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A prescindere

di Giuseppe Pavich

A prescindere dall’orientamento politico di ciascuno di noi, credo si possa concordare su una cosa: in generale oggigiorno, almeno nel nostro Paese, si legge poco, si studia male, si scrive peggio, ci si interessa in modo superficiale ai temi seri e profondi dell’attualità, non solo italiana ma anche mondiale, si acquisisce una coscienza approssimativa delle cose che contano. Forse c’è anche una relazione diretta tra queste lacune e il modo complessivo di funzionare della nostra società.
Eppure, con tutte le difficoltà anche finanziarie che abbiamo, io credo che possiamo fare molto per migliorarci sul piano culturale, della conoscenza, della comunicazione: per capire meglio il mondo che ci circonda; per saper guardare oltre il nostro naso.
Non si può, al riguardo, accampare il solito alibi dello Stato che non aiuta le istituzioni culturali (cosa vera), che fornisce un’istruzione scolastica e universitaria di livello non sempre adeguato (cosa vera), che non incentiva la ricerca (cosa vera). Chi ha curiosità, stimoli culturali, voglia di apprendere e di approfondire e di capire, ha molti modi di farlo.
E allora consentitemi di esprimere questo convincimento: credo che tutti -non solo i più giovani- dovremmo leggere, studiare, scrivere di più e meglio; arricchirci interiormente, essere animati di curiosità culturale, capire le cose nel profondo, non fermarci alle apparenze o a ciò che ci piace pensare o credere; dovremmo cercare di apprezzare il tanto che c’è da sapere, e soprattutto la sensazione che tutto questo ci migliora.
Non solo i più giovani, dicevo: anche noi, che non lo siamo più, dovremmo accostarci ogni giorno, fino all’ultimo dei nostri giorni, a tutto ciò che è conoscenza; per fare fino all’ultimo la nostra parte. E per farci perdonare dai nostri figli il mondo che stiamo lasciando loro.


23 commenti

  • Johnny Spata

    personalmente credo che il disastro odierno sia figlio di chi negli anni passati si è disinteressato beatamente di tutto e su tutto, perché fino a quando le cose andavano bene, andavano bene così, appena arrivata la crisi tutti che cascano dal pero e a lamentarsi, così è troppo facile, così come è facile cercare colpe invece di trovare soluzioni e anche in fretta

  • Cristina Lungo

    Mah, Giuseppe io credo che ci sono stati troppi anni dell’effimero, di far credere di vivere in un reality show. Sull’istruzione pubblica non sono d’accordo: vedo ragazzi che escono molto preparati ma è anche vero che hanno genitori alle spalle che gli stanno sopra, come i figli di un mio collega ex capo: questo mio collega è stato un esempio per i ragazzi laureandosi in servizio con loro presenti alla tesi, caso raro ovvio ma Martina si è laureata in meno di 3 anni con 110 e Lode + bacio accademico, Valerio maturità con 100/100 ed e’ arrivato 4 al concorso internazionale sulla micro-robotica. E cosi’ tanti altri che conosco (loro due sono i migliori), dipende da come si educano i ragazzi in famiglia cosi’ come siamo stati educati noi

  • Giuseppe Pavich

    guarda che io ho detto che “non sempre” lo Stato offre livelli di istruzione adeguata. Ci sono luci e ombre. Tu hai indicato alcune delle luci, ne conosco anche io. Ma conosco anche molte ombre

  • Cristiana Lungo

    Beh alcune scuole sono pessime, non si puo’ avere il meglio sempre ma non credere, anche all’estero è cosi’ la perfezione non esiste, ma puo’ esserci una buona media. Non dimentichiamoci che le scuole elementari e medie erano le migliori e sono anche state prese come esempio dagli altri Stati … poi arrivo’ quella Viaggiata della Maristella ed è andato tutto a rotoli 🙁
    Poi come generazione dei 40-50 ahime’, certe volte menerei dei colleghi in sala fumatori: parlano solo di calcio, poi quando si tratta di parlare delle riforme del lavoro, pensionistiche insomma di cose che riguardano il nostro futuro la domanda è “Ma perché i sindacati non ce dicono nulla?” La mia risposta è sempre questa “Invece de statte a legge’ il Corriere dello Sport e a fa’ il fantacalcio vedi un po’ de usa’ internet per avere notizie”: nell’ambiente dove lavoro che è estremamente tecnico e maschile devo essere coatta per forza per essere rispettata 😀 😀 😀

  • Daniela Maciocchi

    Senza la conoscenza non si acquisiscono le capacità critiche, si rischia di essere influenzati e si diventa strumenti di facile populismo ed effimere illusioni. La nostra mente è ciò che pilota la nostra vita e, a catena, anche quella di coloro che vogliono imporsi su di noi e ci vogliono condizionare. Attualmente, è un rischio essere delle mosche bianche, ma solo fortificandoci possiamo affrontare una simile evenienza. Tutto ciò che è cultura rappresenta la possibilità di essere psicologicamente indipendenti ed di creare il nostro IO

  • Lucia Currao

    Una riflessione la tua che condivido in pieno Giuseppe, essere curiosi è fondamentale, è lo stimolo per conoscere, approfondire, per crescere che

  • Giuseppe Pavich

    scusate, ma con la discussione se lo Stato fornisce o meno buoni livelli di istruzione si perde di vista l’oggetto di quello che volevo dire: la curiosità culturale, la voglia di sapere, può essere soddisfatta -intendevo dire- anche se lo Stato non sempre fornisce un’istruzione di livello adeguato; sarebbe ancora meglio se la fornisse in misura maggiore o più diffusa. Ma non era questo il tema.

  • Lucia Currao

    … per rimanere giovani, ma soprattutto la cultura è fondamentale per avere una coscienza di se e della società in cui si vive per non rimanere vittime dell’arroganza di chi vorrebbe solo un popolo bue, grazie.

  • Paolo Valerio

    Dopo le notizie degli ultimi periodi la cultura sta diventando un lusso … questo mi preoccupa oltre quello che sapientemente avete detto

  • Vito Rotondi

    Sono venuti meno i fondamentali in ogni campo . La base dell’insegnamento presso le scuole elementari evitano di imporre ai piccoli l’esercizio della memoria e per noi che non eravamo il massimo ,questo recava un certo effetto perchè aiutava il metodo e si accompagnava al ragionamento e a far funzionare gli automatismi mentali .Grammatica ,analisi logica ,sintassi matematica ,geometria e per finire filosofia. I fondamentali erano gradini di una bellissima scala .

  • Daria Di Vita

    Non solo cerchiamo di curare anche un po’ il linguaggio, evitando di usare parole e frasi di moda e totalmente prive di senso (es. ”Tanta roba”o ”piuttosto che” con accezione disgiuntiva”)

  • Maurizio Attilio Ricci

    Si e’ sfasciato tutto a causa della cultura sessantottina relativista. E’ scemo ma si applica e dunque va promosso, anche se non conosce la sintassi, anche se confonde date e contesti storici, anche se ignora il teorema di Talete. E’ la notte buia di Kant, la negazione della conoscenza e dunque della coscienza e infine della possibilita’ di progredire.

  • Davide Bonanni

    A me però il termine ” tanta roba” piace 🙂 Cmq l’esempio dovrebbe partire da chi ci comanda o da chi ricopre delle funzioni importanti. Anche oggi pur troppo ho letto sulla cronoca locale un articolo che mi ha lasciato basito.

  • Giuseppe Pavich

    l’espressione “è tanta roba” -che personalmente mi diverte, ma non amo- è una traduzione giovanilistica e popolaresca dell’albionico “it’s a lot”. Prima o poi, c’è da scommetterlo, lo leggeremo anche in qualche libro: il linguaggio si evolve e non ci si può fare molto. Quello che lascia perplessi è piuttosto l’uso fin troppo libero di grammatica, ortografia e sintassi, anche da parte di persone dalle quali sarebbe lecito attendersi un impiego appropriato della lingua. Gli esempi sono molteplici. Tra i tanti, me ne viene in mente uno, riguardante l’assessore alla cultura (alla cultura!) di un luogo che non vi dirò: il quale, evidentemente più avvezzo al vernacolo che alla lingua ufficiale, un giorno, dopo una festa popolare, se ne uscì con un impagabile “ni abbiamo divertiti molti”.

  • Davide Bonanni

    Si: l’espressione ” e’ tanta roba” diverte :-)!!!
    E Di Pietro: avvocato, segretario comunale, commissario di polizia, pubblico ministero, dove ha studiato???? Parla di trasparenza, di meritocrazia…ma se utilizzassimo il criterio della meritocrazia, Di Pietro cosa farebbe? Non certo le professioni citate sopra!

  • EZIO VINCIGUERRA

    E’ importante che le persone leggano, si documentino e ricordino. L’ingiustizia si combatte anche cosi’: abbattendo l’indifferenza, e unendosi per la stessa causa. Non finirò mai di dire, che la storia siamo noi (anche quando succedono altre storie simili a questa).
    Chiedere giustizia e verità, significa in qualche modo cercare di prevenire altri episodi perché, troppo spesso, trovano terreno fertile nella mancanza di regole, e nell’impunita’ dei responsabili dei disastri passati. Questa è la democrazia, altrimenti ci sono altre forme di potere. Grazie Commi per questo bel post e sono sempre più fiero di essere stato alle sue dipendenze.

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