Aveva tre figli maschi (Vittorio Fioravanti Grasso)
Aveva tre figli maschi
da Vittorio Fioravanti Grasso
Aveva tre figli maschi
l’uomo in nero appartato
in fondo al salone
– tre figli – e glieli hanno
tutti e tre ammazzati
I°
Il primo gli morì braccato
nell’isola di Cefalonia
gridando “Viva l’Italia”
in faccia al branco nazista
del plotone d’esecuzione
Quando partì orgoglioso
con in pugno il fucile
su un lungo treno d’armati
c’erano labari e gagliardetti
inni di gloria e morte
Raccolti in sacchetti
miseri resti d’ossa e brandelli
di panno incrostato a grumi
di terra ostile
Così è tornato dal fronte
vent’anni dopo
la fine dell’ultima guerra
C’erano tante transenne
alla stazione della ferrovia
l’immancabile tricolore
e qualche bandiera rossa
un ministro ci venne a fare
un discorso di democrazia
Usò lunghe frasi contorte
non disse una volta “Patria”
Non fu neanche il caso di piangere
davanti ai parenti presenti
Quello non era un ritorno
II
Anche il secondo
gli fu messo al muro
L’8 settembre non seppe che fare
seguì un tenente sui monti
e continuò a sparare e a sparare
Cambiò solo il bersaglio dei tiri
e mirò sui tedeschi e i fascisti
Durò un’alterna stagione
d’imboscate e di fughe
poi fu tradito e preso
con altri compagni
dai partigiani slavi di Tito
Neppure gli chiesero il nome
all’incredulo combattente
Cadde legato le mani dietro
senza un pianto né un grido
Nella fossa comune
giù nell’indegna foiba
ne gettarono cento
III
Nel dopoguerra a quell’uomo
gli uccisero persino il terzo
l’ultimo che gli era rimasto
Era riuscito a scamparla
dietro a un torno dell’officina
– troppo giovane
per spianare un mitra si disse –
protetto da un prete e la madre
vi rimase nascosto per mesi
poi tornate le cose normali
tornò al suo lavoro
Ma durante uno sciopero in piazza
vennero ben presto alle mani
e fra attivisti ed agenti
tra sassate e legnate
esplosero un paio di colpi
E quando infine fecero largo
attorno alla chiazza di sangue
c’era lui sul selciato
lungo disteso scomposto
con due buchi nel corpo
Perizie e controperizie
sulle pallottole estratte
non hanno chiarito mai nulla
dell’arma assassina
IV
E’ ancora là quell’uomo
continua in silenzio appartato
in fondo al buio locale
Sta seduto senza neppure bere
e non legge il giornale
non dà retta alla radio
né guarda in faccia nessuno
Chi gli passa vicino
senza potergli parlare
viene poi al banco a chiedermi
cosa abbia in mente
quel tizio così scontroso
Ed io non so far altro
che raccontare
ancora una volta la storia
di quei suoi figliuoli
morti ammazzati
E lui di laggiù me l’ascolta
Luglio 2005
Primera edición
PREMIO DE POESIA Y DE ARTES VISUALES “MIGUEL ANGEL”
Valencia, Venezuela, julio 2007.
Presidente del Jurado Calificador: Valeriano Garbin
Primo Premio di Poesia
VITTORIO FIORAVANTI
autore della migliore silloge di poesie liriche “Il sapore di te”
“E ti so esistere ignaro” / “Verso l’estremo volo” / “Quell’ora ancora” / “Aveva tre figli maschi” / “Corpo in meditazione” / “A fari spenti due bici” / “Mi sei vicina tu, mi sei accanto (Attese d’amore e morte) / “Il sapore di te, Mamma Clara” / “Morte d’un Italiano” / “Ciottoli in Garfagnana”.
25 commenti
Simona benedetti
Incantata
Pipino Pippo
Bellissima.
vittorio fioravanti
E lui di laggiù me l’ascolta
Simona Benedetti
Cosa? Scusa Vittorio l’ignoranza
Simona Benedetti
Mi spiace ,,ma nn l’ho capita ♥
vittorio fioravanti
E’ sufficiente che tu l’abbia letta, Simona, e ti sia rimasta nella mente quell’immagine del vecchio padre depresso per i tre figli persi nei drammatici eventi da me accennati…
Simona Benedetti
bella,,,molto,,grazie di cuore per le emozioni ke mi regali Vitto 😉
Maria Teresa
♥
Ornella Pennacchioni
immagini di dolore nell’intimità d’un locale….quando in qualunque posto sia,l’isolamento è drammaticamente naturale…..tu hai guardato per lui, raccontato per lui…. grazie vittorio!
Carla Benassi
Caro Vittorio, la tua poesia è cruda, ma rispecchia purtroppo, una tristissima realtà.
Quell’uomo che nel buio non parla , non beve, non legge il giornale, è l’immagine della morte dell’anima di chi , impotente ha visto l’orrore.
E, tu, racconti e ripeti alla gente questa storia, ogni volta…
I tuoi versi incidono il cuore e la mente.
Con lucida, vivida forza. Ti ringrazio.
SPLENDIDA.
Giuseppe Caramelli
La cruda realtà raccontata con estrema bravura! Come è triste quel vecchio che si fa continuamente ripetere la morte dei suoi tre figli maschi. Continuo a ripetere, perchè l’ho vista, quanto sia pazzesca la guerra! Bravo Vittorio!
Marianna Mazzella
colpisce con crudezza.. e ti porta a fare riflessioni amare. bravo come sempre vittorio
Claudia Mazzini
perchè..il dolore..perseguita….l’uomo?
perchè l’uomo è perseguitato da fatti così faticosamente insopportabili…
perchè l’umanità si requisisce.?
Non siamo ….spaziosi ,..per ricevere e vivere il “Dono” etereo?
Franca Ancona
Grande grande grande Vittorio!
Non ci sono parole…le tue sono la conferma dell’essere un grande autore!
Ti abbraccio con la stima che sai
Simona Torquati
Quello non era un ritorno: una frase come una lapide tombale. Mi hai ancora una volta fatto commuovere fino alle lacrime.
Bruno Castaldi
Vittorio m’è venuta la pelle d’ oca… quanti documenti letti, visti in televisione… come si ferma la guerra?
Gli interessi, l’ avidità umana, il potere…
questa lirica è bellissima, degna di un grande come te!
Pino Argenti
Non ricordo di averla letta ..ho la pelle d’oca .
La cosa peggiore per un genitore è sopravvivere ad un figlio… pensa a tre . Doveva essere in inferno il suo star in silenzio , appartato…. un inferno o un limbo tristissimo , nell’attesa di partire anche lui per il viaggio finale , quello senza ritorno.
Simona Benedetti
Vitto caro,e’ bellissima!E’ come sempre mi immedesimo nella tua lirica…nei personaggi..questa e’ incredibilmente bella,poiché a mio avviso,scivola lentamente durante la lettura nella mia mente! Ovvio il racconto,è tristissimo.Un genitore,non può sopportare la morte dei propri figli,è di certo il dolore più grande che si possa provare!!!Una lacrima è scesa dai miei occhi,è terribile.La legge della natura è che secondo il mio modesto punto di vista,chi deve per prima raggiungere la ” fine ” è un genitore!E’ un dolore troppo assurdo,se fosse al contrario!! …e comunque, dopo tanti giri di parole Vitto,non ho poi cosi’ commentato la tua lirica tra le righe! Mi sono soffermata al solo ed unico pensiero di quest’uomo…e comunque di un genitore..Ok la morte fa parte della vita…ma così è “assurdo ” solo a pensarlo!!! Io sarò,senza dubbio,ripetitiva,ma cè da dire che ogni qual volta che ti leggo,mi insegni tante cose,mi fai capire la vita di ieri,di oggi! Sei troppo bravo..tu sei un Campione!Come non potevi arrivare a tale risultati,se tu non fossi stato cosi’ unico! Altro che Leopardi.Pirandello…io li trovo noiosi e pesanti…ma tu non sai quante volte leggo le tue liriche..non commento sempre,e sai quando? Quando il mio umore non mi da la spinta per farlo…ma sono tutte belle.Grazie Vitto,sono fiera di averti conosciuto,anche se tramite un pc!Ho avuto la fortuna di poterti vivere.Grazie ancora
Pipino Pippo
Struggente realtà .
Carmen Di Lorenzo
E’ una storia triste, descritta in versi, a dare voce a chi voce non ha piu’. Bravo !
EZIO VINCIGUERRA
Mi piace tantissimo Vittorio. Non trovo aggettivo che possa impreziosire ancora di più questo struggente ricordo che hai voluto donare con la tua ode.
Irene Pappalardo
complimenti…è veramente bella, vera, piena di dolore…
Di Lorenzo Giuseppe
una storia molto commovente.
Roberta - ammiraglia88
Molto triste, ma molto bella!
Complimenti!
La prossima settimana sarò a Cefalonia e credo proprio che ripenserò a questa poesia!
Un pensiero a tutti i Caduti.
Andrea N. Bazzani
“Sono pochissimi gli uomini che amano veramente il vento gelido della libertà. Tutti gli altri preferiscono l’aria calda e viziata della schiavitù…” (Alfonso Pascarella)