8 settembre 1943, una data tragica nella storia d’Italia
a cura di Antonio Cimmino
La fuga da Roma dei vertici militari, di Badoglio, del Re e suo figlio Umberto, lasciò senza ordine e nella confusione centinaia di migliaia di soldati. 600mila furono internati nei lager nazisti, altri combatterono nella Resistenza e all’estero.
A Castellammare di Stabia (Napoli) i marinai, al comando del Capitano di Corvetta Domenico Baffigo iniziarono la Resistenza difendendo con le armi il cantiere navale e le navi.
11 commenti
Cesare Spisa
Il giorno della vergogna.
Salvatore Bartolomeo
apologia di un tradimento perpetrato da un sovrano e dal proprio stato maggiore ai danni del proprio popolo…..ma risulta che questa gentaglia o le loro famiglie abbiano richiesto il perdono della nazione?
Cesare Spisa
No, i savoia sono andati via ricchi, badoglio è morto miliardario. I 30 danari erano proprio tanti.
Salvatore Bartolomeo
ma in guerra i traditori non vanno fucilati alla schiena?
EZIO VINCIGUERRA
è passato tempo ma la ferita bruci ancora
Alfredo Langella
Mio Zio Pasqualino Capomaccio (1922-1943) della Divisione Perugia, insieme a tanti altri giovani soldati Italiani, in terra d’Albania, aspettò invano una nave della Marina Militare che li riportasse in Patria e nonostante il porto di Brindisi fosse vicinissimo, questa nave non arrivò MAI.
Lupo Marco Viganò
Mi vergogno
Nicola Bastianello
8 settembre 1943 — 8 settembre 2012: stamani il primo pensiero è andato a loro: i miei nonni, l’otto settembre nell’adempimento del dovere, uno a terra l’altro a bordo, erano entrambi sul fronte greco – albanese. Per loro, in quel lontano 1943, la vita prese una sfumatura ancor più difficile di quella nella quale erano già immersi. Abbandonati senza ordini al loro destino da reggenti, nuovi “ca
pi di governo” e alti comandi, per loro si profilò la prigionia resa estremamente bruta dall’ex alleato che si sentì tradito. Per il fante la traduzione in Germania internato fino al maggio del 1945; per il marinaio il triste confino a bordo sotto continua minaccia armata interrotta poco dopo da un eroica sortita nella quale guadagnò la medaglia di bronzo. Entrambi rientrarono alle loro famiglie e raccontarono ai loro figli e ai loro nipoti quanto vissuto. Fieri sempre! di essere italiani condussero le loro vite risollevando e costruendo una nazione distrutta da una guerra fuori ed entro confine. Quell’otto settembre …. ricordo io bambino, ricordo i tristi racconti e il loro sguardo “grigio”.
Di Lorenzo Giuseppe
certo che il nostro vertice di allora ha avuto un grande senso di patriottismo, non e che quelli di adesso sono diversi, anzi!
Marino Miccoli
l’8 settembre rappresenta la più profonda lacerazione per la nostra nazione , una ferita nella sua storia recente che (come ha giustamente affermato Ezio commentando) a distanza di 70 anni brucia ancora.
Per i drammi che ne conseguirono e non soltanto casa Savoia (Vittorio Emanuele III) ha le sue pesanti responsabilità.
Luca Liberti
Il motto dei marinai è “una volta marinaio marinaio per sempre” e io aggiungerei salvo incarichi POLITICI