gianfranco Gargia
auguro a tutti voi una serena giornata piena di raggi di sole positivi♥
EZIO VINCIGUERRA
Mannaggia alla pupazza Capi: mi avete fatto commuovere soprattutto nel finale del racconto…
Se vi dico che vi voglio bene mi credete?
Si lo dobbiamo anche a Capo Russo se siamo quello che siamo.
Franzo Osvaldo
certo che ti crediamo, mi sono commosso pure io
Franzo Osvaldo
te l’ho rubata e resa pubblica, però non riesco a visualizzare le foto,come faccio a pubblicare la pagina con le foto? non c’è il condividi
Franzo Osvaldo
fatto.
Bruno V. Bardelli
Grazie 1000 Ezio sei il nostro faro………
Antonella Mary Stella
Che il tuo letto sia una barca silenziosa e che con remate incantate solchi il mare della notte e ti porti verso i più bei sogni che tu possa desiderare. E che le stelle con la loro luce ti indichino la via per non perderti nella dolcezza di questa buonanotte
Franco Schinardi
Peccato Ezio, è stato tutto bellissimo e mi sei mancato
Alibrandi Claudio
sera Ezio, ciao frà Franco 😉
EZIO VINCIGUERRA
Buonasera a voi Claudio e Franco 🙂
Angela Guida
La direzione in cui andare è più importante della velocità.
( Stephen Covey )
Decenzio Mameli
Sicuramente a gen 69(quando feci il CAR) non ci doveva essere, altrimenti mi avrebbe espulso (visto il mio modo di marciare)!!!
Franzo Osvaldo
non ti dico quante parolacce mi diceva, ma lo ricordo con tanta gratitudine
Elio Masini
e chi non se lo ricorda io 2/45 a La Spezia ebbi modo di scrivere di lui proprio sul nostro sito ed ho messo una foto ovunque sarà è rimasto nei nostri cuori
bruno Vincenzo
Ezio…….questa storia commuove sempre anche me!. Cuiao Fratello di Mare
Francesco Piangiamore
Anche io ero nel suo battaglione al car di Maridepocar La spezia.
Ero del 5° 47.
Era un uomo che impersonava la Marina Militare di allora, molta disciplina ma anche tanti consigli da padre per i due anni che ci attendevano lontano da casa.
Un grande abbraccio Sig. Capitano del Cem Russo.
Piero capogrosso
…..ero un 2/47 ed avevo Capo Russo e come inquadrature un bergamasco, almeno credo, Zambelli.
Mi ricordo, oggi ho 77 anni, che Capo Russo veniva nel refettorio e, dopo aver dato un forte colpo di fischietto, diceva: “comperate il celophan per la coperta, perché imbarca La Spezia, sbarca Parma, imbarca Parma, sbarca Bari, imbarca Bari……”.
L’Italia del dopo guerra ,e relativa ricostruzione, era nelle mani di gente alla Capo Russo, ecco perché è stato possibile il miracolo economico!